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24/04/24
KARMA
CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)
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3 Inches Of Blood - Here Waits Thy Doom
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( 3370 letture )
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Quando mi trovo a recensire una band di cui non sono grande conoscitore, come nel caso dei 3 Inches Of Blood, generalmente stendo il pezzo dopo diversi e attenti ascolti del platter e assolutamente prima di reperire notizie e aneddoti sul gruppo in questione, in modo da poter dare un’opinione obiettiva senza pregiudizi e paletti di sorta. Dopo aver bollato come infantile, forzato e "finto" il plastic metal di Here Waits Thy Doom ho così riscontrato quasi con sorpresa la medesima opinione nella rete, scoprendo addirittura che c’è chi ha definito la band come una parodia dell’heavy metal. Tutto questo preambolo ci introduce nel mondo dei 3 Inches Of Blood, una band canadese nata nel 2000 e giunta al quarto full length. Una band divenuta popolare nel 2002 in seguito ad un tour con i The Darkness, che ha aperto concerti degli Iron Maiden e che si dichiara fiera promulgatrice dell’heavy metal più genuino e classicheggiante. Il dubbio resta, tuttavia, dinnanzi al suono che privo d’anima –come vedremo nella recensione- e alla voce impegnata su toni 'alti', fin troppo ispirata a quella dell’unico MetalGod che questa terra abbia conosciuto: Rob Halford, naturalmente. Battles And Brotherhood apre il platter in modo tambureggiante, pur senza oltrepassare un certo confine di perizia e precisione del suono: nella voce acuminata, una sorta di brutta copia dello scream del citato MetalGod, si scopre un ritornello piacevole che però ripetuto in maniera insistente diventa infantile. Si può apprezzare un buon assolo e una bella galoppata finale di Ash Pearson, ma l’impressione di chi si aspettava una colata d’acciaio immediata resta delusa. Taglio decisamente più rock per Rock In Hell, altro pezzo dal refrain facile ma poco longevo: questa caratteristica del metal "usa e getta" permane in tutto il disco, ed è accentuata dall’ordine e dalla perfezione con il quale il lavoro è stato confezionato. Le melodie e le soluzioni stilistiche sono interessanti e di stampo classico, assolutamente non disprezzabili pur nella loro semplicità; ciò che invece inizia a far storcere il naso giù dopo un paio di pezzi secondari è la timbrica vocale, che utilizzata quasi esclusivamente in un unico tono diventa ripetitiva e noiosa. Preacher’s Daughter s’apre molto soft e procede in crescendo, dopo dei cori abbastanza plastificati, sfociando in un bell’assolo e in un bel finale. A questo punto del disco sembrano uscire le idee migliori per i 3 Inches Of Blood, che procedono con una Call Of The Hammer che sguazza addirittura nel thrash. E’ una speranza vana, perché ben presto i musicisti tornano a dare l’idea di una band metal riletta in chiave rock, o peggio ancora di una metalband con un album prodotto "a tavolino": Here Waits Thy Doom non suona affatto "live", è parecchio artificioso e lontano dal rendere l’idea di un gruppo che suona "insieme", che registra nello stesso momento, che imprime il proprio sudore tra le pieghe del platter. Questa tesi è confermata dalla serie di canzoni impalpabili che si susseguono fino alla conclusiva Execution Tank: con i suoi oltre due minuti e mezzo di introduzione strumentale e i sette e mezzo di durata complessiva, è l’ennesima forzatura di chi vuole sfornare un disco heavy metal classico costruendolo sui luoghi comuni e i clichè, l’ultimo dei quali è proprio la marcia finale: come da tradizione deve essere un pezzo più epico, lungo e solenne, e ovviamente la formazione canadese non si tira indietro. Here Waits Thy Doom è freddo, è bidimensionale, è un copia-incolla di qualche grosso calibro del passato. Non dispiace, sia chiaro, è carino e merita qualche ascolto, ma nulla più. Troppo pulita la produzione, troppo studiati nel dettaglio i suoni, troppo rock lo stile con cui si cerca di suonare metal: a cominciare dalla batteria, affatto potente e con un suono al limite del giocattoloso, l’album pecca dll’apocalitticità devastante che è spesso fondamentale in un disco metal con gli attributi. Non crea atmosfera, non dà esaltazione né pathos. Potrà piacere a qualche novello metallaro ai primissimi passi, ma farà sorridere chi è cresciuto a Manowar e Judas Priest: evitabile.
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11
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non ho detto che il falsetto sia 'brevetto' di Halford, ho solo preso il suo nome -il più celebre falsetto dell'heavy metal, o uno dei più celebri indubbiamente- per estenderlo a esempio generale. Per il resto concordo sul dire che lo stile del cantante dei 3iob sia più simile a quello di Udo, per esempio, e ammetto anche l'inesattezza di aver riportato il nome del cantante errato (cosa che non è avvenuta nel box 'line-up' in basso a destra); le critiche, se costruttive, le accetto. Per il resto ribadisco che il sound della band mi sembra forzato e artificioso. E' un parere mio, come a me può piacere il Milan e a te l'Inter. Chiuderei la questione a riguardo, perchè se si tratta di portare all'occhio delle sciocchezze scritte da me -come hai giustamente fatto negli ultimi messaggi- ok,ci sto, se si tratta di discutere al'infinito se un disco debba o meno piacermi lo trovo infantile. |
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10
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la recensione nn l'avevo neanche letta tutta; la prova della tua incompetenza, come volevasi dimostrare, sta tutta nella frase: 'e alla voce di Jamie Hooper, fin troppo ispirata a quella dell’unico MetalGod che questa terra abbia conosciuto: Rob Halford, naturalmente.': primo ovviamente perché il cantante nn si chiama Jamie Hooper, bensì Cam Pipes, e secondo perché lo stile di Halford, il falsetto, RISALE AL 13° SECOLO, nn certo a Rocka Rolla, e nn è un suo brevetto. Se poi ci mettessi il minimo interesse, ti renderesti conto che Pipes c'entra poco col Metal God, il quale nella maggior parte dei casi canta in clean voice anche le note alte, diversamente da Pipes, che si riallaccia invece a Owens o Udo degli Accept, che ho precedentemente citato. Recensione piena d'inesattezze...ti consiglio di dedicarti ad altro |
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9
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Solo un asino può pernsare di usare un termine come sinonimo di un'altro se i due termini NON sono sinonimi...dire che l'havy metal dev'essere apocalittico e una stoltezza esecrabile che denota incultura della materia...Fra l'altro potresti anke evitare di erigerti a divinatore nel dire che chi ha dischi dei Juda o dei Manowar nn possa apprezzare questo, in quanto trattasi di una tua congettura (o illazione) - che tra l'altro nn ti sei minimamente preoccupato di supportare. Se ti fai un giro nella rete ti renderai conto che i 3iob hanno il loro seguito, soprattutto in virtù dei primi lavori...La recensione fa trasparire che se al posto di questo ci fosse stato 'Breaker' o 'Restless and wild' avrebbe avuto lo stesso trattamento... |
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8
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a quanto spiegato perfettamente da khaine aggiugo che utilizzare il termine 'apocalittico' come sinonimo di pathos esaltazione eccetera è solo un modo colorito di rendere la recensione più diretta ed emotiva.. questa è la mia opinione su quello che dovrebbe essere un disco heavy metal, può essere condivisa o meno (anche da altri redattori del sito) e non vedo il motivo di aprire una polemica per questo. i 3iob mi hanno dato quell'impressione che ho descritto, non avrei motivo di partire prevenuto! il mio punto di vista non è il tuo, frank, e non è quello di khaine o quello di raven... non puoi pretendere di trovare qualcuno che la pensa in tutto e per tutto come te, sui 3iob o in generale! |
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7
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Frank ma perchè quoti solo quello che ti fa comodo??? Rino, rispondendoti, NON ha detto che "un album è una copia di un'altro" ma "è una copia di quello che loro fanno da decenni". E' PALESE che con quest'affermazione si riferisca allo stile e NON alla presenza di plagi. Non è che te la stai prendendo un po' troppo? |
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6
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Quindi secondo voi 'apocalittico' è un sinonimo di pathos, emotività, epicità ed esaltazione? Di male in peggio... inoltre (quel che è peggio) ti ricordo che dire che un album è una copia di un'altro equivale a dire che è plagiato (se la semantica nn è un'opinione). Visto che cerchi di spiegare il tuo parere, ti andrebbe di citare quali pezzi dei 3iob sono copiati, e da quali altri? Perché secondo me tu hai sentito Pipes che canta in falsetto e hai mal inferito che volesse copiare Halford, e visto che nn sono famosi quanto i Juda ha ritenuto che fosse una brutta copia...attendiamo smentite e rivelazini (restando in tema apocalittico) sui plagi perpetrati dai 3iob... |
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5
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lo so lo so, ma finchè è possibile cerco di spiegare meglio il mio parere, senza polemica! |
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4
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Rinunciaci Rino: ogni qualvolta metterai un voto basso, arriveranno le critiche... benvenuto nel club, io detengo il record |
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3
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Intendevo dire, e lo ribadisco, che chi è abituato ad ascoltare i capolavori di Priest e Manowar non troverà nulla di più emozionante o qualitativamente superiore in questo album. è una copia di quello che loro fanno da decenni. E i 3iob lo fanno in maniera a mio giudizio più statica, senza che l'epica che vogliono imprimere al loro sound sembri realistica. Un album di heavy metal puro, sempre a mio giudizio, non può trascendere da un certo livello di pathos, emotività, epicità ed esaltazione: criteri che ho sintetizzato i un aggettivo sol, 'apocalittico' appunto. |
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2
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mi sembra molto (ma molto) discutibile la verità rivelata che prevede che chi abbia dischi dei Manowar o dei Juda nn possa apprezzare questo...sarò un caso a parte. Trovo invece completamente assurdo giudicare un album in base a quanto è apocalittico: manco fosse un disco death metal rivisitato da Cristina Davena... |
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1
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già passata la sensazione di ritorno alle radici, album decisamente trascurabile. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Battles and Brotherhood 04:46 2. Rock In Hell 04:56 3. Silent Killer 04:12 4. Fierce Defender 05:15 5. Preachers Daughter 06:47 6. Call of the Hammer 02:57 7. Snake Fighter 03:18 8. At the Foot of the Great Glacier 03:17 9. All of them Witches 06:42 10. 12:34 01:45 11. Execution Tank 07:33
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Line Up
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Cam Pipes - voce Justin Hagberg - chitarra/voce Shane Clark - chitarra Nick Cates - basso Ash Pearson - batteria
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