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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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En Declin - Domino / Consequence
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( 3416 letture )
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Proprio io non capisco perchè all'aggettivo “emozionale” debba per forza essere associata un'idea di tristezza e malinconia, come se fossero le uniche emozioni possibili. E allora un disco spensierato e divertente non può essere emozionale? Il fatto è che c'è una sorta di cultura (e di modo di pensare) che esalta le emozioni disperate come le uniche depositarie di saggezza ed intelligenza, mentre relega ad infantili e stupidi i modus vivendi dell'allegria e della spensieratezza. Pensateci un attimo: gran parte delle figure di spicco dell'arte e della letteratura dei secoli che furono sono indissolubilmente legate a vite segnate da profodo dolore interiore (i nostri Dante e Leopardi per esempio, oppure i romantici inglesi di seconda generazione). Morale: l'essere intelligenti e finemente sensibili conduce ad una vita emozionale. Dico questo perchè è proprio con l'aggettivo virgolettato di cui sopra che la My Kingdom presenta i suoi pargoli En Declin, nuovo nome di spicco della sempre più florida new wave capitolina di alternative gothic rock. In realtà già dal precedente Trama del 2005 gli En Declin si fecero notare come gruppo molto promettente, grazie ad un lavoro che evidenziò stile e capacità compositive sopra la media.
La promozione da “piacevole sorpresa” a “gradita conferma” arriva puntuale con questo Domino/Consequence. Registrato e mixato dal collega/amico Giuseppe Orlando (Novembre), il disco va a collocarsi in quella fetta di mercato resa (meritatamente) celebre negli ultimi anni da band quali Klimt 1918, Room With a View e, naturalmente, Novembre: rock alternativo con considerevoli (inutile dirlo) influenze post-rock e darkwave, dai testi altezzosamente raffinati e colti conditi della tipica decadenza da postmodernismo spietato. Ciò che si presenta alle nostre orecchie sono undici pezzi (più una bonus track) molto gradevoli, sbilanciati verso una forma canzone piuttosto lineare ma dei quali risulta evidente il grande lavoro compositivo alle spalle. Uno spettacolo che si rivela un po' ridondante nella costruzione armonica (chitarre elettriche molto “liquide” in primo piano con delay d'ordinanza sul pulito e muro di distorte sullo sfondo) ma mai privo di una sua coerenza lucida né di dettagli intelligenti e fascinosi (uno su tutti il sapiente utilizzo delle chitarre acustiche in quasi tutti i pezzi, tra l'altro perfettamente incastrate in un missaggio che ha davvero dell'incredibile). Per quanto riguarda lo sviluppo orizzontale gli En Declin si rendono autori da una parte di melodie ficcanti e di “facile” presa (Fourteen Days, Envied Routine, Naiive) dall'altra di costruzioni al limite del progressive (Domino, Consequence). Una sezione ritmica robusta e concreta sorregge un lavoro chitarristico molto cesellato ricco di sovraincisioni mentre la versatile voce di Maurizio colora di influenze grunge (Alice in Chains e Pearl Jam) il sound del gruppo romano. Ciò che non riesco a digerire di questo disco è la sensazione di manierismo che trasuda da ogni composizione: se dal punto di vista stilistico e produttivo siamo a livelli ineccepibili, è da quello della tanto sbandierata emozionalità che proprio il disco non riesce a coinvolgermi, non riesce a cogliermi nel profondo. Laddove vuole essere toccante ed evocativo, Domino/Consequence risulta invece lezioso e retorico, mentre sul fronte della mera attitudine romantica è la voce di Maurizio troppo tendente alla lamentosità a rovinare, a mio modo di vedere, il quadro. A volte, e questo è il caso, l'eccessiva ampollosità in fase compositiva va a cozzare con i reali intenti emotivi che sono alla base di questo tipo di intendere la musica (un po' come successe in alcune parti dell'ultimo Klimt 1918). Per quanto riguarda la produzione siamo su un altro pianeta rispetto al livello medio delle produzioni indipendenti italiane: oltre al già citato missaggio a regola d'arte si denota una grande ricerca nella scelta dei suoni e degli effetti.
Domino/Consequence, non fosse per il difetto evidenziato, sarebbe un disco da eccellenza assoluta: ottimamente composto, suonato e prodotto. Purtroppo rimane “solo” un collage di microstorie, se mi passate il termine, “frigide”, a volte leziose, che inseguono un fantomatico teorema per produrre emozioni di una banalità oramai sconcertante. Tutto qui, se però vi accontentate di una full immersion iconografica (il che non è effettivamente poco) il disco vi permetterà comunque di sfogare i vostri depressivi istinti (a patto di ritrovarsi già in uno stato di catarsi emotiva). Auspico quindi una maggiore spontaneità al prossimo giro, perchè va bene essere intelligenti e tristi ma non è sempre tutto oro ciò che lacrima...
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13
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Concordo con la recensione, disco che sarebbe stato bellissimo e perfetto se solo non fosse stato così troppo manieristico, lezioso e retorico. Produzione perfetta, canzoni perfette ma manca il mordente e l'emozionalità, il che è paradossale per una musica che nelle intenzioni vorrebbe puntare proprio sul lato emotivo. Tuttavia il voto della recensione secondo me è troppo basso, questo disco un 75 lo merita tutto. |
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12
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Unici....mancano davvero e conto in nuovo album al più presto. Non è musica per tutti! Conseguenze è meravigliosa, chi non riesce a ricevere emozioni ha dei problemini. |
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11
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ora il tuo punto di vista è più chiaro, autumn. ammetto che a me è piaciuto molto e cerco di difenderlo con le unghie, quindi non ho capito molto la necessità di dover costruire una logica oggettiva nella recensione basata però su una questione di gusto, legittima in sé ma soggettiva. non sono certo una che si intende di come si scrivono le recensioni, ma mi sembra un peccato dire che sono leziosi e retorici perché con te non hanno centrato l'obiettivo, ecco! va be' però non vi rompo più perché se no ho paura di risultare pesante!!! |
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10
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Vedi Melinda non è questione di tristezza o di chissà che altro. Il problema è che questo disco mi trasmette poco o niente e dunque alle mie orecchie suona come un esercizio di stile, per quanto esemplare che sia. |
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9
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Ah ecco, sai com'è è la prima volta che ti leggo su queste pagine... non si sa mai |
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8
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lo davo per scontato! |
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7
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... posto che comunque il disco può anche NON piacere, no? |
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6
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ma questa forzata emozionalità triste secondo me è un pregiudizio che affossa i modi in cui il disco può essere ascoltato. soprattutto quando poi di questa tristezza nessuno ne ha parlato. l'etichetta parla di melanconia (che non è tristezza) e da quello che ho letto in giro anche il gruppo non l'ha mai tirata in ballo. quindi sentiamo sto disco serenamente no? |
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5
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A me pare, dalla lettura della recensione, di aver capito che Stefano contesta la "forzata emozionalità triste" del disco, aggiungendo che per essere "emozionali" non occorre necessariamente allacciarsi a stereotipi che indichino "tristezza". |
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4
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non capisco bene la recensione! all'inizio dici che l'emotività non è uguale alla tristezza, ed hai sicuramente ragione, ma poi recensisci il disco come se dovesse essere il risultato genuino di lacrime e disperazione perché "emotivo". secondo me sbagli a cercarci qualcosa di prestabilito, proprio per la premessa che hai fatto. è normale che poi ti sembra manierista se lo carichi di quello che tu vorresti ci fosse... a me ha emozionato tantissimo, non mi sono intristita, mi ha fatto pensare e a volte anche sorridere, guarda un po'!!! ... quindi voto 90 |
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3
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No Luca lo ska non lo digerisco Anyway, il punto sta proprio nel fatto che in questo disco non cerco allegrezza, tutt'altro! E quel tutt'altro non riesce a darmelo |
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2
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Ma che commento è? Voti 75 (che in scala 100 è un nonnulla in più) e non condividi la recensione? Almeno spiegati... |
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1
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Voto al disco 75 Se ti piace la musica allegra vai a balla lo ska |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fourteen Days 2. Over 3. Envied Routine 4. Naiive 5. Domino 6. Consequence 7. Keyword Out Of Context 8. Leave Apart A Sense 9. The Script 10. While My Guitar Gently Weeps (Beatles cover) 11. Dipped 12. ...Fuori Contesto (Bonus Track)
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Line Up
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Maurizio Tavani - Vocals Andrea Aschi - Guitars Daniele Carfagna - Guitars Massimo Ciaccia - Bass Marco Campioni - Drums & Percussions
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