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I Fear Factory sono una di quelle band che scelgono di fondare la propria musica su caratteristiche peculiari e chiaramente riconoscibili. Pur evidenziando alcune "deviazioni" nel debut Soul Of A New Machine o in Remanufacture e fatte salve le inevitabili differenze fra gli altri lavori, la band aveva ritenuto di conservare e di integrare un sound sicuramente particolare, probabile causa del suo stesso successo, senza mai correre volentieri il rischio di snaturarlo o metterlo in qualche modo in discussione. L' uscita di questo nuovo disco sembrava poter o dover segnare un punto di svolta, e la svolta era ragionevolmente pronosticabile visto che una autentica colonna del sound della band come il "triggeratissimo" Dino
Cazares aveva lasciato il gruppo californiano di Herrera, Bell e Olde Wolbers.
Personalmente devo ammettere che i "rumors" di un passaggio dello stesso Wolbers alla chitarra mi avevano lasciato abbastanza perplesso, mentre la scelta di cooptare Byron Stroud (Strapping Young Lad) per il ruolo, a quel punto vacante, di bassista pareva essere maggiormente indirizzata ad un'idea di continuità -anche se pare che, nonostante i credits riportati nel booklet, Olde Wolbers abbia suonato praticamente tutte le parti di basso.
Avendo finalmente ascoltato il disco, posso chiudere questa lunga premessa per dire che la novità è che non ci sono particolari novità (!). Il sound dei Fear Factory è rimasto sostanzialmente quello che tutti conosciamo, anzi probabilmente rispetto a Digimortal questo nuovo Archetype potrebbe rappresentare più un riavvicinamento alle sonorità di
Obsolete che un ulteriore sviluppo in una direzione inedita. Fatto salvo il drumming "seriale" del sempre ottimo Ray Herrera e l' abituale alternanza di pulito e growling nelle linee vocali di Burton C. Bell, il basso si va a incastonare con la consueta naturalezza nel collaudatissimo impianto sonoro della band californiana ed a dispetto delle perplessità di "qualche scettico recensore" il novello chitarrista Wolbers mostra di non avere particolari difficoltà ad interpretare il suo nuovo ruolo, cavalcando senza imbarazzo le spietate "pedalate" di Herrera. Niente da dire dunque? Inevitabile che anche in un quadro di continuità come quello appena delineato la band abbia trovato spazio per inserire alcuni nuovi spunti. La creatività di Bell sembra aver tratto giovamento dal periodo di inattività
seguito all' uscita di Digimortal, davvero interessanti le linee melodiche
di alcune parti vocali (in Undercurrent soprattutto) ottimo anche l'arrangiamento della voce in Act Of God. Da segnalare nel lavoro di Herrera il drumming di Corporate Cloning ed in generale la buona vena mostrata nelle parti ritmicamente piu' dinamiche del disco. A livello di suono è stato fatto sicuramente un buon lavoro (il disco è stato registrato nei californiani Rhumbo Recorders e prodotto dalla band stessa) il tipico appeal della band emerge immediatamente fin dall' attacco di Slave Labor e, come ogni vero fan dei Fear Factory poteva sperare, la durezza generale dei suoni è abbastanza "sintetica" da garantire sufficiente nitidezza e brillantezza di timbro.
Gli aficionados della band saranno sicuramente soddisfatti di Archetype, quelli che speravano in un lavoro sorprendente dovranno avere
pazienza o rivolgersi altrove, perché come il vocalist Bell ha avuto modo di dichiarare: "Our fans want to hear new material that sounds like Fear Factory".
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VOTO LETTORI
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75.81 su 142 voti [
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21
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Ci ho messo un po\' ad assimilarlo,ma a distanza di anni penso sia uno dei migliori lavori dei Fear Factory (checché ne dica Dino,che lo schifa solo perché non ci ha sounato). Non raggiunge chiaramente gli apici di Demanufacture,ma per me qualitativamente è molto vicino ad Obsolete. |
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20
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buon disco,Human Shields è forse uno dei loro pezi più emozionanti |
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19
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Ma quanto spacca Cyberwaste? |
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Dei Fear factory questo è uno dei lavori che preferisco men; ha dei bei pezzi tipo Corporate Cloning ed Human shields ma il resto per quanto non brutto tende a restare un po' sullo sfondo. |
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17
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Secondo me questo è un bell'album, dietro a Demanufacture (inevitabile, per molti) ma tuttosommato sul livello di Obsolete. Un bel 90 se lo merita secondo me, anche perchè dopo quest'album l'unico decente che ho potuto ascoltare è proprio l'ultimo Genexus... piuttosto (oggi son dispettoso) come è possibile che Mechanize prenda 80 e The Industrialist 65? Sono sostanzialmente lo stesso disco di merda... 60 entrambe e fora-dai-bal |
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16
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Dopo almeno un paio d'anni di riflessioni, ascolti, elucubrazioni ecc. dico, e la sparo grossa, che è il peggior disco dei Fear Factory fino a Mechanize incluso (gli ultimi 2 devo ancora ascoltarli). Resta ampiamente sopra la sufficienza, ha anche brani ottimi ma si sente che si sono riciclati in vari passaggi e inoltre è un album poco coeso, sembra più un collage di canzoni. |
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15
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Un album dove si nota evidentemente la tipica atmosfera dei FF e tutto sommato va bene così. |
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14
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Discreto, siamo lontanissimi dagli esordi ma come disco di riavvicinamento al vecchio sound si difende bene, i pezzi buoni ci sono vedi Bite The Hand That Bleeds, Slave Labor, Archetype, Cyberwaste, dopo questo disco, il baratro assoluto, gruppo morto e sepolto ormai.... non gli si può dare un voto inferiore a Digimortal, quello si che è un cesso colossale |
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13
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Buon album, non tra i loro migliori ma comunque molto bello. Voto 70. |
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12
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il primo che ho sentito, mi è piaciuto parecchio...da 75 |
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11
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devo essere sincero e dire che questo è il primo loro disco che ho ascoltato, e l'ho trovato una bomba |
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10
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sono un fan dei ff...l ho comprato dopo mechanize...non ha nulla di mechanize...scialbo...il piu brutto che ho dei ff... |
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9
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voto 85! Non ovviamente ai livelli di Demanufacture e Obsolete, ma 69 obiettivamente mi sembra pochino. |
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8
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Io ho incominciato ad ascoltare i FF da Archetype,Questo disco a me è piaciuto tantissimo. |
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7
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Sicuramente un po' commerciale, e poco originale. Ma il risultato è buono. Potenza e atmosfera soprattutto nella prima parte del disco. Certo, avrebbero potuto osare un po' di più, ma senza Dino volevano adare sul sicuro. In ogni caso, condivido abbastanza il parere del recensore, anche se alzerei un po' il voto. |
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6
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Album molto valido. Non concordo con la valutazione del recensore. Voto 90 |
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5
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Ottimo ritorno, altro che 69...se Demanufacture ha preso 91 (voto che trovo giusto) questo si merita un bell'80! la prima metà è un continuo di canzoni perfette...cyberwaste l'ho ascoltata migliaia di volte... |
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4
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no dai solo 69??? ( io do almeno 85... è potente anche se non ai livelli del passato... poche novità però album potente! |
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3
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A me piace molto questo album... non è certo Demanufacture, però lo trovo davvero un buon album. Digimortal... quella sì che è una merda XD |
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2
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secondo me e' ottimo. cmq quando hanno avuto il coraggio di differire con digimortal tutti li hanno accusati per niente |
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1
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Dai che non è male... ma sul fatto che un po' di coraggio in più non farebbe poi male non ci piove! |
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