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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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The Smiths - Hatful of Hollow
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( 4569 letture )
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IL GRUPPO CHE UCCISE IL PUNK Gli Smiths sono uno dei pochissimi gruppi al mondo che hanno creato la propria immagine quasi da zero e l'hanno mantenuta e conservata fino allo scioglimento (ma anche no, se si considera il progetto solista di Morrissey), riempiendola di particolari ed aggettivi che sono sempre rimasti incollati a loro stessi e con cui, di conseguenza, si sono effigiati anche i propri fan. Steven Patrick Morrissey è un giovane timido e introverso che vive in quel di Manchester rimanendo spesso chiuso in casa e lasciandosi scivolar via dalla vita "urbana" e sociale della propria città. Il suo immaginario artistico-influente si basa sui film anni '50-'60, su James Dean, sui film di Andy Warhol, sui romanzi dei suoi connazionali Oscar Wilde e William Butler Yeats, sulle poesie romantiche inglesi. Certi "rumours" confermerebbero la tesi che Billy Duffy (chitarrista dei The Cult) abbia presentato Morrissey al chitarrista Johnny Marr, creando automaticamente i due pilastri portanti della band. L'amico bassista di Marr, Andy Rourke, e un altro amico (il batterista Mike Joyce) contribuiscono a formare gli Smiths dal nulla. Nei primi anni ‘80 i giovani di Manchester (in gran parte appartenenti alla "working class" inglese) erano stati, volontariamente o non, colpiti dall'uragano del punk e del post-punk e cercavano ancora quella cerchia di appartenenza a filoni musicali/stilistici che nel giro di 3-4 anni erano già stati rivoluzionati. L'uragano dei Sex Pistols e Clash era stato già musicalmente dimenticato, e la "nuova ondata" musicale era da poco uscita dal lutto di una delle band più rivoluzionarie del momento, i Joy Division. Gli Smiths, con una certa ruffianaggine, si misero a cavallo fra questa "new wave" ed i propri gusti personali (il glam anni 70, il rock psichedelico più chitarristico dei Byrds, il funky) elaborando un concetto totalmente personale di vestiario, messaggio, proposta musicale, testi e rapporto col pubblico.
HATFUL OF HOLLOW L'album è a metà fra un prodotto ufficiale ed una compilation: contiene le peel-session di parte dei brani presenti nel primo disco omonimo, più alcune b-sides che ebbero migliore sorte di tracce incluse nei full-lenght. Chi non ha familiarità con la band, potrà subito sentire da William It Was Really Nothing che le musiche degli Smiths sono basate su melodie efficaci, apparentemente semplici e dall'orecchiabilità ambigua che se da una parte è facilitata dai suoni cristallini e frizzanti delle chitarre, dall'altra e caratterizzata dalla voce leggermente cacofonica e nasale di Morrissey. Le linee strutturali delle canzoni sono sempre riconducibili al trademark di Marr ed al suo fare la chitarra ritmica con soli arpeggi. Rourke si riaccorda alla chitarra con i suoi giri funky e Moz apre il suo cuore (e l'animo umano) con dello humor nero e romantico su un'attitudine che risentiva ancora dell'onda d'urto della "No Future Generation". È così che gli Smiths uccidono il punk: non rendendolo ridicolo, ma semplicemente traslando il messaggio dalla politica sociale a quella personale, perché la diplomazia della vita quotidiana deve passare necessariamente per la conoscenza e l'approvazione più intima. Una canzone clashana come Theese Things Take Time non parla più del disagio di una classe sociale intera, ma del disagio di una velata omosessualità ancora non dichiarata che vive quotidianamente coi turbamenti di trovare un punto d'incontro fra il piacere personale e il non distaccarsi troppo dalla società:
you took me behind a disused railway line and said "I know a place where we can go, where we are not known" and you gave me something that I won't forget too soon
Il risultato pratico della musicalità degli Smiths è quello che negli anni verrà chiamato "jangle-pop", grazie appunto a queste melodie che ricordano i jingle-jangle, le cose allegre -fischiettanti e spensierate. This Charming Man è il paradigma del genere che unisce il ritmo incalzante delle musiche con la tipica, pacata ironia inglese
I would go out tonight but I haven't got a stitch to wear
How Soon is Now è una classica ballad sull'incomunicabilità dell'amore di Morrissey, rimarcata dai delay intrecciati di Marr; poi il sottile velo fra amicizia e amore in Handsome Devil.
and when we're in your scholarly room, who will swallow whom? you handsome devil
E ancora la passione che vince il pregiudizio nello sfogo di Hand in Glove (riadattata in modo più blueseggiante -con tanto di armonica-, rispetto alla acida e graffiante versione del precedente album): perché la vita va vissuta, anche in modo promiscuo, se quel momento riuscisse a regalare un'emozione, anche solo per cinque minuti.
And if the people stare then, the people stare. oh I really don't know, and I really don't care [...] yes, I know my luck too well and I'll probably never see you again.
La delicatezza di Morrissey non si sofferma mai sull'effettiva realtà della sua amata metà, né tantomeno sui suoi orientamenti sessuali, perché lui è il cantore contemporaneo di una generazione timida e segreta (sotto ogni punto di vista) che anche se appagata sulla carta (il lavoro, il successo, gli amici), nel fondo del proprio animo è ancora scoraggiata e miserabile.
I was looking for a job, and then I found a job and heaven knows I'm miserable now (Heaven Knows I'm Miserable Now) No, I've never had a job because I've never wanted one. I've seen you smile but I've never really heard you laugh.. so who is rich and who is poor? (You've Got Everything Now)
Le canzoni sono eccellenti, non annoiano e la loro freschezza è tutt'ora viva. L'ennesimo picco si tocca con Girl Afraid, veloce ballad rockabilly dagli arpeggi impossibili e dagli echi southern; il disco si chiude nel tentativo di ripercorrere la propria giovinezza, toccare di nuovo i luoghi del proprio passato (Back To The Old House, Reel Around The Fountain) per chiedere alla società, ma anche a se stessi, di essere semplicemente ciò che si vuole. Questo è il messaggio finale della bella e struggente ballad di chiusura (Please, Please, Please Let Me Get What I Want) che lascia la voglia far ripartire il disco, e di farci capire come mai gli Smiths continuano ad avere tutt'oggi questo seguito che da semplice culto è diventato una vera ossessione per moltissime persone; un'ossessione pacata e anonima, come la band stessa del resto.
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Forse ne hanno fatti di migliori ma senza entrare nel dettaglio del disco volevo solo dire che Please Let Me Get What I Want è uno dei minuti più belli della musica pop. Un minuto e qualche secondo, seguiti dal mandolino che chiude la canzone, e resti lì come un coglione a pensare ma come, è finita, ma non è possibile. |
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Eeeeeee Estghemo, eeeeee polemico, eeeeeee decadente, eeeeee contghastato, eeeeeee pghovocatoghe. Sempliscemente Morrisey è unico neeeeeel suo scenere ! Ha avuto piu' attghibuti lui, di eeeee tanti rockghers e metallaghi ( si sto paghlando del glam edonistico ed godegheccio) della sua epoca ! Mi ha sempghe ghicoghdato un dipinto del Modigliani. |
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Lavoro eccellente, sicuramente uno tra i miei preferiti di questa grandissima band. Li amo talmente tanto che non perderò la mostra organizzata da due fratelli a Meldola. |
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Mi hanno sempre fatto uscire di testa. E ancora di più Morrissey solista, ho visto due suoi concerti e li ricordo tra i più belli a cui sia mai stato!! |
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Grandissimi gli Smiths... Un pò più di considerazione per chi ha scritto qualche bellissima pagina di musica (non fissatevi sui generi! ) non sarebbe mica fuori luogo. |
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gli smiths non c'entrano niente col mondo del rock? ascoltatevi una canzonaccia come "the queen is dead" e poi mi direte... |
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Sai Moro...è assolutamente questioni di gusti...quando parlo di ambito non rock mi riferisco ovviamente ai miei gusti che hanno sempre avuto tendenze più pesanti..dediti all'hard...ricordo anche che gli Iron Maiden nacquero in quel periodo post punk e tutta la grande scena NWOBHM...e gli Ac/Dc nel 80 diedero alle stampe un capolavoro immenso a nome Back In Black.....gli Smiths li ho sempre visti come una creazione più tendente al pop e Morissey negli anni a venire sposò esattamente la strada del mainstream....nessun problema, per fortuna possiamo dire : viva la pluralità di idee e di gusti musicali... Keep On Rockin'!! |
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@frankiss: non preoccuparti, non ho visto nemmeno lontanamente un probabile problema nel tuo commento. Infatti mi sembra di aver risposto in maniera oggettiva e rilassata. Continuo a non capire quando dici "... ha sempre operato in un ambito per antonomasìa, non rock..." quello era pieno periodo post-punk, loro si distaccano dalla scena geografica proprio per il loro "rock". E' la stessa tipologia di rock degli anni 60. Allo stesso modo di come possono essere rock i Beatles, i Rolling Stones, i Byrds, ma anche i Rem o gli U2. saluti, Moro |
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trovo gli smiths una vera e propria macina di singoli,gran belle canzoni,purtroppo non sono un grande amante degli 80's in particolar modo nel pop, quindi non mi coinvolgono più di tanto ma album come "The Queen Is Dead" sono quasi capolavori! |
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Vedo che una mia mezza riga di commento alla band in questione ha creato qualche problemino e sinceramente me ne dispiaccio fortemente....allora meglio puntualizzare: sia chiaro sin da subito, il mio commento era spontaneo e per questo non interpretabile...quindi per fare in modo che nessuno ci marci sopra ritengo utili le seguenti chiarificazioni: 1)non metto in discussione nè l’operato del recensore e neppure la politica di Metallized che ho sposato sin da l primo giorno…facendone parte da un po di tempo.... 2) ritengo gli Smiths una band, diciamo sicuramente non brillante, dal punto di vista musicale e che ha sempre operato in un un ambito, per antonomasia, non rock…merito grande. dunque, quello di Metallized saper accostare generi e tematiche che non rientrino nel solito calderone! Detto ciò non mi sembra di aver pronunciato nulla di spiacevole o di offensivo verso alcuno...ma se qualcuno lo avesse inteso come tale nei confronti del recensore o peggio ancora verso il sito, me ne scuso…non era e non è certamente mia idea incrinare nessun rapporto o equilibrio all'interno di questo grande sito, men che meno con i collaboratori e in questo caso con "Moro" che stimo e ancor meno con i lettori che sono il propellente di tutti noi. Un abbraccio Frankiss |
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...gli Smiths recensiti accanto ai Napalm, può succedere solo su Metallized! ...siete i migliori! |
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beh, nemmeno iscrivibili in un sito rock non credo proprio. Sono una band che ha mantenuto il proprio status-symbol fino ad oggi. Il fatto che non abbiano fatto reunion e abbiano lasciato tutti i fan (e un intera scena) a bocca aperta senza chissà quanti motivi, sono poi elementi in più per far crescere la fama di questa band. Per me, la band più importante degli anni 80. |
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de gustibus....ma sono veramente penosi...nemmeno iscrivibili in un sito rock... |
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non sono mai impazzito per loro ho solo il primo lp. grande rispetto per loro cmq e complimenti a "Moro" per il coraggio di inserire una rece di un gruppo così particolare in una fanzine prevalentemente metal. |
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Li ricordo con piacere. |
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Non gli ho mai dato la giusta attenzione. Probabilmente rimedierò dandogli qualche altro ascolto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. William, It Was Really Nothing 2. What Difference Does It Make? 3. These Things Take Time 4. This Charming Man 5. How Soon Is Now? 6. Handsome Devil 7. Hand In Glove 8. Still Ill 9. Heaven Knows I'm Miserable Now 10. This Night Has Opened My Eyes 11. You've Got Everything Now 12. Accept Yourself 13. Girl Afraid 14. Back To The Old House 15. Reel Around The Fountain 16. Please, Please, Please Let Me Get What I Want
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Line Up
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Andy Rourke - basso Steven Patrick Morrissey - voce Johnny Marr - chitarra Mike Joyce - batteria
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RECENSIONI |
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