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Ihsahn - After
( 7723 letture )
E' un dato di fatto che spesso l'innovazione stilistica di una band, o di un artista particolarmente importante, è spesso fonte di polemiche a non finire da parte di fans ed addetti ai lavori. Sono in molti, pronti a gridare subito al tradimento o allo sputtanamento, appena si sente emergere qualcosa di differente rispetto al passato. Tutto questo viene ovviamente estremizzato ancor di più in ambito black metal, dove sono veramente pochi i casi in cui un cambio di rotta deciso, sia affiancato ad un deciso consenso da parte del pubblico. Il percorso solista di Ihsahn potrebbe tranquillamente rientrare in questo contesto, visto l'interesse (positivo o negativo) che puntualmente genera nel pubblico ad ogni sua release. La mia idea è che questo sia dovuto a causa di una caratteristica compositiva importante del polistrumentista norvegese, ossia quella di non essere mai copia carbone di se stesso. Ihsahn è sempre disposto ad evolversi di release in release (la qualità oggettiva dell'evoluzione degli Emperor è palese da questo punto di vista), dimostrando una coerenza ed onestà di fondo che nel panorama musicale odierno è sempre più raro riscontrare.

After giunge a due anni dal precedente e controverso AngL, nel quale Ihsahn ha imposto un netto cambio di rotta versi lidi più soft e progressive, ma che per molti (forse perchè ingannati dalla ospitata di Mikael Åkerfeldt) è sembrata troppo Opeth-oriented, e quindi troppo mainstream. Mio parere personale è che AngL, pur possendendo diverse pecche al suo interno, sia un bel disco, coraggioso e soprattutto onesto. Un passaggio obbligato per Ihsahn, dove la rottura netta con il passato, che non c'era stata invece su The Adversary, era l'unico modo possibile per capire quali fossero i suoi limiti di musicista e compositore. Quindi, se The Adversary è la nascita e AngL l'adolescelenza, After è senza alcun dubbio la maturità musicale di Ihsahn.

Registrato negli studi personali di Ihsahn, i Symphonique Studio, After vede nuovamente dietro le pelli il fido Asgeir Mickelson, e la presenza di due signori ospiti come Lars Koppang Norberg (Spiral Architect) al basso e dal sassofonista Jørgen Munkeby (Shining (Nor)). L'apertura è affidata ad un brano che rappresenta una summa del proprio stile, ossia The Barren Lands. La composizione è dotata di una grande complessità ritmica -un po' figlia degli ultimi Emperor- oltre che ad un certo gusto nelle melodie principali derivati The Adversary, mentre i momenti più calibrati e riflessivi -come l'apertura arpeggiata ed il chorus- sono ereditati dal precedente AngL. Fatti i conti con il proprio passato, è tempo di sperimentare "brutalmente" con A Grave Inversed, dove ad un death black indiavolato, oltre che intricatissimo, si accoppia una linea di sax acidissima, che mi ha riportato alla mente alcune follie sonore dei King Crimson d'annata. After mostra l'Ihsahn riflessivo di AngL, fatto di linee melodiche delle chitarre sovrapposte ed un bel chorus cantato con voce pulita. Frozen Lakes On Mars è un altra bella batosta sonora, ma impreziosita da svariati cambi di tempo ed atmosfera. Eccoci così giunti al vero capolavoro di After: Undercurrent è una composizione che definire progressive è un eufemismo, non solamente per i suoi dieci minuti di durata. Ihsahn riesce a creare una mini suite dove la tensione viene fatta salire lentamente nella parte iniziale arpeggiata -nella quale va' segnalato l'ottimo lavoro di rifinitura al basso fretless di Norberg- che viene poi fatta esplodere senza pietà dal suono straziante del sax. A questo punto, il brano cambia registro accellerando vorticosamente, per poi concludere nuovamente con il sax nel finale. Austere è un altro meraviglioso gioiello di prog metal, nel quale a Norberg viene data carta bianca con il suo basso fretless, ed Ihsahn si diverte a stratificare diverse linee di chitarra, oltre che a buttare nella mischia un bel fill di Hammond. La composizione successiva Heaven's Black Sea è forse per il sottoscritto la più debole dell'intera release. Ad una prima parte dalla ritmica quadrata e geometrica, si contrappone un intermezzo quasi ambient con assolo di sax, per poi ritornare sui tempi iniziali. Purtroppo, questa volta gli incastri ritmici non possiedono quella fantasia vista in precedenza, mentre il ritornello in voce pulita risulta piuttosto piatto ed anonimo. Per fortuna ci pensa On The Shores a far dimenticare questo passo falso, con un brano costruito sulla stessa melodia di sax di Undercurrent.

Da quanto descritto nel track-by-track, Ihsahn sembrerebbe aver trovato con questo After la classica quadratura del cerchio della sua evoluzione artistica, riuscendo a coniugare ad una identità salda, e costruita con coerenza nel corso degli anni, una decisa volontà di trovare nuovi spunti sonori, sia di matrice jazz che progressive. Ed è proprio l'aver realizzato questa unità e compattezza d'intenti musicali a rendere After un capolavoro. Si sente che queste composizioni sono targate Ihsahn lontano un chilomentro, ma le sfuriate acide di sax di A Grave Inversed o le struggenti melodie di Undercurrent risultano completamente inedite. Altra caratteristica importante è quella degli arrangiamenti: ritmiche e linee melodiche sono si complesse, ma la tecnica strumentale non è mai fine a se stessa e sempre -tranne forse su Heaven's Black Sea- al servizio del brano e mai il contrario. Potrei continuare a sperticarmi le mani per tessere le lodi su questo disco, ma rischierei di fare la fine del povero esaltato. Termino qui la recensione dicendo che After rappresenta quanto di meglio ha fatto da solista il polistrumentista norvegese nel corso della sua carriera, speriamo che si riveli anche il primo di una serie di capolavori firmato Ihsahn.



VOTO RECENSORE
87
VOTO LETTORI
71.40 su 54 voti [ VOTA]
Silvio Berlusconi
Martedì 17 Luglio 2018, 18.13.48
17
per me questo è l'apice di Ihsahn solista. Un disco che trasuda freddezza e desolazione,condito con un sax impazzito che impreziosisce di molto la proposta!
Doomale
Martedì 20 Marzo 2018, 17.29.24
16
Un grande album. Giusto prequel per Eremita che piu o meno si muoverà nella stessa direzione.Quel Sax, a me piace da morire.
N.I.B.
Martedì 9 Marzo 2010, 10.13.24
15
Eccellente Lavoro... l'ho trovato davvero personale...!!!!
DIMMONIU73
Martedì 9 Marzo 2010, 8.36.13
14
...C'E' POCO DA FARE, LA SUPREMAZIA DI QUEST'UOMO E' SCHIACCIANTE SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA... LA MUSICA,L'ARTISTA E L'UOMO SI FONDONO IN UN TUTT'UNO DI RARA BELLEZZA ED INTELLIGENZA!!! TRE DISCHI...TRE CAPOLAVORI, E NON DICO ALTRO!!!
frank
Lunedì 8 Marzo 2010, 21.43.06
13
Bellissimo lavoro. Nn sono ovviamente d'accordo sul fatto che sia il primo capolavoro targato Ihahn, in quanto i precedenti due dischi nn erano certo dammeno, anzi.
fabriziomagno
Lunedì 8 Marzo 2010, 20.53.18
12
benvenuto Bloody Karma! Questo album mi piace pochissimo, troppe parti "noiose" e poi il sax...lo detesto! Preferisco - e di molto - i due precedenti lavori. (voto: 62)
fabriziomagno
Lunedì 8 Marzo 2010, 20.53.00
11
benvenuto Bloody Karma! Questo album mi piace pochissimo, troppe parti "noiose" e poi il sax...lo detesto! Preferisco - e di molto - i due precedenti lavori. (voto: 62)
tribal axis
Lunedì 8 Marzo 2010, 20.02.28
10
super disco... bellissimo!
Moro
Lunedì 8 Marzo 2010, 17.09.23
9
benvenuto BloodyKarma. grande recensione. Il disco a me è piaciuto poco, sarà che non ho mai sopportato tutti questi tecnicismi. La cosa lodevole (per il mio punto di vista) è che sopra le linee progressive, i tempi dispari e i riff mooolto death, ci sono delle chitarre e delle melodie soliste che raccordano armonicamente le canzoni. Per il resto, la voce pulita di Ihsahn non mi è piaciuta e neanche il sax free-jazz. Insomma, io preferisco nettamente AngL. Voto:74
n.platz
Lunedì 8 Marzo 2010, 14.29.02
8
gran bel disco, Ihsahn ha creato l'ennesima perla.chapeaux!
andrea
Lunedì 8 Marzo 2010, 13.21.53
7
ottime review! certo che con le dovute misure quello che fa da solista è una spanna sopra rispetto a quanto fatto anche coi primi emperor... (secondo me almeno). tra l'altro anche i peccatum erano una cosa piuttosto particolare! e mi eprmetto di citare anche gli Starofash di Ihriel... dev'essere di famiglia insomma!
Khaine
Lunedì 8 Marzo 2010, 13.18.36
6
Benvenuto fra noi, Francesco!
Bloody Karma
Lunedì 8 Marzo 2010, 12.12.19
5
le vie dello sputtanamento sono infinite...ahaha...grazie del benvenuto...
Arekusu
Lunedì 8 Marzo 2010, 11.53.55
4
Certo che ce ne vorrebbe per dare dello sputtanato a Ihsahn... non è che faccia esattamente musica easy listening! Io ad ogni modo ho molto apprezzato AngL, farò mio anche questo!
Arekusu
Lunedì 8 Marzo 2010, 11.45.27
3
Certo che ce ne vorrebbe per dare dello sputtanato a Ihsahn... non è che faccia esattamente musica easy listening! Io ad ogni modo ho molto apprezzato AngL, farò mio anche questo!
Maiden1976
Lunedì 8 Marzo 2010, 11.40.09
2
Benvenutissimo!!!
Pandemonium
Lunedì 8 Marzo 2010, 11.36.41
1
Benvenuto Franceso! Bella recensione per un grande album, voto azzeccato: era da tempo che non si sentivano sperimentazioni di questo valore artistico. Il sax di Jørgen Munkeby è incredibile.
INFORMAZIONI
2010
Candlelight
Prog Metal
Tracklist
1. The Barren Lands
2. A Grave Inversed
3. After
4. Frozen Lakes On Mars
5. Undercurrent
6. Austere
7. Heaven's Black Sea
8. On The Shores
Line Up
Ihsahn (Vegard Sverre Tveitan) - Vocals, Guitar, Bass, Keyboards
Asgeir Mickelson - Drums

Session Musicians:
Lars Koppang Norberg - Bass
Jørgen Munkeby - Saxophone
 
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