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Satanel - Nato dal Fuoco (Reissue)
( 4566 letture )
I Satanel si formano in quel di Padova/Verona nel lontano 1995 da una costola degli Evol, ma che per un motivo o per l'altro (forse il maggior successo degli Evol in quegli anni, forse una maggiore notorietà successiva dei Death Dies -l'altra costola della band in oggetto-) hanno rilasciato nel tempo un solo album, preceduto da un EP. Grazie alla B.T.O.D., un paio di anni fa i membri ricostruiscono il progetto Satanel con tanta voglia di suonare blackmetal old-school nella vena di Bathory, Darkthrone e Celtic Frost.

Appena posto l'orecchio alla prima traccia (Ignis), dopo qualche secondo di stordimento dovuto dalla confusionaria partenza della canzone, l'ascoltatore si troverà di fronte a un blackmetal che unisce i riff schietti dei primissimi Bathory con un background che ricorda i Beherit. Gli screaming di Destroyer non entusiasmano per quanto il cantante tenti di fare del suo meglio e la batteria ha una strana resa sonora (sicuramente digitalizzata) che gli da un fastidioso effetto triggerante. La successiva Nato dal Fuoco per quanto riesca a migliorare la resa qualitativa dei riff, d'altra parte viene un po' affondata da uno strano blast-beat che sembra "ripartire" in ritardo, e dai suoni dei piatti troppo somiglianti a quelli del Fruit Loop.
Alternando riff di stampo darkthroniano ad altri con un taglio più epico (con tanto di doppia chitarra sulle note più acute della scala), la band rivela l’attenzione ad un mood che però non è in linea con il suono primitivo dell'album. Peccato che la canzone venga stroncata totalmente verso la chiusura, da un'accozaglia di riff fuori luogo con il feeling precedente.
La voglia di sperimentare o di variare sul tema, ha purtroppo poca voce in capitolo: il disco si sussegue di riff che si assomigliano, che si evolvono in maniera pressappochista e che si ripetono per troppo tempo (come in Aquila Aurea dove si pretende di costruire una canzone con 4 riff rubati ad Under a Funeral Moon).
Anche Light of Totalitarian Constellation è carente di sezioni musicali e il fruitore riesce bene in anticipo a pronosticare il riff che seguirà a quello che sta ascoltando. Leggera risalita con Fallen Angel, brano sulla falsariga dei primi Borknagar, con giri di chitarra interessanti ma penalizzati dalla resa sonora e da una batteria poco dinamica che si pone nella mente dell'ascoltatore solo quando spara singhiozzanti colpi di rullante (che sembrano penosamente messi "fuori-griglia" nei quadranti di tempo delle drum-machine).
Mentre Marciare sino alla Morte e cadere sulla via dell'onore riesce perfino a vanificare il titolo che porta (con i suoi soli due minuti di riff scontati), il disco riprende aria con la successiva Spirit of Elements, altro brano che si muove sui mid-tempos più darkthroniani (come Quintessence per esempio) che però alterna giri di chitarra passabili con altri decisamente piatti e sottotono. La cover di Gate of Nanna posta in chiusura del disco sembra un insulto ai Beherit piuttosto che un tributo: l'assoluta identicità di tempo con la canzone originale, con l'aggiunta delle chitarre "finto-zanzarose" di vonMartin e la mancanza totale del marciume che era presente nella band finlandese, fa di questa canzone un evitabilissimo ountro.

La carenza di idee (e di riff) non è il solo problema principale del disco. La produzione è sicuramente il punto più dolente del progetto Satanel: la band ha voluto creare una resa sonora old-school però con mezzi che provengono dalle ultime digitalizzazioni e dai software più recenti. Si nota in sottofondo -durante tutta la durata del disco- questa specie di ansia da prestazione, che se da un lato non impedisce alla band di concepire delle buone idee, dall’altro queste ultime vengono subito abortìte a causa dell'intento che muove l'intero album, cioè quello di fare un disco grezzo, maligno, diretto e senza compromessi.
Il risultato è una piena insufficienza e mi spiace sottolineare ancora la mediocrità di questo platter che non si distanzia troppo da quella delle releases passate dei Satanel e degli altri gruppi correlati a questa band (Death Dies e Evol in sostanza). Dulcis in fundo, un paio di chicche del tutto italiote: l'uso dell'artwork (uno dei più grossolani che abbia mai fatto Lorenzo) da parte di un artista italiano che non desterebbe l’attenzione di nessuno se non godesse di quell'esterofilia che a noi piace tanto; esterofilia ribadita dal lettering del libretto: prendete questo booklet e quello di Ravishing Grimness dei Darkthrone e ditemi che i credits di questo Nato dal Fuoco li ha scritti Fenriz.



VOTO RECENSORE
49
VOTO LETTORI
53.32 su 31 voti [ VOTA]
il vichingo
Giovedì 11 Aprile 2013, 14.18.39
4
Possenti Dei del Valhalla, questa recensione me l'ero persa... 49? Senza polemica ma è uno scherzo? Bah... che riposi in pace il povero Destroyer.
Dr Landau
Giovedì 11 Aprile 2013, 14.15.56
3
Peccato sia finita qui. R.I.P. Destroyer
Undercover
Venerdì 2 Aprile 2010, 0.45.09
2
ahaha questa chicca me l'ero persa, quindi i dischi li mettete su davvero o li fate ascoltare ad altri? Oddio...questa è una figuraccia di proporzioni quantomeno cosmiche.
Destroyer
Mercoledì 24 Marzo 2010, 12.34.16
1
"...mamma mia com'è graffiante 'sta recensione,un tono davvero tagliente devo dire... Vabbé comunque di sicuro non voglio discutere il giudizio,ci mancherebbe,la cosa è del tutto soggettivamente sindacabile. Volevo fare solo un paio di precisazioni dato che si è parlato di pressapochismo tra le suddette righe. Primo SATANEL nasce nel 1994,a Verona. E' nato come un'identià a sé e non da una costola di Evol o Death Dies (quest'ultimi formatisi comunque dopo),i membri delle altre due bands in questione si sono aggiunti a SATANEL successivamente. Nell'album non canta Destroyer, ma Jiehna di Ycosahateron. Prima di Nato dal Fuoco non è vero che è uscito solo un ep,ma in sequenza sono stati prodotti dapprima una demo,nel '96,un 7"ep nel '97,uno split cd con i Death Dies nel '98 e un lp che raccoglie i vari lavori più un brano nuovo e un paio di cover nel 2000 (uscito poi con due anni di ritardo). Poi volevo dere qualche informazione,che per ovvi moti,i più non possono sapere,ovvero che non è segreto,con chi ha avuto il piacere di parlare col sottoscritto, che l'dea di scrivere i credits del booklet a mano si rifaccia bensì all'album degli Isengard di Hostmorke e non al tardivo Ravishing Grimness;un'idea che mi è sempre piaciùta e che continuerò ad usare non essendovi un'esclusiva da parte di terzi. Non è nemmeno segreto che la batteria usata nell'album in questione sia stata una batteria a pad,con suoni veri,presi da una batteria "acustica",questo per ovvi motivi di natura tecnica dello studio dove l'album è stato registrato.La tecnologia aiuta quando si ha poco spazio. Infine,qualche nota riguardo le canzoni mi sembra comunque doveroso,in quanto che la canzone Nato dal Fuoco finisca in modo stroncato non è altrettanto vero, finisce con un arpeggio con chitarra distorta sugli stessi accordi su cui si è sviluppata l'intera struttura della song.Quindi parlare di fuori luogo insomma.... In "Quintessence" (per chi la conosce,ovviamente) dei Dark Throne non c'è traccia di mid-tempos, trattasi infatti di una canzone lenta e cadenzata. Sbaglio forse? O forse non si sa di che cosa si parla quando si tratta di mid-tempos? Non vedo quindi cosa accomuni "Spirit of Elements" con la sopracitata ..bah. Che Aquila Aurea assomigli,o addirittura sia stata composta rubando riff ad "Under Funeral Moon" (sempre per chi la conosce,ovviamente) sembra più una barzelletta che un paragone tra le due songs. In sostanza,l'esito negativo della recensione poco importa,ognuno ha diritto di giudicare da sé la cosa e di farsi la propria opinione,può piacere o non piacere,non è questo il problema. Il problema è dare informazioni errate perché questo è pressapochismo e qui il nostro amico ha fatto scuola perché,per la serietà e la professionalità,anche i dettagli sono importanti. Comunque sia, è ormai ben sedici anni che siamo nel giro e sicuramente,magari odiati ma fieri,tra sedici anni ci saremo ancora. Auguro la stessa cosa al nostro caro amico,cui magari la propria esperienza sarà un po più cresciuta.
INFORMAZIONI
2010
BTOD/Masterpiece
Black
Tracklist
1. Ignis
2. Nato dal Fuoco
3. The Last Breath of a Last Spirit
4. Aquila Aurea
5. Light of Totalitarian Constellation
6. Fallen Angel
7. Marciare Sino Alla Morte e Cadere Sulla via Dell'onore
8. Spirit of Elements
9. The Gate of Nanna (Beherit cover)
Line Up
Destroyer - guitars & vocals
Samael vonMartin - guitars
Massemord - bass
Demian de Saba - drums
 
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