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The Wildhearts - Chutzpah!
( 2981 letture )
Gli inglesi The Wildhearts e il loro imprevedibile leader Ginger sono indubbiamente una band culto presso le folte frange di fans che fin dall'incredibile disco d'esordio Earth Vs The Wildhearts ne hanno saputo apprezzare il talento musicale, orientato verso un rock'n'roll ultramelodico e passionale, intriso di ritornelli beatlesiani accattivanti, di un riffing quasi metallico e di un'irruenza punkeggiante che completa un quadro coloratissimo e dinamico; anche se il debut resta il capolavoro intramontabile e ultra consigliato, Ginger non ha mai fatto mancare, negli anni, la presenza fissa dei The Wildhearts sugli scaffali dei negozi di dischi, e sempre con un livello di qualità sorprendente. Il binomio Fishing For Luckies (datato 1995 ma rieditato in varie versioni nel '96)-P.H.U.C.K. non aveva che confermato il trend di una formazione capace di scrivere canzoni bellissime e sempre coivolgenti per melodia ed energia: l'esperimento noise di Endless, Nameless (1997), caratterizzato da voci filtrate, suoni industriali e confusione generale, pur se interessante, rimane l'unica scelta che aveva convinto poco i fans, presto consolati col ritorno alle origini dello scoppiettante The Wildhearts Must Be Destroyed (2002). Nel 2007 l'omonimo The Wildhearts ha addirittura aperto sentieri di hardrock meno punkeggiante, forte di canzoni meno irruente e dotate di parti strumentali più strutturate e composizioni più lunghe rispetto al passato; tuttavia per Ginger il 2009 segna l'uscita di un nuovo modo di concepire i Wildhearts. Chutzpah! riprende a piene mani il rock melodico e il ritornello piacione tipico della tradizione della band, ma lo fonde in pezzi brevissimi (tre minuti medi di durata) spruzzati di una fondamentale componente pop che rende succulenta la portata offerta a chi non si è ancora stancato degli ubriaconi casinisti di Earth Vs The Wildhearts; degli ubriaconi che però hanno sempre avuto enorme gusto per il songwriting, orecchio per la buona musica e un'abbondante dose di sentimenti da esprimere attraverso i loro racconti scompigliati d'amore, di sesso, di droga. L'opener The Jackson Whites mette immediatamente le vocals travolgenti al centro di tutto, e lascia che la struttura semplice ritornello-strofa inondi l'ascoltatore con una rara bellezza musicale di stampo pop-rock, un sound dinamico ma non irruento sostenuto anche dalla successiva Plastic Jesus o dalla splendida ballata The Only One, da dedicare ad una persona veramente speciale. I pezzi migliori del full length sembrano essere la citata The Jackson Whites, You Are Proof That Not All Women Are Insane con i suoi cori coinvolgenti e il picco melodico-commerciale di You Took the Sunshine from New York, traccia che assieme a Low Energy Vortex sintetizza la straordinaria bellezza melodica dei ritornelli: Ginger ha decisamente affinato la propria tecnica ed è diventato un cantante eccezionale, e non più solo la voce rock di un gruppo di ragazzi svitati! La conclusiva title track presenta un ritornello remixato al computer con sapore quasi discotecaro, a conferma della tesi secondo la quale Ginger e i Wildhearts possano permettersi qualsiasi cosa, tanto è il credito guadagnato con una carriera di dischi bellissimi e con uno stile musicale che è praticamente impossibile non apprezzare. C'è anche spazio per la potenza puramente metallica, e Tim Smith con l'adrenalina a mille e il drum massiccio rappresenta il pezzo più tosto del lotto, pur se ammorbidito da un ritornello enfatico pressochè innocuo. Tutto suona alla perfezione in Chutzpah!: la produzione è ottima, il suono perfetto e curatissimo, lontano dall'irruenza punk degli esordi ma sempre gradevole e amabile; c'è il pezzo duro e c'è quallo senimentale, c'è una spruzzata di elettronica e ci sono testi da canticchiare sotto la doccia, c'è il pop e c'è il rock che chi ama questa band apprezzerà sicuramente. Il fascino di questa band inglese, che nel tempo ha ruotato diversi elementi attorno al leader maximo Ginger e si è districata in un'esistenza turbolenta all'insegna del 'sex, drugs and rock'n'roll', è quello di una realtà consolidata che nonostante le inflessioni melodiche non sfonda nel mainstream e non svende nè la sua immagine nè il suo suono essenzialmente rockeggiante. Lunga vita dunque ai Wildhearts e alla loro bravura longeva e attraente, c'è ancora forte bisogno di ensemble di questo carisma nel fiacco mondo musicale del nuovo decennio!


VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
30.22 su 22 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2009
Backstage Alliance
Hard Rock
Tracklist


1. The Jackson Whites
2. Plastic Jebus
3. The Only One
4. John Of Violence
5. You Are Proof That Not All Women Are Insane
6. Tim Smith
7. Low Energy Vortex
8. You Took The Sunshine From New York
9. Mazel Tov Cocktail
10. Chutzpah!
Line Up
Ginger - Vocals and Guitar
CJ - Guitar
Scott Sorry – Bass
Ritch – Drums
 
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