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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 3588 letture )
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I Bejelit sono una delle realtà power metal più solide in campo nazionale; nonostante per molti questo moniker potrà sembrare poco familiare, il five-pieces novarese scritturato dalla Punishment 18 Records è attivo già dal 2000 ed ha nel suo carniere già tre album in studio. A due demo ed un Ep è infatti seguito nel 2004 il debut album Hellgate e nel 2006 il suo seguito Age Of War. Lo scenario lirico dei piemontesi è allocato nel mondo fantasy-horror del celeberrimo H.P. Lovecraft e in quello fumettistico di Berserk, un manga che narra le vicende di un guerriero maledetto, Gatsu, costretto a vagare senza sosta per sopravvivere al destino. L'ensemble tricolore vede impegnati Fabio Privitera alla voce, Sandro Capone e Daniele Genugu alle chitarre, Giorgio Novarino al basso e Giulio Capone alla batteria e alle tastiere. Con questa line-up è nato You Die And I, terzo capitolo della saga Bejelit, che pur essendo un album di buona caratura non si rivelerà un capolavoro del genere. Il disco è caratterizzato da un riffing potentissimo e intricato, una struttura tecnica compatta e tagliente delle canzoni ed una direzione vocale enfatico che tuttavia non conferiscono alla tracklist quella dose di originalità, o longevità necessarie a fare la differenza nell'inflazionato mondo musicale moderno; i due chitarristi mettono in piedi una melodia basata su assoli cristallini e dal suono fluido e moderno, nonostante la chiara estrazione di stampo heavy-power tradizionale: qua e là si colloca qualche spruzzata di tastiera (specie nelle intro) anche se questa soluzione risulta a volte fuori luogo; non abbiamo a che fare con il solito power metal di caratura teutonica, ma qualcosa di più personale e più vicino al power americano, non ugualmente trascinante nonostante la presenza di varie ambientazioni atmosferiche anche nel corso di una stessa traccia: l'alternanza tra le linee portanti, in genere potenti ed epiche, e le inflessioni lento-malinconiche dà tridimensionalità alle composizioni, sempre contraddistinte da una notevole robustezza della sezione ritmica guidata dal drum quadrato di Giulio Capone. Punto debole del full length è, purtroppo per i Bejelit, il non sempre smagliante feeling delle melodie, pecca che nel corpo centrale del platter porta ad un livello non trascendentale due-tre pezzi nella norma. Certamente la produzione è notevole, il suono e le orchestrazioni sono eleganti e raffinate. Due i pezzi migliori del lotto, prima di un enfatico finale: il più travolgente di questi episodi è certamente Your Personal Hell, irruenta e dotata di un appeal vocal-melodico entusiasmante. La doppia cassa è onnipresente, anche l'assolo di chitarra ammalia l'udito; altrettanto efficace appare Shinigami, un'altra avvincente galoppata che mette ancora in risalto le vocals di Fabio Privitera, talvolta apparse non strepitose; siamo davanti alla song che più si avvicina al power-speed classico, ma al di là di questo va ricordata la parte centrale che ricorda quella di Innuendo dei Queen, con arpeggio centrale acustico 'spagnoleggiante' e ripartenza elettrica velocizzata. Da citare anche l'immancabile lentone, Goodnight My Shade, toccante ma non memorabile. Disco ben suonato e ben registrato, che trova l'originalità più nell'ambientazione tematica che non nella musica; sicuramente è da sottolineare che i Bejelit non suonano il classico power metal 'alla tedesca' come in tanti fanno, al giorno d'oggi, ma cercano di diversificarsi con soluzioni più spontanee e meno meditate a tavolino. Ciò che manca non è di certo la potenza della sezione ritmica, e nemmeno la melodia delle chitarre (anche se talvolta queste suonano poco smaglianti) quanto un songwriting esaltante e coinvolgente, insomma delle vocals capaci di emozionare e di imprimersi nella testa (a parte qualche eccezione). L'interpretazione stessa del singer risente di questo, anche se la sua voce è sufficientemente carismatica e raschiante per un contesto epico. Beninteso, non stiamo bocciando i Bejelit, come dimostra del resto il voto conferito al platter, tuttavia il solco lasciato da You Die And I è nel complesso poco incisivo.
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6
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THE TRASHER COMINCIA A COMPORLE AL GIORNO D'OGGI 3-4 OTTIME CANOZNI AD ALBUM ,IO CI METTEREI LA FIRMA |
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5
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bel disco davvero, praticamente nessun filler e ottimamente suonato, ce ne fossero dishi così! |
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4
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non sono per niente d'accordo, pezzi validi ce ne sono molti e il disco si fa ascoltare bene dall'inizio alla fine |
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3
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Si ma sono d'accordo con te, dico solo che al 7 per quanto mi riguarda c'arrivano. |
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2
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si ma 3-4 ottime canzoni non fanno un grande album... |
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1
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Sostanzialmente sono d'accordo con la rece, è vero che ci sono alcune linee vocali dove il Privitera rende meno e che la parte centrale del disco ha 2-3 episodi definiamoli ordinari, però come contrappeso c'è la personalità dei ragazzi, una prova complessiva più che valida e quelle 3-4 canzoni spacca di dietro che male non fanno e quindi in un quadro generale e contando il fatto che come scritto gli episodi vengono eseguiti come si deve e la produzione è buona il voto mi sembra quantomeno striminzito. |
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INFORMAZIONI |
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Punishment 18 / Andromeda
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Tracklist
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01 Rostov 02 She's Lying 6ft Under 03 Saint from Beyond 04 Your Personal Hell 05 Astaroth 06 2K12 Nails 07 Death Row 08 Goodnight My Shade 09 Shinigami 10 Orfeo 10
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Line Up
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Fabio Privitera - Vocals Sandro Capone - Guitar Daniele Genugu - Guitar Giorgio Novarino - Bass Giulio Capone - Drums, Keys
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