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Seizon - Goya Toca A Oz
( 2526 letture )
Diverso da And The ghO.S.T. Orchestra. Diverso da The Dark Movements. Diverso da The Amazing Journey. Diverso da qualsiasi cosa voi possiate immaginare.

DIVERSO
E' proprio la diversità la chiave che mi ha permesso di interpretare la musica contenuta in Goya Toca A Oz, ultimo disco dei Seizon di Renato Zampieri, compositore vicentino prima ancora che vice-direttore di questa testata e mio carissimo amico. Come sempre Renato sfrutta le enormi potenzialità degli strumenti digitali per narrare la propria storia, ma stavolta -a differenza delle prime tre- il disco presenta delle parti di chitarra elettrica suonate dalle mani di Renato: una novità che teoricamente dovrebbe avvicinare l'approccio esecutivo a ciò che usualmente ascoltiamo, ma che per i motivi che spiegherò non ha questo effetto. Anticipo sin da ora che il disco, come i tre che lo precedono, mi è piaciuto molto: nel quadro complessivo della trilogia credo che sia meno riuscito del bellissimo The Amazing Journey ma, al tempo stesso, più convincente ed intimista del comunque ottimo disco di debutto, And the gh.O.S.T. Orchestra, viziato in alcuni punti da una prolissità che all'orecchio di alcuni potrebbe essere percepita come una debolezza, aspetto che venne poi superato da The Dark Movements.

SIGNIFICATIVO
Venendo alla descrizione di Goya Toca A Oz e dell'intera trilogia sinfonica dei Seizon, viene spontaneo farsi una domanda: se l'obiettivo semi-manifesto di Seizon and the ghO.S.T. orchestra, album pomposo e ricco di riferimenti alle colonne sonore tipiche dei film americani, era quello di "scimmmiottare" quelle stesse musiche da cui prendeva ispirazione, se le finalità di The Amazing Journey e The Dark Movements erano quelle di tradurre la narrazione scritta in musica, come se si trattasse di una rappresentazione astratta di una storia di fantasia, quale sarà mai il significato di Goya Toca A Oz? Che significato ha imbastardire le sonorità astratte dell'orchestra virtuale che Renato Zampieri usa per realizzare i suoi dischi con lunghe parti di chitarra suonate fisicamente dal loro autore? Che significato ha cambiare radicalmente rotta musicale, appoggiandosi su stilemi estremamente più ricercati di quelli scelti in passato, costruendo la propria musica su un genere di musica completamente inclassificabile, fatta eccezione per le influenze prog che quà e là si trovano? Qual'è il messaggio che Renato Zampieri sta cercando di diffondere con questo suo lavoro? Se questa recensione fosse stata scritta da Renato -cosa evidentemente impossibile- forse avremmo trovato una risposta a questo quesito: io però non sono Renato e confesso la mia totale incapacità a comprendere il messaggio. L'unica cosa che ho capito è che un artista libero da vincoli contrattuali, che decide di pubblicare la propria musica considerandola come forma espressiva al 100%, è libero di tracciare i suoi disegni mentali come meglio ritiene; ho capito che anche alla base di Goya Toca A Oz c'è una storia; ho capito che la storia è descritta da questa musica: ho capito il gioco di parole che si nasconde sotto il significato della parola "toca", verbo plurisemantico spagnolo che può essere tradotto indifferentemente con "toccare" ed "ascoltare". Goya è Renato, e lui dipinge le lande di Oz. Goya sono io, che ascolto la musica dei Seizon. Tutti noi siamo Goya: tutti noi dipingiamo la nostra realtà ideale, secondo i nostri schemi ed i nostri gusti.

IMPREVEDIBILE
Quando Renato mi disse che stava virando verso il prog pensavo stesse esagerando... e chi di voi non comprenderebbe la mia esitazione? Dopo tre dischi come Seizon and the ghOST orchestra, The Dark Movements e The Amazing Journey non ti aspetti di ascoltare un brano come El Camino De Ladrillos Amarillos, caratterizzato principalmente da due aspetti: gli scambi di linee melodiche tra le chitarre clean effettate in delay (per i non addetti ai lavori: il "delay" è un effetto che riproduce un suono per un numero definito o meno di volte, a volume decrescente ed a ritmo -o frequenza- costante), ed i suoni eterei degli archi e delle tastiere di "sottofondo"; queste due caratteristiche rendono El Camino De Ladrillos Amarillos un brano assolutamente unico nel suo genere: il ritmo è infatti dato da quelle che qualcuno potrebbe definire "sezioni soliste" (anche se intelligentemente supportate da altri strumenti), mentre il resto dei suoni più in vista funge da contorno, quasi come se servisse da substrato per le evoluzioni della melodia, che ovunque regna sovrana.

Diversa la sorte di La Ciudad Esmeralda: compositivamente e strutturalmente il pezzo è più in linea con i lavori che hanno caratterizzato The Amazing Journey, perchè la base ritmica si sviluppa su alcuni strumenti e cori, lasciando il compito di assolvere alla funzione solista ad un unico timbro; ma la grande differenza è data proprio dalla base ritmica, che in diversi punti viene accompagnata da una chitarra lievemente distorta, e dal timbro solista principale, che è quello di un sassofono. Già, un sassofono... uno strumento che viene sfruttato come solista, com'è nella sua natura.

A proposito di ritorni a sonorità passate, che dire di La Bruja Mala Del Este, "operetta" divisa in quattro atti e che vanta la presenza speciale della ghO.S.T. Orchestra? Dico che Renato ha fatto un altro passo in avanti, riuscendo a coniugare quelle esigenze di celerità che sono tipiche dei giorni nostri alla profondità contenutistica che ad esse raramente si accompagna: le quattro parti in cui è diviso questo lungo brano sono infatti l'una la prosecuzione dell'altra, sia da un punto di vista ritmico che armonico; il ritmo "punteggiato" del primo atto si evolve nell'incisiva metrica del secondo, e con esso cambia armonia ed atmosfera, che da pacata diventa tormentata per poi pian piano ritornare pacata, nella splendida e celestiale conclusione offertaci dal quarto atto.
Menzione particolare merita la conclusiva Seizon, forse il più slegato tra i brani che compongono questo full-lenght ma, al contempo, il più audace: qui l'uso della chitarra si fa evidente, seppur bilanciato col resto dei suoni, ed è proprio qui che sta la magia, perchè pur sapendo che parte di ciò che si sente è umano e parte virtuale, quasi non se ne avverte la differenza. L'amalgama è perfetta, ed anche se le percussioni in alcuni punti stentano a decollare, la sensazione finale è di completezza e soddisfazione.

NON E' UN DISCO PER TUTTI
Come tutti i dischi dei Seizon, Goya Toca A Oz è scaricabile dalla pagina iTunes dell'artista: a differenza dei primi due album, però, non ne consiglio l'ascolto a tutti. Trattandosi di una release melodicamente più ricercata rispetto a ciò che la maggior parte delle persone sono abituate ad ascoltare, c'è il rischio che Goya Toca A Oz non vi piaccia. Desidererei però che sia chiara una cosa: vale la pena correre un rischio come questo, perchè dopo qualche ascolto avrete l'orecchio pronto per interpretare questo meraviglioso ritratto e goderne a lungo! Goya Toca A Oz, esattamente come il precedente The Amazing Journey, si presta ad essere ascoltato decine di volte.



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
46.5 su 26 voti [ VOTA]
hm is the law
Martedì 15 Giugno 2010, 11.17.20
1
Fico, semplicemente fico lo ascolti e riascolti non ti stanca mai
INFORMAZIONI
2010
Seizon Production
Ambient/Classica
Tracklist
1. El Camino De Ladrillos Amarillos (The Road Paved With Yellow Brick)
2. La Bruja Buena Del Norte (The Good Witch Of The North)
3. La Ciudad Esmeralda (The Emerald City)
4. El Mago De Oz (The Wizard Of Oz)
5-8. La Bruja Mala Del Este (The Wicked Witch Of The East)
9. Seizon
Line Up
Renato Zampieri - Guitar synth, keyboards
 
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