Locale fumoso, birre per strada, giacche a vento coi buchi che strisciano nella notte, languide serate lasciate all’ombra del bowling, candide giornate, stanze abbandonate.
E il Terzo Uomo, abbandonato sulla via di Damasco, fulminato alle rive del Grande Lago, ebbro della sua impavida Chevrolet, guida selvaggio come un impala. Sdraiato nell’ “Estate”, agghiacciato dal luccichio del bicchiere, Third Man assapora le note sincopate della spiaggia caraibica. Il fruscio marinato delle onde scalda le vene come in un giorno di maggio, i profumi scolorano, l’ambra del mattino svanisce a poco a poco. Sun Bay è livida di gente, brulicante di vita notturna, è inferno dannato per chi ha un amore lontano, per chi si sveglia solo la mattina con l’amaro in bocca o peggio per chi l’oro in bocca ce l’ha sei metri sotto terra. Si sente in lontananza lungo il boulevard, quel dannato ritmo africano e la gente balla, balla, si agita, si agita, frena, accelera e balla balla balla… sotto la luce tiepida del lampione di Bahia… I Compari di Third Man stanno seduti alla Confraternita sorseggiando quel poco di vita catarrotica che gli resta nei polmoni, succhiando il filtro dei pensieri andati, aspirati dalle rughe, dai calli dell’esistenza. E corre il piano del bar del boulevard, veloce, lento, piano, forte, calmo, calmo, coi piedi a mollo… e soffiano le trombe, le bottiglie coi messaggi da riportare, le noie, le vite strozzate ululano al vento di Bahia… Il lampione del bar e quella Sweet Light aprono un jazz lascivo, scanzonato e malinconico, portoghese e denso come quell’ultimo sorso di Porto avvizzito… Santa Teresa e su Grazia Divina entrano festando al dorso di un mulo e il boulevard strepita, scalcia, urla, si strozza... la gente colorata nei vestiti di panno morbido estivo urla la grazia, e rinverdisce la strada con luci e suoni veloci, agitati, convulsi… e Felipe guarda, dal ciglio della strada, mentre aspetta un altro cliente, mentre ammira la lucente decadenza della notte a Tiujana, mentre passeggia divertito e schernisce le sue amiche del lampione di fronte… Titina, dall’altro lato della strada, spera invece di non rivedere mai più l’ultimo cliente, è disperata e ascolta in lontananza il crepitìo della vita che corre veloce, il balenare delle luci di Bahia, e vorrebbe piangere a dirotto le lacrime che non ha più.
Le ha lasciate nel boulevard, tanti anni fa, nella vita, nella baraonda… eppure, vagando tra i sogni e quel piccolo cuore che ha in petto, sorride alla vita e ringrazia sua Maestà, la Natura, di averle fatto assaporare quel brivido che si chiama Realtà… e intanto Third Man, accoccolato sulla spiaggia, muove le labbra compiaciuto e si accende un altro sigaro… buonanotte a un’altra notte di Bahia…
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