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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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Celeste - Morte(s) Nee(s)
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( 6311 letture )
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I Celeste sono tornati. Dopo solo un anno di distanza, dopo 12 mesi di tour con pochissime pause, il nostro combo parigino è riuscito a sfornare l'ennesimo colpaccio. Morte(s) Nee(s) si presenta -ancora una volta- in formato di download gratuito in ampio anticipo rispetto alle versioni analogiche e digitali, anticipato solo da un paio di tracce inedite sul myspace, risalenti a una decina di giorni or sono. Il nuovo album, più che cambiare nella sostanza, varia -decisamente- nella struttura: meno canzoni, generalmente di tempo ridotto rispetto a Misantrope(s), una costante ma impercettibile presenza di synth (suonati dai compagni di etichetta Les Fragments De La Nuit) per una tipologia di ascolto decisamente meno monumentale e chiaramente più aggressiva.
Ces Belles De Rêve Aux Verres Embués si apre praticamente in blast-beat, diventando il manifesto sonoro di quello che i Celeste sono diventati nel corso degli ultimissimi anni. Gli echi del loro bagaglio hardcore sono labili e lontani come le tastiere uniformanti che si possono sentire in fondo agli strati sonori delle nuove tracce; i riff sono ora di matrice black metal, e della miglior specie. La produzione, così come le urla di Johan, non si discostano dagli standard di Misanthrope(s), mentre la batteria è, senza alcun dubbio, lo strumento più "rivoluzionario" all'interno della band. Come un lungo fiume di lava, che si crea le proprie anse e si fa largo attraverso il terreno, Les Mains Brisées Comme Leurs Souvenirs, segue senza pause la traccia precedente, mutando il corso sonoro in un mid-tempo martellante e segnato da sfuriate di doppia cassa. Il finale è semplicemente da brividi: l'alternarsi delle rullate lascia spazio a riff che farebbero impallidire i vari Katharsis, Ondskapt e Deathspell Omega. Il Y A Biens Des Porcs Que Ça Ferait Bander De T'étouffer si caratterizza per la propria valenza manichèa: in soli due minuti di durata, la struttura della canzone oscilla fra i momenti più estremi della band e quelli più "pacati" (da leggersi “cadenzati”) e comunque sempre debitori dei due precedenti album; i synth sono in grado di rendere ancora più concreta questa viscosità, senza però mettersi mai in primo piano; si comportano semplicemente come un sottile ma vasto legante dal quale vengono trasudate le dolenti note. Morte(s) Nee(s) prosegue senza sosta, senza pausa, senza alcun riposo; diretto, insidioso e inesorabile come una slavina di fango. En Troupeau Des Louves En Trompe L'Oeil Des Agneaux si fa sentire ancora per la sua cattiveria, rimarcata da un uso estremo della batteria (rispetto agli standard dei Celeste), mentre (S) è una delle novità più concrete in questo attuale panorama sonoro. Un lento e minimale riff, solitario e ipnotico, accompagnato dapprima da un lontano ribollire, e poi da alcuni samples con urla di donna, su questo angolo di suono, va a sovrapporsi la sezione ritmica, che vira il brano verso tinte già familiari nel campo del "religious" black metal. La tribalità della canzone viene accentuata dalla mancanza delle linee vocali, dalla batteria lenta e rintoccante, dai riff cadenzati e dagli accenni di pianoforte, sempre sulla soglia della cognizione. Un Miroir Pur Qui Te Rend Misérable sembra un brano composto dai migliori Ondskapt, con riff vibranti, blast-beat di fondo, melodie dissonanti e urla disumane; la finale De Sorte Que Plus Jamais Un Instant Ne Soit Magique, chiude in bellezza questo potente manifesto di nichilismo e di risentimento verso la vita. Dopo qualche minuto in linea coerente con le tracce precedenti, la batteria comincia a rullare ipnoticamente mentre la chitarra perde ogni competenza di riff portante, abbandonandosi ad una psichedelia suonata sulle note più acute. Giusto il tempo di qualche altro urlo, e poi i suoni si offuscano e si fanno plumbei. E, mentre i tamburi continuano a rullare, fanno eco in maniera palese e sostanziale pianoforte e violoncelli che costruiranno la melodia della lunga nenia malinconica che verrà poi ripresa sul finale dalle chitarre, sempre accompagnate dagli strumenti classici e questa volta decisamente in primo piano.
Questo aborto sonoro (il titolo significa appunto "nato morto") rappresenta decisamente il distacco dell'anello dalla catena del post-hardcore; la produzione sonora fa dell'album il naturale prosecutore di Misanthrope(s) ed i tempi raccorciati delle tracce non intaccano la monumentalità conosciuta, che rimane dunque presente anche in questo lavoro. Come appena descritto, la sperimentazione ha portato i Celeste a proiettarsi verso una perfetta composizione di un disco black imponendo per prima cosa la propria primitività (nell'approccio al suonare), che è nata e cresciuta nel caloroso mondo del punk/hardcore e che -nella sua recente sperimentazione- è riuscito abilmente ad indossare i panni del cugino più bastardo (il black metal, appunto) riuscendo nell'intento anche meglio della stragrande maggioranza delle band blackmetal in circolazione. Invece di gridare alla presunta derivatività di Morte(s) Nee(s) (anche verso il mondo del "religious"), invito l'ascoltatore a riflettere sull'incredibile percorso seguito da questa eccellente band e sul traguardo che essa ha oltrepassato con questo ennesimo album.
Da segnalare obbligatoriamente anche le versioni lussuose in cui questo album sarà edito: ben 6 per in vinile e 3 (con variazioni nell’artwork) per il cd.
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13
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Altro Album devastante di questo Gruppo spettacolare.. Peccato per l\'ultima uscita che mi ha lasciato l\'amaro in bocca per la sensazione di \"Compito ben fatto\" e nulla più, ma la loro Discografia è di alto livello.. |
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11
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Bel disco. voto: 89. Cazzo, gli lettori che votano alla cazzo li prendo a calci in culo. |
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10
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Guarda, io appena avrò finito i miei compiti recensori mi ci getterò a capofitto |
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9
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mi fa piacere. Sono veramente una bomba... Misanthropes rimane "imponente" più per una questione di "effetto sorpresa". Ma personalmente mi sto legando molto a Nihiliste, il secondo album. |
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8
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Li sto scoprendo in questo momento: non sono certo un esperto in materia, ma mi piono uno spettacolo... abbiamo bisogno di più band così! |
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7
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il miglior gruppo postcore (se ancora così si può chiamare) del momento! non hanno veramente rivali! grandiosi, e quest'ultimo è nettamente il loro migliore! niente da dire! |
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6
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Questa band è fantastica...la pubblicizzo da Pessimiste e si è evoluta disco dopo disco. Disco sofferto, solido, non si taglia neanche con la mannaia! Grandi anche quelli della Denovali che sfornano ottimi album e fanno una politica artisticamente ed economicamente lodevole! |
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5
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Questo è un album che fa impallidire per violenza, oscurita e gelidità qualsiasi album black metal in circolazione assurdi veramente |
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4
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@Stica: è stata una scelta dibattuta. Effettivamente il disco fa più parte del panorama post-hardcore. L'influenza blackmetal è notevole. Non volevamo inserire coniare la nuova etichetta "post-hardcore" in quanto già era presente il suo genere-padre più generico. Il Post-core. Si potrebbe al massimo mettere post-core / blackmetal. |
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3
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Premettendo che questo disco è veramente fantastico, ma perchè definirlo post core? |
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2
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Premettendo che questo disco è veramente fantastico, ma perchè definirlo post core? |
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1
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Devo assolutamente sentirlo!!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ces Belles De Rêve Aux Verres Embués 2. Les Mains Brisées Comme Leurs Souvenirs 3. Il Y A Biens Des Porcs Que Ça Ferait Bander De T'étouffer 4. En Troupeau Des Louves En Trompe L'Oeil Des Agneaux 5. (S) 6. Un Miroir Pur Qui Te Rend Misérable 7. De Sorte Que Plus Jamais Un Instant Ne Soit Magique
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Line Up
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Johan - Vocals Guillaume - Guitar(s) Antoine - Bass Royer - Drums
Guest members: Les Fragments De La Nuit - synth, keys, violins & cellos
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