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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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( 3558 letture )
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Los Angeles 1994, sgomento sociale, popolo in ribellione nei confronti del sistema opprimente, anime appesantite dalle ingiustizie quotidiane, una società compromessa dalla regolamentazione di conti fai da te, costretta a scendere a patti con le gang cittadine fino al punto di insultare la propria città usando queste parole:
L.A. Swine not guilty… Coming straight from the L.A. concrete, true blue motherfucker about for generations deep.
Rabbia, denunce a cielo aperto senza freni né paure, stupri fisici ed omicidi psicologici, rituali di violenze sistematiche e programmate, disuguaglianze e vanità… questi i temi trattati da Rey Anthony Oropeza e compagni, che uniranno rabbia linguistica a composizioni altrettanto crude e violente.
Formatisi nella città di Los Angeles nel 1987 sotto il nome Social Justice e mutati in Downset nel 1992, la band sarà una delle co-fondatrici di una nuova corrente musicale mondiale, ancora molto presente nell'odierno panorama discografico. Il rap-metal è stato concepito per sfidare i cliché della scena heavy metal, dove il dominio della razza bianca ha sempre spiccato su tutto; la provocazione dei “modelli” Rage Against the Machine o Biohazard, hanno portato in controtendenza qualsiasi aspetto compositivo, puntando sulla linearità della base strumentale ed avvicinando le tematiche trattate e lo stile vocale del popolo nero.
Leggere la parola rap affiancata a metal, farà sicuramente torcere il naso a molti di voi e vi spingerà in uno stato di pre-giudizio nei confronti del genere. Non fatevi prevaricare da questa sensazione e ricordatevi che molte band di spicco nel panorama discografico mondiale hanno testato questo nuovo style; i primi furono inaspettatamente gli Aerosmith che produssero una versione rivista di Walk This Way in collaborazione con i Run-D.M.C. nel lontano '86 e non spaventatevi per quello che sto per dirvi, ma anche gli Antrax, nota band speed/thrash/metal osannata da molti dei nostri lettori, ha tentato di sellare questo style nel '87 con l'uscita della singolare “I'm the Man”.
Rispetto ai suoi pochi predecessori i Downset hanno sempre proposto un sound distinguibile e decisamente unico, caratterizzato sempre da tappeti ritmici cadenzati e lineari, ma con l'ammorbidimento del peso delle distorsioni e definendo la lyric-line, ponendola in primo piano come un oggetto prezioso. Esiste poco spazio per la fazione virtuosistica, in quanto la compagine vuole portare ed incentrare la concentrazione sul impeto ritmico-tematico piuttosto che sulla complessità solistica. Ascoltando questo omonimo ed assaporando profondamente i testi, dentro di voi si scatenerà una reazione paradossale. Sentirete la rabbia gonfiarsi come schiuma che resterà ingabbiata fino a quando non capirete la funzione della linea ritmica, un potente deterrente che vi aiuterà a non esplodere d'ira ed indignazione. Testi come quelli dei Downset possono provocare stati di sdegno e collera, ma potrete trovare la valvola di sfogo lasciando strada alla prontezza sussultoria, liberando il corpo lanciandolo verso l'istintività più pura, dove la razionalità perde l'orientamento e l'irrazionalità la fa da padrona. Seguite il mio consiglio… ascoltate e sensibilizzatevi.
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Discone. E grande band. Altro che i Limp Bizkit. |
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lasciando perdere il voto lettori (c'è lo stesso scempio nella recensione dei biohazard), la loro pietra miliare dovrebbe essere "do we speak a dead language?", ma a me piace molto anche "universal" del 2004, il loro ultimo disco prima dello scioglimento. questo purtroppo non lo conosco. |
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voto lettori da abolire....se non vi piace il genere e la band non votate,che senso ha votare una cosa che a priori non piace ???? questo cd e' un classico del crossover anni 90 come lo e',in maniera differente il primo dei RATM, quindi che voto e' 31 ? e' ovvio che se il voto lo mette uno a cui il crossover fa' schifo poi si hanno questi risultati...allora a me non piace il black e vado sulla recensione di transilvanian hunger dei darkthrone e voto 1....e' giusto distruggere cosi' un capolavoro solo xche' a me non piace il genere proposto ? |
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11
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Grande e sottovalutata band, possiamo dire che questo cd perde il paragone con il primo dei RATM ma poi gia' da do we speak a dead language e check your people li battono alla grande secondo me soprattutto xche' l' anima hardcore non e' stata mai abbandonata e dona alle loro canzoni quell'idea di rivolta urbana che x band dai forti valori sociali come questa non deve mancare. |
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10
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Downset album bellissimo, magnifico, straordinario, il cd in questione si erige su altissimi livelli non conosce cali di tensione vi cito alcune gemme "anger" "ritual" "take 'em out" "prostituionalized" "downset" "my american prayer". Ora tocca a voi comprarlo, compratelo compratelo compratelo compratelo compratelo compratelo compratelo compratelo. Voto 95/100. |
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9
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strumenti nobilissimi tutti e due. io non potrei tradire il microfono per il basso...non sarei capace! faccio fatica a suonare qualsiasi cosa  |
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No Filippo, ho tradito il basso per il microfono ...ma proprio nell'ultimo mese ho rispolverato il bimbo e ora conto di rifarmi pian pianino i calli... |
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@Aileen: meriterebbe un racconto più lungo immagino. suoni ancora il basso? |
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Non ne serbo un buon ricordo. Mollai il gruppo in cui suonavo il basso perchè si passò dal thrash a questa roba qua, per l'incapacità delle altre sui loro strumenti. |
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proprio non mi vanno giù, preferisco il loro vecchio gruppo, social justice, ho qualcosa su una comp. devo cercare il loro album unity is strength. |
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"De gustibus" ovviamente... Non bisogna, però, lasciarsi intimidire da sonorità diverse da quella a cui siamo abituati. Un cantato rap non deve trarci nell'inganno del pregiudizio della poca profondità ecc. Un bel disco davvero, 85 anche per me. |
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@Lambruscore: i Downset ed i Biohzard hanno un modo diverso di proporre musica, i primi sono molto politici ed incentrano i loro messaggi sugli abusi sociali -molto più forti e predominanti a Los Angeles piuttosto che a New York- mentre i secondi puntano più sulla potenza sonora ed estetica. Non sto difendendo i Downset, ovviamente "de gustibus non disputandum est", ma se li confrontiamo bene, possono essere paragonati solo per il loro modo di strutturare compositive. Sei d'accordo con me? |
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non mi sono mai piaciuti molto, piuttosto vorrei vedere recensioni dei citati biohazard, soprattutto del loro capolavoro, secondo me, urban discipline. |
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ottimo gruppo, che al contrario dei tanto osannati ratm ha provato ad evolversi e non ha fatto per tutta la vita la stessa roba. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Anger 02. Ritual 03. Take 'Em Out 04. Prostitutionalized 05. Downset 06. My American Prayer 07. Holding Hands 08. About To Blast 09. Breed The Killer 10. Dying Of Thirst
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Line Up
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Rey Anthony Oropeza – voce Rogelio Lozano – chitarra James Morris – basso Chris Lee – batteria Ares – chitarra
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RECENSIONI |
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