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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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( 5792 letture )
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Parlando del Progressive Rock italiano ho spesso detto di come personalmente consideri gli Area la band più rappresentativa dell’intero movimento, ciò in virtù di una formazione composta da ottimi musicisti con Demetrio Stratos in testa, testi “forti” e capacità di arrivare alle masse nel giusto modo e nel giusto momento per farlo. Oltre agli Area non mancarono certo molte altre band che portarono altissimo il vessillo della grande musica Italiana, ma ce ne furono solo pochissimi che ne produssero di un livello talmente alto ed oltre ogni barriera di genere da poter essere tranquillamente considerati come seminali anticipatori utilizzando linguaggi spesso molto più ostici rispetto a Tofani & C., forse solo due. Uno di questi rispondeva al nome di Dedalus -ma parliamo già del 74- l’altro a quello del Perigeo, che già nel 72, col movimento controculturale ancora in forma embrionale, produsse un disco decisamente “avanti” come Azimut che valse loro paragoni talvolta azzardati con il lavoro di Miles Davis dei Weather Report e più ancora Soft Machine.
Nati soltanto un anno prima vennero immediatamente contrattualizzati da una major come la RCA, ma la loro proposta risultò subito molto più evoluta sia della media generale che dello stesso Prog , del quale utilizzava solo gli elementi alchemici costituenti quali e Rock anni 70, andando a costituire un tessuto Fusion di sintesi molto libero e spesso svincolato dalla tradizionale forma-canzone che solo occasionalmente poteva essere inquadrata all’interno dei confini già molto liberi del Progressive. Il tutto era reso possibile da una formazione di musicisti che oggi sarebbe definita come all-stars che comprendeva musicisti in grado di suonare il proprio strumento ai massimi livelli e che poteva anche permettersi di inserire lunghi ed esaltanti soli all’interno di composizioni generalmente non lunghissime, almeno secondo la tradizione Progressive più pura. Se poi consideriamo che Azimut uscì in un periodo in cui il Prog non aveva ancora raggiunto un suo equilibrio formale e che lo avrebbe fatto non prima di altri due anni almeno, -tanto che le accuse di “contaminazione” della purezza dei nuovi ideali non mancheranno- il valore intrinseco di questo album è di tutta evidenza.
Si parte con Posto di non so dove, un acido vocalizzo –una rarità all’interno della proposta del Perigeo- regge sei minuti di Jazz/Rock altamente coinvolgenti. Poi Grandangolo; 8,22 minuti contenenti ogni e qualsiasi possibile invenzione e sperimentazione –specialmente pianistica a firma D’Andrea- in grado di descrivere i cambiamenti sociali in atto in quell’ormai lontano, lontanissimo 1972. Ed appare più chiaro l’accostamento ai Soft Machine. Meno di quattro minuti per il Jazz/Rock giocato tra il Sax di Fasoli ed il basso di Tommaso più le incursioni chitarristiche di Sidney, per poi giungere ad Azimut, che dopo un inizio ancora fortemente sperimentale che porta al limite le possibilità offerte dal Jazz “popolare”, sfocia poi in una lunga ed esaltante parte melodica, e per chi non conoscesse il Perigeo è forse ora di ascoltare qualcosa per farsi un’idea in merito.
Interessante, vero? Ancora un breve intermezzo cantato per Un Respiro e poi 36° Parallelo, un brano che alla fine dell’ascolto lascia un profondo dubbio in mente: cos’è? Che definizione può descrivere compiutamente questi quasi dieci minuti di musica contenenti, tra le altre cose, un pregevolissimo solo di batteria? Nessuna, è buona musica e basta.
Il Perigeo continuerà a produrre dischi di altissimo livello segnalandosi come una delle realtà musicali più importanti degli anni 70 e non solo, ed Azimut è moderno oggi quanto e più di allora, basato com’è su elementi svincolati da qualsiasi moda, e questa è una delle principali discriminanti per stabilire la qualità di una band.
Necessari.
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5
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In futuro, prima ci sono altri dishi già in coda, ma ci si arriverà.... |
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adesso voglio la rece di genealogia però XD |
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3
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Che io sappia circolano ancora gli originali. |
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2
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Grande sottovalutato gruppo (tanto pè cambia) |
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1
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Avevo qualcosa su cassetta...tanto tanto tanto tempo fa. Concordo con raven, necessari. Si trova qualcosa in giro? esistono ristampe? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Posto di non so dove - 6:12 Grandangolo - 8:22 Aspettando il nuovo giorno - 3:58 Azimut - 7:19 Un respiro - 1:38 36° Parallelo - 9:47
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Line Up
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Bruno Biriaco - drums, percussion Franco D'Andrea - electric and acoustic pianos Claudio Fasoli - sax Tony Sidney - guitar Giovanni Tommaso - vocals, bass
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