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Les Discrets - Septembre Et Ses Dernières Pensées
( 6783 letture )
Anno 2010.
E fu così che dalle radici del tanto vituperato (dai critici snob) black metal prese spunto e origine un nuovo filone (per certi versi rivoluzionario) capace di riportare in auge generi da tempo sopiti quali la dark ambient, lo shoegaze ed il post-rock.
Anni a rincorrere la fantomatica next big thing ci hanno reso ciechi nei confronti di un underground musicale ricco e creativo come non mai. Perchè quando si arriva all'esasperante ricerca evolutiva di un genere non si può che ritornare alle origini e ridisegnare tutto da capo per cercare di creare qualcosa di veramente nuovo. Ritornare alle nostre radici. Ritornare alla natura appunto.

Fursy Teyssier, la mente principale dietro il progetto Les Discrets, compie in tal senso un piccolo miracolo di passione e sentimento: il black in senso stretto mutuato dai suoi precedente complessi (Phest e Amesoeurs) è fin troppo ben nascosto tra i solchi dell'album, eppure tutta la sua ancestrale carica nostalgica e naturalistica si sprigiona in ogni composizione. A trasmettere l'essenza della musica contribuiscono ottimamente le immagini che quella musica pretende (a ragione) di illustrare e sintetizzare. Immagini di una natura, vera potenza ispiratrice di Teyssier, riposante e rigenerante. Nella natura non ci sono divisioni o contrapposizioni, ma regna una grande unità. E la vita sembra potersi non interrompere mai. Allora trattare di questo nella propria musica è come dichiarare un bisogno di pace, di un Eden che si sa difficile da raggiungere. I confini tracciati in questa opera prima dall'eclettico (e giovane) francese ci ricordano l'atavico rapporto con una Madre né benigna né maligna. Qua non si ha intenzione né di sublimarla né tantomeno di idealizzarla, bensì di farci soffermare con lo sguardo ed il cuore su di un mondo tutto da riscoprire. E Teyssier lo fa nella maniera più romantica, delicata ed intensa che potesse. La sua scelta è, per cominciare, la discrezione (ma guarda un po'!), ed, in seconda battuta, l'umiltà del suo soggetto. Il black, come si diceva, dal punto di vista stilistico è solamente accennato: niente scream, niente blast beat, ma la struttura del riffing ne è figlia naturale, come pure il gelo straniante di alcune atmosfere che si percepisce soprattutto nella prima parte del disco. Sempre a livello chitarristico, l'abbondante ricorso all'effettistica ed alla saturazione del sound ci riconduce alla tradizione shoegaze. L'intrusione in percentuale variabile di elementi ambientali e folk impreziosisce senza peccare di protagonismo la debordante carica evocativa delle ancorchè semplici composizioni.
Il cantato di Teyssier è forse ciò che mi convince meno: mi dà l'impressione di essere la parte più “artificiale” dell'insieme, nell'essere così sempre forzatamente teatrale e declamatorio; comunque buono.
Davvero incredibile lo stato continuo di tensione emotiva che si percepisce all'ascolto del disco, incredibile in quanto inserito in un contesto generale di dolcezza ed armonia; il ritmo viene sancito dall'alternanza ottimamente studiata tra distensive sezioni acustiche e robuste soluzioni distorte (splendido esempio ne è Song for Mountains, il cui arpeggio ora pulito ora distorto richiama un'evocatività fuori dal comune). Una tensione che comincia a sciogliersi dalla title track in poi, in cui emerge il lato meno oscuro dei Les Discrets, in un crescendo solare che trova perfetto compimento solo nel finale, e che finale signori! Une Matinée d’Hiver è uno dei pezzi più commoventi che mi sia capitato di ascoltare dai tempi di certi ricordi da altri mondi.

Dopotutto ciò che più mi colpisce qua dentro, più che la ricerca musicale, è la ricerca della felicità, quella felicità in un certo senso negata a chi mette la propria estrema sensibilità sopra ogni cosa, la felicità dunque di chi riesce a vivere i bei momenti solo nei ricordi degli stessi, quella che rimane strozzata in gola da quel nodo di commozione mista a nostalgia di cui non riusciremo mai a liberarci, e che ce la rende così bella.

Un gioiello.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
63.40 su 44 voti [ VOTA]
Kiodo 74
Mercoledì 22 Aprile 2020, 1.47.28
15
Con questo disco mi do la buonanotte..... I francesini in questione ci sanno fare e lo dimostrano subito con questo esordio affascinante.... Dolce ed oscuro con soluzioni melodiche grandiose......il cantato è drammatico e arrapante......alla lunga la band un po' annoia.... Comunque da ascoltare. Ossequi!
gianmetal
Mercoledì 28 Dicembre 2016, 11.01.25
14
bellezza fatta in musica
Voig
Lunedì 29 Febbraio 2016, 9.31.53
13
...ma mi spiegate chi di voi lettori dà i voti? 58.18? Sul serio?
Helly.
Domenica 29 Giugno 2014, 2.33.36
12
Capolavoro. Meraviglioso.
remy
Martedì 15 Novembre 2011, 17.19.40
11
Romanticissimo.
tribal axis
Martedì 4 Gennaio 2011, 2.13.42
10
hai ragione, conosco solo gli ultimi (bellissimi comunque).
Maiden1976
Martedì 4 Gennaio 2011, 0.12.38
9
mi spiace smentirti, tribal axis, ma i nostri novembre (vatti ad ascoltare wish I could..) facevano black eccome!!! molto meglio di altri pseudo gruppi del genere. Vatti ad ascoltare i primi album.
tribal axis
Martedì 4 Gennaio 2011, 0.06.30
8
i nostri Novembre fanno doom gothic, che con il black di cui è pregno implicitamente questo disco ha poco a a che fare. i nostri novembre sono bravissimi ma la raffinatezza di questo disco è impareggiabile.
Maiden1976
Martedì 4 Gennaio 2011, 0.01.19
7
per carità, un bellissimo album, ma per esempio i nostri Novembre queste cose le fanno (ed a mio parere anche meglio) da un bel pò di tempo.
Bloody Karma
Giovedì 9 Dicembre 2010, 14.07.03
6
lavoro che ho snobbato per un po' di tempo, poi ascoltandolo di continuo ne rimani assolutamente folgorato...
Michele
Domenica 7 Novembre 2010, 18.43.04
5
Allo stesso livello di Ecailles De Lune (che reputo un capolavoro). 89.
andrea
Domenica 16 Maggio 2010, 20.53.02
4
favolosi. mi piacciono più dell'ultimo Alcest.
Giasse
Domenica 16 Maggio 2010, 17.58.53
3
Anch'io concordo sul fatto che Septembre sia la perfetta evoluzione di Souvenirs, molto più di Pensees. E' più riflessivo, più onirico, più meditativo ma continuativo di quella logica... Concordo anche nell'individuare nel cantato l'unico punto debole del platter e pure nel voto finale (un punticino in più di Pensees, ma sempre meno di Souvenirs. Insomma... concordo! )
Moro
Domenica 16 Maggio 2010, 17.45.44
2
disco meraviglioso, il lato più notturno di un'atmosfera iniziata da Souvenirs d'un outre monde degli Alcest. Un album che si piazza esattamente in mezzo i due dischi degli Alcest. stupendo.
Blackster
Domenica 16 Maggio 2010, 16.38.17
1
Grandissimo disco.
INFORMAZIONI
2010
Prophecy Productions
Alternative/Gothic
Tracklist
1. L’Envol des Corbeaux
2. L’Échappée
3. Les feuilles de l’Olivier
4. Song for Mountains
5. Sur les Quais
6. Effet de Nuit
7. Septembre et ses Dernières Pensées
8. Chanson d’Automne
9. Svipdagr & Freyja
10. Une Matinée d’Hiver
Line Up
Fursy Teyssier - Guitars, Bass, Vocals, Artistic stuff
Winterhalter - Drums
A. Hadorn - Vocals
 
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