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Loudblast - Planet Pandemonium
( 4239 letture )
Ci sono album,nell’ambito death (e dintorni), che non si possono ignorare. Mi riferisco a "Dream Of the Karrion Kind" dei Disincarnate, a "Serenades" degli Anathema, a "Left Hand Path" degli Entombed, a "From Beyond" dei Massacre, alle opere prime dei Katatonia, degli Amorphis, dei Tiamat, dei Paradise Lost e degli Obituary. Inutile negarlo:ognuno di noi ha la classica fissa.Passano gli anni (gli album citati avranno ormai 10-15 anni), ma il primo amore rimane, nonostante sotto i tetti siano passati molte acque.
La mia fissa sono i francesi Loudbast. Tutto ebbe inizio con Sublime Dementia, nell’anno 1993, disco che lancio’ i nostri nel panorama thrash\death europeo. Gruppo sottovalutatissimo dai più, nel 1999 diede fine ai propri slanci musicali e appese le bacchette e chitarre al muro. Ricordate Erase dei Gorefest? i primi Pestilence? (non parlo di Spheres, ovviamente) o i grandiosi (e sempre sottovalutati) Morgoth di Cursed e Odium? I Loudblast incarnavano le loro gesta. Un sound secco e violento, ma di importante impatto emotivo Questo ritorno segna una rinascita del genere. Per me, il vedere il nome Loudblast accostato all’anno 2004, rappresenta già un’enorme successo. Adesso aspetto con ansia i ritorni (chiedo troppo?) dei Gorefest e dei Morgoth.
Planet Pandemonium:ecco i Loudblast del nuovo millennio.

Ho quasi paura nel mettere il cd nel piccolo lettore. E se non fossero piu’….? Dubbi repressi dopo che il mio dito ha premuto il tasto play.
Boy Down e’ un esplosione di puro thrash\death come non lo si ascoltava da tempo. Sarò anche di parte, ma l’impatto e’ devastante. Nessun paragone per i Loudblast datati 2004. Fanno storia a se. Thrash delle migliori scuole, sterzate doom, growls pesantissime ed ispiratissime. The Serpent Circle segue la strada piu’ lenta, meno caotica. Tempi cadenzatissimi, doppia cassa nella parte centrale.Qui si annusa la parola innovazione in tutta la sua forma.I Loudblast stanno spingendo il death metal ancora più in là, come solo pochi altri hanno saputo fare (My Dying Bride, Disincarnate, Cynic, Nile… tanto per citare i padroni dei loro generi). Pain Brothers e’ un altro esempio di freschezza e di idee. Il maggior pregio? Non annoiare mai, mai una caduta, mai un rallentamento sulle partiture. Metriche decise e raffinate,esplosioni continue.
Last Sabbath (gran titolo) è un invocazione, un rito tirato a forza. Urlato sgraziatamente. Arrivano Words Of Vanity, Scarlet Mist, Roaming In Between Worlds che rendono Planet Pandemonium un album completo,nella sua arroganza (in senso buono) e nella sua sfacciataggine. Perche’ riproporsi cosi, a questi livelli, è sintomo di potenza, di forza e di classe.
Days In Black chiude la loro ultima fatica.Potentissima. Echi dei Mastodon, dei Blood Red Throne. Echi di grande musica. Come i Loudbast sanno indubbiamente fare. Album da prendere,senza riserve.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
18.45 su 33 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2004
Boycott Records
Death
Tracklist
1. Bow down 2. The serpent's circle 3. Pain brothers 4. Last sabbath 5. The descent 6. Mindless mankind 7. Words of vanity 8. Scarlet mist 9. Roaming in between worlds 10. Days in black
Line Up
Stephane Buriez (guitar / vocals),
Nicolas LeClerc (guitar),
Francois Jamin (bass),
Thierry Pinck (drums)
 
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