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21/03/24
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Thulcandra - Fallen Angel’s Dominion
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( 3585 letture )
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Quanto è valida una ripresa di stile al di fuori dell'ondata di "moda" dalla quale attinge o si rivolge ? Ancora: quanto è geniale un album che ripropone, fuori tempo massimo, un mito indiscusso della musica estrema catapultando l'ascoltatore indietro di quindici anni? Oppure: quanto è controproducente riprodurre fedelmente uno stile e riprenderlo perfettamente dopo quasi cinque lustri senza curarsi che possa essere considerato null'altro che un clone?
Queste sono le domande chiave per approcciarsi al debut dei Thulcandra, tedeschi di origine, ma svedesissimi di suono. L'ennesima band swedish melodic-death metal? Neanche per sogno.
La ripresa di stile di cui vi ho fatto nota è totalmente debitrice dai Dissection. Si, perchè con questo Fallen Angel's Dominion, i nostri teutonici si sono spinti in un'impresa talmente studiata - e con risultati davvero stupefacenti - che il prodotto finale rischia di sembrare addirittura una farsa. Dopo neanche cinque secondi dell'intro In The Realm Of Thousand Deaths, mi sono chiesto esplicitamente se non avessi sbagliato platter e se quella che stavo ascoltando fosse At The Fathomless Dephts: le note sono simili, così come la struttura, così come – ancora – i raddoppi delle chitarre che riproducono la prassi dissectioniana. Appena il preludio termina, lasciando spazio al brano seguente accolto da una lunga e riecheggiante rullata, ecco la risposta che mi sono dato durante la stessa: "ho sbagliato album, questa è Night's Blood. Posso scommettere che un simile ragionamento si stamperà nella testa di chiunque abbia masticato e consumato i Dissection fino alla nausea.
Chiaramente, subito dopo, si palesa finalmente la presenza dei Thulcandra. Night Eternal, invece di rifarsi al primo brano di Storm Of The Light's Bane è chiaramente vincolata a The Somberlain (anche se il titolo strizza l'occhio a Night’s Blood): un black metal di puro stampo dissectioniano, con le stesse melodie e la stessa incredibile bravura; la metrica, gli stacchi e le riprese sembrano concepite per cantarci sopra le strofe di The Somberlain e qualche riff tra primi sembra esser preso da quelli di Unhallowed. Detto questo, dopo una parte acustica centrale seguita da un paio di assoli melodici, ci si rende effettivamente conto che l’opener ha una sua autonomia. Tale citazionismo è talmente palese che, aguzzando l'orecchio, si percepisce che dietro ad una lampante ma precoce idea di plagio, c'è un meccanismo più complesso volto al perfezionamento di un suono già noto, alla riproposizione di un certo tipo di songwriting ed alla ricerca di una produzione analoga (il risultato, soprattutto nella batteria, è sorprendente)... Così, mentre la title-track prende i riff più death-oriented di Unhallowed, Frozen Kingdom rivela freschezza esecutiva con i suoi solos tra gli arpeggi acustici; e anche se il pathos ricorda fortemente Thorns Of Crimson Death, il nostro combo è più attento allo stile death metal svedese. Se è vero che Everlasting Fire si apre con un raddoppio chitarristico similare a The Somberlain e che Spirit Of The Night ricalca le prime orme di Where Dead Angels Lie, lo è altrettanto che i Thulcandra proseguono poi verso sentieri più nascosti e comunque autonomi. L'outro finale conclude l'album con una duplice didascalia: il titolo In Silence We Eternally Sleep si rifà chiaramente a No Dreams Breed In Breathless Sleep, mentre musicalmente ci si trova di fronte ad una sorta di versione velocizzata della Sonata Al Chiar Di Luna di Beethoven, implementata con accenni di flauto e synth. Bonus track di chiusura: la cover di The Somberlain (come se non l'avessimo già sentita nel corso dell'album).
Chiunque avrebbe voluto vedere i Dissection rilasciare un album del genere, piuttosto di quella mediocrità senza personalità chiamata Reinkaos. Fallen Angel's Dominion potrebbe essere stilisticamente il vero manifesto del Dissection's rebirth. A questo ci ha pensato però una band di tutt'altra nazione e per giunta spuntata dal nulla. Vorrei precisare che al di la di questa critica un po' sarcastica, mi sento di spezzare qualche lancia in favore dei nostri: intanto il disco è prodotto superlativamente, non c'è una sbavatura in nessun pezzo, non ci sono cali di tensione, tutto è estremamente ben dosato e benché i richiami alla band di Nödtveidt siano palesi, i Thulcandra non perdono l'occasione per mostrarci il loro intrigante (seppur derivativo) songwriting. La scelta di relazionarsi coi maestri Dissection ci fa ricontestualizzare questo ennesimo problema proprio negli anni ‘95-‘96, quando decine di band svedesi tentavano il colpaccio proponendo un tipo di black metal che - di matrice ben diversa da quella norvegese - aveva dei chiari punti di contatto con il gruppone di Strömstrad. In tanti ci hanno provato; chi contemporaneo (Unanimated), chi cavalcando l'onda di successo di Storm Of The Light's Bane (Lord Belial, Sacramentum), chi sviluppandosi in maniera diversa (Naglfar), chi riscuotendo i premi dovuti solo in tempi recenti (Thy Primordial) e chi estrapolando dal tornio una forma evoluta e riproposta in maniera del tutto personale (Vinterland, Dawn). Il fatto è che, in quegli anni, un gruppo black svedese, nella maggior parte dei casi, aveva una grossa percentuale di debito verso i Dissection. D'altronde era l'aria che si respirava in quegli anni; per molti poteva essere una cosa normale (come la difficoltà di chi faceva sinpho-black di distanziarsi dai Cradle Of Filth o dai Dimmu Borgir, per intenderci), per molti una cosa scoraggiante. Ecco perché chi ama (o chi ha amato) i Dissection, si troverà sicuramente sorpreso da un richiamo così palese dopo così tanti anni trascorsi da quell'ondata, ed il tutto senza alcun altra band "rivale" che riproponga lo stesso stile.
In qualche modo siamo ora in grado di risolvere il dilemma posto con le prime domande: i Thulcandra si rivelano furbi nel (ri)proporre un plot, ricontestualizzandolo in un altro periodo storico (la pseudo-genialità di tante band che lanciano i revival), il tutto come unici protagonisti sotto i riflettori. D'altra parte questa assenza di “altre” band che concorrano al concetto di revival, pone i nostri tedeschi in una posizione veramente difficile, mediana tra quella di gruppo-clone, nuovo paradigma e presa in giro. Ma questa è una decisione che dovrà prendere l'ascoltatore. Per quanto mi riguarda, questo è un buonissimo disco… Un vero disc(l)one!
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Benché conosciuti "ieri", sebbene orfano dei dissection, c'è un limite tra il tributo, la sudditanza psicologica e...un nonsocchè di plagio. Perché, alle volte, i thulcandra sconfinano apertamente in terra altrui. Alcuni pezzi sono pregevoli. Ma altri (non posso nasconderlo) mi irritano. E inevitabilmente premo forward. A mia scusa invoco la mia totale ignoranza su questa band, scoperta qualche settimana fa appena. |
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14
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Li ho conosciuti.... ieri!! Che bei dischi quelli di Thulcandra. 88 tondo e pieno |
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Disco spettacolare...ce ne fossero!!! |
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La reincarnazione dei Dissection .... un discone!!!! |
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Mi riferivo a influenze rock-psichedeliche e non psichedeliche in senso stretto. L' uso del sinth non c' entra, è un discorso di impostazione e sviluppo dei brani. Tra l 'altro loro stessi citano i Pink Floid tra le proprie influenze... Ad esempio, e mi rifaccio sempre ad Ancient God Of Evil, nell' impostazione di alcuni riffs (Eye of the Greyhound, Mirelle, o nel finale di The Depths Of A Black Sea e in quello di Oceans Of TIme, giusto per citare alcuni pezzi) e di quasi tutti gli assoli (Dead Calm, Life Demise, Ruins ad esempio) si sente una matrice "rock". Poi magari 'ste cose le sento solo io, sarà... sono circa 15 anni che ascolto Ancient God of Evil e ancora non mi sono stancato!!! |
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10
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Accidenti, dire che gli Unanimated avessero sfumature psych mi sembra un po' troppo eccessivo, non riesco a carpire dove ci siano queste influenze (forse solo perchè c'è un uso "anomalo" dei synth ???), però concordo sul fatto che abbiano sfornato un paio di album spettacolari. Anche in In the Forest of Dreaming Dead, gli inserti di tastiere erano molto originali (anche se gli At the Gates ci avevano deliziato con esse un anno prima); il cantato conserva ancora tracce della prima ondata death svedese (Entombed, Nihilist) con le sue rime e cadenze foniche (della tradizione grindcore) ma i riff sono complessi e organici in maniera analoga a The Somberlain. Ancient God of Evil è un gradino sopra per la produzione e la composizione, ma In the Forest mantiene quell'aria nebulosa e grezza delle opere prima di questo genere di musica. |
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9
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Perfettamente in sintonia con recensione e voto: un bel prodotto. Unico appunto: secondo me gli Unanimated hanno da subito sviluppato un discorso molto originale e personale, non li vedo troppo somiglianti ai Dissection. I primi hanno sfumature più rock-psichedeliche 70' oriented, mentre i Dissection erano più barocchi, gelidi e anche più cattivi. Ancient God of Evil degli Unanimated rimane, a mio avviso, uno dei momenti più alti del black metal svedese, fortemente identificativo e originale. Che ne pensi Moro? |
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Possiamo dire che loro sono "identici e spiccicati". Però hanno quel qualcosa in più rispetto ai Naglfar (tanto per citare una band simile). |
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@Angel Slayer beh sì, però è sempre meglio della solita band clone dei Darkthrone o di Burzum di serie Z. Almeno questa non è la copia della copia. |
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@Bloody Karma: Un conto è l'essere influenzati dai gruppi in generale, un conto è l'essere identici spiccicati a un gruppo |
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penso che la mancanza di originalità sia il male minore del black metal...poi ad ognuno il suo libero pensiero |
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Non mi sento in vena di dare un voto a un cd che copia totalmente i Dissection. Li boccio totalmente per l'originalità. |
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"risquotendo i premi"? rivediamo l'italiano, per favore. |
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Hey giù le mani da "Reinkaos"! Cmq lo sentirò. |
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Copertina favolosa...la recensione poi mi intriga ad ascoltarli... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. In The Realm Of Thousand Deaths 2. Night Eternal 3. Fallen Angel's Dominion 4. Frozen Kingdom 5. Everlasting Fire 6. Spirit Of The Night 7. Legions Of Darkness
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Line Up
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Steffen Kummerer - Vocals, Guitar, Acoustic Sebastian Ludwig – Guitar Tobias Ludwig – Bass Seraph – Drums (Session)
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RECENSIONI |
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