|
19/02/21
THE DEAD DAISIES
LIVE CLUB - TREZZO SULL'ADDA (MI)
|
|
|
( 2864 letture )
|
Una storia che si dirama in due decenni, tra numerosi cambi di line-up e circa una ventina di pubblicazioni discografiche: un nome importante, quello dei Royal Hunt, che nel 2010 è forte dell'uscita di un disco appetibile per i fan della band così come per gli amanti del progressive metal. X, decimo full-lenght dei danesi, ci consegna infatti un gruppo solido ed in forma non smagliante, ma decisamente buona.
Se c'è una cosa che si nota sin dal primo ascolto dell'album è lo sbilanciamento stilistico: Episode X (Arrival), primo brano d'apertura del lotto, è un breve ma straordinario concentrato di melodia, uno di quei pezzi che ha dentro sè il potenziale per rimanere impresso nella memoria dell'ascoltatore per molto tempo; col successivo End Of The Line si cambia completamente registro: la band affronta infatti tematiche che nei ritmi e nelle armonie sanno di classic rock, evidenziando quel tipo di arrangiamento vocale (e corale) che negli anni ha saputo diventare uno dei marchi di fabbrica della band. Eccellenti, in corso d'opera, le prestazioni del tastierista André Andersen, del chitarrista Marcus Jidell e del cantante Mark Boals: il primo ci regala un assolo di gran classe nella già citata End Of The Line, e confeziona un'intelligente arrangiamento sotto Army Of Slaves e sotto Shadowman, impreziosita da sfumature orientali che rafforzano incredibilmente la longevità del brano; Jidell, dal canto suo, dimostra non solo di essere un grande chitarrista, ma anche di essere un grande interprete: i fraseggi melodici di The Well ben si bilanciano con i relativi assoli di chitarra e tastiera, ed in generale fa un eccellente lavoro ritmico per tutto il disco. Quanto invece all'operato di Boals non si può dire che il carisma sia lo stesso di quello del leggendario D.C. Cooper, ma, ragazzi, che voce! La timbrica del Nostro si adatta perfettamente al tipo di musica proposta -anche se, a parer mio, risulta un po' debole in brani "retrò" come Blood Red Stars, che avrebbero beneficiato di un'interpretazione stilisticamente più rude. Dulcis in fundo la produzione nel suo complesso, che permette ad ogni singolo strumento di brillare sugli altri, e che ben si adatta ad evidenziare l'effettistica di livello scelta dagli strumentisti ed a conglobarla in un unico, armonioso calderone: insomma, anche sotto questo aspetto X non delude.
Qual'è allora il problema di X? Perchè, all'inizio della recensione, parlo di un gruppo solido, ma non in forma smagliante? Vedete, io credo che X sia un buon disco e che tutti gli amanti dei Royal Hunt dovrebbero comprarne una copia, e sono sicuro che in generale chi ascolta progressive possa apprezzarlo, però non posso fare a meno di notare come l'unico episodio di grande eccellenza sia costituito proprio da Epiisode X (Arrival), e dallo speculare Episode X (Departure): la presenza di questi due semplici e brevissimi pezzi mi fa pensare che forse si poteva fare ancora di più, che se i songwriter avessero osato maggiormente in fase compositiva -anzichè appoggiarsi quasi esclusivamente ad approcci stilistici tutto sommato abbastanza comuni nel genere- allora avremmo avuto un disco memorabile. Come già altre volte mi è successo di dire, questo è "solamente" un gran bel disco metal: peccato ch'io mi sia illuso che potesse essere qualcosa di più.
Comunque, ragazzi, forza! Che state aspettando? Andate e compratelo tutti!
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
5
|
Riascoltato stamattina. La breve fase con Boals non mi ha mai convinto. Non certo per colpa sua, ci mancherebbe, grande vocalist. Ci ho riprovato. Il disco parte anche bene, fino ad Army of Slaves la qualità è abbastanza alta, ma da Shadowman in poi l’ispirazione cala e i brani non decollano. Fermo restando le capacità dei singoli e un’altissima qualità degli arrangiamenti, caratteristica della band praticamente dalle origini. Nel complesso è un lavoro sicuramente discreto, ma credo abbiano fatto sempre di meglio. Voto 72 |
|
|
|
|
|
|
4
|
Ciao Mariamaligno, la rece arriva presto ma non sarò io a farla  |
|
|
|
|
|
|
3
|
Sono un grandissimo amante dei Royal ma questo disco proprio non riesco a farmelo piacere, gli ho dato numerose chances ad intervalli regolari ma mai è riuscito a farmi cambiare idea. Per me non va oltre il 65. @Khaine: a quando la rece di "show me how to live"?....non vedo l'ora di sentire il vostro (anzi, il tuo, visto che so che sei un gran fan della band) parere sul ritorno di DC. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Beh, tecnicamente Boals è un mostro, ma è risaputo che sia così... |
|
|
|
|
|
|
1
|
Il giudizio espresso in sede di recensione lo condivido fino a un certo punto visto e considerato che le doti canore e interpretative di Marc Boals sono nettamente superiori a quelle di DC Cooper il quale comunque possedeva davvero un grande carisma soprattutto quando calcava il palcoscenico. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1 Episode X (Arrival) 2 End Of The Line 3 King For A Day 4 The Well 5 Army Of Slaves 6 Shadowman 7 Back To Square One 8 Blood Red Stars 9 The Last Leaf 10 Falling Down 11 Episode X (Departure)
|
|
Line Up
|
André Andersen – Tastiere Mark Boals – Voce Marcus Jidell – Chitarra Allan Sørensen – Batteria Andreas Passmark – Basso
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|