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Consummatum Est - Hypnagogia
( 3466 letture )
La vita è una scala che affonda nella disperazione degli uomini, esseri miseri in balia della propria condizione mortale. Ogni giorno è un piolo che mina il corpo ed avvelena la mente, rapita dai bisogni fisici e pronta, pur di assicurarsi un giorno in più, a barattare indegnamente la purezza propria anima. Prende così forma lo sconfortante paradigma dell'esistenza umana all'interno della cosiddetta "società civile": null'altro che il trionfo del mezzo sul fine, dell'induzione sulla deduzione, della vanagloria sull'eroismo.
Fortuna che c'è chi ci accompagna day by day in questa squallida condizione, mormorando con il proprio prodotto artistico un liberatorio

Memento Mori

Sono i padri dell'extreme doom metal che celebrano, in ogni loro opera, la caducità di un percorso esistenziale che non aspetta altro che la stretta finale, che -prima o poi- arriverà!
Tra questi nomi -noti e stranoti- vanno annoverati i laziali Consummatum Est, giunti finalmente -e dopo non poche peripezie- alla pubblicazione del secondo full lenght in uscita per la semisconosciuta label russa Silent Time Noise (ma registrato nel 2008). Nessun dubbio sul patrocinio stilistico di Emanuele Telli “Vastitas” e compagni (la formazione, per quanto non stabilissima, ha trovato una sua quadratura con l'ingresso permanente di Moerke e la costituzione di un nocciolo ritmico di valore con al drumming e Thorgrim al basso), attestato sul classico e nobile funeral doom che fu del buon Funeral Procession e successivamente del lodato (proprio dal sottoscritto) Promo 2006 di cui, in una rinnovata versione che vede ospite Greg Chandler degli Esoteric alle vocals iniziali, si ripropone l'omonima opening track. I soffocanti e pachidermici downtempos di fanno da fulcro ai 3 concetti portanti del genere, che in Hypnagogia trovano ulteriore, legittima validazione.

Li descrivo in ordine di importanza.
1) Impianto tastieristico molto prossimo alla classica. Vastitas è abilissimo nel selezionare, a seconda del pathos da conferire ai vari passaggi, le 3 timbriche cardine, ossia quella tombale dell’organo -nei momenti in cui è necessario un procedere solenne-, quella seducente e drammatica del pianoforte -nei picchi di angosciosa costernazione-, e quella avvolgente del sinth -allorché siano richieste armonizzazioni per spostare l’appeal sulla chitarra o sul cantato; da questo punto di vista l’ispirazione e di conseguenza il songwriting sono molto vicini a quella di prodotti multisfaccettati alla Pantheist (soprattutto di 1000 Years e O’ Solitude) e Wijlen Wij e meno alla, pur eccezionale, rigidità (e staticità) compositiva dei “cerimonieri” Skepticism che vengono sfiorati più che altro nella conclusiva Vertebra;
2) Cantato tri-timbrico che ordisce il declamatorio growl di Haemon (preponderante) all’allucinato screaming di Moerke ed ancora agli interventi da lirica del soprano Tori. Sulla performance dei distorti va esaltato soprattutto lo screaming, lacerante e relativamente originale dato che di norma nel funeral trovano maggiore spazio il grounting liquido alla Niko Skorpio, quello aspirato simil-Matti degli Skepticism oppure l’ultra-deep growling alla Daniel Pharos. In questo senso la lezione è quella dei blackeggianti Dolorian dell’esordio When All The Laughter Has Gone: i rientri dai momenti light di Dolls And Ravens (con l’organo a disegnare un’angoscia sfarzosa quanto luttuosa) e di Hypnagogic-Prospectus (con la 6 corde solista impegnata in un’afflitta condotta melodica) rappresentano picchi di coinvolgimento che stenderebbero anche gli ascoltatori più distaccati. Il growl è invece poco attraente, essendo piuttosto convenzionale, ma -proprio per questo- ben sposato con il posizionamento stilistico del prodotto. Vi è poi il vocalism femminino pulito, che in Hypnagogia assolve al medesimo ufficio ascoltato nel Promo 2006, ora duettando liberamente con il distorto maschile ora sostenendolo in termini armonici. Anche in questo caso la fonte da cui si abbeverano i Consummatum Est è palese: il gorgheggio, comportandosi alla stregua di uno strumento musicale, riferisce agli Shape Of Despair di Angel Of Distress, album in cui la cantante Nathalie non proferisce una sola parola di senso compiuto, limitandosi al solo virtuosismo tonale. Quando il “dialogo” tra Haemon/Moerke e Tori si fa invece più libero ed articolato il fantasma dei primi Funeral, nemmeno poi così lontano, riaffiora prepotentemente in un’apoteosi di terrificante espressività.
3) Riffing asciutto ed impostato sulla single-notes. Nonostante i Consummatum Est fondino il proprio cammino strumentale sulle keys -e non sul guitarism- la compenetrazione tra elettronica e cordofoni rimane viva e fattiva lungo tutto il platter. Da un lato il riffing è zeppo di solismi che si modellano sul cantato, portando l’ensemble ai limiti del gothic doom, dall’altro l’uso del bitonale nelle fasi d’accompagno (un po’ scarico di gain) è molto cupo e controbilanciato da linee melodiche squillanti e superesaltate dalla produzione.

Queste milestone, di per sé familiari ed ordinarie, sono però molto ben organizzate tra loro.
I 4 brani di Hypnagogia hanno tutti una durata media piuttosto elevata (oltre 10 minuti) ed un’articolazione che prevede momenti interlocutori giocati sulle tastiere (nelle varie programmazioni) alternati al concetto più estremo e verboso del doom metal moderno. Gli avvicendamenti melodici sono molti ed il songwriting non prevede di ruotare attorno, ricorsivamente, ad un unico leitmotiv: in tal modo la prolissità cronometrica delle singole tracce non corrisponde ad una presentazione logorroica della materia che risulta in ogni istante fresca e appetibile. Il sodalizio tra musica classica, intesa in termini timbrici e di composizione verticale, e metal bradiritmico raggiunge nel disco un livello interessante, senza mai sfociare in un’infeconda autocelebrazione sinfonica o nel criptico ermetismo del cosiddetto depressive ultraslow. I Consummatum Est, nonostante includano nel proprio lavoro molti contributi inusuali (spettacolare lo stacco di clavicembalo di Vertebra, tanto per selezionarne uno su tutti), salvaguardano infatti con intelligenza il loro status di doom-band limitandosi a ri-assemblare, con indiscussa creatività, il meglio del già sentito degli ultimi 20 anni. Ciò potrebbe sembrare una critica ma, credetemi, non lo è affatto: il funeral ha già raccontato la sua storia (molto bella) e null’altro deve artificiosamente essergli iniettato.
Hypnagogia è dunque un album che non cerca soluzioni sconvolgenti, ma che colpisce per la tormentosa emotività e per la grande cura profusa, sia in fatto di arrangiamenti, sia in fatto di produzione, condizione che ne migliora la fruibilità rendendo relativamente facile un titolo che altrimenti sarebbe risultato indigesto ai più.

Una piccola lacuna (non “imperfezione”), in mancanza della quale il cd si sarebbe sublimato al metafisico, è la mancanza di corali che rendano ancora più elegiaco l’apparato vocale: fossi stato in Vastitas (autore di tutte le musiche e partiture cantate), avrei alternato il contributo cristallino di Tori (che alla lunga diviene un po’ scontato) con interventi multilinea, magari esclusivamente maschili. La questione è chiaramente viziata dal mio gusto personale, tuttavia ci terrei che la band considerasse questa mia critica (costruttiva) per i prossimi lavori. Dovessi invece scovare -controvoglia- un vero e proprio difetto da ascrivere ai connazionali, citerei la fugacità cronometrica del platter, effettivamente distante dal costume che vede molti doom-album sforare abbondantemente i 70 minuti; d’altra parte, stante l’abbondanza concettuale ed il coinvolgimento molto intimo di cui sono capaci le 4 tracce, sono convinto che di carne al fuoco ce ne sia fin troppa, soprattutto per i meno avvezzi alla materia. Al limite, dovessero non bastare i 50 minuti scarsi, potreste sempre programmare un ciclico e assillante repeat, consolidando nelle vostre budella l’avvilente scenario disegnato da questa mirabolante opera d’arte funebre.

Leggessi questa recensione, mi procurerei immediatamente Hypnagogia così da approdare sul prossimo piolo in compagnia dei Consummatum Est!
La fine -con loro vicino- sarebbe davvero cosa fatta!



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
30.62 su 27 voti [ VOTA]
Stagger Lee
Martedì 24 Aprile 2018, 19.49.52
6
Appena finito di (ri)ascoltare. Confermo il mio vecchio commento: Bello, bello, bello....85 è anche poco! un ascolto obbligatorio per gli amanti del doom.
Stagger Lee
Venerdì 3 Novembre 2017, 17.34.19
5
Veramente bello!
AngelSlayer
Martedì 27 Luglio 2010, 11.02.09
4
Da ascoltare, è obbligatorio. Ottima recensione Giasse!
FURIO
Lunedì 26 Luglio 2010, 22.44.52
3
Non avevo intenzione di affrontare imminenti spese impreviste ma dopo una simile recensione non si può non correre a comprare questo lavoro... grande Giasse!
andrea
Lunedì 26 Luglio 2010, 16.30.47
2
bellissima recensione, complimenti! direi che è il momento giusto per procurarsi entrambi i dischi (il primo non sono mai riuscito a trovarlo). mi fiondo sul loro sito e su ebay.
Blackout
Lunedì 26 Luglio 2010, 13.40.43
1
Che grandi. Ottima rece, Max.
INFORMAZIONI
2010
Silent Time Noise Rec.
Doom
Tracklist
1. Dolls And Ravens
2. Hypnagogic-Prospectus
3. Consummatum Est
4. Vertebra
Line Up
Vastitas - Keyboards,
Moerke - Guitar, Vocals
Haemon - Vocals
Thorgrim - Bass
Fò - Drums
Tori - Soprano

Greg Chandler - Guest vocals on "Consummatum Est"
 
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