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ALAIN JOHANNES + THE DEVILS + ANANDA MIDA feat. CONNY OCHS
RAINDOGS HOUSE, P.ZZA REBAGLIATI 1 - SAVONA

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TRAUMA hc
HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

Bullet For My Valentine - The Poison
( 17496 letture )
Evoluzioni incontrollabili e percorsi di ammodernamento imprevedibili: é anche così che la musica estrema si é ramificata, nel corso degli anni, nelle direzioni più disparate, andando a creare una divisione netta tra vecchie e nuove generazioni. E' vero che gli anni 2000 hanno segnato la consacrazione del metalcore e la sua definitiva commercializzazione grazie all'incontro con le sfumature emo tanto in voga presso il pubblico più giovane, tuttavia i Bullet For My Valentine sono una delle band che meglio incarna il trend metallico più diffuso del nuovo millennio, ovviamente limitandoci a parlare della componente più 'commerciale' del settore e prendendo i colossi Trivium come esempio a cui riferirsi per spiegare più o meno il fenomeno Bullet. La peculiarità dell'ensemble gallese, sorto nel 1997 e giunto al debutto nel 2005 con questo The Poison, è proprio quella di rivisitare in chiave emocore le sonorità dell'heavy metal classico degli Eighties: il successo di critica e pubblico di fronte all'operato dei quattro di Bridgend è stato immediatamente notevole, anche se la fazione più intransigente del mondo hard'n'heavy tende a relegarli ai margini con la scomoda etichetta di 'poser', un termine in slang che sarà forse poco elegante ma certamente eloquente per sintetizzare il rilievo che i BFMV rivestono presso i presunti true metallers. Classificazioni e pregiudizi a parte, il giudizio è uno solo: The Poison è un piacevole esempio per comprendere un'ampia fetta della scena musicale odierna, una di quelle che va per la maggiore presso il pubblico giovane e che riflette perfettamente le debolezze e i sentimenti che, piaccia o meno, costituiscono il background quotidiano delle nuove generazioni.

Prendete una potente dose di melodia ottantiana alla Iron Maiden, immergetela in moderni e malinconici scenari metalcore dal taglio adolescenziale, spruzzate il tutto con una lievissima dose di thrash e infilate qua e là qualche ruggito growl e un'ampia quantità di ritornelli melodici; tempo un paio di minuti e la deprimente introduzione strumentale lascia spazio ad un urlo incalzante che porta a mille la tensione, accompagnato da un drumming martellante e da un riffing tagliente che immediatamente impongono un ritmo travolgente: l'opener Her Voice Resides mette subito in tavola le armi migliori del four act gallese, vale a dire l'alternanza tra violenti growl soffocanti (ma esaltanti) e refrain melodici di derivazione emocore; un passaggio indolore, per il vocalist Matt Tuck, quello da linee più brutali ad altre malinconiche e prepuberali; la melodia delle chitarre, pulita e aggressiva, riporta quasi al sound della Vergine di Ferro, mentre la struttura metalcore delle composizioni rende moderno e più aggressivo il tutto. Riff e assoli, fluidi, cristallini e da alto delirio, caratterizzano una parte dominante nel sound della band, evidente e mozzafiato in altre tracce quali Suffocating Under Words of Sorrow (tra i refrain più agguerriti del platter), Room 409 e 10 Years Today, pezzi che possono sintetizzare l'intero trend della formazione nordeuropea: velocità esplosiva, stilettate taglienti nel riffato, uno scream struggente che crea atmosfera ed un growl impetuoso che scocca efferate bordate, in concomitanza con le azzeccatissime ed incalzanti serrate ritmiche più accelerate. Melodia ed energia esplodono da una parte, linee vocali malinconiche e frustrate abbracciano, dall'altra, le emozioni e le paure infantili dell'ascoltatore medio, che coincide con l'identikit di un ragazzo giovane e ai primi passi con la musica dura, intesa come appiglio solido contro le isterie e le delusioni della vita quotidiana. Tuttavia questi Bullet For My Valentine sono dotati di una forte musicalità e di una vivacità arrembante, e la loro matrice ottantiana potrebbe farli piacere persino a qualche metalhead old school, non ce ne vogliano gli estremisti. Riff e atmosfere incandescenti tracciano un contesto di oppressione e psicosi che trasudano nella musica e nelle liriche liceali: eppure siamo di fronte ad una serie notevole di ritornelli piacevoli e vincenti, facilmente stampabili nella mente e irrorati di pimpanteefficacia, tiro notevole, feeling e qualità obiettivamente poco discutibili. Che poi il genere possa piacere o meno, é tutto un altro discorso: ma questi ragazzi sanno suonare, sanno comporre, sanno attingere dalla tradizione, rivisitandola con una dose importante di personalità, andando a creare un sound riconoscibilissimo e tutto loro, cosa non scontata visto che oggi imperano cloni e band fotocopia.

E' dunque da sottolineare la capacità del quartetto di creare soprattutto 'belle canzoni', dai profili ora easy e radiofonici ed ora più aggressivi, ma prima di tutto ascoltabili, emozionanti, potenti e caratterizzate da un carisma proprio che permette di distinguere facilmente tra loro le varie tracce. In canzoni come Tears Don't Fall o The End spicca anche la bravura dell'ensemble di Bridgend con le semi-ballad: la prima, infatti, è un pezzo tristissimo che cresce con l'utilizzo del growl nelle parti più angosciose, fino ad un ritornello più movimentato e ad uno stop'n'go esaltante, degno preludio in thrashy-style al finale tambureggiante; la seconda è ancor più decadente, ed incalza con l'incedere delle strofe verso una conclusione sempre più violenta e a briglia sciolta, in growl forsennato. Più anomalo (e meno riuscito) l'esperimento di All These Things I Hate (Revolve Around Me), brano più statico. Nell'arco del full length si distingue il drumming di Michael Thomas, elettrizzante quando udito all'opera col doppio pedale, e il riffing da rasoio delle due chitarre, quella di Tuck e quella di Michael Padget, intense e fiammanti quando c'è da galoppare con assoli bollenti e travolgenti come una colata lavica. Sicuramente non siamo di fronte ad un capolavoro epocale, né ad una band di rilievo storico fuori dal comune, ma di certo molte critiche ricevute da questi ragazzi potrebbero rivelarsi ingiuste ed azzardate, perchè The Posion è dotato della longevità e della particolarità necessarie per meritarsi parecchi consensi.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
61.08 su 132 voti [ VOTA]
Indigo
Venerdì 27 Agosto 2021, 20.44.02
22
Disco storico e pietra miliare della scene phase: metalcore, emo, heavy classico e un po' di thrash per un lavoro che ha lasciato il segno e non potrà mai essere replicato dalla band. Nel 2007/2008 una compagna di classe del liceo mi passò una chiavetta con tutto l'album e ricordo come rimasi subito colpito da All these things I hate, a conti fatti probabilmente la prima traccia emo che abbia mai ascoltato. Album strepitoso e non ho ancora citato Tears Don't Fall: per qualità e importanza storica (relativa al filone -core), nonché per gusti personali, ritengo che il voto si possa assestare su un 85 e volendo esagerare anche 90.
Galilee
Martedì 26 Giugno 2018, 14.53.58
21
I primi 3 dischi di questa band sono ottimi. Il mio preferito è il secondo. Di base sono thrash secondo me, poi ovviamente ci aggiungono mille rifiniture ultra moderna e cool per il momento. La melodia è usata a dovere anche se siamo sempre al limite. Dal terzo in poi inizia ad essere invadente e ad annoiare. Dal vivo bravi, anche se bottigliati. Ma gli Italiani sono così.
Silvia
Martedì 26 Giugno 2018, 13.46.56
20
A me piacciono molte alcune bands metalcore, pero' nei Bullet For My Valentine non sopporto le reminiscenze emo, come il chorus di Tears Don't Fall esempio, o l'alternanza pulito/screaming tipico dell'emoscreamo che emergeva allora 8mio gusto personale). Pero' niente da dire sulle capacita' della band, anche se non condivido il fatto che loro siano stati influenti. Penso anzi che proprio in questo album abbiano attinto alla melodia emo con gli inserti new-school-hardcore, ma all'epoca gia' tanti gruppi lo facevano. Di sicuro loro hanno avuto successo con questa formula piu' di altri. Concordo assolutamente con Just open your mind!
Matheus
Martedì 26 Giugno 2018, 13.34.49
19
Slayer, Slipknot, Stone Sour, Anthrax, Megadeth, Metallica, Cradle Of Filth, Death, Cannibal Corpse, Darkthrone, Marduk, Mayhem, Exodus, Hour Of Penance, Obituary..... Queste sono le band più influenti nel Metal. Mi ritengo un metallaro a tutto tondo, perché ho ascoltato di tutto nel Metal. I Bullet For My Valentine li ritengo davvero una gran band. Nessuno può negare la capacità del quartetto nel suonare. Ci sanno fare davvero. The Poison è il loro miglior album senza dubbio. Perché? Perché band future che vorranno cimentarsi nel Metalcore passeranno di sicuro dai Bullet. Nella loro discografia gli unici album che non mi sono piaciuti sono stati Scream Aim Fire e Temper Temper. Fever è un ottimo album e molto valido, così come Venom. Nulla da dire, i Bullet For My Valentine sono davvero forti! Just open your mind guys
TheFreeman
Sabato 7 Gennaio 2017, 12.30.40
18
Mettere i SOAD accanto ai Meshuggah è davvero una bestemmia, Mirco.
Ihsahn
Sabato 29 Ottobre 2016, 23.54.58
17
Ah beh da che pulpito, critica i Bullet ma poi si ascolta Machine Head, SOAD e Behemoth AHAHAHAHAHAH
Mirco Morgese
Sabato 2 Luglio 2016, 17.44.57
16
*a me i Bullet for my Valentine fanno cagare
Mirco Morgese
Sabato 2 Luglio 2016, 17.44.17
15
Meshuggah, Lamb of God, Fear Factory, Cannibal Corpse, Children of Bodom, Machine Head, Slipknot, Gojira, Behemoth, System of a Down, questi sono i principali in ambito metal ma ce ne sono un'infinità. Inoltre il mio commento era ironico, ognuno ascolta il cazzo che vuole e a me i Bullet for my Valentine così come QUASI tutto il filone Gaycore.
Antonio
Mercoledì 18 Maggio 2016, 20.39.19
14
Mirco Morgese, Mi piacerebbe sapere quali gruppi ascolti...Sono curioso, magari cago meglio ascoltando i tuoi
Mirco Morgese
Lunedì 18 Aprile 2016, 0.25.07
13
Se avete problemi di stitichezza o di merda dura, ascoltate questa band mentre siete sul cesso e i vostri problemi spariranno. Voto: 100 per l'effetto lassativo
caciocavallo
Sabato 16 Aprile 2016, 17.14.14
12
Il loro unico grande disco. Molto catchy ma comunque notevolmente composto. Nessun filler, nessun sbadiglio ma solo tanta ottima melodia condita con un bel tiro. Voto 80
Alexi Laiho
Giovedì 12 Novembre 2015, 15.07.50
11
Buon disco del filone Melodic Metalcore (tra l'altro molto influente per le band futute), solo che le clean vocals di Tuck sono orribili. 13 tracce in ogni caso sono troppe, considerando che ci sono anche un po' troppi filler e canzoni puramente da radio (fra cui la pessima title-track, con una prestazione vocale davvero irritante),in ogni caso Tears Don't Fall, Suffocating Under Words of Sorrow (bel testo tra l'altro 😏 e The End sono picchi del metalcore, peccato solo per i ritornelli da radio. È anche il loro disco migliore in fatto di liriche, visto che da Scream Aim Fire cadranno nella banalità, se oltre a questo avessero puntato maggiormente sul buon growl di Tuck oggi parleremmo di uno dei gruppi Metalcore migliori, invece no. 73
Galilee
Lunedì 5 Ottobre 2015, 15.46.03
10
Su fever c'è ancora qualcosa di buono ma poi... Il problema è che si sono rammolliti troppo. I riff e i pezzoni che c'erano sui primi dischi non li hanno più scritti. Dal terzo in poi non si esce dalla struttura strofa e super chorus melodicissimo. Ma manca tutto il resto.
SOL
Lunedì 5 Ottobre 2015, 15.33.54
9
Fever e Venom non sono affatto brutti. Potenti e melodici, prodotti e suonati alla grande.... poi anch'io preferisco il debutto, ma a parte Blood non credo abbiano fatto passi falsi
Galilee
Lunedì 5 Ottobre 2015, 15.31.24
8
I Bullet difficilmente verranno riscoperti perchè dopo il secondo disco sono andati completamente alla deriva. Però concordo, questo disco spacca di brutto.
SOL
Lunedì 5 Ottobre 2015, 15.28.44
7
Applausi per roby. Come per gli Slipknot, rivalutati dal metallaro medio quando sono andati in tour con gli Slayer, anche i Bullet verranno "scoperti" in ritardo da chi si ferma solo alle apparenze e alla pettinatura. I Maiden se li sono portati in tour in quegli anni, definendolli "i loro eredi". Peccato che il pubblico non sia così aperto mentalmente....
roby
Lunedì 5 Ottobre 2015, 15.23.42
6
Voto troppo basso imho per un album che ha contribuito a formare il genere del metalcore. Piaccia o no è un genere a tutti gli effetti, proprio come il thrash o il death. Che poi la moda di quegli anni era unghie con lo smalto, eyeliner e capelli stile emo è un altro discorso. Il fatto che la maggior parte degli amanti del metal abbia praticamente snobbato tutti i gruppi metalcore "perché sono emo del cazzo" la dice lunga sull'apertura mentale dei metallari. IMHO, The Poison dei Bullet, Waking The Fallen degli Avenged, The End of Heartache dei Killswitch, Ascendancy dei Trivium sono capolavori! Originali, freschi, ispirati, melodici, con ritmiche serrate e tanta, tanta potenza. Bello poi l'accostamento "scream" e pulito, marchio di fabbrica del metalcore. Ma la cosa che più mi fà impazzire, è la ritmica. Unholy Confession è il maggior esempio per me. Mi sono dilungato troppo, per me questo album è da 90. Roberto
uvkii
Venerdì 6 Settembre 2013, 19.29.59
5
Tears Don't fall sembra una cover di My Hero dei Foo Fighters
squila3
Venerdì 18 Novembre 2011, 22.36.49
4
molto carino. Che piaccia o no, certe canzoni hanno lasciato un'impronta indelebile nel metalcore. Mi piacciono quasi tutte, bella la struttura con strofa - rit - strofa - rit - parte diversa - assolo - rit. Tutto sommato ripetitivo, ma se vi piace il genere è un ottimo dsc.
Equinox
Martedì 6 Settembre 2011, 19.52.52
3
Ottima la recensione voto lettori ingeneroso. 4 words comunque e' splendida
Michele
Domenica 7 Novembre 2010, 12.23.24
2
Dico il voto dei lettori,è quello ad essere basso,mentre la recensione è giustissima
Michele
Sabato 6 Novembre 2010, 16.23.27
1
Non capisco il motivo del voto così basso...
INFORMAZIONI
2005
Trustkill Records
Metal Core
Tracklist
1. Intro
2. Her Voice Resides
3. 4 Words (To Choke Upon)
4. Tears Don’t Fall
5. Suffocating Under Words Of Sorrow (What Can I Do?)
6. Hit The Floor
7. All These Things I Hate (Revolve Around Me)
8. Hand Of Blood
9. Room 409
10. The Poison
11. 10 Years Today
12. Cries In Vain
13. Spit You Out (bonus track)
14. The End
Line Up
Mattew Tuck - Voce, chitarra
Michael Padget - Voce, chitarra
Jason James - Voce, basso
Michael Thomas - Batteria
 
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