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19/02/21
THE DEAD DAISIES
LIVE CLUB - TREZZO SULL'ADDA (MI)
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I Dream Theater ci hanno abituati alla pubblicazione di dischi live con una certa frequenza ma questo triplo, intitolato Score, ha un significato del tutto particolare: con esso, infatti, la band ha inteso celebrare il suo ventesimo anniversario, di certo una tappa di tutto rispetto nella propria carriera. Vent'anni che hanno visto crescere i Dream Theater in maniera esponenziale, dalla gavetta degli esordi al primo album del 1989, per poi ottenere il successo planetario grazie al capolavoro Images and Words del 1992, fino ai dischi più recenti, con i quali la band ha dimostrato di volersi sempre evolvere ed esplorare nuove possibilità, evitando di fossilizzarsi su schemi consolidati, anche a costo di rischiare di non soddisfare le aspettative riposte nei loro confronti ad ogni nuova uscita.
Il concerto è stato registrato il 1° di Aprile del 2006 al Radio City Music Hall: dunque, ancora una volta, la band si affida al pubblico della Grande Mela per la realizzazione di un live album, così come aveva fatto in precedenza per Live Scenes from New York. La scaletta, com'è naturale, dà maggiore spazio all'ultimo studio album, Octavarium, dal quale vengono riproposte ben cinque tracce, compresa la stessa title-track. Per il resto, la tracklist cerca di contemperare l'esigenza della band di non ripetersi includendo canzoni già proposte su altri live pubblicati in precedenza, con quella di selezionare brani tali da rappresentare al meglio tutta la propria carriera. Significativa, inoltre, la presenza nel secondo e nel terzo disco di una vera e propria orchestra, chiamata, guarda caso, The Octavarium Orchestra, che arricchisce sensibilmente il già elevato livello qualitativo del concerto.
Lo show inizia con due brani tratti da Octavarium, la rocciosa The Root of all Evil e I Walk Beside You, una canzone alquanto discussa visto che per le sue sonorità rimanda palesemente agli U2, ma che tutto sommato in questa versione dà l'impressione di essere leggermente meno derivativa rispetto allo stile della band irlandese. A questo punto, i Dream Theater iniziano un vero e proprio excursus attraverso alcune tappe significative della propria carriera: con Another Won, ritornano addirittura al periodo in cui si chiamavano ancora Majesty, riproponendo poi un brano da ciascuno dei loro primi tre album, vale a dire Afterlife (anche questa risalente al periodo dei Majesty ma poi inclusa su When Dream and Day Unite), la splendida Under a Glass Moon, senz'altro uno dei picchi dell'intero concerto e Innocence Faded, tratta da un altro capolavoro come Awake. Viene saltata A Change of Seasons (già riproposta per intero nel precedente live album), ma ritroviamo in compenso un brano più o meno dello stesso periodo, Raise the Knife, fino ad allora eseguito solo in poche occasioni: un pezzo davvero notevole, di fatto ancora inedito su disco, che rappresenta perciò, proprio per questo, uno dei motivi di maggiore attrattiva per chi fosse interessato all'acquisto dell'album. Proseguendo, non ci sembra proprio casuale l'assenza di brani tratti dal controverso Falling into Infinity, mentre, per contro, non poteva mancare una canzone tratta dal grande successo Metropolis Part 2 - Scenes from a Memory e difatti ritroviamo una versione di The Spirit Carries On. Si chiude qui il primo disco, ma l'excursus intrapreso dalla band prosegue nel secondo, che si apre con Six Degrees of Inner Turbulence (tratta dall'omonimo album), eseguita per intero. Già nella versione in studio, l'Overture di questo brano lasciava intuire come questo si prestasse bene all'accompagnamento di elementi orchestrali. Ed in effetti, il contributo della The Octavarium Orchestra giova davvero al brano che acquista parecchio fascino; inoltre, si ha anche la sensazione che ne venga così accresciuto sensibilmente l'impatto emotivo. Assai efficace il contributo orchestrale pure sul breve e delicato brano Vacant (unico ad essere estrapolato da Train of thought), accoppiato per l'occasione con The Answer Lies Within. Chiude questo disco l'ennesimo brano tratto da Octavarium, vale a dire Sacrificed Sons, con il quale la band tende ad indurire nuovamente i suoni. Sul terzo disco ritroviamo infine solo due tracce (ma si sa, parlando di Dream Theater, la durata non è necessariamente proporzionale al numero dei brani), vale a dire Octavarium, che si evolve, partendo dal suo inconfondibile avvio strumentale, molto atmosferico e dal sapore pink-floydiano, nell'arco dei suoi ventisette minuti, e la splendida Metropolis Pt. 1, senz'altro uno dei loro brani più amati ed apprezzati di sempre.
Certo, a conti fatti mancano comunque tanti altri brani che ogni fan della band desidererebbe trovare in un live, a maggior ragione quando lo si carica di un significato così importante dal punto di vista simbolico e celebrativo. Molte esclusioni si sono rese necessarie, tuttavia, in ragione dei criteri di composizione della setlist che abbiamo sopra esposto, oltre al fatto che, d'altronde, la band ha privilegiato l'inserimento di lunghissime suite come Six Degrees of Inner Turbulence e Octavarium, eseguite per intero, senza contare brani pure alquanto lunghi (tra gli otto e i dodici minuti) come The Root of All Evil, Raise the Knife, The Spirit Carries On, Sacrificed Sons e Metropolis. Inutile dire, a questo punto, come Score possa costituire un'autentica goduria per ogni amante del metal prog ed in particolare per coloro che vanno in estasi per brani dalla struttura complessa e con tempi particolari, caratterizzati da un elevato tasso tecnico: i Dream Theater riescono a realizzare tutto ciò in maniera brillante, grazie anche ad un eccellente amalgama tra gli strumenti, reso possibile dal fatto che questi musicisti suonano insieme già da diversi anni e si conoscono ormai alla perfezione. Come sempre, inoltre, i Dream Theater riescono a creare momenti intensi e carichi di feeling (ad esempio su The Spirit Carries On, su Vacant/The Answer Lies Within o in varie parti di Six Degrees of Inner Turbulence e Octavarium), arricchendo, altresì, tutti i brani con il loro gusto per le melodie fuori dal comune: del resto, è innegabile come questo sia sempre stato uno dei loro maggiori punti di forza che, peraltro, in questo caso, viene ulteriormente amplificato grazie al contributo dell'orchestra. Non può tacersi, ancora, come la performance della band sia impeccabile per tutta la durata del disco, così come la produzione e la qualità del suono siano eccellenti. Insomma, nonostante i numerosi live album realizzati dai Dream Theater prima di Score, questo presenta comunque spunti di notevole interesse e sicuramente si può annoverare tra le loro migliori e meglio riuscite pubblicazioni dal vivo.
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Consiglio, oltre questo live scenes from a memory e at budokan, specie in dvd... Luna park non l'ho ancora testato... |
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Uno dei più bei dischi live mai ascoltati; stupendo. Il medley di Six Degrees è da brividi con un LaBrie che purtroppo non si ripeterà più ( o quasi ). Voto 98. |
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ce l ho in cd, il primo e cd e' piacevole, il resto e' noia totale. |
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bellissimo grande prova come sempre. |
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LaBrie con voce magistrale. ottimo live. Lo riascolto spesso. voto 90 |
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Il miglior live dei Dream Theater, collocato solo di quel poco al di sopra di Metropolis 2000. Devo dire che tra i 2 DVD è una bella battaglia: Live Scenes ripropone l'opera di Metropolis Pt. 2 fedelmente, e ci fa sentire come degli spettatori a teatro; ma Score ripropone tutta la storia del gruppo, in un continuum di canzoni che ne li hanno resi celebri, il tutto arricchito e perfezionato con l'utilizzo della Octavarium Orchestra, la quale dona una completezza al concerto impareggiabile. Poi vedersi Six Degrees e Octavarium suonate per intero è senz'altro unico  |
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quella sera Labrie sembrava avere la voce dei vecchi tempi.... incredibili Under a glass moon e Innocence faded |
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HANNO SUONATO DA DIO ANCHE A ROMA IL 4 LUGLIO 2011. E MI DICONO CHE STANNO FACENDO MERAVIGLIE IN USA NEL LEG INVERNALE. LA NUOVA SCENOGRAFIA PARE SIA MERAVIGLIOSA |
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beh in questo live devono tendono a essere perfettissimi...bel live, c'è poco da dire. |
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Ottima recensione! Mi è proprio piaciuta! E questo indipendentemente dal fatto che i Dream siano il mio gruppo preferito! Sempre sublimi, sempre impeccabili! Li ho sentiti due volte live e tutte e due le volte stavo per mettermi a piangere dalla felicità.... E' un gruppo che live non solo non delude, ma riesce addirittura a stupire! Ancora complimenti, mi hai fatto venire voglia di togliere il cd dalla mensola e inserirlo nel pc  |
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L'ultimo concerto a cui ho assistito (Roma in Novembre) è stato letteralmente SUBLIME!!. Con loro le recensioni non servono, sono sempre indiscutibilmente Meravigliosi. |
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Live Scenes from NY è strabello...quoto!! a Bergamo avevano suonato 2 orette abbondanti ma era stato bello uguale!.. soprattutto perchè avevano fatto change of season!! |
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@Screamforme77: il concerto che ho visto a Milano per il tour di Scenes è durato tre ore abboondanti se non ricordo male... . Stupendo!!! |
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Live stupendo,come tutti i live dei dream theater.Li ho visti 4 volte dal vivo e vi assicuro che danno sempre il meglio,ma sogno una sera di poter assistere ad un super live di 3 ore come quelli pubblicati negli album/DVD.Another Won è davvero una figata.Preferisco di un pelino Live At Budokan,ma il top è Live Scenes From NY grazie alla sua scaletta. |
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@Federico95: Chissà, vedremo, purtroppo siamo sommersi dal materiale ed i live non sono la nostra priorità... |
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Davvero bello, il mio voto è 90, ma il live più bello che hanno fatto è di gran lunga il Live At The Marquee del 1993... A proposito, ci sarà una rece per quello?  |
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@LaSte: prego, figurati  |
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album splendido! è vero che mancano alcuni classici ma i live dei DT sono tantissimi e hanno scalette diverse... e poi la scelta di usare l'orchestra è ottima! lo giudico solo un pelo inferiore a Scenes ... |
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Aah...capito! Che ingegno! Grazie della spiegazione =) |
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In genere il gain si applica al suono complessivo, e per definizione indica il "grado di rafforzamento del segnale", soprattutto per quanto riguarda gli amplificatori. Ma come dici giustamente tu Painkiller, si può considerare anche come semplice guadagno di una certa frequenza, comandata da un preamplificatore o da un mixer.  |
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Il gain, "guadagno" in elettronica è quello che si usa anche per amplificare o meno certe frequenze piuttosto che altre, se non erro è presente anche sui mixer, giusto Renax? |
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Rispondo io (visto che il nome l'ho coniato io): "low gain" negli ampli di chitarra è una dicitura che indica un basso livello di distorsione. In questa sezione di recensioni tratteremo dunque tutti i generi, o determinati album particolari, che prediligono l'uso di strumenti classici o a bassa distorsione... o semplicemente non Metal  |
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Che sorpresa, questa rece non me l'aspettavo proprio! Anch'io ce l'ho in dvd, e ricordo che mi erano piaciuti moltissimo sia SDOIT, soprattutto l'Overture interamente orchestrale, sia Octavarium, per quanto mi avessero lasciata agghiacciata quella sorta di disegnini/cartoni animati della band inseriti sul pezzo! Complimenti al recensore, e già che ci sono ne approfitto x una domanda da totale ignorante, che mi frulla in testa da un po': cosa rappresenta la categoria "low gain"?? Besooos! |
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l'unico live recente dei Theater in cui LaBrie canta bene. Da avere! |
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Grande live ma Live at Budokan gli da una pista a questo!! |
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Non ho i cd, ma commento avendo i dvd Concerto davvero splendido: certo, c'è qualche escluso eccellente, ma da "Six Degrees..." in poi credo che abbian voluto dare spazio a brani che ben si adattavano all'accompagnamento dell'orchestra (che era già spesso presente sugli album in studio). Come scaletta non sarà il miglior live dei Dream, ma come prestazione dei singoli componenti direi di sì, soprattutto per quanto riguarda LaBrie: mai sentito cantare così bene. 9+ |
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Nooooo come hai potuto fare una cosa del genere? Farai i conti con prog, senza dubbio... |
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@Renaz: pensa che io ho pubblicato una settimanella fa Into Glory Ride dei ManowaR con ventisette anni di ritardo! è stata una gestazione lunghissima... |
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@prog: quindi se domani recensiamo un disco dei Dire Straits del '87 siamo in ritardo? |
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siamo un po in ritardo per la rece |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Disc 1 1 The Root Of All Evil 2 I Walk Beside You 3 Another Won 4 Afterlife 5 Under A Glass Moon 6 Innocence Faded 7 Raise The Knife 8 The Spirit Carries On
Disc 2 1 Six Degrees Of Inner Turbulence 2 Vacant 3 The Answer Lies Within 4 Sacrificed Sons
Disc 3 1 Octavarium 2 Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper
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Line Up
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James LaBrie - Voce John Myung - Basso John Petrucci - Chitarra, voce Mike Portnoy - Batteria, voce Jordan Rudess - Tastiere, continuum, lap steel guitar
Octavarium Orchestra arrangiata e diretta da Jamshied Sharifi
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