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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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Vanden Plas - The Seraphic Clockwork
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( 4911 letture )
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Accade ormai con sempre maggior frequenza che una band pubblichi un concept-album costruito su una storia, su un racconto, che si articola nel corso dei vari brani che compongono il disco. I Vanden Plas, tuttavia, nel caso del loro nuovo album, The Seraphic Clockwork, si sono spinti ad immaginare una trama degna di un film di fantascienza, dato che la narrazione è ambientata in diverse epoche storiche e racconta addirittura di un viaggio che un uomo del sedicesimo secolo fa indietro nel tempo, nella Gerusalemme del 33 d.C., anno al quale, convenzionalmente, si fa risalire la crocifissione di Gesù Cristo. Un racconto molto particolare, dunque, che peraltro va a toccare punti che investono questioni spirituali ed escatologiche. Un'impostazione di questo tipo, rischia però, com'è naturale, di produrre un effetto positivo o meno a seconda del grado di coinvolgimento che si riesca ad ottenere nei confronti dell'ascoltatore; inoltre, si corre, altresì, il rischio che lo stesso ascoltatore, andando a ripercorrere sempre la stessa storia, a lungo andare potrebbe trovarla sempre meno stimolante ed interessante. Non sempre, ad esempio, si è portati a rivedere più volte lo stesso film o a rileggere ripetutamente lo stesso libro, per quanto non si esclude che ciò possa comunque risultare piacevole se quell'opera ci ha particolarmente attratti o affascinati.
Certo i Vanden Plas non sono neanche nuovi ad una siffatta impostazione, se si considera che il precedente album Christ 0 s'ispirava al celebre romanzo di A. Dumas, Il Conte di Montecristo. Ci pare, tuttavia, che, finora, la band tedesca abbia conosciuto i suoi momenti migliori quando ha preferito dare piena libertà alla propria creatività ed espressività, puntando tutt'al più su un tema comune ai vari pezzi piuttosto che ad una storia vera e propria: ricordiamo, in tal senso, album di assoluto valore come Colour Temple, The God Thing e Far off Grace, begli esempi di metal prog europeo. Adesso la sensazione è forte che, con The Seraphic Clockwork, i Vanden Plas abbiano inteso tornare proprio su sonorità più vicine a quelle dei loro primi dischi, prendendo le distanze da lavori come Beyond Daylight, dove, invece, la band aveva optato per un sensibile indurimento dei suoni. Non ci sarebbe nulla di male ovviamente in questo, anzi, però va osservato anche come, in generale, la band non sembri riproporre granchè di nuovo e i brani non sembrino presentare grandi idee. Volendo, potremmo parlare di auto-referenzialità, ma forse in questo caso sarebbe più corretto dire che la band ci presenta qualcosa di simile ad una minestra riscaldata: magari viene presentata molto bene, con brani lunghi e complessi (che vanno dai cinque minuti di Holes in the sky ai quasi tredici di On my way to Jerusalem) ma comunque ben strutturati e con una buona performance da parte di tutti i membri del gruppo; se poi però andiamo a guardare alla sostanza, The Seraphic Clockwork aggiunge davvero ben poco rispetto a quanto la band ci ha fatto già sentire in passato. Peraltro, questo disco giunge a ben quattro anni di distanza dal precedente, un periodo nel quale vari componenti del gruppo sono stati impegnati in diversi progetti, tra cui anche musical, per cui sarebbe stato lecito aspettarsi maggiore originalità o quanto meno qualche elemento di novità rispetto al passato. L'album, al contrario, sorprende ben poco e si rivela invece alquanto scontato.
Fatte queste doverose precisazioni, le otto tracce di The Seraphic Clockwork (alle quali si aggiunge una bonus track, Eleyson), come abbiamo accennato sopra, sono alquanto complesse e caratterizzate da una varietà tematica notevole, rimanendo però sempre costruite attorno ad un refrain molto melodico. Viene introdotto qualche timido accenno orchestrale e, in generale, si possono riscontrare evidenti influenze dei Kamelot (con i quali peraltro Werno in passato ha anche collaborato), benchè i principali punti di riferimento della band restino sempre i Dream Theater. Tra gli episodi più convincenti, menzioniamo senz'altro Frequency, un'opener grintosa e di buon impatto (purtroppo la stessa grinta non sembra ritrovarsi nel resto del disco), nonchè il trittico composto da Quicksilver, Rush of Silence e On My Way to Jerusalem, dalla forte connotazione progressiva ed in grado di esaltare al meglio le qualità della band. Non male neanche The Final Murder, che però francamente sembra estrapolata da Far off Grace, tanto ricorda le sonorità di quell'album.
Resta comunque il fatto che i grandi dischi prog di solito crescono ascolto dopo ascolto, proprio perchè, per la loro complessità, possono così meglio essere apprezzati. Reinserendo The Seraphic Clockwork nel lettore, si ha invece proprio l'impressione di rivedere un film già visto e questo potrebbe non piacere a tutti.
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21
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Riascoltato stasera. Album bellissimo. Non il loro picco massimo, ma con loro è praticamente impossibile sbagliare. Qui specialmente nella seconda parte, con pezzi come Quicksilver e Rush of Silence, si toccano livelli molto alti. Voto 83 |
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20
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A me il disco è piaciuto. Il capolavoro della band resta Christ O, ma qui siamo su livelli molto alti. 85. |
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Premetto che ho tutti i loro album e li vidi live 2 volte, la prima non fu il massimo in apertura dei Dream Theater, i primi 2+album sono stupendi e portarono qualcosa di nuovo nel panorama di quegli anni, l’unica cosa che posso dire che sono rimasti forse un tantino prigionieri della loro proposta che risulta un pochino prevedibile alla lunga, ma questo non impedisce loro di realizzare puntualmente musica di ottima fattura. |
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Premetto che ho tutti i loro album e li vidi live 2 volte, la prima non fu il massimo in apertura dei Dream Theater, i primi 2+album sono stupendi e portarono qualcosa di nuovo nel panorama di quegli anni, l’unica cosa che posso dire che sono rimasti forse un tantino prigionieri della loro proposta che risulta un pochino prevedibile alla lunga, ma questo non impedisce loro di realizzare puntualmente musica di ottima fattura. |
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Premetto che ho tutti i loro album e li vidi live 2 volte, la prima non fu il massimo in apertura dei Dream Theater, i primi 2+album sono stupendi e portarono qualcosa di nuovo nel panorama di quegli anni, l’unica cosa che posso dire che sono rimasti forse un tantino prigionieri della loro proposta che risulta un pochino prevedibile alla lunga, ma questo non impedisce loro di realizzare puntualmente musica di ottima fattura. |
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16
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Il problema dei Vanden Plas è che non si sono mai veramente staccati dalla forte influenza dei Dream Theater,forse è per questo motivo che la loro popolarità non risulti straripante e che siano un tantino sottovalutati.. E' però indubbio che si tratti di una formazione ottima tecnicamente e autrice di pregevoli album di progmetal "classico" o "derivativo" che dir si voglia.In questo S.C si ripetono un pò e non appaiono al massimo della forma dopo la loro opera migliore "Crist'O".Non è comunque un brutto album, è sicuramente meritevole di ascolto se non altro per la professionalità dei musicisti che riescono sempre a mantenersi su livelli più che degni.D'accordo con il recensore,70 è il voto giusto. |
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15
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The God Thing è un capolavoro del progressive metal al pari di colonne portanti come Images & Words, Operation Mindcrime e simili. The Seraphic Clockwork è un grande disco in puro stile Vanden Plas, che non si allontana dallo stile dei loro ultimi lavori (Christ 0, Beyond Daylight). |
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14
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Concordo con k3nwood, gruppo mooooolto sottovalutato capace di sfornare dischi di qualità. Ascoltate Colour Temple e The God Thing e vedrete che non ve ne pentirete |
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13
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Io lo trovo un disco molto bello, un sacco di melodie azzeccate, non sono per niente deluso da una band che è sempre più sottovalutata |
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12
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A me non sembra per niente inferiore a Christ.0. |
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meno male che c'è qualcuno che mi dà ragione.In attesa del nuovo Star one,per me è disco dell'anno |
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10
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per me merita di più di 70. è un bouon lavoro, sotto tutti i punti di vista. |
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9
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il disco va ascoltato più volte,cosi' come deve essere per un cd di prog metal.Rush of silence,Hole in the sky,sound of blood svettano sulle altre,non può non piacere a chi ascolta il prog metal fatto in una certa maniera,e i VD Plas lo sanno fare molto bene.Ringrazio la Frontiers per averli presi con loro,se no chissà che fine avrebbero fatto. Grazie ai Vdplas,ai Symphony x ,ai Redemption per farci ancora sognare |
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8
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«Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo. Un uomo sgradevole. Credo di avere mal di fegato. Del resto, non capisco un accidente del mio male e probabilmente non so di cosa soffro. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se rispetto la medicina e i dottori.» (da MEMORIE DAL SOTTOSUOLO di Fëdor Dostoeskij). Ascoltando da molti anni il prog. sembra che io non riesca più a farne senza. Si, è come una malattia, alla quale non desidero curarmi perchè non comprendo il male che mi affligge. Solo oggi riesco a pensare che molto probabilmente i Vanden Plas mi incuriosicano, la loro tipologia compositiva ricorda fortemente l'approrccio ad un musical di Broadway, (ricordo molto volentieri la loro performance con "Gethsemane" estratto dal musical "Jesus Christ Superstar" ed incluso nel loro "Christ.O"). The Seraphic Clockwork lo assaporato e fagocitato tre volte, e lo definirei un "cd palindromo"....anche cambiando l'ordine di ascolto il significato non cambia, un concetto per me soggettivo molto noioso e ripetitivo. Provo ancora ad ascoltare le tracce, ma più di tanto non mi cattura, nessun brano, ma non smetterò mai di provare e riprovare e riprovare ancora perchè sono "malato" per sempre del prog.Metal.. A presto. Jimi TG. |
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7
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gran bel disco,è da "beyond daylight " che viaggiano al di sopra di ogni altra prog metal band europea,sul fatto che poi qualcuno dice che si ripetono allora prendiamo il secondo disco di qualunque power metal band e stronchiamolo sul nascere.Sono e resteranno la metal band più sttovalutata degli ultimi 10 anni,e mi dispiace molto perchè darei non so cosa per vederli headliner,speriamo che accada cosi' come con gli Shadow Gallery |
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6
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un buon album,mi aspettavo di piu'.. |
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5
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Molto bello questo disco, avete già detto tutto quello che avrei voluto dire io, non posso che quotare in pieno Daveg e Alex! |
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4
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Daveg68: hai fatto un commento che descrive al meglio nella sua sinteticità l'album! Quoto in pieno! I termini RAFFINATO ed ELEGANTE ci calzano a pennello a questo disco! |
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3
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sì, chiaramente è un disco che non delude le aspettative, 'elegante' è effettivamente un termine che calza bene. Il concept è d'impronta fantasy-history ma soprattutto m'è parso abbastanza confusionario, o eccentrico per usare un eufemismo. Però pur non avendo altri loro lavori non faccio fatica a credere che non presenti spunti particolarmente originali rispetto ad essi. |
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2
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Disco raffinato, elegante e potente, da ascoltare molto attentamente. Certo fare paragoni col possente predecessore potrebbe apparire sconveniente, ma credetemi è un grande disco, percepisci particolari diversi e nuove sensazioni ad ogni ascolto. "holes in the sky" "quicksilver" "rush of silence" al momento mi sembrano i momenti più coinvolgenti... La versione che posseggo, oltre al bonus track comprende una traccia video estratta da un musical scritto dal cantante. Secondo me, una band da supportare.. |
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1
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album raffinato, di poco inferiore al suo predecessore |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Frequency 2. Holes In The Sky 3. Scar Of An Angel 4. Sound Of Blood 5. The Final Murder 6. Quicksilver 7. Rush Of Silence 8. On My Way To Jerusalem 9. Eleyson (Bonus Track)
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Line Up
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Andy Kuntz (vocals) Stephan Lill (guitar) Torsten Reichert (bass) Andreas Lill (drums) Günter Werno (keyboards)
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RECENSIONI |
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