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21/03/24
KRASUE + ANTARES + WAH ‘77
FREAKOUT CLUB, VIA EMILIO ZAGO 7C - BOLOGNA
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( 5632 letture )
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Voci nella foresta, strani spiriti sussurrano antiche litanie all’ombra oscura e malevola di selve buie e immortali. In questo gelido e onirico universo nordico, si aggirano creature senza nome e senza volto, nascoste agli occhi impauriti e pavidi dei mortali. Gli uomini scrutano pensierosi la nebbia sulle montagne lontane, guardano ma non vedono, aspettano tremanti che la Natura si scateni e piombi loro addosso, con il fragore di un tuono e il rombo di una montagna che si spezza. Non è un trip di funghi allucinogeni, tantomeno un affascinante incubo da cui ci si risveglia sudati e inquieti. È solo la fumosa ed esaltante sensazione che sembra strisciar fuori dal lettore non appena una mano incauta vi getta dentro quello che probabilmente rimane ancora oggi, a quasi dieci anni dalla sua pubblicazione, il capolavoro indiscusso del folk metal mondiale.
Tempo di caccia in casa Finntroll, Jaktens Tid nell’antico idioma svedese che i nostri scelgono per raccontare le gesta dei Troll, temibili creature che infestano le fantasie (e i boschi) finlandesi. Chiamati alla prova del fatidico secondo album, dopo il successo inatteso dell’ottimo Midnattens Widunder, il combo finnico sfonda le porte del nuovo millennio a colpi frenetici di humppa (danza tipica con evidenti riferimenti alla polka, di cui condivide l’approccio popolare e parte della strumentazione) miscelata con sfuriate black metal costanti e devastanti. Ciò che ne fuoriesce è un folleggiante ed epico miscuglio di tradizioni folk e ritmi estremi con un cantato lacerante e profondamente ironico. Mai il continente musicale europeo ha visto nulla del genere. Eppure l’incipit lascia spiazzati, attoniti, quasi spaesati. Tamburi nella notte e un andamento cadenzato, fiati in lontananza accompagnano l’incedere di Krig, prima traccia dell’album, una sorta di breve viaggio nelle profondità del tenebroso e alberato cosmo dei Troll. Giusto il tempo di abituare gli occhi al buio che le tastiere di Födosagan squarciano le tenebre e danno il via alle danze: la voce stridula di Katla scatena la caccia agli ignari abitanti dei villaggi al limitare della foresta, mentre i cinque minuti del brano scorrono via tra passaggi acustici e riflessivi e assoli al fulmicotone. Il Finntroll-sound è ancora lontano, pochi tempi veloci e uno scorrere ancora decisamente maestoso delle note: cori lontani preparano a un refrain ossessivo e ipnotico, oscuro e dannatamente malato. Sembra tutto sfumare nel buio più recondito di una miniera tolkeniana, quando all’improvviso Slaget Vid Blodsälv scatena il delirio: addio atmosfere tetre e antiche, benvenuti in un’osteria da quattro soldi stracolma di loschi beoni totalmente ubriachi. La birra scorre a fiumi, come le note della fisarmonica in questa discesa danzereccia negli anfratti di una festa vichinga. È impossibile trattenere testa e gambe e non lasciarsi trascinare sottobraccio nel vortice delirante della successiva Skogens Hämmd, in cui la furia black metal attanaglia il ritmo del ballo folk più sfrenato. L’apice emotivo e compositivo del marchio finnico si condensa probabilmente nel finale di questa traccia e nell’inizio della title track, che prosegue e persegue l’incontrollabile rincorrersi di tastiere e chitarre nel sottoscala alcoolico dove i nostri giganti barbuti stanno festeggiando il bottino appena conquistato. Giusto il tempo di rifiatare con la simpatica e straniante Bakon Varye Funa, ironica traccia strumentale di un paio di minuti, che è già tempo di ricominciare la caccia a uomini e animali a colpi di fisarmonica e urla dal profondo delle caverne. La qualità dei brani rimane altissima, non stancando mai nonostante l’ecletticità continua degli stili proposti: Kitteldags e Krigsmjöd scorrono via tra refrain orecchiabili e il costante alternarsi di fisarmonica e tastiera. Si cavalca verso la fine, ma le sorprese sono solo all’inizio. Vargtimmen sembra partire come una colonna sonora ideale per un western ambientato sulle cupe vette scandinave, prima di sfociare in una brano diretto, senza fronzoli, heavy e catchy al punto giusto. Le danze sono momentaneamente accantonate per una preghiera corale al Dio supremo, affinché il nemico sia terrorizzato e sconfitto alla sola vista delle creature della foresta. Mai abbassare la guardia davanti ai Troll: nessuna preghiera, nessun esorcismo li può fermare, e l’incipit orante in latino di Kyrkovisan versa inevitabilmente nel ruggito della bestia e nel brano più furioso dell’album. L’(auto)ironia del combo finlandese non viene mai meno, divertendo e amalgamando materiale mitico e musicale piuttosto eterogeneo senza mai scadere nel pacchiano o nel ridicolo. Den Hornkrönte Konungen sprona nuovamente i cavalli al galoppo e lancia l’ultima traccia dell’album, Aldhissla. Oltre sei minuti piuttosto particolari, vorticosi e affascinanti, come un’ode al vento lontano: tamburi e cori creano una coltre di epicità, spazzando gli ultimi residui di birra dal pavimento dell’animo per trasportare guerrieri e armi su una distesa di battaglia nebbiosa e lontana. Una sorta di peana scandinavo in cui il pro patria Finlandia di stampo Impaled Nazarene (la cui storia è direttamente intrecciata con quella dei Finntroll) prende vita e viene difeso a colpi di ascia. Il soffio di una brezza leggera conclude (o forse no…) la caccia, ma le sorprese in casa Finntroll sono il piatto più prelibato e la voglia di tornare strisciando al boccale lasciato mezzo vuoto sul bancone è troppo forte.
Probabilmente la storia del folk metal non sarebbe stata la stessa senza Jaktens Tid, migliore incarnazione dei Finntroll che furono e capolavoro tuttora ineguagliato. Impossibile prescinderne, impossibile non rimanerne affascinati, incantati, sedotti. I Finnvox Studio dove Katla e soci concepiscono questo piccolo gioiello garantisce una qualità di suono praticamente inaccessibile per la stragrande maggioranza del panorama folk metal (e non solo) continentale: quello che esce fuori è una pietra miliare, reso ancora più unico dalla tragica fine del chitarrista Somnium e dall’abbandono forzato di una delle più grandi voci che il black metal abbia mai avuto. Tutto ciò crea un alone di malinconica bellezza ad ogni singola melodia, come se si stesse osservando un quadro nebbioso e fugace, ma al contempo intimamente ipnotico e suadente. E se alla fine la sensazione è quella di girarsi e rigirarsi nelle coperte dopo una sbornia colossale, allora la cosa migliore è bere l’ultimo sorso della bottiglia e rintanarsi sotto il lenzuolo: una creatura della notte potrebbe bussare alla porta da un momento all’altro…
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Album incredibile, un mix di atmosfera ancestrale, violenza ed esplosivitá. Semplicemente meraviglioso |
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forse la migliore band del genere.gran bel disco di folk viking metal! |
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indubbiamente quest'album e nattfodd rappresentano l'apice della loro carriera |
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Ragazzi che fenomeni!!!! li ho scoperti a 43 anni.....ma ora mi faccio tutta la discografia!! |
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Bello, veramente bello... Jonne dei Korpiklaani che canta in Yoik su Jaktens Tid è il massimo! Voto:95 |
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Sì, ma è l'unica parola in finlandese che conosco! Per il resto... Non m'interessa |
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@Unia: figurati... non avevo notato prima ma immagino tu sappia di avere un nick in finlandese ! |
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@Delirious Nomad: grazie. In effetti notavo la leggera "somiglianza" di alcune parole con il tetesco. Tanto per esserne sicura, è sempre meglio chiarire. |
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@Unia: no, é svedese, lingua ufficiale in finlandia come il finlandese. Si vede che titoli e testi sono di estrazione germanica, se fosse finlandese non sembrerebbe nulla di conosciuto... ad esempio Moonsorrow cantano in finnico |
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Sì, concordo in pieno! Jaktens Tid lo considero un capolavoro. Intro ed outro mistici, quasi "glaciali". Ricordano le foreste finlandesi con quel senso di pericolo in agguato... Brani ballabili e divertenti come "Skogens Hammd", "Vargtimmen", la stessa che ne porta il titolo (un qualcosa di veramente... finnico!), e l'epica "Aldhissla"... Davvero bello! Voto 9.5, oltre che la simpatia verso questo impareggiabile gruppo! E' l'ora della caccia! P.S: l'idioma, perdona l'ignoranza, non è finlandese? |
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Lavoro fresco, dinamico, divertente e fottutamente buono!! voto 88 |
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Eh eh questo è lo stile dei mitici Finntroll!! Musica coinvolgente, dannatamente ispirata e che diverte ad ogni ascolto!! Voto 90 con convinzione!! Grande band e grandissimi "Trollhorn" Sorvali e Katla: vi adoro!! |
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lavoro straordinario, vero capolavoro del genere. Voto: 92 |
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Il migliore dei Finntroll! Album leggendario! Slaget Vid Blodsälv e Jaktens Tid sono straordinarie. |
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Semplicemente il miglior gruppo Folk Metal di sempre! Passeranno alla storia (o lo sono già?) |
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Diciamo che dalla prima demo a Nattfodd sono stati i tempi d'oro dei Finntroll. anche se il mio preferito resta il mitico debut. |
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Bello, il mio preferito cmq resta il debut. |
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che bello tra un pò mi arriva originale!!!!!! Cmq ha ragione blackster, questo ed altri album sono essenziali ed inarrivabili nell'ambito folk |
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Per me quest'album non ha voto, è semplicemente sensazionale, è una parte di storia... bella recensione. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Krig 2. Födosagan 3. Slaget Vid Blodsälv 4. Skogens Hämnd 5. Jaktens Tid 6. Bakom Varje Fura 7. Kitteldags 8. Krigsmjöd 9. VargTimmen (Hedningarna cover) 10. Kyrkovisan 11. Den Hornkrönte Konungen 12. Aldhissla 13. Tomhet Och Tystnad Härska
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Line Up
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Katla (Voce) Skyrmer (Chitarra) Somnium (Chitarra) Tundra (Basso) Trollhorn (Tastiera) Beast Dominator (Batteria)
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