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15/12/19
FOLKSTONE
DRUSO - RANICA (BG)
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Esiste una profonda ma travisabile differenza tra un'entità dotata di talentuosità ed un'altra provvista di genialità, una diversità che razionalmente riusciamo ad individuare in quanto materialmente identificabile, ma che istintivamente potrebbe portarci ad equipararle, confondendo il nostro metro di giudizio. Il talento ha la capacità di sopravvivere autonomamente: chi ha talento ha spiccate qualità, ottime doti ed una rilevante propensione nei riguardi di uno stile espressivo adattabile in molti frangenti ed ambienti; il talentuoso riesce a comprendere e conformarsi con il genio in quanto la sua caratteristica principale non è quella di parlare una lingua propria ma è quella di riuscire ad eseguire, con delle capacità fuori natura, l'arte e l'idea di soggetto esterno. Al contrario, il genio è dotato di un'incontenibile quantità di estro e creatività, le quali possono costituire un esempio di linguaggio rendendolo capostipite di una corrente artistica, rendendo le proprie opere il modello a cui ispirarsi per altri artisti latenti in originalità. Ma il genio non potrà mai sopravvivere senza la giusta levatura talentuosa, l'idea geniale, se mal eseguita o mal comunicata, potrebbe prendere più la forma di un esperimento mal riuscito piuttosto che di una linea guida per le generazioni a venire, quindi nel genio deve esistere una capacità talentuosa intrinseca.
Gli Alter Bridge nascono come band talentuosa, successivamente allo scioglimento degli acclamatissimi Creed e nel 2004 debuttano con One Day Remains, ottimo album dall'esplosività ricercata ma ancora troppo ingabbiato nelle idee di quello che era stato il loro recente passato, un platter che non li fece decollare come artisti ma che riuscì a ravvivare un fuoco interiore quasi spento, grazie al disco d’oro conquistato negli USA. Nel 2008 l'uscita di Blackbird mutò i punti di vista nei confronti della band, che rivolse lo sguardo verso sonorità più personali dando vita ad uno degli album post-grunge dalle proprietà indelebili, una concezione di stile quasi completamente rinnovata nata dalle quattro mani di Myles Kennedy e Mark Tremonti che portano la band al limite della genialità di cui parlavo prima e ad una maturità degna delle band simbolo che immortalarono il loro passaggio nella storia. Con la sincerità più spassionata, ritengo che Blackbird sia veramente un album dal quale prendere esempio, sia per il livello tecnico-strumentale che tecnico-vocale dimostrato, per l'estro compositivo d'altissimo livello, per la passionalità ritrovata e per la durabilità del piacere d'ascolto anche a distanza di anni. Riuscire a raggiungere e superare questi standard di produzione, arrivati già ad una taratura elevatissima, è una condizione che appartiene ad una categoria di personaggi che nelle prime righe ho definito geni e detto questo potete immaginare da soli quali e quante aspettative possa aver scatenato la mia mente quando è venuta a conoscenza dell'uscita del terzo album degli Alter Bridge.
AB III stupisce, proprio quando si pensa che non esistano strumenti per riuscire ad equivalere o addirittura superare se stessi, ecco che la mancanza di positive aspettative viene surclassata dallo stupore che lascia scattare la molla dell'entusiasmo. AB III forgia a fuoco il cambio di direzione della band che abbandona totalmente la naturale scia Creediana, allontanandosi da un sound ai limiti del sintetico ed inserendo suoni più scuri e pesanti grazie ad un Mark Tremonti roccioso, dalle sonorità più grezze e sanguigne, mantenendo in prima linea la straordinaria magia dell'ugola Kennedyana e lasciando invariato l'assetto acustico del resto della band.
L'apertura con Slip To The Void fa subito stilare una lista delle tante differenze che potrebbero riscontrare durante tutto l'ascolto; la morbida ambientazione creata dalla fusione di Brian Marshall con la quasi irriconoscibile tonalità adottata da Myles Kennedy fanno subito salire l'attenzione che aumenta progressivamente e parallelamente ai cambi ritmici di base e le impennate epiche di un insuperabile Kennedy, al massimo della forma. Con Isolation e Show Me A Sign l'incrudimento dei toni si fa vero: seppur abbastanza melodiose ed orecchiabili, le tracce contengono degli stacchi profondamente accattivanti, che spezzano l'onda melodica con urti estremamente catchy e soli qualitativamente ed espressivamente meravigliosi. Esistono poi tre tracce nel platter dalle quali non riesco ad allontanare la mia attenzione, tre tracce che si rincorrono continuamente nella mia mente, tre capolavori del post-grunge dall'espressività unica. La prima è All Hope Is Gone, che apre con un arpeggio di chitarra semi-folkeggiante, ritmicamente lento ma in continua e progressiva ascesa, dalle ambientazioni meditabonde e pesanti che ricoprono la traccia con un ritmo di superficie affascinante e magnetico. Il brano entra nella sezione dei riff pesanti solo nella seconda parte, inserendo un sound più fresco e duttile, prima di un altro grande assolo di Tremonti, che esprime il meglio di se stesso. Poi Still Remains, apertura con riff pesanti molto Seattle-ani, suoni massicci, granitici, presenti ed adattissimi per essere fusi con le impressionanti melodie espresse da un orgasmico Kennedy. Infine I Know It Hurts, apertura martellante con riff semplici ma efficacissimi, carichi di grinta e voglia, alleggeriti dall'ingresso del sostegno dei vari cori presenti, capitanata ancora una volta da una performance vocale senza difetto, ma la melodia viene arpionata nella parte centrale da un riff mostruoso e pesantissimo che trita la voce di Kennedy per poi ricomporla e farla volare via con il glorioso carattere che la contraddistingue. Ma all'interno dell'album non potevano mancare le classiche “ballads” in perfetto stile Alter Bridge, quali Ghost Of Days Gone By, Make It Right, Wonderful Life, Breathe Again e Life Must Go On, aperture lente ed acustiche prima di aprirsi alla pesantezza delle chitarre che si uniscono ad un coro ampio e voluminoso, con un Kennedy sempre in prima fila, che fortifica la sua consapevolezza di bravura ed unicità. Forse uno stereotipo di se stessi che non va ad arricchire un giudizio, ma che lo lascia statico ed invariato, perchè già ripetutamente ascoltato, sempre ottime esecuzioni, ma stilisticamente un po' sterili.
AB III è sicuramente uno dei migliori album del 2010, un concentrato di carattere e singolarità attribuibili a pochi, ma restano sempre e comunque presenti piccoli e quasi impercettibili richiami stilistici già passati nelle mie orecchie, alcune inflessioni della voce in Breathe Again e Words Darker Than Their Wings richiamano palesamente Jeff Buckley, o in Slip To The Void dove alcuni riff si riagganciano a dei passaggi tipicamente Slipknot. Piccoli passaggi inconsistenti che, raffrontati ai miei metri di giudizio, mi spingono a definire AB III un album geniale ma non perfetto in ogni sua parte. Ad una band come gli Alter Bridge manca ancora un ulteriore passo in avanti, le manca la forza di allontanarsi dai “necessari” concetti di vendibilità del prodotto, scrollarsi di dosso la necessaria glassatura stilistica che gli ha sempre permesso di vendere milioni di copie: se solo riuscissero a spezzare completamente le catene che li tengono legati ai diktat delle major, potremmo veramente assistere alla nascita di un capolavoro storico da poter vivere in prima persona, riscattando la fortuna che hanno avuto i nostri vecchi per essere cresciuti nel periodo storico più rivoluzionario di tutta la storia umana. Continuate a seguire questa band e comprate i loro album, perché un 3 su 3 di queste proporzioni risulta raro e tutto questo fa decisamente ben sperare.
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VOTO LETTORI
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80.26 su 143 voti [
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Ma che cazzo ti frulla nel cervello per metterti il nome di Berlusconi come nickname???Vaffanculo |
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Un bel disco che racchiude tutti i marchi di fabbrica che rendono grandi gli Alter Bridge,c'è qualche canzone meno riuscita ma il livello è sempre alto! |
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I lavori degli Alter Bridge si mantengono più o meno tutti sullo stesso livello a partire da Blackbird. Un livello molto buono, se circoscritto al genere. Un ottimo vocalist e un buon chitarrista fanno il resto. Quest'album tende ad essere un po' troppo melenso in alcuni episodi (ghost of days gone by, wonderful life) ma recupera alla grande su altri (slip to the void, isolation, all hope is gone). 86. |
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Non ho mai amato il 'post-grunge'... In realtá non ho mai reputato la corrente della Seattle anni 90 un vero e proprio genere musicale, piú culturale. Alcuni artisti hanno comunque riproposto il lavoro di cobain, cornell and company, a partire dal nuovo millennio in poi in una salsa alquanto banale e sdolcinata, patinata... Una tristezza commercializzata, di plastica. (es. Puddle of mud, Seether). All' inizio ilmpregiidizio mi allontanó anche dagli Alter... Un grosso errore. Loro sono diversi. Questo album addirittura mi é sembrato meglio di quello dei nuovi alice in chains, pubblicato un anno prima. Hard rock anni 80, influenze del Seattle sound, di Jeff Buckley per quanto riguarda l'approccio vocale dalle tendenze soul. Tutto ció condito con un riffing potente, incisivo, sempre creativo e guizzante, che si scontra con i ritornelli piú ariosi e con gli arpeggi sognanti. Si crea una bella atmosfera dolce-amara.... Molto radio-frendly in fin dei conti... Ma forse é questo il modo piú semplice per far avvicinare la grande musica ROCK alle grandi masse, un' altra volta. Rock ormai quasi sepolto dal business musicale piú becero. Voto: 89 |
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Dei quattro è quello che preferisco di meno forse a causa di una eccessiva lunghezza (65 minuti). Words darker than their wings e Slip to the void i vertici del cd. Myles ci conferma tra i cantanti più dotati in circolazione e Tramonti è indiscutilbmente un chitarrista sopra la media. 75 |
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questo album lo conosco e fa proprio skifo grazie!!!! |
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Sicuramente più variegato rispetto ai primi 2,molto più dark e heavy,anche se a mio avviso,qualche pezzo presenta qualche linea melodica somigliante con altri brani dell'album.L'unica pecca è la mancata sperimentazione di nuovi sound,sopperita con l'uscita del nuovo Fortress,di cui aspetto la vostra recensione.Voto AB III:85 |
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Album fenomenale, per me il migliore della loro discografia (che è di livello elevatissimo!!!) |
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che capolavoro, 3 su 3!!! |
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Veramente un gran bel disco, voto: 91 |
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Mi ricordo che la prima volta che mi avvicinai a questo gruppo fù quando andò a guardare su Rock Tv un programma che si chiama On the Road, era basato sui Alter Bridge mi hanno toccato così tanto che mi andai ad ascoltare tutte le canzoni di tutti e 3 gli album, devo dire che sono molto bravi spero che anche il 4 album sia bello come i 3 precedenti |
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Scusate, ma il pc rallenta le pagine web e le visualizzavo male! confermo il mio primo commento. Scusate ancora il casino! |
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ho sbagliato commento!!! |
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Un passo falso: un album più leggero dei primi due: Fin qui potrebbe anche andar bene, ma il songwriting ricalca quello delle due precedenti produzioni alleggerendolo parecchio e non aggiungendo nulla. Album noioso, quasi tutto di parti lente e melodiche. E poi Wonderful Life è mezza copiata da Watch Over You e mezza da In Loving Memory!!! Voto 75 : delusione  |
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escludendo i primi due o tre pezzi iniziali ke mi son piaciuti il resto non mi ha detto molto... |
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dopo un migliaio di ascolti: All Hope Is Gone > Blackbird In generale darei un mezzo voto in più a AB III rispetto a Blackbird. Tipo un 8 e un 8.5 |
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@ Jack: la forma più corretta sarebbe "A me fan cagare" |
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@ Jack: complimenti per il commento molto approfondito che chiarisce a tutti il perchè gli AB non hanno successo al punto che l'Atlantico di Roma l'altra sera era vuoto c'ero solo io, mio padre HMITL e Rob Your Darkest Hour. Hanno suonato lo stesso solo per noi tre. Ma sturati le orecchie che è meglio c'era un pienone da paura!!!! |
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è semplicemente... fantastico. |
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SEMPRE UN GRANDE MARK TREMONTI CHE SIA CON SCOTT STAPP O CON MYLES KENNEDY E' LUI CHE FA DA IDEALE CONTINUAZIONE CON IL VECCHIO ROCK DEGLI ANNI 70 E 80. VIVA I CREED E GLI ALTER BRIDGE |
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oooppsss! Errata corrige più che ovvia. E' evidente che mi riferivo a Novembre 200... 8! Eh Eh! 27 se non ricordo male... Gran sfacchinata, tra aereo, navette... Ma ne valse la pena!!! Oggi non saprei se ripetere l'esperienza a Roma. In scaletta ci sarebero troppi pezzi che non gradirei. O meglio, che non mi farebbero né caldo né freddo... |
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mmm... Come dire!? OK, facciamo così, riassumo com'è andata per me, cercando di riportare più o meno le sensazioni avute nel corso dei 30 (TRENTA) ascolti. 1° ascolto: "mmm, bella botta, però non m'è rimasto granché, sicuramente è un album che crescerà ascoltandolo!"; 10°: mmm, continua a non prendermi per nulla, anche se c'è qualche idea veramente buona, andiamo avanti!"; 20°: "ufff, sembra che non abbiano pensato ad altro che aumentare gain e riff duri, per il resto testi mediocri e melodie col tempo nauseanti (Ghosts Of Days Gone By). Proviamo ancora, non possono aver fallito così!!!"; 30° "BASTA!!! RIDATEMI BLACKBIRD!!! RIDATEMI LE EMOZIONI CHE MI AVETE REGALATO CON DUE SPLENDIDI DISCHI!!!". Conclusione, non ha nulla di ciò che ha reso grande un album come Blackbird. Penso proprio abbiano toppato alla grande, creando un album formalmente ottimo, ma emozionalmente molto carente, a parte una metà della tracklist che qualcosa me l'è riuscita a dire. Sinceramente, dopo il crescendo avutosi fino a Blackbird, non immaginavo un album manieristico da parte loro, avendo appunto mostrato una discreta forza e coraggio nel non ripetersi con un album tutt'altro che facilissimo come il secondo. Beh, mi spiace molto, ho creduto in loro moltissimo, e a novembre 2009 all'Alcatraz avevo la pelle d'oca, cosa che nessun brano di AB III, al 30° ascolto (devo dire pesante), è riuscito a provocarmi. La mia valutazione in termini numerici è 65. Con buona pace di tutti. Saluti!!! |
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Sarò forse in controtendenza, ma lo reputo un disco certamente buono, ma continuo a preferirgli Blackbird. Sarà per la presenza della title track, forse uno dei migliori pezzi degli ultimi dieci anni, ma per me AB III è inferiore a Black Bird. Ciò detto, sottolineo che a mio avviso si tratta comunque di un disco che si assesta sull'80 come valutazione numerica. |
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Disco superrbo e Life Must Go On una delle migliori canzoni del 2010. Voto 90 |
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ottimo album, come del resto la band: incredibile come in 3 album non abbiamo mai sbagliato un colpo ma soprattutto non hanno mai lasciato quel senso di insoddisfazione, magari proponendo un lavoro bello si ma che ti lascia quel senso di vuoto. AB III è forse il loro disco più maturo, dove la hit manca, ma ogni singola canzone fa grande questo nuovo e bellissimo cd. E poi ragazzi, c'è una band solida e un cantante pazzesco, la voce di Myles è una delle più belle in circolazione |
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ivan il serbo ti tengo d'occhio.. |
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Album meraviglioso...Gli alter bridge ci regalano un capolavoro che difficilmente verrà scordato.Difficile trovare aggiettivi per una band che ad ogni lavoro ci entusiasma per le idee proposte e per la talentuosità con cui riesce a realizzarle.Genialità e tecnica fuse perfettamente,con il risultato di meravigliarci ad ogni ascolto!! |
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splendido album.. forse blackbird un pelo superiore.. 3 dicembre a nonantola! brividi XD 90/100 |
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migliorano sempre con gli anni ... grandiosii poliedrici ed originali |
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Una GRANDE Band... e anche questo Album è all'altezza del nome che portano... anzi... di più ancora... non c'è un passo falso... GRANDI GRANDI e ancora GRANDI...!!!! |
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Cresce costantemente con gli ascolti. La qualità è più livellata rispetto ai precedenti CD, le canzoni si equivalgono decisamente l'una con l'altra. 80/100 |
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dopo vari ascolti sono arrivato alla conclusione che questo è esattamente l'album che volevo dopo blackbird,è la naturale prosecuzione,tremonti-kennedy fantastico binomio, ancora una volta un album meraviglioso |
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@Davide: sono sicuramente sopra il milione di copie vendute, anche senza i dati di questo qua. |
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@davide..scusami davide ma quando dici che la differenza con i creed dello scorso anno non è evidente,ci stai prendendo in giro vero?no xchè altrimenti mi comincio a preoccupare..il nuovo album degli alter bridge presenta delle vistose differenze,sia se paragonato ai vecchi album della band,sia se paragonato ai creed..ascoltati quest'album una decina di volte,cogli le sfumature,gli umori,ascoltati bene i vari riff,poi ne riparliamo,ti diro' una ad una tutte le differenze di quest'album,mettendolo a confronto con il passato,non lo faccio ora per non influenzare il tuo ascolto..ma fidati di me..cerca di andare piu' in profondità.. |
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@Zarathustra, attenzione però perchè i numeri americani sono ben diversi da quelli gloriosi, vendi 50.000 copie già se sei al 4°, 5° posto in classifica che considerando la popolazione non è un granchè e soprattutto c'è da tenere presente che i Creed negli States sono un'istituzione e un pò si riflette pure sugli alter il successo. Io dicevo che agli Alter voglio bene, mi hanno appossionato all'esordio e pure sorpreso nel secondo album, ora ammetto che ci sono dei cambiamenti ma sono cosa leggera, soprattutto scusate la differenza con i Creed dello scorso anno non è così evidente come dovrebbe essere. Poi produrre un album di 14tracce è veramente troppa roba e dalla 6 già la tensione va giù di brutto. |
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Ma che acuti tira Myles in "Breathe Again" e nella conclusiva? O_O Confermo quanto detto: più l'ascolto e più mi piace! Forse 2-3 tracce un po' sottotono per cui senz di quelle sarebbe stato perfetto, ma che album...! |
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Bravo Davide ... mi piace la gente obiettiva e soprattutto che riesce a cambiare il suo punto di vista nei giudizi ... io ascolto 30/40 volte un album prima di scrivere il verdetto finale ... sapessi quante volte (mentalmente, nel mio silenzio) ho stravolto il voto definitivo! Bravo ... |
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lo stò letteralmente divorando! |
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Avendolo ascoltato bene,devo dire che la recensione è perfetta,sia nel voto,che sulle canzoni migliori. Le tre che hai citato,insieme alla prima "Slip to the void",fanno la differenza. L'unica piccola pecca,secondo me è un leggero calo,nella seconda parte del disco. Comunque in sostanza,onore e gloria agli Alter Bridge . |
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Davide: posso confermarti che i numeri delle vendite stanno là (solo in america 30 settimane in classifica, con picchi in top 10, sono abbastanza eloquenti: non è mica come in Italia, che con ventimila copie sei sul podio!)  |
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@Davide: ma infatti non li ho mai definiti GENI ... ho solamente fatto capire che MOLTI li definiscono geni, ma che in realtà gli Alter Bridge sono una band molto talentuosa, molto vicina alla genialità. Riguardo alle soluzioni, credo che questo sia l'unico album di stacco rispetto al passato e le soluzioni "armoniche" sono molto ma molto cambiate. ) |
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la parola GENIO in ogni suo possibile applicazione è meglio lasciarla riposare nel dizionario e MILIONI DI DISCHI? ma in quali classifiche precisamente? Molto rispetto che non è mai calato molto dal primo album dei Creed datato 1997 ma qui si gira sempre intorno alle medesime soluzioni. |
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Ps Vero, nemmeno io ho ancora trovato la track memorabile, ma non è poi così grave...si tratta effettivamente di un album più monolitico rispetto ai precedenti! |
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Bella la recensione! E concordo anche con molte opionioni qui sotto, ossia che inizialmente il CD mi ha un po' spiazzato, poi sta crescendo con gli ascolti. Nemmeno a me piace l'etichetta post grunge, tra l'altro, Per ora non esprimo un giudizio numerico, comunque dico...ben tornati Alter Bridge, probabilmente il miglior gruppo di rock duro in giro di questi tempi.... |
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Troverete tutto tutti ... è un album completissimo ed avete TUTTI ragione sulle questioni che avete esposto!! Anch'io all'inizio ho fatto "fatica", ho messo le virgolette perchè li ho sempre amati ed ascoltati, dal primo giorno dall'uscita del primo album, li ho anche suonati per molto tempo!!! AB III è il migliore, anche per le basi ritmiche più scure e metal ... ma questo è un mio gusto personale, infatti non l'ho tirato in ballo!! Rimarrete continuamente soddisfatti e vi farà crescere se li riuscirete a capire fino in fondo ... sono molto fini nel loro modo di presentare musica, hanno quel feato in più che li ha portati ad essere amati!! cià |
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Bravo Marco,una recensione bellissima..un album grandioso.Ho amato blackbird alla follia,questo,ascolto dopo ascolto mi stà faendo uscire fuori di testa come il preceente,anche se manca una canzone immortale,come lo era la titletrack del precedente album..ma magari ascoltandolo sempre piu',la trovero' anche qui.. |
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Bello, bello... più difficile e meno immediato del precedente, tanto che ad un primo ascolto non mi era piaciuto se non per un paio di tracce, tipo "Wonderful Life" e "Ghost...", le più orecchiabili diciamo. Con ripetuti ascolti invece cresce decisamente, anche se forse è un po' troppo "pieno" e difficile da ascoltare tutto d'un fiato. Ottima prova di tutti al solito, con Myles sempre eccezionale. P.S.: io l'etichetta post-grunge non l'ho mai capita (non è una critica alla recensione, anzi complimenti: lunga ma esaustiva, d'accordo anche sull'88!) |
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Come giustamente detto in recensione in questo lavoro è vincente la scelta di distaccarsi definitivamente dal passato ''creediano'' per creare un suono unico. Chiamatela evoluzione o definitiva crescita ma il risultato è il terzo ottimo album su tre, se non qualcosa di più... |
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ma che discesa e discesa.. qui solo salita o meglio.. un solido songwriting; grandissimi suoni e voce Milesssss detto questo siamo a posto... tutto il resto son giudizi personali ma sicuramente non scalfiranno in alcun modo davvero la qualità di questo gruppo che non si ferma un secondo (vedi side project e riunion) |
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5
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grandissimi alter e grandissimo myles..anche se tremonti mi sembra un po' sopravvalutato come chitarrista solista |
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Ho cominciato ad ascoltarlo solo questa mattina in macchina, e quindi ritengo che sia troppo presto per dare un giudizio, ma posso esprimere una critica... Forse il disco (e più in generale lo stile della band) tende a risultare troppo ripetitivo come sonorità e genere e alla fine risulta un pò pesante da ascoltare tutto di un fiato. In poche parole, se oltre ai pezzi "post-grunge" tirati e alle classiche ballad "american style" ci fosse qualche cosa di diverso... tipo la prima traccia che secondo me è un gioiello veramente notevole. Ottima apertura. Ma come ho detto è una mia impressione dopo solo un ascolto. Comunque rimangono una band di ENORMI potenzialità. Kennedy una delle 5 voci migliori dell'attuale panorama rock e Tremonti in grandissimo spolvero. |
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Livelli qualitativi sempre altissimi. Tra le poche band sul mercato con veramente "qualcosa in più" della media. Eccelsi!! |
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Questo album è superiore a blackbird, è più potente, è più incisivo. Myles Kennedy è una libellula che si libra in volo sugli accordi della chitarra di Mark Tremonti. Scott Phillips riesce a dare una ritmicità unica e il basso di Brian Marshall è molto più profondo e avvolgente. Bravi Alter Bridge, il prossimo passo è fare l'album del secolo! |
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sono qua che stringo il culo e urlo a me stesso "Questi si fottono" "questi si fottono" "questi si fottono".... Il rischio che un album come Black Bird (uno degli album del decennio a mio modesto parere) venga gettato alle ortiche per la commercialità, me lo sento scivolare come una lametta di rasoio a pochi millimetri dalle gengive. Ho iniziato ad ascoltare questo disco lentamente, stando sempre allerta con il terrore che sia inferiore, di magari anche un solo passo falso, di una sola canzone mal riuscita, del precedente. In sostanza devo assimilarlo. Magari alla fine del mio viaggio di ascolto e "ri-ascolto" sarò d'accordo con il recensore. Per ora mi astengo dal dare un giudizio. Speriamo che non sia il primo gradino di una discesa. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Slip To The Void 02. Isolation 03. Ghost Of Days Gone By 04. All Hope Is Gone 05. Still Remains 06. Make It Right 07. Wonderful Life 08. I Know It Hurts 09. Show Me A Sign 10. Fallout 11. Breathe Again 12. Coeur D'Alene 13. Life Must Go On 14. Words Darker Than Their Wings
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Line Up
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Myles Kennedy - lead vocals, rhythm and lead guitar Mark Tremonti - lead and rhythm guitar, backing and lead vocals Brian Marshall - bass guitar Scott Phillips - drums, percussion, keyboards
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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