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Judas Priest - Rocka Rolla
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Prendete le catene, le borchie, i giubbotti e i pantaloni di pelle, i riff granitici, la batteria martellante, le Harley-Davidson, due chitarristi col tocco divino, un cantante leggendario; prendete i Judas Priest, insomma, prendete l’heavy metal e buttatelo nel cesso. Mai e poi mai avrei pensato d’iniziare una recensione dei Priest in questa maniera, di uno dei gruppi che più ci rappresenta nel mondo extrametal, di uno dei padri del genere, eppure è la verità: Rocka Rolla, loro primo album, con l’heavy metal non c’entra nulla o quasi. Ok, è il 1974 e non potremmo certo attenderci una batteria in stile Painkiller, oppure un riffing letale, o ancora assoli alla velocità della luce; insomma: non potremmo certo aspettarci i Judas Priest per come li conosciamo oggi.
Dunque, fatta luce sulla natura non heavy metal (almeno per come intendiamo oggi il genere) dell’album, non mi resta che parlare di cos’è Rocka Rolla, visto che fino a questo punto ho parlato di cosa non è. L’album è in pieno stile hard rock 70’s, con diverse influenze facilmente rintracciabili che vanno dal progressive -che la faceva da padrone in quegli anni- per passare attraverso spruzzate di blues, atmosfere vagamente psichedeliche/lisergiche, per arrivare fino alle pesanti scorie lasciate (e meno male per il bene dell’umanità!) dai Black Sabbath, facilmente riconoscibili in un brano come Winter. Il disco si apre con One For The Road, una canzone hard rock in pieno stile anni settanta. Certo che lo scotto da pagare è davvero grande se si pensa a cosa siano diventati i Priest negli anni a venire! Basti pensare alla presenza dell’armonica da bocca nella successiva Rocka Rolla; ma se pensate di aver sentito l’inimmaginabile, allora vi prego di guardare questo video, registrato negli studi della BBC nel 1975:
Bè, c’è ben poco da dire: Rob Halford capellone con riccioli biondi fino in mezzo le spalle e vestito da hippy non può che essere un incubo! Questo video è testimonianza del fatto di che rivoluzione abbiano portato i Judas Priest anche nell’abbigliamento, oltre al piano strettamente musicale. La canzone è godibile. Un organo apre le tetre atmosfere di Winter, seguite a ruota da Deep Freeze e Winter Retreat che rappresentano insieme la quota più progressiva del disco. Segue la più regolare Cheater, costruita sul riffing della futura premiata coppia Tipton-Downing. Ancora un riffing in loop dei due a sorreggere Never Satisfied, pezzo dove Halford comincia a fare le prove da Metal God (mi riferisco al finale in particolar modo). Run Of The Mills è il pezzo più lungo, e anche il più articolato di Rocka Rolla, e a conti fatti anche il migliore del lotto. Un pezzo lungo dove viene fuori tutta la classe della band, con un Halford ancora una volta sugli scudi. Dying To Meet You ha un incipit lento e cadenzato che poi diventa sostenuto da metà pezzo in poi, per restare tale fino alla fine. Un pezzo un po’ sottotono rispetto al resto. Segue la melensa e strumentale Caviar And Meths che chiude l’album in maniera atipica per gli standard “pristiani”. Nel remaster è stata aggiunta la bella cover di Joan Baez, Diamond And Rust eseguita spesso dal vivo.
In definitiva, Rocka Rolla è decisamente un album strano se si guarda a quello che diventeranno i Judas Priest dal 1974 in avanti; ma in questa sede è stato valutato per quello che poteva essere al momento dell’uscita. Rocka Rolla è la crisalide che diventerà farfalla; dimenticate le distorsioni e tutto il resto e ascoltate questo disco, non fosse altro per completezza e la gloria e l’aura leggendaria degli album successivi.
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VOTO LETTORI
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71.64 su 108 voti [
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40
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fosse uscito questo disco al posto di redeemer of souls e firepower!!! uscito al giorno d\'oggi un disco così sarebbe coraggioso, profondo, geniale, meraviglioso (e halford non avrebbe di certo problemi a cantare queste note). Dopo un capolavoro come nostradamus questa svolta verso la spichedelia e il suono anni 70 (per me tutta la produzione anni 70 suona meglio della recente, non riesco a capire come quella di oggi sia considerata prodotta meglio) sarebbe stata la mossa geniale. o così o reinventare il metal un\'altra volta e non è quello che sono riusciti a fare: il continuo rinnovamento di se stessi sopo nostradamus è cessato e così la loro genuinità. Sarà anche che gli anni 80 e 90 a mio parere gli avevano peggiorati indicendoli a seguire mode,ma per lo meno erano mode con un contenuto mentre dagli anni 10 del 2000 in poi i contentuti hanno semsso di far parte del mondo |
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One for the road e sopratutto rocka rolla,hanno un tiro pazzesco e run of the mill è una grande ballad davvero. |
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che recensione [edit...riprova dai. Magari articolando un discorso almeno a livello di scuola dell'obbligo] |
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Trovo assurdo giudicare questo album sulla base di quello che Priest faranno in seguito.Il disco va contestualizzato, nel 74 Il loro sound hard\ prog era perfettamente in linea con quanto proposto da altri artisti più affermati.Se non piace non c’e’ nulla da fare, ma la proposta era varia e stimolante sotto l’aspetto creativo. Run of the mill e’ un brano stupendo carico di una malinconia intimistica e presenta un giovane Halford già straordinario interprete.Personalmente amo la libertà musicale di quei meravigliosi anni scevri da etichette.I Judas Priest non abbandoneranno mai completamente le loro radici fino a killing machine compreso . |
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34. Che meraviglia Night Comes Down! Una power ballad!. Mille ricordi... /// 35. Già. Da quella degli STYX hanno tolto le tastiere e i coretti. E i RAINBOW sono maestri indiscussi ed indiscutibili di Hard Rock. Difficile non passare da loro. |
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Nooooo. Mi spiace arrivare tardi allo scambio su questo (per me) bellissimo album. Condivido appieno quello che sostiene @Painkiller: Run of the mill è un autentico capolavoro e se è vero che i Judas Priest che conosciamo nascono con Sad Wings of Destiny, devo dire che questo esordio per me ha un fascino assoluto: tra assoli dilatati e liquidi; pianoforti; e Rob che canta spesso facendo ricorso al suo ma-gni-fi-co timbro basso senza dover per forza competere con Ian GIllan e Glenn Hughes. (amico @Fabio, quello che dici su Beyond the Realms è vero; è una canzone stupenda. Prova ad ascoltarla dopo Suite Madame Blue degli Styx e Sixteenth Century Greensleeves dei Rainbow. Come dire: da il meglio di due capolavori, un terzo). |
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@Rasta: figurati, a me non dispiace leggere pareri diversi. Ad esempio trovo vero quanto dici su never satisfied. Su Run of the mill invece no, ne trovo eco su Nostradamus ad esempio. Vedi, i Judas, come succede a tutti alla fine, hanno via via definito le loro coordinate stilistiche e le hanno mantenute quasi inalterate nel tempo, ma la stessa vena malinconica si può sentire in un paio di b-side come turn on your light e la prima versione di prisoner of your eyes. Potrei dire lo stesso della versione live di night comes down, in cui il cantato di Halford trasuda malinconia e disperazione come in run of the mill. Lo stesso potrei dire per touch of evil. Il resto di Rocka Rolla invece è effettivamente lontano dai Judas che saranno. Cheers. |
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Giusto, so chi sei e non mi metto a contraddire Painkiller sui JUDAS, ne saprai sempre + di me, così sono andato a riascoltarle con calma singolarmente e vabbeh, a 'sto punto ti ti dico la mia... la ballata è bella, xò, appunto, è una ballata, e fa un po' reparto a sé, in + converrai che se paragonata a Beyond The Realms o Before The Dawn o una qualsiasi delle successive sparisce. Never Satisfied invece, se ci levi ROB HALFORD, che era già bello atipico di suo, la base della parte principale della canzone, potrebbe andare bene, se ci fai caso, x uno alla JOHNNY WINTER, canta svisa e pare suo; la parte relativa all'assolo invece andrebbe bene ai ZZTOP, di conseguenza non riesci a inquadrare uno stile già cosi personale come nei pezzi + noti di Sad Wings. Parlavano un po' anche di questo in rece e commenti su Sad Wings; e viene incontro al mio ragionamento che Rocka Rolla, non decolla, (scusa la rima ma è venuta da sé!), xché i futuri Metal Gods, e soprattutto IL Metal God, secondo me erano in un contesto da pesci fuor d'acqua. Un po' si vede, c'è anche il video. Stretta di mano, Painkiller! |
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@FabioRasta: concordo in parte. È vero che l’album che li presenta per la prima volta come i Judas Priest “che saranno” è Sad wings of destiny”, ma Never Satisfied e Run of the mill sono Judas 100%. Halford in run of the mill é spaziale. |
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Ci ho girato intorno x secoli prima di trovare il coraggio di ascoltarlo tutto, consapevole della sua pessime fama. L'ho approcciato alle soglie dei 50anni, dopo aver macinato tonnellate di Musica, come presumo la maggior parte dei gestori/utenti di questo sito, e l'ho ascoltato x intero, complice anche la gratuità moderna. L'ho fatto come se fosse una Band qualsiasi, sconosciuta come ce n'erano tante, brave, in quegli anni. Il resoconto è che alla fine era come immaginavo e come avevo sempre sentito dire, e cioè che non mi ero perso niente. Musica fatta molto bene, curata anche in maniera certosina, mai i JUDAS furono "raffazzonati", ma che a mio gusto non decolla praticamente mai. Si sente bene la volontà di discostarsi in maniera piuttosto netta dai canoni del R'n'B, ed anche da un certo tipo di prog molto cervellotico, cercando magari qualcosa di diverso da esprimere in ambito Hard Rock, rispetto ai soliti noti. Purtroppo, dischi come Stained Class non erano proprio dietro l'angolo, e la via x la direzione giusta da imboccare tantomeno, infatti, il futuro miliare che scriveranno i JUDAS PRIEST, da questo disco non lo si può nemmeno sospettare. X concludere, se li avessi sentiti così x caso, senza conoscere nulla, avrei sicuramente detto che in giro, in quel momento, c'era di molto meglio. |
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Riascoltandolo devo dire che è davvero un buon album..rocka rolla ha un ritornello davvero efficace e aggressivo per il periodo.Halford era gia' in possesso di un ugola di tutto rispetto. |
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Un album figlio del suo tempo, cioé quegli anni 70 dove le cose più "dure" erano appunto l'Hard Rock (spesso tinto di Blues) e il Progressive. L'influenza maggiore per questo disco sono certamente stati i Black Sabbath dei primi album e in effetti é abbastanza normale.
Rocka Rolla non é nient'altro che uno dei tanti album Rock che uscivano a quel tempo composto da una band che ci stava provando a farcela (come tante altre). Tutto qui.
Il resto é leggenda... dopo questa prima prova il sound dei Judas é evoluto di album in album fino a trovare la propria dimensione e fare la storia. |
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Concordo, questo è un signor album di debutto, sarà anche perchè i Judas che preferisco sono quelli della prima fase...e quindi... |
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La penso come @rik #21. Ogni disco va inquadrato nell’epoca giusta secondo me, e non giudicato in retrospettiva |
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Non capisco perchè bistrattare questo disco. E' bellissimo pur se non metal. Influenze prog, blues. Echi zeppeliniani, Deep Purple e chi piu' ne ha ne metta. Se uscisse ora si griderebbe al capolavoro. Ovvio che poi abbiano preso altre strade. Ma è come dire da parte di chi ama gli ultimi Ulver che Bergtatt è un dischetto. Questo è un disco rock senza tempo. Un signor rock. Io lo ascolto sempre con immenso piacere. E poi solo la copertina vale 100... |
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Disco mediocre e ancora acerbo con il successivo faranno un salto enorme. |
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A me la produzione piace, se si è abituati ad ascoltare rock di quel tempo. Tipico disco rock/blues psichedelico. Finita da poco l'era dei sessanta, si stava approprinquando i settanta e questo disco rockeggiante partorì la band più importante del firmamento delle band di heavy metal che divenne da lì a poco. Già si sentiva la grande espressività vocale di Rob Halford, come in Winter o ancor meglio in Run of the Mill. Leggendari Judas Priest. |
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questo e' un disco che molti seguaci del rock, ma non del metal, valutano piuttosto bene e' frutto di quegli anni ed e' da paragonare con alcune tra le prime cose dei B.O.C. o Hawkwind ed altri ancora la lista sarebbe lunga |
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@Rik: da condividere in pieno parola per parola. L'errore che fanno in tanti su questo album è rapportarlo alla furia metallica che verrà. Invece se lo si affronta per quello che è, si può godere di un album di puro e oscuro hard rock molto '70 imparentato con i Sabbath. Addirittura in One for the road ci sento molto Gillan. Un album a sè stante nella loro discografia, già dal successivo (capolavoro) le cose cambieranno, ma per me bellissimo proprio perché in grado di svelare un lato del gruppo poco considerato eppure estremamente affascinante. |
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Album bistrattato e underrated oltre misura. È un disco d'esordio degli early seventies in classico stile hard rock di buona fattura (tranne la produzione). Le song contenute sono nel solco dell' hard rock di quel periodo ma di buona fattura. Questo è un vinile un po a se stante un po atipico se paragonato a cosa produrranno in futuro. Ma se ascoltato in pieno trip hard rock risulta essere godibile. Qui halford non ha ancora i vocalizzi luciferini che utilizzerà in futuro, ma un tono di voce che è impossibile comunque confondere con altri. Ascoltare le song senza pensare al chiodo alla moto e a tutto quello che arriverà dopo come immaginario heavy metal. Da come ne avevo sentito parlare sembrava un disco ciofeca e invece è un signor album. (Imho) |
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Adoro i judas, ma per fortuna non hanno mai piu' registrato un album come r.r. Anche se ho letto commenti del tipo: il ritornello della title track e' uno dei piu' belli dei judas. . .mah de gustibus... |
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Un buon album prog rock,influenzato da i Black sabbath,ma che mostra anche come la band,stesse gia' dirigendosi verso lidi piu' personali e pesanti:Rock rolla e never satisfied.. |
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Un esordio splendido che paga tributo ai Black Sabbath, ma che dimostra anche come Rob fosse già un grandissimo cantante. La titletrack ha uno dei ritornelli più trascintanti del loro repertorio; la suite Winter alterna momenti cupi ad altri dolcissimi. Run to the mills è un autentico capolavoro: Halford canta da dio, l'assolo di chitarra è come se Blackmore suonasse con gli Hawkwind. Troppo bistrattato, in realtà magnifico 85 |
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Io lo trovo un bellissimo disco hard rock anni 70. D'altronde quella era la musica "dura" del tempo e si sentono benissimo le influenze dei gruppi dell'epoca (Zeppelin in primis). Impossibile da paragonare ai successivi periodi, ma un disco ispirato e con ottime songs. E personalmente lo apprezzo molto perchè non ho mai amato i dischi in cui Halford abbonda con i virtuosismi e le iperestensioni vocali. Qui' canta in moto molto naturale, da rocker dell'epoca. Ovviamente è una mia preferenza personale. Molti adorano il funambolo vocale di "Unleashed at East" e di "Painkiller". Io meno |
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A me piace come album...molti fanno l'errore di confrontarlo con i soliti Priest, metallici e cattivi, ma all'epoca non era così, facevano un gran Hard Rock,e, come per ogni band, hanno evoluto la loro musica... voto = 77 |
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Non capisco le critiche che fate a quest' album...Preso singolarmente è un buonissimo album Hard Rock coi controcazzi...Chiaramente con l' Heavy Metal e i Judas Priest in generale non ha un cazzo a che vedere |
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disco tutto sommato godibile voto 75 |
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Come album non sarebbe nemmeno male,ma la produzione è orrenda.... |
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@"steelminded": ti ringrazio per gli elogi. Mi sento però di dirti che su Metallized ci piace scrivere oltre ad adorare questa musica, per cui, credo che da noi non troverai mai una recensione breve ed essenziale! Un saluto! |
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Che bella recensione: asciutta, precisa e comunicativa. Un commento critico da lettore: ve ne sono alcune che peccano secondo me di "eccesso di creatività" in questo e altri siti in cui il disco e la musica passano completamente in secondo piano. Pur apprezzando lo sforzo creativo, non riesco ad arrivare neanche a metà ed alla fine del disco ne so forse meno di quanto ne sapessi prima di leggerle! Evviva! |
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Per me è un discreto album d'esordio in perfetto stile hard rock,la title-track mi piace un sacco!!!Peccato solo per la pessima qualità della registrazione,comunque sempre grandi Judas!!! Voto 75 |
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cosa dire l inizio dell evoluzione di 1a delle + grandi h.m.band di tutti i tempi.....è normale che si vedono le linee musicali dei led zep e sabbath....sono i loro padri!!!a pensare cn il passare degli anni si sono sempre evoluti!! |
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One for the Road = 5; Rocka Rolla = 6.5; Winter = 5; Deep Freeze = 5; Winter Retreat = 5; Cheater = 5; Never Satisfied = 5; Run of the Mill = 6.5; Dying to Meet You = 5; Caviar and Meths = 5; Voto album = 5 |
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7
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Che dire......un album tipicamente 70's con qualche spot dei Judas che saranno......bella recensione. Run of the mill è un capolavoro......Halford immenso! |
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concordo col recensore. non va paragonato a altri lavori dei JP.. album accettabile... |
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Interessante il cambio totale di look che arriverá dopo. Se andate a vedere anche gli Scorpions passarono da un look hippy di Tokyo tapes a un look heavy visibile giá in Lovedrive del ´79. Certo confrontare Halford qui con quello di Unleashed in the east é imbarazzante. Lui stesso , nella storia del rock su History channel, spiega dove si procuró l´abbigliamento metal: in un sexy shop di Londra, reparto bondage! Incredibile ma vero!!! Comunque grandi Priest! |
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4
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Concordo totalmente con il recensore. Lavoro non indispensabile ma accettabile nulla a che vedere con quello che faranno in seguito i JP |
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chiariamo: l'album non è un totale calcio nelle palle. dal punto di vista sonoro punto il dito contro la produzione, e dal punto di vista visivo (che secondo me è stato trattato più del dovuto) lo stesso look è stato adottato anche nel bellissimo sad wings of destiny ed è stato mantenuto con qualche variante anche in stained class (altro gran bell'album), entrambi sono ottimi album di buon heavy metal, e la rivoluzione in termini di look sarebbe arrivata solo verso la fine dei '70 ei priest ci avevano già dato dentro di brutto. certo, è molto meglio ora, ma non tutto è da buttare. |
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Considerato come un disco a sé stante è godibile. Inutile, invece, se paragonato a tutto quello che arriverà dopo! |
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Rocka Rolla è un album con tutti e due i piedi nel periodo precedente al 74, concordo con l'analisi di Rob. |
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