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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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( 4002 letture )
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Un lavoro insipido e banale, quello che mi ritrovo ad ascoltare da più di una settimana senza riuscire a trovare più di qualche canzone davvero degna di una meritata attenzione: si tratta della recente terza uscita dei Katra, band nata nel 2006 dal progetto dell'omonima cantante. Un album (come dopotutto l'intera produzione della band) orbitante attorno all'universo gothic/symphonic formatosi con la crescita delle celeberrime band trainanti del settore e di conseguenza affidato alle linee guida del genere nightwishiano, ossia chiare influenze power ed abbondanza di inserti sinfonici ed orchestrali. Ed è proprio dalla Finlandia che la band -inizialmente nata come progetto solista- prende piede: dopo il singolo d'esordio Sahara, Katra (voce) decide di completare la formazione con altri musicisti, assieme ai quali comporrà il primo omonimo album. Sotto la Napalm Records la band esordisce inoltre con Beast Within, album che li porta a fare da spalla a band come Theatre of Tragedy, e a pubblicare infine, sempre sotto la medesima etichetta, nell'ottobre 2010 Out of the Ashes. Prima di giungere come di consueto all'analisi track by track, vorrei però riuscire a farvi intendere la mole della delusione che mi ha colpita durante l'ascolto di quest'ultimo lavoro, nonostante tema che l'unico modo totalmente esauriente sia per voi l'ascolto di un qualsiasi brano di un vecchio album; certamente risulta evidente già dal nome che la band ruoti attorno alla figura femminile della Solopuro, sia musicalmente che visivamente, quindi mi chiedo, perchè dare una svolta simile al timbro della sua voce? Il passaggio da una consistente corposità ed espressività ad una sonorità leggera ed insipida risulta almeno alle mie orecchie evidente e quasi fastidiosamente ricercato.
Passando alla tracklist, ho trovato di interesse solo pochi brani, tra i quali quello d'apertura, Delirium, dal ritornello incisivo e dai riff relativamente complessi e ben realizzati. Ho apprezzato inoltre Envy: inizialmente ballad scontata, raggiunge poi un apice di chitarre le quali riconducono alla strofa, valorizzata da una maggiore corposità che la rende meno banale di quanto ci si potrebbe aspettare. Riff iniziale molto trascinante per Out of the Ashes il quale, interrotto da una strofa esageratamente semplice e mediocre, verrà fortunatamente ripreso nel ritornello; da sottolineare anche The End of the Scene, track prevalentemente di chitarra acustica e voce, la quale delinea una piacevolissima melodia contrastante con la ricercata semplicità della sei corde. L'abum si conclude con Hide and Seek, brano che alterna melodia ad aggressività in modo quasi giocoso, rifacendosi forse al vero e proprio nascondino (hide and seek, per l'appunto).
Per quanto concerne la produzione, i suoni sono in parte molto puliti, quasi cristallini (più che altro per le componenti più melodiche), e sembra che ogni componente musicale sia stato ben progettato per dare alla luce un complesso preciso e privo di sbavature: la voce si incarna nella struttura portante della maggioranza dei brani, definendone melodie e tempistiche al fine di esaltarne ogni sfaccettatura; i riff, spesso dalla struttura originale, sono purtroppo eclissati dalla voce nei punti di maggior efficacia; idem per la tastiera, la quale è davvero di presenza solo in brani come One Wish Away ed Envy mentre negli altri è relegata ad un qualche inconsistente intervento nei ritornelli; il basso è in alcuni pezzi quasi inudibile, e per quel che mi è stato possibile ascoltare, le parti eseguite sono abbastanza semplici ed essenziali; infine, la batteria si avvale di ritmiche poweriane, velocità relativamente contenute e suoni a volte leggermente opacizzati, lasciati quindi quasi dietro il sipario, nonostante nei riff di maggior impatto le parti siano d'effetto ed azzeccate. In definitiva, l'intero album assume i connotati di un qualsiasi lavoro gothic pacchiano e di poca originalità: le strutture delle canzoni sono le tipiche strofa-ritornello-strofa-ritornello-stacco-ritornello, le quali, se prive di melodie ricercate ed equilibrio nella musicalità, annoiano e non possono che dare una sensazione di già sentito.
Concludo dunque chiedendomi se questo lavoro valga davvero i soldi da spendere per trovarsi in mano un cd che ha davvero poco dei passati lavori della band, ricchi di espressività e di passione -al contrario di quest'ultimo, freddo ed anonimo-, e che anzi li fa regredire ad una banalità che, purtroppo, io non ho affatto gradito.
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E aggiungo "purtroppo" XD |
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Non voleva essere affrettata, voleva solo essere, diciamo, "causticamente ironica", visto che di band di questo tipo se ne vedono veramente troppe! |
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Io invece ero curioso di veder l'opinione del disco. Ho ascoltato i vecchi album della band e non erano spiacevoli all'ascolto ed era anche interessante il timbro vocale di Katra, nonostante fosse molto simile a quello della Turunen. Questo album non l'ho ascoltato, ma ascoltai tempo fa due brani estratti sul loro myspace e mi avevano fatto cadere le braccia, in primis per la prova vocale. Un album che non penso di ascoltare in quanto ormai, se prima avevano un qualcosa che li caraterizzava, ora è sparito tutto. E comunque è normale che l'intero progetto sia fondato sulla cantante in quanto si può definire più un progetto solista che una band, visto che il nome stesso della band è il nome del gruppo; ciò non toglie che potevano evitar di metterla in copertina come hanno fatto in tutti i loro album precedenti. Un po' di innovazione almeno nell'atwork?? Per quanto riguarda il "I dischi metal con le gnocche in copertina tendono a fare schifo" è una frase molto affrettata; qualche esempio?? Leaves' Eyes - Njord Stream of Passion - The Flame Within Within Temptation - Mother Earth Tristania - Rubicon Ecc... Magari a qualcuno non piaceranno questi lavori non piacerà la cantante, ma son comunque lavori interessanti e non che fanno "schifo" |
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Io no, ma confesso di aver fatto un po' di ricerche in google immagini |
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Quanti hanno aperto la pagina solo per veder meglio la foto della cover e magari sperare di trovarne una più grande?!? |
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Giusto, gli Epica sono l'eccezione che conferma la regola! |
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1) No. 2) i Crystal Viper sono molto bravi, ma lei non è propriamente una gnocca. ah, gli Epica li buttiamo via? 3) eh? 4) conoscendolo, è già a casa sua |
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Constatazioni in ordine sparso: 1) ma è il nuovo gruppo di Mauser? 2) i dischi metal con le gnocche in copertina tendono a fare schifo, a meno che la gnocca in questione non sia Doro Pesch ai bei tempi 3) Kaira non canta nei Katra, e tutto questo mi confonde alquanto, ed infine, last but non least, 4) entro un mese, il buon Raven intervisterà Katra... ;P |
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Ma in tutto questo non stiamo facendo il gioco della band? cioè, parlare di patata ignorando la musica? parlo di noi dei commenti, non di Snow ovviamente |
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@ Adema: sai, io sono un lord 8-9 @ Snow: si, non dimentichiamoci di Adobe... |
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"interessante", ora si dice cosi? |
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Fotografo bravissimo o meno, poi c'è anche Photoshop a fare il lavoro sporco |
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Ha un fotografo bravissimo. Però fisicamente è interessante, effettivamente... |
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Ma lei è veramente così bella o ha un ottimo fotografo? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Delirium 2. One Wish Away 3. If There Is No Tomorrow 4. Vendetta 5. Out Of The Ashes 6. Envy 7. Mirror 8. Anthem 9. The End Of The Scene 10. Hide And Seek
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Line Up
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Katra Solopuro - Vocals Kristian Kangasniemi - Guitar Johannes Tolonen - Bass Jani Wilund - Keyboards Jaakko Järvensivu - Drums
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RECENSIONI |
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