|
21/03/24
KRASUE + ANTARES + WAH ‘77
FREAKOUT CLUB, VIA EMILIO ZAGO 7C - BOLOGNA
|
|
|
( 10589 letture )
|
The Game, ovvero vai con il pop rock a tutta gallara. E allora apriti cielo e pure terra, con la stampa imbizzarrita e risentita che scatena il ciclone mediatico più cattivo che i nostri avessero mai dovuto arginare. Controverso, bistrattato, ambiguo, additato come alto tradimento da chi aveva sempre sostenuto ideali integerrimamente rock. Critiche probabilmente esagerate sia dal punto di vista strettamente musicale sia per il nuovo look che il gruppo aveva deciso di incarnare: per dovere di fedeltà di cronaca, in questo disco, o meglio sulla cover, annotiamo la prima apparizione di Freddie Mercury con capelli corti e, nei videoclip di Play the Game e di Another One Bites the Dust, con il vezzo dei celeberrimi baffi. L’etichetta visiva da rock band dura e sagace viene abbandonata per un’immagine moderna, che più si attagliava ai bisogni edonisti dei nuovi anni ottanta che saranno interamente dedicati al culto della personalità, soprattutto quella più apparente. Ma a parte l’esteriorità, The Game muta totalmente le coordinate musicali di Brian May e compagni, virando di 180 gradi verso l’elettronica. Ohibò direte voi, proprio loro che l’avevano sempre avversata e condannata sottolineando il rifiuto con esplicite dichiarazioni nelle note di copertina dei loro album? Tutto cambia nella vita, davvero. E che dire della cosiddetta "svolta disco" o se volete definirla diversamente, spiralizzata attorno al easy listening? Ehhh, lo so, è dura accettare certe cose ma anche qui le evoluzioni, o involuzioni a seconda dei pareri, giungono come fisiologica respirazione artificiale per rimettersi in sesto prontamente e godere di nuova vita, allungata e brillante; Pink Floyd, Kiss, Van Halen, Queen stessi, possono bastare come lista? O ne volete altri 38? La rivoluzione musicale a cavallo tra la fine dei seventies e gli inizi degli ottanta, non mi stancherò mai di dirlo a costo di sembrare pedante e noioso, inaugura una nuova formula di prodotto musicale che verrà trasportato sino ai nostri giorni. Una ricetta vincente soprattutto per lo show-biz e in secondo luogo per i fruitori, indipendentemente dal genere trattato. È proprio in questi anni che l’hard e poi l’heavy verranno definitivamente sdoganati come genere in grado di esaltare le masse di kids europei e non solo, procurando vendite milionarie e affari a moltissimi zeri.
Sta di fatto che questo fu il primo lavoro da studio dei Queen a raggiungere la posizione n° 1 nella classifica dei best seller, sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna. E con brani come Play the Game, l’inimitabile ed immensa Another One Bites the Dust, la frizzante Crazy Little Thing Called Love e la conclusiva Save Me, siamo di fronte ad un mastodonte di provata celebrità e a uno sforzo compositivo importante. E allora sotto con gli aneddoti. The Game è l’album numero otto della Regina, il più corto di quelli prodotti sino ad allora, esce il 30 giugno del 1980 e viene registrato per metà tra giugno-luglio 1979 mentre le restanti parti finiscono su nastro tra febbraio e maggio dell’anno successivo. Ben 5 singoli estratti, quattro clip che furoreggiano (Crazy Little Thing Called Love, Save Me, Play The Game, Another One Bites The Dust) mentre Need Your Loving Tonight, pubblicato solo in Canada, Stati Uniti, Giappone, Filippine e Nuova Zelanda, non godette di alcun girato. Anche grazie all’uso di synth, l’Oberheim OB-X, il platter diventa un gigante di vendita: 4 milioni di copie solo negli States, 10 in tutto il mondo, due singoli come Another... e Crazy Little... che raggiunsero entrambi il gradino più alto delle charts negli States e con il long playing che sbaraglia la concorrenza piazzandosi in vetta, oltre ai gia citati Uk e Stati Uniti, in Argentina, Portogallo, Olanda e vari paesi europei, colpendo e affondando anche il nostro paese che improvvisamente scopre la magniloquenza di Freddie, Brian, John e Roger. Piazzamenti incredibili anche in Australia e Giappone, in pratica un trionfo a livello intercontinentale. Registrato presso i teutonici Musicland Studios di Monaco, viene prodotto da Reinhold Mack, il quale si cimenterà nel suonare sintetizzatori addizionali, in combutta con la band al gran completo.
Effetto elettronico e partono gli stupendi 3:33 di Play The Game, un diamante incastonato nella vita di ognuno di noi. Dragon Attack, scritta dalla guitar di May ha un incedere che sa di giungla con Freddie che svisa con la sua voce, basso e batteria in grande evidenza e una reminiscenza di We Will Rock You, solo di chitarra maleducato e irriverente. Ma dov’è l’ordigno ad alto potenziale distruttivo? Another One Bites the Dust, ad opera di John Deacon, con il suo famoso giro di basso ispirato a Good Times degli Chic, resetta senza pietà i codici primari e ne innesta di nuovi. Tutti gli strumenti sono incredibilmente vivi, si intersecano in maniera paradisiaca e Mercury sale là dove si trova ora, ma all’epoca non aveva nè alucce nè angioletti con cui condividere dimensioni extraterrene. Chittarra funky che fa godere ancora oggi, pezzo sempre freschissimo attraverso i decenni, un solo aggettivo: immortale! Need Your Loving Tonight è leggerina come struttura ma la sei corde si fa valere e richiama gli stilemi che tanto amava il grande singer nativo di Zanzibar, e così accade anche per il super hit Crazy Little Thing Called Love che, a me personalmente, non ha mai entusiasmato troppo con quel suo ritmo rockabilly, omaggio di Mercury al Rock and Roll e che testimonia il suo gusto per le citazioni musicali retrò; la leggenda narra che sia stata composta nella sua toilette di casa. Rock It (Prime Jive) è introdotta dai gorgheggi del singer ufficiale per poi lasciare l’intero svolgimento al drummer Roger Taylor, per una song rock con cori alla Queen e attributi bene in vista con un tocco di nuove tecnologie . Apparso anche come b-side del singolo Need Your Loving Tonight, uscito nel settembre del 1980, entrò in classifica solo nel Nord America, e vede Freddie Mercury suonare un organo Hammond, mentre Taylor oltre alla batteria, maneggia una Fender Telecaster e un basso mentre il produttore Mack suona il sintetizzatore e Brian ci regala un vivace intermezzo solistico. Canzone 7, vietato pensare all’autodistruzione. I primi secondi di Don't Try Suicide ci regalano i Police, ascoltate il basso e l’entrata della chitarra, poi ritornano i Queen e ne esce una scaglia commerciale ma con la classe che li ha sempre contraddistinti e resi unici, al contrario Sail Away Sweet Sister, il cui titolo completo è Sail Away Sweet Sister (To The Sister I Never Had), si traveste da tratteggio dolce con tanto di cuore provato, scritta e interpretata da May. Nonostante il chitarrista, solitamente suonasse personalmente il pianoforte nelle sue canzoni, in questo caso chiese a Freddie Mercury di registrarla, e lo stesso Mercury canta una piccola parte nella canzone. Un distillato di fascinosa classe nel bagaglio delle grandiose regine che hanno influenzato, in seguito, tante band celebri. Non è banale ricordare che, alcune volte, nei concerti dei Guns N' Roses, Axl interpretava versi della canzone come intro all’inno Sweet Child O' Mine: celebre esempio riscontrabile nel Live in Tokyo datato 1992. Coming Soon anticipa la fine del disco e, sinceramente, non mi pare una track così basilare, salvata solo dalla grande maestria e dal mestiere e da un solo metal, mentre Save Me ci riporta nella cabina della macchina del tempo, con un esemplare brano corale e maestoso che ha reso imperituro il gruppo. Da circolettare in rosso e coccolarselo per sempre.
Pur non rappresentando il vertice creativo della band, il successo e la resa di queste dieci song influenzarono tutti i loro successivi lavori, una sorta di base di partenza per spiccare il volo verso i grandi trionfi commerciali e meno rock, una fase che durerà per tutta la decade fino ad interrompersi con un gioiello chiamato Innuendo. The Game verrà ripubblicato nel 2003 in formato dvd-audio Dolby 5.1 surround, contenente una curiosa versione di Coming Soon diversa dall’originale, proprio perché il master del 1980 del pezzo non si ritrovò più; per i maniaci dei dettagli come me, riferirò che anche lo scatto di copertina venne mutato. A parere di chi scrive, questo rimane un buonissimo album con dei capolavori immensi al suo interno, fermo restando che chi preferisce i Queen in versione super hard rock classico deve rivolgersi ad altre pubblicazioni. Per me, senza nessun dubbio, pollice alto.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
22
|
Si torna alle origini del rock con Crazy little thing, Rock it e Need your loving tonight e non deludono Play the game, Save me e Don't try. Another one bites the dust è il mega classico che tutti conosciamo.75 |
|
|
|
|
|
|
21
|
Non un capolavoro,ma un album onesto. |
|
|
|
|
|
|
20
|
No dai non scherziamo questo è un bell'album, non ce la vedo tutto questo distacco dai precedenti se non per "dust" ma una canzone ci sta, col primo lato di hotspace hanno sperimentato che il giochini riesce solo una volta. |
|
|
|
|
|
|
19
|
a parte qualche raro episodio lo trovo insieme a hot space il punto più basso della discografia dei queen. |
|
|
|
|
|
|
18
|
persino i testament si sono cimentati in una cover stratosferica di Dragon Attack . |
|
|
|
|
|
|
17
|
troppo commerciale e spompato.ci sono grandi hit e comunque mi piace ma non regge il confronto con leloro prove migliori. |
|
|
|
|
|
|
16
|
E' un disco coinciso di stupendo pop-rock'n'roll-funk godibile dalla prima all'ultima nota, suonato benissimo e con la consueta gran classe; allmusic gli conferisce 4 stelle e mezzo, io l'equivalente in decimi, ovvero un 9 tondo tondo! Questo è un imperdibile capolavoro di musica leggera! |
|
|
|
|
|
|
15
|
76 è poco! Quest'album è uno dei tanti capolavori dei Queen... |
|
|
|
|
|
|
|
|
13
|
uno dei miei preferiti di sempre.... voto 85 |
|
|
|
|
|
|
12
|
Disco ottimo,anche se secondo me la svolta di 180 gradi verso l'elettronica verrà con il disco successivo... |
|
|
|
|
|
|
|
|
10
|
@Ghenes: ce l'ho anch'io!! |
|
|
|
|
|
|
9
|
mia cugina che veniva dal Canada aveva il vinile di TG e anche se non impazzisco per i Queen ci sono affezionato in modo particolare. |
|
|
|
|
|
|
8
|
The Game per me ha un valore affettivo che va oltre la qualità del disco -che a mio parere è molto buona. PTG è un pezzone, AOBTD ha fatto storia e ha finalmente fatto in modo che si puntassero i riflettori sul suo autore, John Deacon, spesso sottovalutato ma capace -anche in altri album della band- di scrivere ottimi brani. Uno dei miei pezzi preferiti del disco è Dragon Attack, col suo ritmo funky travolgente e le sue belle svisate rockeggianti di chitarra che producono un bel miscuglio, altrettanto adoro la scoppiettante NYLT e la song cantata da May SASS, per quanto riguarda DTS e CS si fanno ascoltare. Altra cosa davvero pregevole è l'intro di Rock It cantata da Freddie, mentre CLTCL non mi fa impazzire -sarà che forse la trovo un po' inflazionata... è comunque un brano molto valido, ma preferisco di gran lunga Save Me, una delle ballate migliori della Regina, una canzone davvero stupenda. Buonissimo album. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Ma no, ho perso...Comunque album mediocre e titolo soprattutto mediocre > |
|
|
|
|
|
|
6
|
L'album anni 80 dei Queen che mi piace di più. Non sono gli irragiungibili Queen anni 70 ma nemmeno la versione per casalinghe di Hot Space o di Radio Gaga (per fortuna). Sono ancora un'azzeccata via di mezzo che purtroppo andrà persa nella mediocrità di Hot Space. Sail Away Sweet Sister è senz'altro uno dei brani più sottovalutati nella loro carriera. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Disco appena sufficiente ed il peggio deve ancora arrivare |
|
|
|
|
|
|
4
|
Un altro disco a cui sono molto affezionato, oltre alle citate da metal4ever adoro Sail Away Sweet Sister (per me terribilmente sottovalutata), NYLT (splendida!), la trascinante Crazy Little Thing Called Love. Forse le uniche davvero sottotono sono Rock It, Dragon Attack e Coming Soon. Ciò non toglie che lo riascolti ancora spesso nella sua interessa amandolo follemente, ma si sa io sono pazzo quando si parla di Queen |
|
|
|
|
|
|
3
|
Ho perso |
|
|
|
|
|
|
2
|
Possiedo il vinile di questo album di cui sono molto affezionato essendo il primo disco che ho ascoltato dopo i Greatest Hits. Levando la Title Track , Another one bites dust , don't try the suicide , Save me il resto non mi piace per niente... ma con il prossimo faranno di peggio |
|
|
|
|
|
|
1
|
carino, ma ormai i queen da qui in poi sono un gruppo pop rock, pur sempre piacevoli grazie alla meravigliosa voce di freddie. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Play the Game
2. Dragon Attack
3. Another One Bites the Dust
4. Need Your Loving Tonight
5. Crazy Little Thing Called Love
6. Rock It (Prime Jive)
7. Don't Try Suicide
8. Sail Away Sweet Sister
9. Coming Soon
10. Save Me
|
|
Line Up
|
Freddie Mercury - voce, pianoforte, chitarra, sintetizzatore Brian May - chitarra elettrica ed acustica, pianoforte, voce, sintetizzatore John Deacon - basso, chitarra, pianoforte Roger Taylor - batteria acustica ed elettronica, chitarra, voce, sintetizzatore
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|