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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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( 4635 letture )
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We might call it Post-Metal with Black influences.
Avete mai provato a tenere il conto di quante volte succede di leggere la biografia o la pubblicità di una certa band, ascoltarne il disco incuriositi dai generi o dalle band di riferimento indicati dalla casa discografica, ed alla fine concludere di essere di fronte ad un prodotto che non c'entra nulla con quanto descritto nelle note? A me è successo un sacco di volte. Non che la cosa in se' abbia grande rilevanza, intendiamoci: le etichette sono solo etichette, ed è risaputo che spesso siano dannose e quindi da evitare accuratamente. Ero dunque tentato di tralasciare qualsiasi riferimento ai generi musicali "di riferimento" anche in questo caso, se non fosse che è stato tirato in ballo il Black. Ebbene, tutto si può dire dei teutonici Todtgelichter, ma non che abbiano qualcosa da spartire con il Black, e considerato quanto sono orgogliosi in genere gli estimatori della Nera Fiamma, e quanto ci tengono a che ogni prodotto venga etichettato correttamente, mi sembrava giusto sottolineare questo aspetto.
La musica di Angst (letteralmente ansia, quindi già dal titolo distante dai comuni cliché Black) è tutto ciò che di Post Metal si possa trovare al mondo, eccezion fatta per quanto suggerito dalla Aural Music: è Post la batteria, talvolta compassata e talvolta molto "core-posa"; sono Post le chitarre, così impegnate ad evitare qualsiasi palm-muting e privilegiando arpeggi e strutture estremamente dilatate grazie all'uso combinato di distorsione e delay; sono Post le voci, sempre graffianti ma senza urlare alcuna appartenenza al Nord Europa. Ma, più di ogni altra cosa, la musica di Angst è estremamente definita in ogni passaggio, e non credo che ciò sia solo il risultato di un buon lavoro in studio, quanto piuttosto di una precisa presa di posizione della band, ben intenzionata a far prevalere la mentalità tedesca -basata sulla precisione e la trasparenza- invece della furia cieca tanto cara alla Norvegia. Ho particolarmente apprezzato il cantato alternato tra maschile e femminile, vale a dire quello del bassista Nils contrapposto a quello della tastierista Marta: è stato un po' come assistere ad un improbabile incontro di due grandi band del passato, i Fear Factory da una parte e i Dark Tranquillity dall'altra (pensate ad esempio ad Insanity's Crescendo). Il pezzo migliore in questo senso è l'opener Café Of Lost Dreams.
Dunque, ricapitoliamo: la varietà c'è, l'originalità pure, e non mancano nemmeno le capacità tecniche. Su che aspetto si potrebbe muovere, eventualmente, qualche critica? Probabilmente sulla prolissità delle composizioni. Angst è il terzo album in studio della band tedesca, ed in genere dal terzo album ci si aspetta molto: maturità, consapevolezza delle proprie capacità, perfezionamento del songwriting. Probabilmente su quest'ultimo punto ci sarebbe ancora da lavorare, magari limando certi passaggi esageratamente dilatati, e soprattutto cercando di mettere in risalto il punto focale di ogni composizione, spesso confuso tra troppi riff o troppi cambi d'umore. A prescindere da tutto, i Todtgelichter meritano un applauso sincero ed un ascolto approfondito... qualsiasi sia il Post che vi piace.
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6
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Fa freddo, tanto, non troppo, ma quel che basta a darti fastidio a farti urlare basta, a volere desiderare un pò di luce. Ma la desideriamo davvero ? Tra le note di questo album no, non la desideriamo. O per lo meno, non io. Mi trovo totalmente assorbito da queste note, da questi cambi di ritmo, questi arpeggi, che solo un briciolo di sole manderebbe a farsi fottere l'intera atmosfera. Nessun brano è banale, composti tutti per incatenarsi l'un l'altro in un susseguirsi di piccole gocce di emozione che ricadono sempre nello stesso punto, creando un circolo ipnotico, proprio come quello di una goccia che si perde ripetutamente nell'infinito del mare. Riff puliti, mescolati a chitarre a zanzara, silenzi, rumori quotidiani, assoli, non tecnicissimi forse ma assolutamente in grado di svuotare la mente dell'ascoltatore per insinuarsi subdolamente tra le sinapsi. |
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5
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Mi è piaciuto veramente tanto, riuscendo a rapirmi già ai primi ascolti. Messo nel carrello, se lo merita. |
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2
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Davvero mooooooooolto interessante! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01 Café Of Lost Dreams 02 Bestie 03 Oblivion 04 Phobos & Deimos 05 Neon 06 Subway 07 Moloch 08 Allmählich
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Line Up
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Nils: vocals/bass Frederic: guitars/vocals Claudio: guitars Tentakel Parkinson: drums/synths Marta: vocals/organ
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RECENSIONI |
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