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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 3497 letture )
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L'ondata nu-metal sorta nell'ormai lontano 1994 sembra aver da tempo esaurito la sua vena d'ispirazione e, soprattutto, il fascino della novità che aveva portato tanti adolescenti a sbavare dietro gruppi come Korn e Limp Bizkit (con tutte le differenze del caso, tra questi due esempi citati), mandando temporaneamente in soffitta il bel faccino di Eddie stampato sulle copertine degli Iron Maiden. Gli ungheresi Ektomorf si incaponiscono nel tenere in vita questo genere da molti considerato un figliastro dell'heavy metal, e tornano sul mercato col loro nono studio album, Redemption. Inutile dire che esso è qualcosa di molto simile a quanto proposto dai primissimi Slipknot, e che pertanto risulterà parecchio indigesto a quei metalhead che non sopportano affatto le ondate modaiole sorte nella tribolata decade di fine millennio.
La band ungherese ci propina un'atmosfera claustrofobica e opprimente, scandita dalle stoccate del drumwork quadrato di Gergely Tarin, che trascina con sé ritmi talvolta cadenzati e spesso poco coinvolgenti. Riffing corposo e sound robusto privo di melodia costituiscono le peculiarità di questa band. il full length si presenta come un macigno pesante scevro di ogni virtuosismo, ambientato in uno scenario decadente, drammatico, lento, appestato dal semigrowl noioso di Zoltán Farkas. Tutte simili, le linee vocali, per piacere; troppo poche le accelerazioni tese a movimentare la scena, già priva di ritornelli o refrain vocali, nella maggioranza dei casi. Ovviamente non pervenuti (o quasi, dai) gli assoli di chitarra, ma a riguardo è meglio stendere un velo pietoso, trattandosi di nu-metal. La scaletta puzza forte di anni '90: si tengano lontani, da questo prodotto, gli appassionati di heavy metal classico, perchè potrebbero subire conseguenze rigurgitative rimarchevoli, tra parti chiacchierate, breakdown abbondanti, drumwork dal suono freddo. Noioso, pesante, banale: poco da salvare in tanta ripetitività generale. Meglio dedicare i propri risparmi monetari a qualcosa di più serio, longevo e soprattutto musicalmente più intenso. Basterà puntare il dito a caso su qualsiasi altro disco, con serie possibilità di trovare al primo colpo qualcosa di migliore. Se poi siete fanatici del nu-metal piatto e monocorde, nulla da dire: servitevi pure da soli.
L'opener Last Fight è un mid-tempo ossessivo che apre l'album in maniera non propriamente egregia, mentre il groove delle successive Redemption e I'm In Hate è qualcosa di già più piacevole: bei pezzi tosti, più aggressivi e dinamici, pur non essendo nulla di straordinario. Stay Away sorprende per l'utilizzo di un cantato 'pulito' con tanto di refrain gradevole, e risulta essere al tempo stesso uno dei pezzi più riusciti ma anche uno di quelli più mainstream; Sea Of My Misery è invece alquanto singolare, un episodio che si accosta parecchio a qualcosa dei Nirvana, leggero e malinconico ma gradevole, che nella sua depressione latitante riesce a incastonare anche un discreto solo distorto. Del tutto insopportabile, invece, risulta il ritornello pulito-melodico di The One, collaborazione di facciata con i rocker canadesi Danko Jones. Compare persino un assolo, in Revolution, ma poi si ritorna alla solita solfa, con tanto di alternanza, in Stigmatized, di sfuriate vocali aggressive e parti deprimenti prive di musica.
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16
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l'inutilità fatta a band. |
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15
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fin dal primo album datato 2000, mi pare, in cui erano una copia da terzomondo dei Sepultura di Chaos AD, li trovo inutili. Davvero la scena non potra' migliorare se si permette a band di livello e personalita' cosi basse di andare avanti per 5 o 6 o non so quanti album |
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non sono mica cosi' male!!!in giro c'è roba che è molto peggiore (vedi l'ultimo dei trivium) |
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ops! L'HO scusate l'errore... |
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lo sempre detto in passato... totalmente INUTILI |
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STO CON MARDUK PER QUESTO DISCO,L'ALTRO ERA VERAMENTE BRUTTO. |
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10
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Ma per cortesia. Mi stupisco che ci sia qualcuno in giro che li faccia registrare. Investire soldi su di loro è da folli. Mio voto 45. |
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9
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come al solito sono l'unico stronzo strenuo sostenitore di questa band XD...non c'è un lavoro che non mi sia piaciuto... anche questo l'ho trovato estremamente gradevole e coinvolgente come i precedenti...benchè sia cmq un disco senza enormi pretese...sia chiaro....secondo me un bel 75 non glielo leva nessuno... |
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8
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@heckter93 a sto punto non so quanto convenga all'ungheria fargli tenere la cittadinanza..per nikolas:meno male,avevo fatto la stessa cosa in una precendente news de questi baldi giovani e mi sono beccato una scarica di insulti XD |
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7
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ancora un album mediocre è penso che sarà così per tutta la loro carriera. per tutti quelli che voglono la loro sparizione: la vorrei anch'io per un gurppo come loro ma purtroppo sono l'unico gruppo portabandiera dell'Ungheria e finche non ci sarà un gruppo decisamente migliore di loro (ci sarebbe ma non vengono cacati mi chiedo perchè le case discgrafiche non facciano talent scouting nell'est d'europa che di grupponi ce ne sono a bizzeffe) ci saranno loro a portare la bandiera dell'Ungheria |
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6
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Ok, questa volta l'ho riconosciuto: era sarcasmo |
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ma come fate a parlare male di una band così originale e con un sound così personale?questi sprizzano originalità da tutti i pori! XD |
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quello che inorridisce è che c'è in giro gente (leggasi case discografiche) disposta ad investire denaro in gruppi simili... |
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D'accordo in tutto e per tutto, non capisco come possano ancora essere sotto contratto |
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cioè ma vi rendete conto che questi sono al 9° disco?!?!?! sono più inutili di un fermacarte... |
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1
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Veramente fanno una proposta molto più vicina agli ultimi Sepultura di cavalera, vabbe'. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. "Last Fight" 2. "Redemption" 3. "I'm In Hate" 4. "God Will Cut You Down" 5. "Stay Away" 6. "Never Should" 7. "Sea Of My Misery" 8. "The One" [Feat. Danko Jones] 9. "Revolution" 10. "Cigany" 11. "Stigmatized" 12. "Anger" 13. "Kill Me Now" [Limited Edition Digipack Bonus]
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Line Up
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Zoltán Farkas — Vocals/Guitars Tamás Schrottner — Guitars Szabolcs Murvai — Bass Gergely Tarin — Drums
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