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CIRCOLO DEV , VIA CAPO DI LUCCA 29/3G - BOLOGNA

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Raventale - After
( 2428 letture )
Quarta uscita per la one-man band ucraina Raventale, il cui progetto, attivo dal 2005, è stato interamente concepito e suonato da Astaroth. La proposta dell’artista, che spazia dai cupi orizzonti del black metal ai malinconici paesaggi del doom, si miscela in modo inusuale; è, dunque, difficile ricondurre ad una stessa matrice ciascuno dei brani di After: le cinque canzoni, infatti, si sviluppano secondo modalità differenti, quali rami di un albero che, pur legati alle medesime radici musicali, crescono ognuno indipendentemente dall’altro. D’altra parte, però, l’intero ascolto del disco segue un processo evolutivo che, tracciato dal costante sviluppo delle sonorità, rende quantomeno complicato considerare ogni pezzo come un brano a sé stante.

È impossibile non essere travolti dal nero fiume di suoni che prende forma non appena si preme il tasto play sul lettore: il lento incedere di Gone, catturando l’ascoltatore sin dalle prime note, lo trasporta subito in una gelida landa spazzata dalle pesanti sferzate caratteristiche del doom. La ritmica granitica ed imponente non lascia spazio a compromessi e s’intreccia con le melodie ossessive delle chitarre distorte, quasi cantilena di morte. Su tale tetro scenario s’inserisce, poi, la voce sofferta di Astaroth, la cui intensità dipinge immagini di solitudine e desolazione. Ma se, da un lato, questa spietata marcia procede inesorabile attraverso l’intera tracklist dell’album, dall’altro, ogni pezzo riesce comunque a diversificarsi attraverso la presenza di momenti che, spezzando il ritmo di base, creano una serie di efficaci diversivi. Ecco allora comparire parti atmosferiche – ai limiti dell’ambient – in cui il tono si fa più pacato e trasmette quasi un senso di serenità e liberazione. Seguono, poi, momenti in cui è la componente black a prendere il sopravvento, emergendo con parti di doppia cassa e potenti cavalcate di chitarra. Notevoli, infine, le pause dominate dalle più malinconiche chitarre acustiche.

Così come il bilanciamento compositivo fornisce compattezza ai brani, si segnala un particolare equilibrio anche nella produzione: ogni strumento riesce a trovare un proprio spazio senza che gli altri vengano soffocati. Accade, infatti, che, sulla solida base di pesanti chitarre ritmiche, magistralmente sostenute da un basso e una batteria quanto mai poderosi e solenni, s’innestino armonie di voci e tastiere destinate ad articolare maggiormente la melodia.

Lo scream di Astaroth, tornato dietro al microfono, si presenta graffiante e straziante, un dolore che procede dall’animo sino a rendersi visibile nella stessa espressione fisica. La gola sembra lacerarsi per la sofferenza. Gli sporadici inserimenti di growl rafforzano il sottofondo d’inquietudine e spingono il grido dell’amarezza sino alle più oscure profondità del nostro animo.
L’imponente batteria (ancora con il difetto di una restituzione esageratamente elettronica), pur ostentando talvolta toni più aggressivi (si pensi alle violente cavalcate di doppia cassa), rimane tuttavia molto vicina all’essenziale, risultando, in alcuni momenti, addirittura ridotta all’osso. Ci si chiede dove siano finiti i tom e tutti gli altri piatti, ma è evidente che anche questa assenza fa parte di una scelta (leggasi programmazione) ben ponderata.
Il basso non è mai in primo piano: i pochi stacchi solisti tendono più che altro a sottolineare le parti di chitarra o tastiera. Nonostante ciò, il prepotente pulsare dello strumento palpita vivo in ciascuno dei brani del disco
Sicuramente le chitarre rappresentano il cardine di tutta la produzione, vere e proprie macchine da guerra che si dimostrano, ad un tempo, fatali nelle ritmiche, serpentine nelle melodie distorte e malinconiche nelle parti acustiche. Il riffing è dicotomico, in quanto riesce ad alternare momenti di lenta inquietudine a furiose sferzate che creano la commistione sonora alla base della quale ha origine l’intero concept musicale dei Raventale.
Il ruolo della tastiera è anch’esso duplice: in alcuni momenti (anche quando risulta in primo piano) esegue parti soffuse e molto atmosferiche, in altri, invece, è più partecipe e dona al tutto un attivo contributo melodico giammai classificabile come banale.

La tracklist scorre fluidamente. La solennità rocciosa della ritmica di fondo costruisce una certa affinità tra Gone e After dando luogo ad un senso di continuità che evita di far ricadere l’ascoltatore nella noia. La strumentale Youth, invece, si distingue per le tinte epiche. Flames è la traccia, a mio avviso, più interessante, anche se non si tratta di materiale inedito. Essa è, infatti, la ri-registrazione di Shredding The Skies By Fire, brano presente nel debutto Means On A Crystal Field. In questa lirica, pur predominando la matrice black, non appare comunque adombrata quella vena malinconica di base, pure pilastro portante del suono della band. Al contrario, nelle precedenti tracce, queste due componenti del suono si presentano maggiormente amalgamate. Qui, invece, Astaroth osa di più e inserisce un assolo in cui convivono melodia e velocità. Persino le tastiere si fanno più ardite e si liberano del proprio ruolo di mero abbraccio atmosferico, perdendosi in una piuttosto glaciale armonia che ben caratterizza la parte finale del pezzo. Il risultato, però, pur lasciando inalterata tanto la struttura quanto il fascino del brano originario, pur migliorandone la qualità, presenta un unico piccolo neo ai danni del verso del corvo udibile nella versione primigenia.
Segue una ghost track: forte il contrasto tra il suono di una chitarra acustica melliflua e decadente e la componente ritmica che, esasperata in alcuni tratti dai numerosi stop&go, provoca un incedere spezzato, il cui senso d’inquietudine si esplica nell’ultimo sinistro arpeggio, posto a sancire la conclusione di tutto questo coinvolgente e interessante viaggio musicale.

After è un disco che non mi sarei aspettato di apprezzare, poiché, non essendo immediato, non lascia alcuna scottatura sulla pelle al termine del primo superficiale ascolto. Piuttosto, scava una nicchia in profondità che, con il tempo, si radica dentro senza riuscirsi più a staccare. Il mio consiglio è di ascoltarlo e riascoltarlo, immergersi nei brani e lasciarsi conquistare dall’energia delle sonorità.
Questo non è un album che colpisce per l’impatto dei singoli pezzi e, stante il timbro a cui ci hanno abituato i Raventale, non è manco originale: esso però penetra lentamente dentro l’anima, principalmente attraverso le parti atmosferiche. È un’opera meditativa che spinge all’intimità e alla riflessione derivate dal contatto con la natura.

Cerca la solitudine: in essa troverai te stesso, e alla natura leverai l'immenso inno dell'amore (A. Bazzero)



VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
31 su 17 voti [ VOTA]
Blackout
Martedì 1 Febbraio 2011, 12.43.45
10
Benvenuto Gio!
Room 101
Martedì 1 Febbraio 2011, 11.21.22
9
Benvenuto !! e complimenti per la bellissima recensione!!!
GioMasteR
Martedì 1 Febbraio 2011, 9.58.31
8
Grazie a tutti, davvero!
Ubik
Martedì 1 Febbraio 2011, 7.36.30
7
Bella recensione complimenti! il disco lo devo ancora ascoltare ma mi hai incuriosito
Persephone
Martedì 1 Febbraio 2011, 1.32.40
6
Benvenuto Giovanni!!! Anar kaluva tielianna (che il sole risplenda sul tuo cammino)...
Khaine
Lunedì 31 Gennaio 2011, 23.34.25
5
Benvenuto in famiglia Giovanni
GioMasteR
Lunedì 31 Gennaio 2011, 22.30.02
4
Grazie! Sono molto contento di essere entrato nella famiglia
Lizard
Lunedì 31 Gennaio 2011, 22.20.52
3
Benvenuto Giovanni
Giasse
Lunedì 31 Gennaio 2011, 22.05.18
2
Sulle note di questo piacevolissimo rientro dei Raventale faccio il mio benvenuto al nuovo "GioMasteR". L'avventura comincia!!!
Blackster
Lunedì 31 Gennaio 2011, 22.04.25
1
Bella recensione Giovanni, a me questo After ha preso tantissimo, infatti gli avrei dato un otto e mezzo. Comunque hai analizzato molto bene il disco, infondo le impressioni che rimangono impresse sono soggettive, e per me è stato un album bellissimo e,.. direi emozionante. Saluti.
INFORMAZIONI
2010
BadMoodMan Music
Black/Doom
Tracklist
1. Gone
2. After
3. Youth
4. Flames
5. Untitled
Line Up
Astaroth – Vocals/All Instruments
 
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