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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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Liktjern - Kulde Pest & Død
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( 3226 letture )
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Liktjern. Scartabello il materiale che mi è arrivato. Il cd, il booklet (un foglio piegato in due dove fatico a interpretare i caratteri gotici dei titoli ma dove sono più ovvi che chiari i volti insanguinati e inferociti dei componenti del gruppo, le croci rovesciate, il cerone bianco. Wow. Un artwork innovativo e inaspettato per un gruppo black metal norvegese, un trafiletto inglese della loro biografia. Leggo. Riassumo cadenzando. Tutto inizia nel 1995. Nel 1996 il batterista si suicida. Nel 1999 chitarrista/bassista e nuovo batterista hanno un gravissimo incidente d’auto. Il batterista molla il gruppo il chitarrista/bassista rimane semiparalizzato. Il chitarrista/bassista continua da solo, prova altre line-up ma non funzionano. Nel 2007 rimangono lui e un nuovo batterista. Che poco dopo molla il progetto. Si riaggancia al vecchio chitarrista, nuova line-up che cambia un’altra volta. Nel 2008 forse siamo alla formazione definitiva. Iniziano a incidere Kulde Pest & Død.
Nonostante le difficoltà come malattia, ossa rotte e morte ci abbiano tolto del tempo, alla fine è andata molto bene
(cito letteralmente: but in the end it went very well).
E ora stanno lavorando a un full-lenght. Beh, gli auguro che alla fine non gli vada “così bene” come durante la lavorazione del loro primo EP. Non so cosa aspettarmi, ma sono pronta. 4 liriche per 24 minuti. Black metal norvegese vecchia scuola, niente di più, niente di meno. Si palpano e si palesano le influenze di Satyricon, Gorgoroth, Darkthrone. Crediti che però non vengono usati come trampolini di lancio, ma pedane sulle quali rimanere seduti oscillando leggermente. Nulla di nuovo. Nulla di inaspettato. Nulla di così ben fatto – o di così brutto, perché no – che possa in qualche modo appiccicarsi addosso. Talento ne hanno, ma non ardiscono. Quello gli hanno insegnato i maestri dell’old black norwegian school. Quello fanno. Perché strafare rischiando un buco nell’acqua? Eh già. Meglio così. Meglio rimanere incastrati nelle mangrovie di quei quattro pattern piuttosto che osare, sperimentare, rischiare. O semplicemente prendere un’iniziativa. Tallonano senza definirsi. La produzione è sufficiente, non ci troviamo di fronte né stanze musicali nitide e definite, né tanto meno sottoscala di officine meccaniche nelle quali è stato registrato il lavoro. Il basso fa il minimo sindacale come da contratto Vecchia Scuola Black Norvegese, il che rende la produzione più asciutta e smilza. La chitarra ha dei buoni giri, sostiene discretamente i refrain affilati tipici del genere; i percorsi ritmici non presentano problemi nei cambi di velocità. Suona – giustamente – sporca, e sebbene si tratti di passaggi abusati e inflazionati – compreso il giro melodico in apertura della traccia 3 – non annoia. Batteria che avrebbe potuto davvero “spaccare il culo ai passeri”. In alcuni varchi mi sembra quasi un animale in gabbia pronto a massacrare il mondo con massicci blast beat e martellante doppia cassa. Gli hanno limato gli artigli. Peccato. Rimane fedele alla linea sufficiente/discreta tra preparazione e precisione di esecuzione. Niente di che. Gud ha lavorato come tecnico in studio di registrazione. Gud ha lavorato all’artwork dell’album. Poi Gud ha preso in mano il microfono. La scelta migliore che potesse fare tra le tre. Lo screamin’ è ben definito, modulato su un songwriting semplice ma efficace. Segue onestamente i pattern delle corde e – permettetemi il quasi off-topic da amante della tecnica poetica quale sono – la metrica delle liriche non mi dispiace affatto. E poi ha dei buoni polmoni il ragazzo. Non dimentico i synth, gli effetti… gli effetti. Oddio, qualche sparo a inizio canzone e il gracchiare di una cornacchia li vedo solo come degli accennati schizzetti di atmosfera nel climax generico della release. Nessun azzardo. Tutto rientra negli standard canonici, convenzionali, già scritti, già sentiti della vecchia scuola black. In definitiva Kulde Pest & Død non è un album essenziale e nemmeno i Liktjern; se mai i nostri volessero esporsi ed emergere dovrebbero prima avere la forza di svestire i panni dei “derivati” e fare le “materie prime”.
Vi spiace se non li passo sull’ipod?
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9
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Non sono malvagi,ci sta un 65,c'è molto di peggio. Concordo con i primi commenti comunque. |
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8
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ognuno guarda alle proprie scelte e creature con un certo orgoglio e gelosia , ma di solito tengo piu' in considerazione le critiche che gli elogi , poiche' sono proprio queste che ti fanno crescere . Devo dire due recensioni veramente dettagliate nei particolari tecnici e nel tentativo addirittura di dimostrare di aver colto appieno le intenzioni, piu' che le azioni dei recensiti, mi sono quindi riascoltato entrambi gli album, e devo dire che si e' vero ad ognuno la sua specialita'....overground all overground ...l'underground all underground |
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7
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Ciao Oblivion. Trovo davvero poco elegante "sparare" su chi ti succede per manifestare (come fai sempre) la tua frustrazione per un rapporto non andato a buon fine. Le ragioni di quell'affaire sono note e stra-note e comunque non partimonio di una recensione divulgativa. Se invece tu volessi dare un parere tecnico su questi Liktjern, senza nasconderti dietro una dietrologia ridicola e paroline sghembe nei confronti di Ilaria che nemmeno sa chi sei, saresti il benvenuto. |
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6
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Il mio pensiero è in linea con quanto espresso da qualche utente nei commenti precedenti. Non pensavo che per poter scrivere recensioni su Metallized si dovesse superare un corso di poesia e farlo poi seguire da un master sulla comicità. Sarà per questo che non faccio più parte di voi, perchè non ero in grado di metter tante belle parole una dietro l'altra, così solo per il gusto di farlo e senza giungere ad una spiegazione o ad un giudizio sensato? |
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5
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@mariamaligno: stiamo cmq parlando di una bocciatura da 54 (abbastanza vicino al 6).... cmq, sti gruppi che fanno il cd ai giorni nostri e dicono di essersi formati nel 95-96 (tanto per fare un po' di aura di mistero) mi fanno morire dal ridere... qualcuno ha detto Massemord ?.. |
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4
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Concordo con Mariamaligno, ho il dubbio che Ilaria stia calcando un po' troppo la mano con il personaggio poetico ma stia centrando meno gli obbiettivi, fra questa e i Belphegor qualche perplessità mi sorge. |
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3
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Li ho ascoltati spinto dalla recensione, veramente spassosa, nel senso buono. Per me meritavano la sufficienza, non un voto di piu'. Ma bocciarli solo perche' derivativi, scontati o non intraprendenti mi sembra troppo duro, ho sentito di peggio. |
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2
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@blackster: tutto cio è molto black metal... |
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1
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Non li ascolterò, ma nel caso capitasse l'occasione una mano sarà per toccarmi le palle e l'altra stringerà un pezzo di ferro. |
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INFORMAZIONI |
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Final Earthbeat Productions
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Tracklist
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1. Kirkebrann 2. Mørkets Herre 3. Mannen Med Ljaen 4. Mørkefall
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Line Up
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Gud - voce Kverke - Chitarra Knokkelmann - Chitarra, Basso Ond – Batteria
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RECENSIONI |
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