|
25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
|
|
Aerosmith - Night In The Ruts
|
( 7391 letture )
|
Prima o poi anche i giocattoli più belli si rompono. Dopo anni di eccessi di ogni tipo, vissuti pericolosamente sulla lama del rasoio, anche per gli Aerosmith dei celebri Toxic Twins Tyler e Perry arriva la crisi.
Night In The Ruts sesto album del gruppo sarà infatti l’ultimo a vedere assieme la classica line up per molti anni e com’è facile capire nasce tra mille difficoltà. La band è praticamente fuori controllo: troppa droga, troppi soldi, troppe auto veloci e casini di ogni tipo, specialmente a livello personale ed affettivo. I problemi iniziano da subito: durante le registrazioni la casa discografica decide di togliere allo storico Jack Douglas la produzione del disco, passandola a Gary Lyons. Una scelta che si rivelerà comunque più che azzeccata. Successivamente, temendo uno scarso riscontro economico dell’album, scaraventa la band in tour per generare un po’ di attesa. I lavori di registrazione vengono così interrotti quando Perry ha completato le sue parti solo su cinque brani: No Surprize, Chiquita, Cheese Cake, Three Mile Smile and Bone to Bone (Coney Island White Fish Boy). In tour le cose precipitano e il chitarrista saluta il circo senza completare le date, sbattendo la porta. La band si ritrova così con un disco finito a metà e torna in studio lasciando che le parti mancanti di Perry siano completate in parte da Tom Hamilton, in parte da quello che sarà il sostituto ufficiale: Jimmy Crespo e il resto da valenti session men come Richie Supa e Neil Thompson. Le premesse per un disco debole, di puro mestiere ci sono tutte. E invece… Invece Night In The Ruts (provate a invertire le iniziali della prima e dell’ultima parola) è uno di quei dischi ingiustamente dimenticati dal tempo e fin troppo sottovalutati. Un disco che non merita solo una rispolverata ma una vera e propria rivalutazione: se pensate di trovarvi di fronte una band stanca, sfibrata, svogliata e non ispirata, avete proprio sbagliato indirizzo. Di solito scrivendo e leggendo di Hard Rock è impossibile non trovarsi di fronte ad aggettivi quali bollente, torrido, adrenalinico, elettrico e via di figure retoriche. Un lessico abusato, ormai parte integrante dell’immaginario duro eppure tanto caro ed indispensabile quando si deve descrivere un disco come questo. Permettetemi quindi di affiancare a questi aggettivi altre tipiche espressioni: sporco, sudato e depravato. Questo è Night In The Ruts: il disco di un gruppo dal talento stellare, che ha ancora intatta l’ispirazione e ha portato il proprio marchio, un tocco malvagio e vizioso, ai massimi livelli, coinvolgendo in una corsa maledetta anche la propria vita e il proprio destino. Night In The Ruts possiede tutta quella carica abrasiva e maleducata che vorremmo sentire in ogni prodotto del genere e che tanto manca agli stessi Aerosmith oggi. Godiamoci quindi questo canto del cigno che non ha proprio niente di malinconico e morde le chiappe come un mastino infernale.
L’opener No Surprize ci dice già molto del tiro e delle coordinate che avrà tutto il disco: rock’n’roll incandescente strapieno di testosterone e baciato da numerosi soli blueseggianti da assuefazione immediata. Southern condotto con una urgenza quasi punk (!) nella debosciata Chiquita, primo singolo estratto, con una sezione fiati di livello assoluto che suona come una banda di ubriachi alle quattro di mattina fuori dal saloon. E’ il turno della fantastica semi-ballad Remember (Walking In The Sand) -cover di un vecchio brano del gruppo The Shangri-Las- strapiena di cori e ritmiche soul assolutamente da infarto; blues malato in Cheese Cake introdotta dalla slide di Joe Perry mentre Three Mile Smile è un hard granitico, scandito dalla batteria di Kramer. Ancora blues in Reefer Head Woman con tanto di solo-da-paura: più canonica e tutto sommato usurata ma comunque piacevole nel suo essere classica. Si ritorna sull’hard tipico della band in Bone To Bone (Coney Island White Fish Boy) e quando dico tipico intendo infuocato, saturo, maledetto fino nel midollo, con un Tyler indemoniato che fa venire i brividi. Think About It è ancora hard’n’blues da cardiopalma e si arriva così alla conclusiva Mia: lentone pauroso, ovvia terra di conquista per l’istrione Steven Tyler.
Nove canzoni, trentacinque minuti da paura e l’epoca d’oro degli Aerosmith finisce col botto. Difficile chiedere di più ad un gruppo evidentemente minato nelle sue fondamenta e che a breve perderà anche l’altro chitarrista Brad Whitford. Prima o poi il giocattolo si rompe, dicevamo in apertura ma la storia di questa grande band non finisce qui. Il commiato di Joe Perry è comunque un disco più che valido, vibrante e grintoso al punto di poter essere considerato uno dei migliori della band. Un lavoro che riascoltato oggi non ha perso niente del suo fascino e del suo valore e anche questo contribuisce a farne un classico da riscoprire assolutamente.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
22
|
Sì sì, vai tranquillissimo, è un concept sulla vita dei minatori |
|
|
|
|
|
|
21
|
La copertina ricorda molto dei lavoratori fuori da una miniera. In qualche pezzo, il Gruppo parla di questo lavoro? Di quanto difficile è, e della sventura di molti minatori?
Ho scritto un libro dal titolo: Morire a Marcinelle.
Vi ringrazio |
|
|
|
|
|
|
20
|
Non è uno degli album degli Aerosmith che ascolto più spesso, della prima decade i precedenti sono sempre una tentazione irresistibile per me. Rimane comunque un disco ottimo, pezzi come No Surprize, Cheese Cake o la ballatona Mia sarebbero da ascoltare in loop. Voto 80 pieno. |
|
|
|
|
|
|
19
|
Davvero un ottimo album;molto robusto e pesante,ci sono delle soluzioni che mi ricordano qualcosa degli ac\dc..non un capolavoro ma un album di sano Hard rock che non sfigura insieme ai loro altri album. |
|
|
|
|
|
|
18
|
Grande disco....disco da 90 35 minuti intensi di puro hard rock 70’s.... e fortuna che erano alla frutta ....sfido le giovani band a fare uscire un albulm simile oggi! |
|
|
|
|
|
|
17
|
buonissimo album ma non uno dei migliori secondo me! |
|
|
|
|
|
|
16
|
Concordo ottimo,poi se uno ascilta solo black e death e' un altro paio di maniche, ma bada bene che per molti oggi e' piu di moda suonare proprio quello e di fighetti c e' pieno anche li. No suprize in merito |
|
|
|
|
|
|
15
|
Poco conosciuto e quasi mai citato tra i classici. Eppure è una perla di rock blues che brilla di luce propria. Forse l'apice può essere individuato nel bluesaccio Reefer head woman, nella ballata Mia e nell'anomala Remember. Voto 77 |
|
|
|
|
|
|
14
|
Disco da rivalutare.. assolutamente..... voto lettori ridicolo!! |
|
|
|
|
|
|
13
|
Gli Aerosmith avrebbero voluto intitolarlo "Right in the nuts".ma il significato era troppo volgare.per cui ci fu solo uno scambio di consonanti.Il significato cambiò completamente. |
|
|
|
|
|
|
12
|
Il mio disco preferito deli Aerosmith.No surprize,Chiquita,Bone to bone,Remember,Mia,Cheese cake...Una track list da sogno. |
|
|
|
|
|
|
11
|
ancora oggi non mi convince piu di tanto.non male ma si iniziava a sentire che qualcosa non andava piu...comunque walk in the sand e mia sono eccezionali. |
|
|
|
|
|
|
10
|
Un album eccellente!!! Uno dei migliori della carriera del gruppo |
|
|
|
|
|
|
9
|
"Remeber - walking in the sand" è una cover delle SHANGRI-LAS (anno 1964) idem per "Leader of the pack" dei Twisted Sister |
|
|
|
|
|
|
8
|
come giustamente scritto NITR è stato lungamente sottovalutato, al punto che anch'io lo avevo comprato senza troppe speranze, e invece... mamma mia che pezzi! le mie preferite sono sicuramente R(WITS), NS e la bellissima Mia -Tyler è da brividi! e pensare che erano in crisi!!!! |
|
|
|
|
|
|
7
|
Non me ne parlare va... Se solo riuscissi a prendere meno multe comunque davvero... Pensare il peso specifico di questi album e il prezzo che si paga oggi per averli... Chi ha detto che viviamo in tempi grigi??? |
|
|
|
|
|
|
6
|
Vuoi mettere? Ho comprato 4 album con 20 €... fosse sempre così comprerei 2 volte e mezzo gli album che compro ora... |
|
|
|
|
|
|
5
|
Soldi sempre ben spesi |
|
|
|
|
|
|
4
|
Yep, concordo, piace molto anche a me. Tra l'altro adesso praticamente metà catalogo degli aerosmith è in offerta a 4,90, ho fatto degli acquisti da paura :-/ |
|
|
|
|
|
|
3
|
Un discone... Sono sicuro che molti ne rimarranno colpiti se vorranno ascoltarlo! |
|
|
|
|
|
|
2
|
yeah danny boy mitica la quarta di copertina di quel disco |
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. No Surprize 2. Chiquita 3. Remember (Walking In The Sand) 4. Cheese Cake 5. Three Mile Smile 6. Reefer Head Woman 7. Bone To Bone (Coney Island White Fish Boy) 8. Think About It 9. Mia
|
|
Line Up
|
Steven Tyler - Lead Vocals, Piano, Harmonica Joe Perry - Lead Guitar, Backing Vocals Brad Whitford - Rhythm Guitar Tom Hamilton - Bass guitar Joey Kramer - Drums
Addictional Musicians: Jimmy Crespo - additional guitars Richie Supa - additional guitars (uncredited) on track 9 Louis del Gatto - baritone saxophone Lou Marini - baritone saxophone, tenor saxophone Barry Rogers - trombone, tenor saxophone Neil Thompson - electric guitar George Young - horn, alto saxophone
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|