|
19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
|
|
Long Distance Calling - Long Distance Calling
|
( 5358 letture )
|
Tornano sulle scene i teutonici Long Distance Calling, con il nuovo omonimo album e l’intento di bissare i confortanti riscontri ricevuti dalla critica con il precedente Avoid The Light del 2009. L’ultima release ricalca sostanzialmente gli stilemi del predecessore, permanendo nella sfera alternative/post rock con evidenti influenze del movimento progressive inglese degli anni ’70 e di gruppi più attuali, quali Porcupine Tree e Tool.
La caratteristica peculiare della band è quella di proporre composizioni totalmente strumentali, piuttosto lunghe e composite (soltanto Middleville è impreziosita dall’ugola dello special guest John Bush -Armored Saint/Anthrax). La cover marcatamente psichedelica già ci preannuncia che affronteremo un viaggio onirico, surreale, inquietante: il compito degli oltre 56 minuti di Long Distance Calling è quello di sradicare l’ascoltatore dal mondo reale per catapultarlo in una dimensione fantastica... ed il tutto, alla resa dei conti, è veramente coinvolgente! Si parte con l’opener Into The Black Wide Open, in cui il basso e la batteria predominano con un andamento quasi ipnotico; il brano cresce gradatamente d’intensità aumentando il climax fino a strutturarsi su ritmiche diverse ed avvolgenti, lasciando il proscenio nella sezione finale ad un affascinante assolo di chitarra. La movimentata The Figrin D'an Boogie richiama alla memoria dei più avvezzi al progressive Fanfare For The Common Man degli E.L.P. e One Of These Days dei Pink Floyd, poi il pezzo diventa più articolato fino all’interessante chiosa finale, dominata ancora una volta dal suono dalla sei corde; Invisible Giants è aperta da un delicato arpeggio, sul quale si dipana il tema portante in un crescendo travolgente; il pezzo muta ancora come un camaleonte, disorientando l’ascoltatore fino al pacato finale; Timebands ha un incedere rarefatto e melodico, ma anche in questo caso la composizione cambia splendidamente forma in continuazione. Arecibo (Long Distance Calling) rappresenta il vertice di quest’album, essendo munita di un riffing granitico e martellante: si tratta decisamente del brano più precipuamente rock dell’intero full lenght. La voce paranoica di Bush conferisce a Middleville una veste umbratile, accostabile al grunge degli Alice In Chains. Chiude questo splendido lavoro Beyond The Void, un altro suggestivo caleidoscopio sonoro che evoca inizialmente la vastità dello spazio, per dipanarsi successivamente su sonorità più dinamiche ed ammalianti.
I Long Distance Calling dimostrano di essere un quintetto molto maturo, dalla forte personalità e sanno offrire una musica di elevata caratura destinata ad un’utenza elitaria e dall’udito sopraffino. Consigliato vivamente agli amanti del genere.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
Disco davvero eccellente e gran bella recensione. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Disco molto bello, un fantastico viaggio sonoro, e dire che di solito questo genere mi piace poco o niente. Ho preso la Limited Edition con il bonus cd live, bello anche questo. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Senza tanti giri di parole questi tedeschi sono bravi Il cd è valido anche se può risultare derivativo..... Trascinanti ipnotici ammalianti!!!!!!! |
|
|
|
|
|
|
3
|
Bell' Album...Recensione Centrata in pieno!! |
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Disco stupendo e ottima la recensione |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Into The Black Wide Open (8:32) 2. The Figrin D'an Boogie (6:08) 3. Invisible Giants (7:25) 4. Timebends (7:57) 5. Arecibo (Long Distance Calling) (5:53) 6. Middleville (8:30) 7. Beyond The Void (11:40)
|
|
Line Up
|
David Jordan - guitars Florian Füntmann - guitars Jan Hoffmann - bass Janosch Rathmer - drums Reimut van Bonn - electronics and sounds
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|