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Radiohead - The King Of Limbs
( 7494 letture )
Dei Radiohead si possono dire tante cose: che sono una delle band più sopravvalutate del pianeta, che il cantante ha una voce lagnosa e inascoltabile, che sono odiosi perché tentano ogni volta di andare contro le mode e finiscono inevitabilmente per crearne delle altre...
Un'altra cosa che si dovrebbe però dire, e questa volta in maniera oggettiva, è che riescono sempre, in qualche modo, a stupire.
La doppietta "anti-rock" Kid A / Amnesiac è ormai vecchia di più di 10 anni, eppure ci sono ancora tantissime band al mondo che inevitabilmente si ispirano a quella coppia di capolavori; in questo lungo lasso di tempo, la band di Oxford si è permessa di rivoluzionare (e non poco) il concetto più vasto di "mondo della musica". Organizzare concerti collegati con i mezzi pubblici nel modo più diretto possibile, (con l'intenzione di diminuire le emissioni di CO2); reinvestire nel campo naturale le energie spese per i live (ripiantando alberi e piante, per esempio); e poi, soprattutto, la "trovata" del free-download con il precedente album In Rainbows. I Radiohead hanno provato a sfidare se stessi offrendo il proprio album anche a 0 dollari, mettendo in discussione i propri introiti per combattere il mondo del music-business, e i risultati sono stati sbalorditivi: il loro tour mondiale è stato un continuo sold-out, i loro cofanetti ed edizioni limitate sono state polverizzate dai pre-ordini, le versioni standard dell'album hanno continuato a proliferare nelle distribuzioni allo stesso modo degli altri album (e passando dal colosso EMI/Parlophone alla più modesta XL Recordings).
Andando più a fondo nel gossip stilistico della band, segnalo la fibrillazione dei fan quando girava voce che In Rainbows potesse avere un sacco di influenze reggae e dub; eravamo ancora in un periodo nel quale i vari membri del gruppo aggiornavano regolarmente il proprio blog, e gli indizi seminati qua e la contribuivano a costruire un meraviglioso e colorato castello di carte nella mente dei supporter.
La burrasca benigna di In Rainbows era stata anticipata da altri eventi non poco importanti per l'avvenire della band: Thom Yorke ha sfornato un album solista pieno di eclettismo nel quale è uscita tutta la sua creatività e sperimentazione che sono, inequivocabilmente, sempre emerse nel songwriting radioheadiano; Johnny Greenwood ha abbandonato la composizione "rock" per cimentarsi in due magnifiche colonne sonore come Il Petroliere e Norwegian Woods.
Eppure questo approccio decisamente "anti-rock" dei due membri principali dei Radiohead, non ha compromesso la forma di In Rainbows, che si è rivelato un degno successore di Hail To The Thief, per lo meno a livello stilistico.

La sorpresa è venuta qualche settimana fa.
Lunedì 14 febbraio esce il comunicato che il nuovo The King Of Limbs sarebbe stato rilasciato nella mezzanotte a cavallo fra il venerdì e il sabato della stessa settimana. Prima di tutto ciò, il buio: nessun indizio, nessun messaggio né sul sito né sui blog, neanche l'ombra di probabili influenze che sarebbero andate a farcire l'imminente album... un vero lume di candela nel buio più totale.
L'effetto orchestrale da colonna sonora di Bloom (decisamente greenwoodiana) deve vedersela con le infiltrazioni glitch che tanto piacciono a Yorke. Non ci vuole tanto per capire che questo disco si sviluppa nella grande ombra del carismatico frontman. Quell'aria di band unita e fraterna, dove tutti i membri si bilanciano a vicenda grazie ai propri strumenti e alle proprie idee, sembra vacillare sotto una nuova forma.
Morning Mr. Magpie sforna degli sbilenchi scocchi di batteria sotto il loop di un accenno di chitarra, rifuggendo da ogni canone rock (con tutti i suffissi post-proto-pseudo-electro possibili immaginabili); l'effetto è quello di sentire una traccia riprodotta al contrario nella quale solo le melodie di Yorke forniscono maniglie alle quali attaccarsi per sorreggersi meglio e focalizzare in modo migliore questo viaggio.
I bellissimi arpeggi che hanno sempre caratterizzato le chitarre dei Radiohead scompaiono definitivamente sotto le linee vocali e la sezione ritmica, emergendo fatue e quasi vacue; il paradosso è che questa soluzione non riesce a comunicare un significato negativo. Questo invisibile tessuto, lievemente orecchiabile, costituisce il sottile ordito principale in Little By Little, dove i campionamenti degli strumenti a fiato e i pizzichi della chitarra solista vanno e vengono sfiorando le stonature, variando ancora una volta il concetto di musica "pop".
Chi assicurava ai Radiohead il posto di "pionieri indiscussi" delle sperimentazioni in campo pop dovrà ricredersi perché Feral e Lotus Flower tirano fuori chiaramente le influenze a cui la band ha guardato in questi anni: Four Tet, Caribou e Flying Lotus sono gli artisti di riferimento; il combo non ha fatto altro che portare questi stili musicali su un gradino più ampio dove non necessariamente bisogna riconoscerne la grandezza, ma almeno la qualità e l'esistenza (sempre in relazione alla cassa di risonanza che i nostri hanno sulla massa).
Queste nuove influenze vengono filtrate attraverso i momenti più freddi di Amnesiac e di The Eraser, ottenendo un'emulsione minimale che conferisce la propria orecchiabilità solo grazie alle note stimolate da Yorke; note che viaggiano sopra una trama pressoché inesistente, composta solo da beat, breakbeat, glitch e IDM.
Eppure il viaggio interiore del "singolo" Lotus Flower può suscitare ai lettori di questa webzine le stesse emozioni che erano emerse in Perdition City degli Ulver e quel tentativo riuscito di umanizzare la freddezza digitale.
Codex è un bellissimo balzo all'indietro: una semplice formula pianoforte + voce che ricorda le passate Videotape, House Of Cards, Pyramid Song, coincidendo con il momento più malinconico e intimista di questo The King Of the Limbs. Dolcezza e intimità sono anche le qualità di Give Up The Ghost, dove i cori di Yorke sembrano dominare le sue linee principali; le sottili chitarre di Greenwood sono solo dei sottili pizzichi che scompariranno definitivamente nel brano di chiusura, Separator. Qui ci si ricollega alla prima parte dell'album, ai suoi incantevoli sbilanciamenti, ai suoi loop al contrario e in controtempo, riaccordati solo grazie alle melodie di Tom.

Insomma, essendo il "fattore-cantante" decisamente imponente e vincolante, molti potrebbero percepire (esattamente come è successo a me) questo The King Of Limbs come una sorta di The Eraser "parte II". Anche a-causa-di/grazie-a questo approccio ci rendiamo perfettamente conto della difficoltà di collocazione di questo album nella discografia dei Radiohead. Per rimanere in tema di posizionamento però, ci troviamo sempre sui piani più alti della musica pop più coraggiosa, sperimentale e riuscita.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
51.90 su 53 voti [ VOTA]
Tago Mago
Sabato 23 Settembre 2023, 15.41.50
23
A parte l album che considero mediocre, banale e insulso, il package ridotto alla osso, striminzito... Almeno un libriccino con quattro foglietti potevano farlo. Che presa per i fondelli. Dopo 17 € ritrovarsi in mano un prodotto da edicola... RIDICOLI. Voto: 60
Kenzo
Martedì 9 Maggio 2023, 4.00.29
22
Un ottimo rimedio contro l\'insonnia; funziona anche come lassativo
Marco
Lunedì 8 Maggio 2023, 22.18.31
21
Un viaggio onirico, un esperienza mistica VOTO 90
Tommaso calvino
Martedì 22 Novembre 2016, 17.23.24
20
Scusate per i quattro commenti di fila. Non l'ho fatto di proposito. Comunque mettete anche le recensioni di Ok computer, Kid A, Amnesiac, The Bends e gli altri. Vorrei sapere un vostro giudizio.
Tommaso calvino
Martedì 22 Novembre 2016, 17.15.07
19
Mi piace quest'album come mi piacciono tutti gli album dei Radiohead. W i Radiohead che sono il mio gruppo preferito (insieme ad altri gruppi Metal). Voto 100
Tommaso calvino
Martedì 22 Novembre 2016, 17.15.06
18
Mi piace quest'album come mi piacciono tutti gli album dei Radiohead. W i Radiohead che sono il mio gruppo preferito (insieme ad altri gruppi Metal). Voto 100
Tommaso calvino
Martedì 22 Novembre 2016, 17.14.59
17
Mi piace quest'album come mi piacciono tutti gli album dei Radiohead. W i Radiohead che sono il mio gruppo preferito (insieme ad altri gruppi Metal). Voto 100
Tommaso calvino
Martedì 22 Novembre 2016, 17.14.45
16
Mi piace quest'album come mi piacciono tutti gli album dei Radiohead. W i Radiohead che sono il mio gruppo preferito (insieme ad altri gruppi Metal)
Undertow
Lunedì 8 Febbraio 2016, 22.14.14
15
Premessa: Amo i Radiohead e ho tutti i loro dischi in originale. Fino a In Rainbows dischi uno più bello dell'altro, con almeno due capolavori (Ok computer e Hail to the Thief). Ciò detto, DETESTO questo album. Fredda elettronica ai limiti dell'insensatezza compositiva. Un album che non trasmette nulla. Un album che ha la straordinaria capacità di sembrare meno ascoltabile ad ogni nuovo ascolto. Il dominio assoluto del Rumore, il definitivo abbandono del Suono. Ripeto: lo DETESTO. Unico momento positivo Codex, che peraltro è l'unico momento di emotività del disco. Se la linea della produzione futura sarà questa, per me i Radiohead sono morti. (scusate il tono categorico...è il latrato di un fan tradito)
freedom
Martedì 14 Maggio 2013, 16.39.48
14
Dopo Kid A e Amnesiac ho smesso di seguirli. Per quanto mi riguarda Ok Computer resta il loro capolavoro assoluto, e uno dei migliori dischi rock degli anni '90. Questo l'ho ascoltato un paio di settimane e poi basta...
Macca
Martedì 14 Maggio 2013, 16.21.17
13
Mi accodo, seppur non in modo così netto, al commento di P2K@...ho amato The Bends (autentica gemma rock) e OK Computer (tutt'altro che commercialoide, un grande disco malato ed intrigante), Kid A mi è piaciucchiato ma già si capiva che qualcosa era cambiato. Poi hanno iniziato ad essere troppo "criptici" per i miei gusti, forse colpa della fretta con la quale li ho ascoltati non so, ma per me non sono più i Radiohead di un tempo.
MrFreddy
Lunedì 26 Settembre 2011, 17.50.22
12
Com'è che il voto lettori è così basso? Tra l'altro, a parte PK2, nessuno avrebbe motivato il voto così scandalosamente basso... i troll si divertono con poco.
Malleus
Lunedì 11 Aprile 2011, 20.44.38
11
a mio avviso è un grandissimo album rispetto a tante merdate che escono ultimamente, a prescidere dal genere particolare e a tratti abbastanza inclassificabile è davvero un album affascinante, e lo dice uno che non è mai stato entusiasmato dal suddetto gruppo,..ma poi quanto è rilassante! per me 91.
Witchcraft
Mercoledì 23 Marzo 2011, 23.00.22
10
molto bello per me..
Moro
Venerdì 18 Marzo 2011, 10.00.42
9
@P2K. gusti strettamente personali... resta il fatto che nel mondo della musica "pop" solo loro sono stati in gradi di unire ricercatezza (ai massimi livelli) e orecchiabilità. Kid A e Amnesiac erano album totalmente all'avanguardia; non si era mai sentito una band "pop" muoversi su quegli stili, né cambiare totalmente le proprie carte in tavola dopo un album di risonanza mondiale (Ok Computer), rischiando soprattutto di non venire compresi. Hail to the Thief e In Rainbows sono molto molto meno ermetici. In loro si può fare solo una critica strettamente di gusto. In questo The King of the Limbs (come in Kid A e Amnesiac) bisogna fare assolutamente discorsi di stile interrogarsi sul come si possano coniugare questi stili differenti e "difficili" (le basi sono praticamente Aphex Twin e Flying Lotus) con l'easy-listening.
P2K!
Venerdì 18 Marzo 2011, 8.49.14
8
Io mi sento una voce fuori dal coro ma sinceramente mi sono stancato di vedere band (come i Radiohead ma non solo!!!) che ormai sono ascesi ad un livello di fama così alto che qualsiasi cosa producano bisogna stare li a sforzarsi per capire il significato recondito dietro delle scelte delle volte astruse e incomprensibili. Questo è successo con i Radiohead che da Kid A in poi ho sempre faticato a seguire (a parte Hail To The Thief) ma di contro ho sempre letto critiche positive perché dietro questi dischi ci trovano il colpo di genio, la ricercatezza, ecc... Sarà così, sarà che sono ignorante ma giuro che questo "The KIng Of Limbs" non mi trasmette NULLA, e anche il precedente "In Rainbow" (con il quale rischiai di andare dritto in curva per un colpo di sonno dettato dalla noia). A me sinceramente hanno rotto...
Michele
Giovedì 17 Marzo 2011, 14.33.33
7
Io penso che Yorke abbia la voce lagnosa.
Lello
Mercoledì 16 Marzo 2011, 20.09.47
6
Album controverso. Bloom e Give up the ghost le migliori. In Rainbows e' superiore. E cmq chi pensa che Yorke abbia una voce lagnosa non capisce un cazzo, o è un robot (che non capisce un cazzo, per giunta).
Moro
Mercoledì 16 Marzo 2011, 0.30.21
5
anche io ho tutta la loro discografia: CD LP e confanetto con le recenti ristampe... anche un paio di bootleg =)
tribal axis
Martedì 15 Marzo 2011, 20.44.14
4
ah ecco! eheheheh...
NoRemorse
Martedì 15 Marzo 2011, 20.15.08
3
Ma scherzi? Ho tutti gli album originali e considero In Rainbows un capolavoro...semplicemente non ho ancora assimilato quest'ultimo! attendo per commentare!!!
tribal axis
Martedì 15 Marzo 2011, 20.10.31
2
a quanto pare sono l'unico ad ascoltarli qui dentro XD
tribal axis
Lunedì 14 Marzo 2011, 20.54.28
1
ho trovato splendido questo disco. i radiohead non mi hanno mai entusiasmato. neppure il pluricelebrato kid a mia ha mai detto molto. questo invece lo trovo bellissimo.
INFORMAZIONI
2011
XL Recordings
Elettronica
Tracklist
1. Bloom
2. Morning Mr. Magpie
3. Little By Little
4. Feral
5. Lotus Flower
6. Codex
7. Give Up The Ghosts
8. Separator
Line Up
Thom Yorke - vocals, guitar, piano, laptop
Jonny Greenwood - guitar, analogue synthesizer, ondes Martenot, laptop, toy piano, glockenspiel, orchestration
Ed O'Brien - guitar, vocals, effects
Colin Greenwood - bass, synthesizers, sampler
Phil Selway - drums, percussion, backing vocals
 
RECENSIONI
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