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Syn Ze Sase Tri - Între Două Lumi
( 2137 letture )
Quando un paio di anni fa i Negura Bunget rischiarono il collasso a seguito di varie incompresione fra i membri della band, il mio cuore (come, immagino, quello di tutti gli altri fan) sfiorò un avvenimento analogo. Appena saputi gli esiti di questa disputa, tutti gli occhi della gente erano fissi sul verdetto. I Negura Bunget rimasero vivi grazie alla permanenza del factotum Negru, mentre gli altri due co-fondatori (Hupogrammos e Sporcatu) se ne andarono, mettendo a rischio i futuri esiti qualitativi della band. Due altri membri, Corb e Spin si unirono al batterista seppellendo, con la release di Virstele Pamintului, ogni pregiudizio.
Ecco che, mentre il progetto del capomastro Negru ha sfornato l'ennesimo capolavoro lo scorso anno, vede la luce anche questa costola parallela di Corb e Spin con il monicker di Syn Ze Şase Tri, sempre sotto l'ala veggente della nostrana Code666.

Scordatevi da subito le atmosfere folcloristiche, tribali, ctoniche e ataviche che erano proprie della madre-band. Le uniche ispirazioni autoctone di questo album si possono ritrovare solo nei testi (con l'ausilio della traduzione). Musicalmente siamo di fronte a un classico black metal sinfonico in pieno stile anni '90. Un probabile incrocio di band come i primissimi Negura Bunget, i più recenti Dimmu Borgir, con elementi presi da Noktrunal Mortum e Old Man's Child potrebbe essere un modo grossolano ma efficace per abbozzare una prima forma di questa band.
Anche analizzando la copertina si potrà avere una perfetta metafora di come si dispiega l'album lungo le sue dieci lunghe tracce: un pacchiano pot-pourri patinato, digitale, artefatto e arzigogolato, ma rifinito fin nei minimi dettagli.
Le tastiere si configurano perfettamente come l'elemento portante e trainante del carrozzone: sinfonie a non finire, scale di pianoforte, campionamenti di archi in pieno stile emperoriano su riff di chitarra canonici e spesso di contorno.
Quello che rimane in testa dalle prime lunghe tracce sono semplicemente i siparietti di chiusura di riff, realizzati con scale di pianoforte e rispettive scale di chitarra solista, e le citazioni dimmuborgiriane da colonna sonora che richiamano più volte Death Cult Armageddon.
A rendere difficile la lettura di questa mistificazione è proprio l'uso continuo di sempre differenti campionamenti: atmosfere notturne, cigolii di castelli immaginari, temi sonori ripresi da tonalità locali (Gînd blestemat). Ancora di emperoriana fattura il distico A vieţii roată e Măreţia întrupării, con quest'ultima traccia di stampo strumentale con richiami a The Wanderer ma dall'assetto più cavalleresco/vittorioso. Questo ultimo brano segnalato avrebbe potuto essere un decente epilogo per una decente opera, ma invece i nostri rumeni insistono con un'altra mezz'ora di composizioni... capaci di dare all'ascoltatore il colpo di grazia.
Dopo un'inutile Calea fără de sfîrşit il combo sembra riprendersi con la pomposa e incalzante Spirit Etern, caratterizzata dai soliti interessanti ma ripetitivi duetti di tastiera e chitarra solista che sfociano in un notevole ma estraniante interludio di archi. Con Între două lumi veniamo proiettati ancora in un tripudio sinfonico di confusionaria costituzione; sembra di sentire sempre gli stessi motivi e l'andamento del brano è sempre tirato al massimo, senza conoscere tregua o attimi di riflessione.
Il tutto risulta essere perfettamente rifinito come un codice miniato che però rischia di sembrare un enorme puzzle illusorio.
Non è un caso infatti che l'album si lascia ascoltare molto bene, soprattutto grazie all'ausilio delle incredibili variazioni dei sintetizzatori, ma allo stesso tempo scivola via senza lasciare alcun segno. Inoltre i ritmi sempre serrati dell'album conferiscono ad esso una finta carica che non giustifica tale aggressività.

Mi sento di dire che questa opera prima dei Syn Ze Şase Tri, al di la delle meravigliose e sontuose laccature di superficie, rivela la sua povera sostanza, sebbene solida e di un certo impatto che magari non dispiacerà, come caratteri formali, a molti ascoltatori. Personalmente mi aspettavo qualcosa di totalmente diverso da quelli che sono stati i compositori di quel bel Virstele Pamintului, qualcosa di diverso a livello comunicativo. Che questo sia il primo vero passo falso della nostrana Code666, da sempre rivelatrice delle novità più avanguardistiche che contornano il metal estremo?
Il voto confermerebbe il livello di qualità a cui ci aveva abituato...



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
52.92 su 27 voti [ VOTA]
Kupu
Giovedì 7 Aprile 2011, 17.54.03
1
W Negru, che è sta roba? molto deluso. 55
INFORMAZIONI
2011
Code666
Black
Tracklist
1.Profeţie
2. Ziua din urmă
3. Făuritorul lumii
4. Gînd blestemat
5. A vieţii roată
6. Măreţia întrupării
7. Calea fără de sfîrşit
8. Spirit etern
9. Între două lumi
10. Rugă
Line Up
Corb: voce, chitarra
Spin: chitarra
Hultan: basso
Strigoi: batteria
 
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