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18/02/21
IMONOLITH + LOGICAL TERROR
MK LIVE - CARPI (MO)
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Blackmore`s Night - Under a Violet Moon
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( 3265 letture )
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PROVACI ANCORA, RITCHIE Non che il primo tentativo fosse da buttare, anzi: Shadow of the Moon era un disco abbastanza solido, con un evidente intento programmatico che non ledeva la piacevolezza dell'ascolto. Under a Violet Moon, però, è di più e meglio, e si va a porre con grazia come la miglior prova dell'idea-Blackmore's Night, o perlomeno della sua prima incarnazione stilistica. La fiducia nella formula proposta è totale, e viene trovato il giusto mix tra composizioni originali e melodie tradizionali, arrivando in qualche caso (l'epica Gone With the Wind) a mescolare i due elementi con ottimo gusto.
CLASSICI RINASCIMENTALI Tra questi sedici brani c'è qualche gemma che la band porta tuttora in concerto, e altre prove ingiustamente dimenticate: la qualità media è comunque molto, molto alta per tutta l'ora di durata del disco, con ben pochi momenti di stanca che analizzeremo. Tanto per cominciare, emerge una tendenza in modo piuttosto nitido: i Blackmore's Night danno il meglio quando l'acceleratore è premuto, quando la componente folk e festaiola è talmente vicina al rock da indurre quasi in errore -non per niente proprio su questo sentiero artistico la band si dirotterà con decisione in seguito. La voce della Night, senz'altro non perfetta, mantiene una carica magica ed emotiva rara da trovare in una semidebuttante, mentre Blackmore è più direttore d'orchestra e nume tutelare che non membro attivo. C'è una cura, un amore per i dettagli e per il prodotto musicale in sé che è raro riscontrare, e spesso basta questo a rendere il complesso affascinante; ma c'è un songwriting di livello ottimo, e questo, tolti i costumi, il fascino, il nome di Blackmore, è quello che conta davvero. Dalle danze popolari (Spanish Nights) a brani più riflessivi (anche nel testo, come Fool's Gold testimonia), da momenti di euforia campestre (Past Time With Good Company) a musiche avvolgenti (Morning Star) e dolci (il duetto della Night con John Ford in Wind in the Willows), Under a Violet Moon non muta l'essenza ma l'aspetto sì, e quasi mai sbaglia un passo: potremmo dire che è una buona ballerina, che non stupisce per le figure complesse ma per un certo taglio magnetico che è in grado di imprimere alle sue mosse. L'unico difetto che ha il disco è una certa tendenza al relax, che "addormenta" alcune ballate facendo calare di botto la tensione -si pensi a Castles and Dreams o a Catherine Howard's Fate- ma ci può stare, se consideriamo che i Blackmore's Night non si rivolgono certo ad un ascoltatore smaliziato, che di folk e musica popolare sa e discetta con tranquillità, quanto piuttosto ad un convertito sulla via di Damasco, che vuole sentirsi rinascimentale senza eccessivo impegno (e che sicuramente non storcerà il naso di fronte ad una rivisitazione quantomeno discutibile di Self Portrait dei Rainbow).
TARGET LOCKED E, essendo questo l'obiettivo, non si può dire che non sia raggiunto. Under a Violet Moon ha l'appeal giusto per far colpo su chiunque con le sue melodie, costantemente sottolineate da un lavoro strumentale raffinato e ben studiato. Pochi brani strumentali, discreti e tenui, arricchiscono il prodotto, rendendo allo stesso tempo evidente la presenza di Blackmore -proprio ciò che l'uomo in nero voleva evitare, ma tant'è- che si staglia sopra le ambizioni della moglie, prendendole per mano e nobilitandole. Vero è che la presenza del leggendario chitarrista basterebbe per riverire progetto e disco, ma quando (come in questo caso) sono le canzoni in sé a meritare non si può che applaudire Blackmore, Night e folta compagnia cantante.
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6
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Tanto qualsiasi cosa pubblichi Blackmore sarà mia. Però questo è a mio avviso il suo album più debole e a parte la TT, Beyond the sunset e l'interessante la versione di Self portrait c'è poco altro da salvare 70 |
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5
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LA LORO MIGLIOR PROVA, SPANISH NIGHTS STUPENDA! |
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4
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Un viaggio verso un tempo perduto sia attraverso un medioevo anglosassone che un rinascimento campestre.... incantevole |
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3
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Assolutamente il loro capolavoro! Ricordo di avere comprato il cd in vacanza ad Augsburg, per cui per me ha anche un valore affettivo! |
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2
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ripeto quanto detto in appendice a shadow of the moon, questo disco è il più vario e più maturo della band, anche se il cuore rimane al debut...cmq grande disco, poi mi son rotto le balle della band... |
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1
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Concordo in tutto e per tutto : veramente un signor disco. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Under a Violet Moon 2. Castles and Dreams 3. Past Time With Good Company 4. Morning Star 5. Avalon 6. Possum Goes to Prague 7. Wind in the Willows 8. Gone with the Wind 9. Beyond the Sunset 10. March the Heroes Home 11. Spanish Nights (I Remember It Well) 12. Catherine Howard's Fate 13. Fool's Gold 14. Durch den Wald zum Bach Haus 15. Now and Then 16. Self Portrait
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Line Up
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Ritchie Blackmore – guitars, mandolin, bass, renaissance drums, tambourine Candice Night – vocals, pennywhistle John Ford - vocals, bass Miri Ben-Ari – violin Kevin Dunne – drums Peter Rooth – bass, drum programming Jens Johansson – keyboards Mark Pender - trumpet Jason Chapman - trumpet, flugelhorn Mr. & Mrs. Heller - hurdy gurdy
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RECENSIONI |
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