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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Midnattsol - The Metamorphosis Melody
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( 4166 letture )
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I tedeschi Midnattsol giungono al loro terzo album e lo fanno con alle spalle due lavori di dubbia utilità: i precedenti album risultano infatti insipidi e privi di qualsiasi stile, ossia destinati a finire nel cosiddetto dimenticatoio. Ci si aspetterebbe dunque una scossa - in positivo - alla loro carriera ma, anticipiamolo, non è così.
Il primo elemento da notare è che neanche la casa discografica conosce ciò che i Midnattsol propongono veramente: leggendo la biografia offerta dalla Napalm Records, mi sono imbattuto in etichette, quali “nordic folk metal” o “nordic gothic metal”, che mi hanno lasciato relativamente perplesso dato che, dopo diversi ed accurati ascolti, ho riscontrato che né il termine “nordic”, né la dicitura “folk” hanno reali riscontri all’interno del sound. Ciò che invece pare probabile, è che tali etichettature siano state rese pubbliche per motivi d’immagine dovuti alla grande diffusione di cui gode al giorno d’oggi la musica con richiami contemporaneamente nordici e popolari. Rimanendo su ciò che viene scritto nella biografia, sono rimasto sconcertato anche dal fatto che i Midnattsol vengano avvicinati a gruppi celebri quali Bathory o Amorphis, e descritti come una band capace di attirare una grossa cerchia di ascoltatori. La loro musica, a detta della label, sarebbe inoltre misteriosa quanto l’aurora boreale. Il tutto suona davvero divertente.
Dopo svariate risate derivanti dalla lettura di questa generosa biografia (tanto per usare un eufemismo), passo a descrivervi ciò che realmente questo disco contiene: innanzitutto non vi sono tracce di folk metal, a meno di non intendere quest’ultimo come l’esecuzione di un brano acustico, oppure di qualche accordo di chitarra elettrica in pulito; inoltre, data l’immensa varietà delle canzoni (sono ironico), la cosa che rimane maggiormente impressa è la pochezza di questo lavoro (sono realista), al punto che già dal terzo brano si rischiano sbadigli; infine, la voce, incapace di donare carattere ai componimenti e di intrattenere l‘ascoltatore, portando quest’ultimo verso disinteressati lidi della propria mente. Indiscutibilmente insufficiente la performance del cantato, in evidente difficoltà nei toni alti e totalmente piatta in qualsiasi istante della tracklist. Per il resto The Metamorphosis Melody si apre con Alva, una intro sinfonica accompagnata da un corposo riff di chitarra elettrica che introduce verso la title-track, traccia di per sé non orribile ma rovinata dalla conduzione chitarristica: il drumming, grazie all’uso della doppia cassa, riesce a valorizzare l’insieme; il riffing è potente, merito anche dell’ottima produzione, ma purtroppo banale e ripetitivo, così come l’assolo e il motivetto melodico del finale, entrambi “malati” di “già sentito”. Ed il problema non è essere di fronte ad un (unico) brano mal riuscito, cosa che può effettivamente capitare, ma ad una serie insulsa di idee identiche. Arpeggi, riff e tempi sono sempre i medesimi; unica nota positiva è data dalle tastiere senza che queste corrispondono comunque a concetti musicalmente innovativi. L’unica traccia che si differenzia (anche per il risultato) è Goodbye: totalmente acustica e, in fin dei conti, anche ben riuscita, vi donerà poco meno di quattro minuti di relax, sempre che riusciate ad arrivare sin qui.
Traendo le dovute conclusioni, posso dire che questo lavoro si introduce quasi inutilmente nel panorama musicale di quest’anno, mancando di qualsiasi aspetto positivo. Non mi dovrei permettere di dare consigli a formazioni professionistiche (o presunte tali), ma nello specifico c’è bisogno di un netto cambiamento, a partire dal songwriting. Sappiate, qualora vogliate comunque procedere all’acquisto, che io vi ho avvertito...
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4
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Questa band non ha mai brillato di originalità, il primo album era un power ascoltabile con qualche pezzo carino, stesso dicasi per il secondo. Questo è leggermente più sottotono, originalità pari a zero e qualcosa da canticchiare. Accostamento a Bathory ed Amorphis totalmente insensato. |
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3
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Grandissimo disco, per me vale un 80 pieno....ovviamente non sono per niente d'accordo con la recensione, purtroppo per la mole di recensioni da fare si ascoltano i cd in modo superficiale e frettoloso...un vero peccato perchè non si dà il giusto merito a lavori che meritano ben altre attenzioni. |
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2
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Ahahahah! I Bathory!!! Ahahahah! |
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1
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oddio ma come se so vestite le due tipe??? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Alva 2. The Metamorphosis Melody 3. Spellbound 4. The Tide 5. A Poet’s Prayer 6. Forlorn 7. Kong Valemons Kamp 8. Goodbye 9. Forvandlingen 10. Motets Makt 11. My Re-Creation
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Line Up
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Carmen Elise Espenaes – voce Birgit Öllbrunner – basso Alex Kautz – chitarra Daniel Droste – chitarra Daniel Fischer – tastiere Christopher Merzinsky - batteria
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RECENSIONI |
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