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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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A Dream Of Poe - The Mirror Of Deliverance
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( 5439 letture )
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Gothic/doom metal di ottimo livello per il primo vero e proprio full-length dei portoghesi A dream of Poe, dopo il live For a Glance of the Lost Lenore del 2008 e i due EP Sorrow for the Lost Lenore e Lady of Shalott, giunti a distanza di un anno l’uno dall’altro. The mirror of deliverance può essere a buon ragione considerato il miglior trampolino di lancio per la band di Bruno Spell Santos, polistrumentista e vero e proprio master mind del gruppo. Sebbene, infatti, il disco non rinnovi il genere e My Dying Bride, Dolorian e Mar de Grises facciano capolino qua e là tra le sei tracce dell’album, possiamo parlare di una band in continua crescita, capace di proporre brani intriganti ed estremamente godibili, senza risultare inconsistente o priva di mordente. L’album si apre con Neophyte, opener perfetta per i cinquanta minuti a venire di malinconia ed epica passione. I testi, curati dall’ospite Paulo Pacheco e sempre ispirati alle opere di Edgar Allan Poe (il cui nome è presente come evidente anche nel moniker della band), trasudano poesia da ogni verso ma, pregio non sempre diffuso tra le band gothic/doom, riescono ad offrire all’ascoltatore una grande varietà di emozioni e immagini, senza fossilizzarsi sulle “classiche” desolazione e tristezza che sono il vero e proprio cliché del genere. Le voci sono ancora una volta affidate all’ospite João Melo, il quale si conferma all’altezza delle musiche, che vedono un lavoro di chitarra davvero sopra le righe. Basta ascoltare Os Vultos per rendersene conto: arpeggi di chitarra a tratti cullanti, a tratti angoscianti, sovrastati dalla voce di Melo, che alterna recitazione e growl. Il testo, come si evince dal titolo, è in portoghese (per la prima volta nella storia della band): l’esperimento può dirsi azzeccato e rappresenta un vero e proprio valore aggiunto del disco. Per risultare originali nella marea di band gothic/doom, puntare sull’originalità della propria provenienza e sulla peculiarità della propria lingua madre può essere la strada per una proposta matura e che riesca a distinguersi. In The Mirror of Deliverance troviamo inoltre Lady of Shalott, title-track dell’EP precedente, riproposta in una nuova versione ancor più riuscita nella sua melanconica disperazione. A seguire, Liber XLIX, che in più momenti (cantato recitato, lavoro di chitarre) mi ha ricordato uno dei capolavori più recenti dei My Dying Bride, l’album Songs of Darkness, Words of Light. Traccia più breve del disco è The Lost King of the Lyre, che inizia con una doppia cassa incalzante prima di lasciar spazio al growl di Melo, in uno dei pochi momenti in cui si riaffaccia l’influenza death, percettibile solo in pochi passaggi di un album che, per influenze, è facilmente ascrivibile al doom (echi di Candlemass permeano tutti i 50 minuti del disco). La chiusura del disco è affidata a Chrysopoeia, una vera e propria cavalcata doom, che in quasi dodici minuti sintetizza al meglio la proposta stilistica della band delle Azzorre, tra continue alternanze di voci, cambi di ritmo e di emozioni, con innesti di suoni (pioggia e pianti) che creano un’atmosfera spettrale.
In conclusione, possiamo parlare con tranquillità di un ottimo disco, destinato non solo agli appassionati del genere ma anche a chi voglia avvicinarsi al gothic/doom per la prima volta. The Mirror of Deliverance rappresenta un punto di grande maturazione per gli A Dream of Poe, dai quali è lecito aspettarsi ancora prodotti di tale qualità, magari con qualche brano in più nella loro linguamadre, visto l’esperimento riuscitissimo di Os Vultos.
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6
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Band ed album davvero interessanti !! |
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5
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Band ed album davvero interessanti !! |
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4
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Bello bello bello anche per me ci sta il 90. Bella rece |
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3
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vedo che in Portogallo qualcosa di ottimo lo si riesce sempre a trovare sopratutto in ambito gothic.credo abbiano imparato dal Vate di Setubal ? ironicamente parlando credo anch'io che un un bel 90 sulle palle s lo meritano. poi un'altra cosa se le case discografiche vogliono mettere sotto contratto un po' di gruppi gothic per hè non lo fanno in Portogallo e Spagna che si trovano band ottime anzichè in Germania e Scandinavia dove spesso si trovano band mediocri? boh io non lo so |
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2
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Altra realtà che conosco molto bene, sono tuttora in contatto con Santos e non vedo l'ora che arrivi qualcosa di nuovo visto che questo l'ho consumato e l'ho in casa da un bel po' Concordo con il 90 di Kupu. |
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1
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Rece perfetta, grande album, per me il voto è anche più alto 90 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Neophyte 2. Os Vultos 3. Lady of Shalott 4. Liber XLIX 5. The Lost King of the Lyre 6. Chrysopoeia
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Line Up
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João Melo - Vocals Miguel Santos - Guitars António Neves - Guitars André Gouveia - Bass Guitar João Oliveira - Drums
Lyrics by Paulo Pacheco
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RECENSIONI |
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