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CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)

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ALAIN JOHANNES + THE DEVILS + ANANDA MIDA feat. CONNY OCHS
RAINDOGS HOUSE, P.ZZA REBAGLIATI 1 - SAVONA

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TRAUMA hc
HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

Ritual Of Rebirth - Of Tides And Desert
( 3533 letture )
INTRODUZIONE
Nella vita ho imparato che, normalmente, i grandi risultati non arrivano se alla base non ci sono grandi sforzi da parte di chi quei risultati vuole raggiungere: certamente la fortuna, l'intuizione ed il caso possono aiutare a conseguire determinati obiettivi, ma senza un lavoro continuativo, senza l'impegno costante, la dedizione, la fiducia in se stessi e la tenacia di voler arrivare la dove in pochi sono arrivati, in genere non ce la si fa.
Analogamente alla vita professionale e privata, il percorso di una band heavy metal è intriso di ostacoli: di solito è difficile ottenere delle vere soddisfazioni economiche dalla propria attività musicale, ed anche la risposta del pubblico (frazionatissimo in quanto a gusti e generi seguiti) può essere altisonante, complici anche i numerosi e talvolta insuperabili luoghi comuni che spesso si accompagnano ai tanti stili dell'heavy metal -sapete che voglio dire, no? Chi fa death fa casino e non ha anima, chi fa power parla solo di dragoni e fate, chi fa prog è un freddo onanista, chi fa neoclassic ha tanta tecnica ma non ha gusto, chi fa heavy non offre nulla di nuovo e via dicendo.
In un ambiente così tanto esigente è difficilissimo emergere, far sentire la propria voce a quante più persone possibili, e sfido chiunque a comunicare qualcosa a qualcuno che proprio non vuole saperne di sentire cos'hai da dire; è proprio per questo che il ruolo degli scribacchini come me è importante: è nostro il dovere di ascoltare cosa i musicisti hanno da dire, di riferirvelo e di dare un giudizio sul loro lavoro. Vostra invece è la scelta di ascoltare il nostro consiglio o meno: ciò che più importa, tuttavia, è che ciascuna singola recensione faccia parlare di sè, perchè alla fine l'essenza di tutto questo nostro lavoro è di diffondere la cultura dell'heavy metal. In questa nostra "mission" si integra anche la recensione che state per leggere, relativa all'ultimo album in studio dei deathsters Nostrani Ritual Of Rebirth, Of Tides And Desert, disponibile già da diverse settimane per il download gratuito su questa pagina di Jamendo.com. Il perchè di questa lunga, ma necessaria, introduzione? Spero di potervelo far capire nelle righe che seguono.

NON E' IL SOLITO 'AUTOPRODOTTO'
Stringo in mano la mia copia promozionale di Of Tides And Desert e la prima cosa che penso è che questo è tutto fuorchè un classico disco autoprodotto: il comparto grafico del booklet (ad opera di Davide Nadalin di NerveDesign) è curato benissimo, come se l'album fosse stato edito da una delle più blasonate label del genere, e la qualità del suono è a livelli decisamente professionali. Il disco suona potente, carico ed incazzato: le pesantissime chitarre sono ben miscelate al suono del basso e della batteria, fornendo così una base d'appoggio molto solida per il growling aggressivo di Alessandro Gorla.
Dal punto di vista formale i Ritual Of Rebirth sono in forma smagliante, non avendo assolutamente nulla da invidiare alle brillanti produzioni che negli ultimi anni stanno invadendo il mercato, complici anche gli enormi progressi fatti nell'ambito del digital recording: insomma i genovesi si dimostrano più che al passo coi tempi, merito sicuramente anche del lavoro svolto in fase di mastering da Tommy Talamanca (storico tastierista dei Sadist) presso i Nadir Studio di Genova e della produzione pulita del chitarrista della band Fabio Palombi nei suoi MelaZeta Studio. Il richiamo a queste tre realtà -sia chiaro- è d'obbligo vista la bontà del risultato conseguito, ed anche se questa release non è supportata da una label -per scelta stessa della band, da quanto ho capito- ricordate che la cosa non ha alcuna conseguenza negativa sul disco in esame, anzi.
Non facciate l'errore di considerare Of Tides And Desert alla stregua di un demo registrato in cantina, perchè non è affatto così...

NON E' LA SOLITA 'BAND EMERGENTE'
Of Tides And Desert è composto di otto brani inediti che, dal punto di vista lirico, hanno in comune metafore sociali e, dal punto di vista musicale, caratteristiche che in realtà appartengono ad approcci tra loro apparentemente simili, ma sostanzialmente diversi: giusto per farvi capire di che tipo di musica sia fatto quest'album, provate a prendere la rabbia di The Gathering dei thrashers statunitensi Testament ed unitela alla compattezza delle chitarre di album come The Mind's I degli swedish deathsters Dark Tranquillity, bagnate il tutto con la ritmicità tipica del thrash-core tipo i The Haunted di rEVOLVEr ed avrete un'idea di quello che abbiamo di fronte.
Un album dritto come un'autostrada, veloce come un aereo, pesante come una montagna e rabbioso come una folla inferocita, un album che non si può ascoltare a basso volume, un album che vi costringerà a fare headbanging sin dalle prime note dell'introduttiva Of Tides And Desert e che, nella successiva Skep.Tic, andrà ancora più veloce, aprendo i giri d'accordi ed alternando i classici riff "in your face" a delle inaspettate e brevissime pause di riflessione.
Importanti inoltre le presenze "esterne" ai canoni del genere, e con ciò mi riferisco alle percussioni orientaleggianti che possiamo ascoltare al centro di All Is Blank ed alle intriganti frasi di pianoforte che si trovano sulle ultime Hell to Pay e The Blind Watchmaker, che garantiscono quel quid di originalità che in un buon disco non può né deve mancare.

Ma le caratteristiche fondamentali di Of Tides And Desert sono sicuramente altre: prima di tutto la continuità con cui la band affronta l'album che, bene o male, mantiene dall'inizio alla fine lo stesso approccio violento ma melodico, immediatamente riconoscibile ma anche suscettibile di interpretazione ed identificazione. In secondo luogo è bene notare come, accanto a dei brani belli ma che, volendo, avrebbero potuto essere realizzati da qualunque bravo musicista, ci siano delle vere e proprie perle: la titletrack, Skep.Tic, Zebra Stripes, Hell To Pay e The Blind Watchmaker hanno tutto quello che serve ad una band per sfondare sul mercato internazionale; questi brani parlano un linguaggio comune a tutte le Nazioni, e sono sufficientemente originali da poter permettere ai Ritual Of Rebirth di distinguersi in mezzo alle migliaia di band che concorrono a formare questo filone di musica.
Infine vorrei sottolineare un altro aspetto importantissimo, relativo alla durevolezza del disco nel tempo: è da circa un mese e mezzo che ascolto con piacere Of Tides And Desert, e non ho in programma di smettere molto presto, segno inequivocabile di quanto quest'album mi abbia preso, ma anche di quanto efficace sia il suo contenuto, considerato anche il fatto che -personalmente- mi ritengo di gusti abbastanza difficili.

SONO I RITUAL OF REBIRTH
Of Tides And Desert è ciò che oggi sono i Ritual Of Rebirth: i Ritual Of Rebirth sono una band che da sola ha realizzato otto canzoni molto buone, con dei picchi di eccellenza, per di più incise a livelli assolutamente professionali.
I Ritual Of Rebirth sono una band che non deve niente a nessuno e che, anzichè mettere in vendita il CD per quantomeno rientrare nei costi di produzione, lo rende disponibile per il download gratuito. I Ritual Of Rebirth sono quello che potrete sentire su questo disco perchè hanno scelto di esserlo, non perchè guidati da chissà quale linea di vendita commerciale: quale che sia il vostro genere metal preferito, date loro una chance, senza farvi trarre in inganno dal fatto che questo disco non ha il supporto di un'etichetta importante, o dalla dicitura "death metal" che trovate in alto a destra di questa recensione, senza neanche farvi disorientare dal voto che trovate qui sotto -calcolato tenendo conto della qualità della produzione, degli arrangiamenti, della longevità del disco e dell'originalità della proposta.
Date a questa band ciò che si merita: io, nel mio piccolo, ho deciso di premiare i Ritual Of Rebirth con una recensione in grado di far luce sugli aspetti più importanti del platter; voi, invece, avrete "solo" due opportunità: ignorare l'album o scaricarlo (legalmente e gratuitamente) da Jamendo.com.

A voi la scelta.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
52.91 su 36 voti [ VOTA]
PanTheoN
Giovedì 21 Luglio 2011, 19.04.20
7
Potenti, precisi, cazzuti e originali. Ottimo disco, ottima band!
A-Lex
Giovedì 21 Aprile 2011, 16.09.51
6
Pure io devo dire che questa band ci sa proprio fare, spaccano davvero! è qualche giorno che lo ascolto e sono molto impressionato dalla qualità dei musicisti! complimenti
Flag Of Hate
Domenica 17 Aprile 2011, 23.31.26
5
Mi accodo ai commenti positivi qui sotto. Questo è un disco compatto, omogeneo, solido e diretto come un cazzotto sul setto nasale. A costo di risultare banale, dico che secondo me questi ragazzi competono ad armi pari con band molto più blasonate. Gruppi come questo meritano di essere supportati, quindi consiglio a tutti di scaricare questo Of Tides And Desert: se già li conoscevate sarà una piacevole conferma, altrimenti sarà una bella sorpresa! 83/100
Master Of Pizza
Domenica 17 Aprile 2011, 21.54.03
4
Da tempo avevo il loro split con gli Psyncoma che ho comprato con Rock Hard,e devo dire che fanno paura sti ragazzi!
Matocc
Domenica 17 Aprile 2011, 12.25.05
3
una mina!!! grandissimi musicisti, grandissime canzoni. album potente, veloce e incazzato! le tracce scorrono via una dopo l'altra senza dare tregua, il sound è compatto anche grazie all' ottimo lavoro svolto dietro al mixer e lo stile è di grande personalità. fantastiche la title-track, Skep.Tic, Sick Shylock, HTP, TBW... cazzo le sto dicendo tutte! ho il CD originale e posso dire che quanto a esecuzione e produzione siamo a livelli di alto professionismo... dettaglio non trascurabile,i ROR spaccano con la stessa forza anche dal vivo! davvero una rivelazione, disco DA AVERE !!!!
MetalHawk
Sabato 16 Aprile 2011, 15.25.14
2
Gran bel disco. Spero che venga ascoltato da coloro che leggeranno questa recensione. Credo sia giusto supportare le band che fanno musica con così tanta passione. Da sentire, assolutamente. Voto: 85.
Er Trucido
Sabato 16 Aprile 2011, 13.30.56
1
Un deciso passo in avanti in confronto ad Ethical Disillusion, concordo con Nico a riguardo della longevità, io lo sto ascoltando da quasi due mesi e non mi ha ancora stufato.
INFORMAZIONI
2011
Autoprodotto
Death
Tracklist
1. Of Tides And Desert
2. Skep.Tic
3. All Is Blank
4. Leeches
5. Sick Shylock
6. Zebra Stripes
7. Hell To Pay
8. The Blind Watchmaker
Line Up
Alessandro Gorla - Voce
Fabio Palombi - Chitarra e voce
Ermal Zaka - Chitarra
Nicola Giordanella - Basso
Erik Nalin - Batteria

Musicista Ospite:
Fabio Cuomo - pianoforte su tracce 7 e 8
 
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