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Deep Purple - The House of Blue Light
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Un errore grossolano. Una buca 3 metri per 3 sull’autostrada lastricata del successo. E Ian Gillan lo ammette in tutta franchezza:
"Se riguardo indietro a 'House Of Blue Light', mi sento di dire che c’erano alcune buone canzoni ma mancava il vero spirito della band. Cinque professionisti in studio per dare il meglio, senza riuscirci! Una sorta di squadra di calcio che non procede perché tutti si sentono star e nessuno fa il portatore d’acqua, nessuno si mette al servizio dell’obiettivo finale. Cuore zero, risultato decisamente brutto".
Basterebbero queste affermazioni per bollare questo lavoro come una disfatta: se gli interpreti non funzionano insieme a che serve continuare? Ma il business è una bestia senza sentimenti con in testa un registratore di cassa. Il cuore, un caveu con lingottoni aurei e fruscianti bigliettoni da contare e mettersi in tasca! Lo show deve andare avanti anche se fa cagare. Nell'aprile del 1984, i Deep Purple tornano a riunirsi nella formazione composta da Blackmore, Gillan, Glover, Lord e Paice, dopo aver sottoscritto un contratto con la Polydor per l'Europa e la Mercury per il Nordamerica. L'album era Perfect Strangers, un trionfo acclamato in tutto il mondo, che sbatteva di nuovo i Purple nelle preferenze dei nuovi kids e di vetusti rocker. Il grande clamore suscitato andava alimentato subito con un nuovo disco, ci mancherebbe; ma i vampiri dei dissapori interni sono lì che pendono dai lampioni, in attesa del collo attempato dei cinque musicisti, divenuti leggenda. In studio accade di tutto, Blackmore e Gillan si odiano, litigano e si mandano ripetutamente a fare altri mestieri in luoghi più o meno gradevoli, gli altri si barcamenano senza grinta: si respira aria pesante e poco produttiva. Un dente da cavarsi, nulla di più, due palle così. Succede di tutto e di più: abbandoni, riappacificazioni che durano come un cracker intinto nel kerosene, patti d’onore, registrazioni, cancellazioni, reincisioni, pezzi con timing diverso.
Insomma “la casa dalla luce bluastra” esce perché deve uscire, per contratto, ma tutti ne avrebbero fatto a meno. Produttore Roger Glover con la band, gli incontri di boxe, pardon, le registrazioni si tengono nel Vermont, Usa, ai The Playhouse Stowe, mentre il tutto viene poi mixato agli Union Studios di Monaco di Baviera. Tra canzoncine allegre (Call of the Wild e Black & White), dove i cinque sembrano ricercare a tutti i costi l’orecchiabilità che fornisce la bombetta da classifica, il blues di Mitzi Dupree, dove Gillan parla di una ragazza conosciuta in aereo che per mestiere faceva la lanciatrice di palline di ping pong, indovinate con che organo? e il mucchio di merda di Dead or Alive (definizione autografa dello stesso singer) qualche riff cattivo e significativo esce fuori -un po’ nascosto, a volte intristito, ma riesce a mettere il capino fuori. Bad Attitude non è male, Hard Lovin' Woman (notare che c’era già un pezzo con lo stesso titolo su In Rock) è un frammento ritmato alla Deep Purple con una buona chitarra, ma non fa certo intravedere visioni miracolose, mentre The Spanish Archer spande miasmi tipici degli albionici e gode di una buona melodia con un cantato tormentato. Strangeways e The Unwritten Law sono, a mio insindacabile parere, gli episodi migliori di un disco moscio come un soufflè appiattito. La prima, con melodie americane in apertura, convince con un incedere che più purpleiano di così non si può, e risulta essere costruita con ariosità ed aperture tastieristiche, la seconda invece è stranezza messa su solco vinilico: suoni di violino, chitarra ipnotica, drum tribale, e un chorus che si alza fiero; il solo di chitarra mostra l’epico Blackmore meno incazzuso e in forma. Un po’ poco per l’intera durata di un disco che proprio non ingrana.
La cosa curiosa è la diversa durata dei pezzi a seconda della stampa su 33 giri e poi su cd. Molte tracks, per non dire la totalità, pubblicate su disco vinilico sono decisamente più corte rispetto a quelle immesse su cd nel 1987: la reale lunghezza dei pezzi verrà ristabilita con la riedizione in versione remaster del 1999. Insomma, un’operazione gestita malamente anche in questo ambito. Il tour mondiale, poi, raccolse su di sé l'odio dei vari membri e partorì problematiche fino a quando Blackmore si ruppe un dito on stage e dovette abbandonare. Dopo tante tensioni la crisi si acuì e la band, spinta da Ritchie, pensò di sostituire il proprio cantante con il frontman dei Survivor, Jimi Jamison, ma quest’ultimo venne bloccato dalla sua casa discografica. Per guadagnare tempo fu pubblicato il live Nobody's Perfect nel 1988, che registrò vendite superiori allo stesso The House... e che portò i Purple a cambiare definitivamente singer, reclutando il grande, ma inadatto, ex Rainbow Joe Lynn Turner per il loro nuovo album. Da qualsiasi punto di osservazione lo si voglia vivisezionare questo platter è un passo falso, un fallimento. Le squadre vanno motivate, supportate, mentalizzate e il focus deve essere comune. Altrimenti accade questo: una salvezza raggiunta all’ultimo secondo dell’ultima giornata dei playout, conquistata solo con la classe degli interpreti, senza squilli, senza gioco corale, senza virtuosismi. Insomma, nulla più di un’autentica delusione.
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Non condivido per nulla la recensione e nemmeno i voti. È un album buonissimo, le prime canzoni sono da incorniciare da quanto sono buone, sembra la continuazione di perfect stranger, non so che cosa avete ascoltato... bah |
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E\' un ottimo Album. Come detto da Marco SMF79 rispetto a Bananas è di un altro pianeta. Io do un 70! |
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Sinceramente non capisco come mai a questo 56...e 75 a Bananas! Quando la sufficienza se la merita appieno! |
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Ma come si fa a non dare nemmeno la sufficienza a quest' album?? capisco che non è hard rock, non ha i riff epocali a cui di solito ci abitua Blackmore ma nel complesso è un album di buone canzoni, molto orecchiabili. I Deep Purple anche quando fanno i "morbidi" ci infilano sempre qualcosa di interessante. Voto davvero fuori da ogni logica. |
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QUEST ALBUM È PURO ORGASMO SONORO! CHI HA MESSO 56 A QUESTO CAPOLAVORO HA DEI SERI PROBLEMI, RIASCOLTATELO E CAPIRETE...DEAD OR ALIVE È DI UN ALTRO PIANETA, THE SPANISH ARCHER PURO ONANISMO SONORO ASSIEME A STRANGEWAYS! |
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Il classico voto basso dato ad un discoche ha avuto solo la pecca di uscire dopo il disco di maggior successo della reunion negli 80's....non ci sono altre spiegazioni da dare....l'ho sempre ritenuto al pari del predecessore . Voto 80 |
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Secondo me questo disco puó essere considerato come l'unico disco dei rainbow con Ian Gillan alla voce pur rimanendo appartenete strettamente all'era rainbow contrassegnata da Joe lynn turner. Starebbe benissimo in mezzo a difficult to cure e straight between the eyes. Le sonorità sono quelle. È come se ancor prima di rifondare i rainbow con la formazione dei deep purple (slaves and masters) blackmore avesse già fatto confusione tra le due band. Si ritrovano dei rimandi a questo disco anche nelle canzoni meno epiche di the battle rages on che spezzato in due tra la vena epica (title track e anya) e quella non, rimane uno strano ibrido magari poco omogeneo come disco dei deep purple, ma comunque più tendente in quella direzione. |
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Mah, per me è un buon disco, voto 78 |
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I Deep Purple parlano malissimo anche di Who Do We Think We Are -indubbiamente meno innovativo dei predecessori, ma cmq una gran bella bestia - condizionati dall'atmosfera velenosa che respiravno internamente... e probabilmente accade lo stesso anche con HotL. Per me è un album fallimentare nei pezzi che si volevano radiofonici, e affascinante e suonato con gusto e maturità negli altri. Uno dei peggiori album in studio dei Deep? Sicuramente. Quindi gli assegno "solo" un 70. |
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Un capolavoro non è , ma.piacevole e omogeneo si. Lo hanno mai fatto i.deep purple un capolavoro? Canzoni capolavoro si, ma album senza punti deboli e con tracklist perfette secondo me no. Perfect stranger ci si avvicina, ma 3 canzoni seconso me non sono al livello delle altre, the battle rages on è troppo disomogeneo e slegato. Il più compatto secondo me è now what anche se non so se si può parlare di capolavoro. Comunque ogni loro disco é da avere e ascoltare a vita come tutte le grandi band |
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per carità ognuno la vede o la sente come vuole ma dare 56 a questo disco e 72 a slave & master è un eresia..anche un abominio...parere personale ,, |
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Mah io tutta questa mancanza di feeling non ce la sento. Mi pare un bel disco, non ci sono brani pessimi e ce ne sono anche di ottimi. Anzi, viste le risse e difficoltà del periodo meriterebbe ancora di più! 56 non esiste per me. 75 |
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Paice mi disse : " il brano del disco che amo di piu' e' The Unwritten Law......la canzone nacque casualmente quando incominciai a fare il check in studio della batteria con dei passaggi sui tom tom.....ci piacque talmente tanto che Jon ( Lord ) mi disse di non fermarmi e continuare.....a quel punto Ritchie inizio' a farci un riff sopra.... la canzone era bella che fatta " |
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A me piace ora come allora, non è sicuramente un capolavoro ma un buon album da 7+. |
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Anni fa quando lo acquistai appena uscito mi incazzai non poco poi magicamente anni dopo l'ho rivalutato moltissimo perciò voto dell'86 - 5, voto del 2018 - 7. E' incredibile con il passare degli anni come cambiano le opinioni ma tant'è che è così. |
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Ho appena finito di ascoltare, dopo anni che non lo facevo, questo disco. Penso ciò che pensavo già molto tempo fa: l'album è inferiore a Perfect Strangers e, forse perché ne è il successore viene definito brutto. io credo, invece, che sia un bel disco. preso in sé è un bel disco e credo che il tempo farà giustizia, come l'ha fatta per Fireball e per Who do we think we are? Le parole di Gillan in esergo? Ricordo che Blackmore affermò di Stormbringer, l'album inciso dopo Burn, qualcosa di simile. Bene. Chi di voi oggi si sente di dire che Stormbringer non è un grande album? il mio invito è di ascoltare con nuove orecchie The house of the blue light dimenticando, se possibile, la sua collocazione cronologica. Probabilmente sbaglierò ma credo che tutti i dischi dei Deep Purple siano superlativi presi in sé... poi ognuno ha una sua storia... |
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Scusate ma quest'album io lo trovo fenomenale.
è il mio preferito insieme a Perfect Strangers: ci sono canzoni come Strangeways e The Unwritten Law che spaccano. |
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I Deep Purple abbandonano il loro classico hard rock tentando di fare altro ma non ci riescono.Brani inconcludenti ,fumosi,senza grinta.Non so se sia il peggiore in assoluto ma credo che il 56 del recensore sia troppo generoso. |
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Certamente un album tra i meno apprezzati personalmente. Tuttavia dentro ci sono 3 belle canzoni : The Spanish Archer; Hard lovin' woman; Dead or alive. Qualcuni mi spiega per quale motivo Dead or Alive sarebbe un mucchio di merda? Forse il cantante era incazzato quando lo ha detto, non mi pare proprio una canzone di merda. |
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A una facciata A in cui si salva solamente The unwritten law segue una facciata B travolgente in cui spicca Dead or alive degna di affiancarsi ai grandi classi del passato. 73= Il voto è la media |
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un emorroide grossa come una casa nella storia di una delle prime 5 band di sempre del genere. 9 canzoni di una banalità oscena, per poi sfoderare un "dead or alive", all'ultimo, che ti fa riprendere dal como in cui precipiti...questo disco non è buono nemmeno come anti-autovelox |
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Secondo me non è un album da buttare ha dei momenti positivi come i primi due brani e la particolare strangeways. Sicuramente meglio di alcuni lavori successivi e anche di who think . |
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per me disco abbastanza buono voto 78 |
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Album carino...non eccezionale ma carino, ci sono dei buoni pezzi ma la "magia" dei Deep Purple qui non si sente...e ciò si percepisce troppo. Tuttavia non credo che sia poi così schifoso anzi un 65 glielo do... |
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Per quello che mi riguarda è un disco che ascolto sempre volentieri. E a me basta questo. Che sia o meno un capolavoro degno del passato e altre menate non me ne frega niente. Queste cose le lascio a chi ne "capisce" di più. |
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Parole sante e condivido perfettamente la citazione di Gillan ad inizio recensione ma come sono stato spietato o ricco di elogi in altri commenti per altri loro album THOTBL non saprei decifrarlo nel senso che qualche buono spunto ce' (molto bella e trascinante la quasi progressive The Unwritten Law con l'ottimo drumming di Paice a guidare le danze) ma la sostanza non convince fino in fondo. Se un disco e' brutto e' brutto, se un disco e' bello e' bello ma qui siamo davanti ad un qualcosa che somiglia quasi ad un ibrido ma non lo e'. In definitiva per la prima volta non saprei (o non vorrei) dare un giudizio definitivo, mi limiterei a dire solo "rimandati a settembre". |
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Lavoro mediocre, la frase in alto della recensione coglie appieno l'aria che aleggiava all'epoca in cui usci l'album. Insomma anch'io quando mi trovai faccia a faccia con il disco mi accorsi di alcune pecche nel songwritting e canzoni che non mi convincevano affatto; successivamente, dopo vari ascolti dovetti rivalutare alcuni brani che, ad essere sinceri, avrebbero meritato davvero un destino diverso, invece di finire nel dimenticatoio della discografia Purpleiana: penso a Bad Attitude e The Unwritter Law in primis, ma anche Dead Or Alive e Strangeways fanno il loro sporco lavoro. Insomma il mio personale 65 va, non tanto alla qualità dei brani in sè che come ho detto alla fine mi ha soddisfatto, quanto ad un gruppo che non riesce a superare forti contrasti interni e nonostante tutto vuole pure pubblicare dischi nuovi. |
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Non ho mai capito perchè quest'album sia sempre stato così blastato, penso che un 80 se lo meriti di cuore. ottime bad attitude, the unwritten law, strangeways, qualche episodio un pò meno riuscito ma non brutto...Insomma non un capolavoro ma molto meglio di altri album decisamente scialbi (migliore di who do we think we are per intenderci, di slaves and master..) |
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Sono in totale disaccordo con la recensione. A me il disco piace, e molto. Anche quando i DP non sono in forma, sono sempre meglio del 99% delle altre band. Quella su In Rock e` Hard Loving Man, non Woman. Il "grande" JLT ha rovinato non pochi albm dei Rainbow e purtroppo anche uno dei DP. L'unico pezzo scialbo e` Call of the wild, Il resto per me e` buono. |
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Lo acquistai quando uscì (erano anni in cui mi nutrivo a dosi massicce di deep Purple) e per un periodo lo ascoltai parecchio. Concordo con chi sostiene che non si tratta di un episodio tra i più rilevanti nella loro discografia, ma trovo comunque l'album gradevole. |
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Non credo che per dire che un album sia brutto basta che lo dica chi l'ha inciso, a me personalmente il disco piace. Ad esempio e' superiore a Slaves and Masters. |
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buchi nell'acqua i deep purple ne hanno fatti pochi, questo è uno ma restano sempre dei miti !!! |
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Si può sporcare un sito in questa maniera? a proposito di evoluzione |
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Mah...a me non sembra così brutto, non è un capolavoro ma si ascolta con piacere. |
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disco che rappresenta benissimo il periodo che viveva la band...oggettivamente scarsino.... |
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certo se si confronta con i maestosi Machine Head o Burn il paragone non regge. Ovvio, non reggerebbe per nessuno. E' comunque un buon album con alcuni buoni spunti e buone canzoni come la ottima e quasi progressive "The Unwritten Low" che da sola vale l'acquisto e che ritengo una delle migliori song in assoluto dei Purple. Rock |
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delusione totale.....concordo con Gillian al 100% |
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Orribile e dire poco il peggior disco della mark II |
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Inferiore decisamente al precedente perfect strangers ma neanche così brutto come viene descritto. Anzi a me, che lo ho acquistato appena uscito, è piaciuto e piace ancora anche se non tutti i pezzi sono sullo stesso livello. Direi che il voto giusto è 70. |
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Profondo sonno viola nella casa della luce spenta. |
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Concordo in pieno con il recensore non mi è mai piaciuto |
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No nessuna colpa...figurati!! ognuno è libero di dissetare la proprie orecchie con la musica che più gli piace....il mio è solo un giudizio, una recensione , un mio punto di vista soggettivo con forti radicamenti oggettivi. Stay tuned! |
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No il loro giudizio lo accetto, ci mancherebbe ma se riesco a trovare del buono devo farmene una colpa? Continuerò ad ascoltarlo quando capiterà di metterlo nello stereo con la stessa consapevolezza di sempre, è un disco dei Deep Purple che non suona fra i più riusciti nulla più nulla meno. |
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Ripeto... de gustibus Undercover, giudizi personali...se poi questo coacervo di bruttezze ha solleticato alcuni periodi della tua vita..creando una sorta di nicchia affettiva...buon per te...ma questo non è un disco all'altezza dei Purple...e per esperienza quando una band rinnega un album ancora in catalogo e che potrebbe far rimpinguare il loro tesoretto di dollaroni..beh significa che lo considerano davvero alla stregua di una merdina pestata per strada...Se stimi i Purple perchè nn accettare il loro stesso giudizio così duro ed acre? |
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A me è piaciuto subito appena l'ho sentito, come tutti i loro album del resto |
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@Frankiss infatti non ho detto che è un capolavoro o un disco essenziale della discografia dei Deep ma se devo scegliere un album veramente brutto prima di quello ce ne son sempre uno-due che li han fatti davvero col culo altro che senza cuore e uno l'ho citato. Poi va beh entra in gioco l'aspetto legato all'affetto, al momento in cui si è entrati in contatto con certe canzoni etc... etc... tutto comunque ruota sempre intorno al de gustibus, è l'unico album nella storia della musica che un'artista reputa uno schifo e una parte degli ascoltatori giudica diversamente? Non mi pare. |
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Un album che definire brutto è riduttivo. |
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Undercover rispetto ma nn condivido la tua opinione....se gli stessi membri rigettano e disconoscono questo disco..beh una ragione fondata deve pur esserci..le parole di Ian Gillan riportate in apertura di recensione sono più che sintomatiche!!! |
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No dai una stroncatura simile a questo disco non la darei, è sicuramente sottotono ma è sicuramente meglio di "Who Do We Think You Are" come ho già ribadito in altre occasioni, è quello l'unico vero passo falso di questa band. Qui di pezzi buoni ce ne sono: "Call Of The Wild", "Strangeways" e "Mitzi Dupree" senza citare la più che ovvia "Hard Lovin' Woman" che in "In Rock" però è al maschile visto che è "Hard Lovin' Man" il pezzo di cui parli. E' vero la formazione era allo sbando ma non come nel periodo di quella ciofeca sopra citata. Discorsto Joey Linn Turner, personalmente ho molto apprezzato "Slaves And Masters" lo ritengo un buon disco dal flavour eighties con i pezzi ballad "Truth Hurts" e "Love Conquers All" che sono degli strappamutande (in senso positivo) di professione più tre brani di buona levatura quali l'opener "King Of Dreams", "The Cut Runs Deep" e l'ultima "Wicked Ways" che c'ha un refrain che ti vien voglia di cantarlo a squarciagola, trovo più moscio "The Battle Rages On" rispetto a quello con Turner. |
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