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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 5696 letture )
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I Pendragon sono una band che certo non ha bisogno di presentazioni: attivi da almeno tre decenni, si sono costruiti nel tempo una solida reputazione, pubblicando una serie di album di spessore e di grande qualitଠimperniati soprattutto attorno al duo composto da Nick Barrett e Clive Nolan, ma sempre con il fondamentale apporto del bassista Peter Gee e da alcuni anni anche del batterista Scott Higham, il quale conferma di essersi rivelato un ottimo innesto. Dopo tre anni dal precedente album Pure e un paio dal dvd Concerto Maximo, i Pendragon tornano con un nuovo full-lenght (al quale, comunque, anche stavolta, seguirà un dvd, il quarto dal 2006!), intitolato Passion. Per la verità ascoltando questo nuovo lavoro, si avverte un certo calo d'ispirazione rispetto al precedente disco, come pure qualche brano sembra essere stato ultimato in maniera un po' frettolosa, anche perchè certi passaggi non sembrano essere stati sviluppati come avrebbero meritato. Si potrebbe, pertanto, essere portati a pensare che la band si sia fatta prendere da una sorta di routine, sfornando album e dvd a ripetizione, perdendo così qualcosa in termini di brillantezza e lucidità. Tuttavia, non si può dire neppure che Passion manchi di fascino o sia privo di pregi: vediamo perciò di scendere maggiormente nel dettaglio.
La prima traccia del disco è proprio la title-track, che si apre con suoni elettronici, sui quali s'innesta un arpeggio di chitarra e poi anche la voce di Barrett. Si intravede qualche tentativo di sperimentazione, rispetto ad una struttura del brano tutto sommato abbastanza semplice. Decisamente di ben altro livello la successiva Empathy, senz'altro l'apice dell'intero album: in oltre undici minuti, la band riesce a condensare tutte le migliori qualità del proprio repertorio, inserendo emozionanti assoli di chitarra (d'altronde Barrett è probabilmente tra i migliori chitarristi al mondo in quanto al feeling che riesce a trasmettere), splendide melodie, digressioni pinkfloydiane e persino una parte cantata con una cadenza quasi rap (pur senza realmente esserlo), per poi chiudere con un magnifico assolo di pianoforte e tastiere magniloquenti. Niente male neanche Feeding Frenzy, nel quale la band riesce a spaziare tra sonorità elettroniche e riffs dal sapore settantiano, mentre non convince del tutto This green and pleasant land, la traccia più lunga, visto che supera i tredici minuti, caratterizzata da una forte connotazione progressiva, dove, accanto a cose davvero pregevoli, lascia un po' perplessi la gestione di certi tempi (alcune parti lente e melliflue vengono infatti prolungate eccessivamente) e alcuni temi risultano un po' slegati tra loro, tanto da dar vita persino a certi passaggi alquanto bruschi. Convince ancora meno It's just a matter of not getting caught, che al di là di alcuni cambi, mantiene in linea di massima dei ritmi alquanto blandi, tanto che il brano finisce per non risultare particolarmente coinvolgente. Decisamente meglio Skara brae, brano che si apre con un rock deciso e con un ritornello molto orecchiabile, nel quale i Pendragon riescono a destreggiarsi con la maestria che è loro propria tra cambi di temi e trame progressive. Chiude Your black heart, in pratica una ballata pianistica, anche questa molto lenta e prolissa.
In conclusione, dunque, lo si ribadisce, stavolta la band dà l'impressione di non essere proprio ispirata al massimo e non tutti i brani sembrano rendere merito alle grandi qualità del gruppo, tanto che qualche pezzo potrebbe persino essere considerato alla stregua di un semplice riempitivo. Per tali ragioni, probabilmente il voto non sarebbe andato molto oltre la sufficienza, se non vi fosse stata tuttavia anche la presenza di una perla come Empathy, brano davvero splendido e di altissimo livello. Ecco perchè, comunque, specie per gli amanti del prog rock, i Pendragon restano pur sempre una certezza sulla quale scommettere ad occhi chiusi.
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8
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Io invece da loro fan da anni, questo lavoro proprio non lo digerisco, proprio mi resta ostico, mi annoia, e parte lo skip praticamente sempre a parte this green. Sicuramente non riesco ad apprezzare questo "tipo" di prog. Per me WOL o Masquerade sono di un altro pianeta, sembra un'altra band.
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7
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sinceramente, essendo loro fan da anni e avendo seguito parecchi loro concerti mi trovo in disaccordo su alcune cose dette dal recensore. quest'album è come tutti gli altri. un capolavoro. quel che tu chiami prolisso è quella parte dei pezzi che più rende "l'anima" del disco. un pò alla "High hopes" dei pink floyd. This green è sicuramente uno dei brani più belli mai scritti. sono un musicista tralaltro (ho cantato con loro "the freakshow" in olanda) e tutto il cd l'ho trovato un capolavoro sia dal punto di vista emotivo che armonico. |
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6
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Il disco mi ha colpito abbastanza; parti di chitarra di matrice shoegaze ecc...xò devo ancora ascoltarlo bene. Cmq non sono d'accordo che sia migliore dell'ultimo degli IQ, dato che x me quel disco è un capolavoro. Attendo la rece dell'ultimo di Neal eh...x ora ho sentito solo un paio di tracce ma spettacolari (Question Mark è uno dei miei all time favorites). |
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5
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e per la biibbia del prog in web (dprp.net) sono solo lodi ,ampiamente meritate.lo scorso anno li avevo visti al festival prog di Veruno,ero riuscito a parlare con Barrett e Nolan ,mi avevano anticipato che avrebbero proseguito sulla scia di "Pure",mai mi sarei aspettato un simile disco.Semplicemente grandi |
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4
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Per conto mio, uno dei migliori dischi dei Pendragon. Ottima sintesi tra il vecchio corso della band e quello più moderno e metal degli ultimi due dischi. Da non perdere. |
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3
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Spero di vedere recensito quel MUST di tutti i tempi 'the world' perché l’arte non ha scadenza ma semplicemente dovrebbe essere tramandata ai giorni nostri. |
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2
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E' piaciuto molto anche a me questo disco, e "This green and pleasant land" l'ho trovata molto bella, contrariamente al recensore... Un disco ben fatto e molto piacevole... |
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1
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mah,il disco l'ho comprato al concerto,ai primi 2 -3 ascolti non mi diceva un gran che,ora non lo tolgo più dal lettore.é perfino meglio di "Pure",saggia la decisione di inserire più elementi hard prog pur mantenendo le loro linee melodiche ( Skara brae ne è il perfetto esempio),io li seguo da sempre e da "Pure" ho notato un rinnovamento notevole che ad esempio non c'è stato negli IQ. Per me è già tra i dischi dell'anno assieme a "Snowtorch" di Phideaux. Amo sempre di più Nick Barrett e Clive Nolan,il disco è da 100 e lode |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Passion 2. Empathy 3. Feeding frenzy 4. This green and pleasant land 5. It's just a matter of not getting caught 6. Skara brae 7. Your black heart
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Line Up
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Nick Barrett (vocals, guitars, keyboards, programming) Peter Gee (bass) Clive Nolan (keyboards, backing vocals) Scott Higham (drums, backing vocals)
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