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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Budgie - Never Turn Your Back On a Friend
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( 8004 letture )
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Never Turn Your Back on a Friend si può considerare, allo stesso tempo, il miglior album dei Budgie e uno dei lavori Hard Rock/Blues più riusciti della prima metà degli anni 70. Come abbiamo già sottolineato in occasione delle recensioni di Budgie e Squawk -i primi due album del trio- questo gruppo è certamente degno di essere catalogato tra quelli assolutamente fondamentali da conoscere, se si vuol sviluppare un quadro completo della storia di quel periodo e delle sue conseguenze sullo sviluppo del rock. Come detto però, la loro miglior realizzazione è quella datata 1973, ossia quel Never Turn Your Back On a Friend contenente il super hit Breadfan che diede loro quella solida fama che meno di dieci anni dopo li porterà a fare da headliners al festival di Reading, seppur in formazione rimaneggiata. Sarebbe però riduttivo parlare di questo album soltanto come "quello contenente Breadfan”. Se è vero che talvolta alcuni dischi (specialmente in quei gloriosi anni), contenevano dei pezzi talmente forti, talmente "giusti", da far passare in secondo piano qualsiasi altra canzone contenuta nel platter, è anche vero che, in questo caso, il vinile in questione contiene tutto un intero lotto di pezzi forse meno immediati, ma tutti più o meno di alto spessore. Canzoni in grado di reggere ancora oggi a dispetto di alcune ingenuità, del tempo trascorso e delle inevitabili discrasie rispetto alla modernità ed alle soluzioni da questa proposte.
L'album è appunto aperto dal Breadfan, che ancora oggi si riascolta con immutato piacere, basata sul lavoro ossessivo del basso di Burke Shelley e sulla sua inconfondibile voce acuta, sul riff impossibile da dimenticare della chitarra di Tony Bourge e sul lavoro come al solito non trascendentale, ma preciso di Ray Phillips alla batteria. Breadfan è uno di quei pezzi che generalmente si azzeccano una volta nella vita, non puntando a soluzioni complicate, astruse, alla ricerca di un effetto stupefacente sugli ascoltatori, ma lasciando che sia la semplicità del rock a parlare, il suo tribalismo immediato, destinato ad imprimersi a fuoco nello stomaco ed a restare lì per anni, per molti anni; fino a giungere magari ad essere ospitato su un disco che dei super affermati metallari decidono di realizzare, incidendo quelli che sono stati i pezzi più formativi per la loro cultura musicale, come hanno fatto i Metallica in Garage Inc. Una pietra miliare del rock. Come detto però, Never Turn Your Back On a Friend non finiva certo con Breadfan: in Baby, Please Don't Go il basso ipnotico di Burke regge il gioco alla chitarra doom-oriented di Bourge, forse debitrice in questo brano del lavoro dei The Doors, e tutto il brano si ammanta di un velo psichedelico graditissimo alle mie orecchie; un altro pezzo che ogni fan dei Budgie conosce a menadito. E' il turno di You Know I'll Always Love You, una breve ballad dal sapore americano (un benchmark tipico dei Budgie), che urla la sua appartenenza alla prima metà degli anni 70 da ogni singola nota. Siamo ai quasi nove minuti di You're The Biggest Thing Since Powdered Milk (i titoli astrusi sono anche questi tipici di Bourge & C.): introdotti da un lungo ed effettato solo di batteria, in verità più fumoso che concreto, ci si trova poi di fronte ad un altro condensato di Blues, Hard Rock e psichedelia che, pur non essendo l'apice del vinile, si lascia ascoltare molto piacevolmente, accelerazione pesantemente HR a circa metà del pezzo compresa. Stesso giudizio complessivo per In The Grip of a Tyrefitter's Hand, che però è un po' più macchinosa. L'altra breve ballata di prammatica -Riding My Nightmare- serve solo ad introdurre uno dei pezzi più sottovalutati e dimenticati del periodo che stiamo affrontando, perché comparare gli oltre dieci minuti minuti di Parents con l'anno di uscita è veramente illuminante. Poche canzoni di quel quinquennio sono così malinconicamente struggenti e coinvolgenti, e le note appena post-sessantiane della chitarra di Tony Bourge sono veramente da incorniciare, ed appendere al muro dei ricordi musicali più emozionanti che si possiedono. Bellissima.
So bene che al giorno d'oggi il nome dei Budgie non è più molto conosciuto, e che molti giovani non li hanno nemmeno mai sentiti nominare, ma che apparteniate alla schiera di chi li conosce ed apprezza, o a quella che non ha mai avuto occasione di ascoltarli, procuratevi almeno questo loro lavoro. Si tratta di una pietra miliare, magari non grossa come altre, ma assolutamente importante. La ristampa su Cd del 1996 -inoltre- dovrebbe consentirne un reperimento non troppo difficoltoso.
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15
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...dimenticavo: voto 90 |
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14
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Disco bellissimo!
L'ho ripreso in mano in questi giorni dopo la notizia della morte di Burke Shelley e lo trovo fresco come fosse stato inciso ieri.
Per me i 10 minuti di Parents sono una pietra miliare del rock anni 70. |
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13
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IL più bello dei Budgies. Gruppo eccezionale |
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12
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Nell'attesa dell'abbuffata Natalizia mi sto riascoltando questo disco. Grandi Budgie. Cnosciuti da poco ma sto recuperando alla grande. |
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11
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D'accordissimo con @Agnostico sulla voce di Shelley. Nei primi album era al limite dell'irritante, ma in Bandolier dimostra una crescita che, a memoria, non ricordo in nessun cantante nella storia. Qua ci sono Breadfan e Parents (immensa) che fanno la differenza. 78 |
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9
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Buonasera,di recente ho approfondito l'ascolto di questo fondamentale album di hard rock.Secondo me la musica qui contenuta è di ottimo livello,ma c'è una cosa che proprio non mi piace,e questa cosa è la voce del cantante burke shelley che mi sembra troppo effemminata o bambinesca,la preferisco di gran lunga negli album successivi_(in bandolier mi ricorda il grande glenn Hughes).La versione dei metallica di breadfan cantata da un Hetfield molto più grintoso è di gran lunga superiore,se non siete d'accordo pazienza,non c'è problema,i gusti sono gusti,l'importante è contribuire a tenere accesa la sacra fiamma dell'heavy metal |
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8
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bel disco. una tiratina d'orecchie a @Raven che non dice che 'Baby, please don't go è una cover'! grande Rven! |
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7
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Perchè alcuni con molto tempo libero, credono così di danneggiarci. |
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6
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Bellissimo album, "Parents" è senza dubbio l'apice, la definirei la loro Stairway to Heaven, anche per valore artistico e coinvolgimento. Stupendi gli assoli di Bourge che chiudono l'album. Bellissime anche le due ballad acustiche. A mio parere "You're the Biggest Thing Since Powdered Milk" ha ispirato qualche gruppo stoner. Ottimo, davvero ottimo lavoro, assolutamente da riscoprire anche per chi non è fan dell'hard rock classico. Giuro. PS: perchè i voti sulle recensioni che leggo io sono sempre così bassi? |
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5
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Ti ringrazio, e se ti interessa, ti segnalo che in Area Metallized, la trasmissione radio che ho iniziato da poco (vedi notizie in merito) ho uno spazio centrale dedicato a queste band. Se vuoi ascoltare ci sentiamo martedì alle 17, anche in chat se vuoi parlare direttamente con me |
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4
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Cosa altro aggiungere... Nella recensione è già scritto tutto quello che serve sapere... Ora, a chi non conosce questo album, non resta che procurarselo! Per fortuna c'è ancora chi parla di queste bands, a beneficio di chi ha iniziato più tardi ad ascoltare hard rock e/o heavy metal, spesso muovendosi alla cieca, senza alcun punto di riferimento. |
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3
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@Raven: bel lavoro! @Subhuman: quoto assolutamente uno dei miei album preferiti in assoluto di quel periodo, catchy quanto serve, bei riff ed una traccia più bella dell'altra, forse la chitarra potevano alzarla un pochino durante la registrazione. VOTO 90 |
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2
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Album stupendo, di una band altrettanto stupenda ma purtroppo mai troppo considerata, se non per la cover fatta dai Metallica dell'opener di quest'album! A mio parere fa una buona fotografia dell'hard rock più spinto dei primi '70. Da avere. |
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1
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Aggiunta al data base la terza recensione dei Budgie |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Breadfan 2. Baby, Please Don't Go 3. You Know I'll Always Love You 4. You're The Biggest Thing Since Powdered Milk 5. In The Grip Of a Tyrefitter's Hand 6. Riding My Nightmare 7. Parents
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Line Up
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Burke Shelley (Basso, Voce) Tony Bourge (Chitarra, Cori) Ray Phillips (Batteria, Percussioni)
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RECENSIONI |
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