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Daal - Destruktive-Action-Affect-Living
( 2270 letture )
Confesso di essere rimasto piuttosto sorpreso e spiazzato dai primi ascolti di Destruktive-Action-Affect-Living. I Daal sono una band che mi ero perso, nonostante sia giunta al suo secondo album e -ulteriore mancanza da parte mia- la cui line-up è composta da un duo di nomi molto noto nel giro Progressive, ossia Alfio Costa e Davide Guidoni. E' possibile che i loro due nomi dicano poco ad un pubblico come il nostro, in linea di massima non totalmente addentro alla scena progressive, tuttavia i due sono musicisti di livello. Alfio Costa è un tastierista di grande esperienza ed altrettanto grande perizia tecnica, all'opera già con Colossus Project, Prowlers ed altri; Davide Guidoni, dal canto suo, è un batterista/percussionista che è comparso nelle realizzazioni di Nuova Era e Aries, giusto per fare due nomi (in effetti i Daal vengono presentati come side-project), ed autore degli artwork di parecchi album. In questa veste lo abbiamo recentemente incontrato in occasione della recensione di Summereve degli Hostsonaten.

Dicevo di essere rimasto sorpeso dai Daal (moniker che scaturisce dalle iniziali dei due componenti del gruppo, ma -più in profondità- anche dalle iniziali delle parole del titolo del Cd), perché l'album mi era stato presentato come genericamente prog, mentre fin dalle prime note di Redroom, è chiaro che questa etichetta va intesa in senso molto lato. Se è vero che l'impianto generale della musica è certamente tale, il risultato finale degli sforzi è il prodotto di una serie di profondissime contaminazioni in primo luogo elettroniche ed ambient, che portano ad un prodotto molto particolare. Potremmo vagamente descrivere il tutto come risultante da una ipotetica combinazione dei Tool con i Tangerine Dream, innestato su una base che è indubbiamente progressive, ma viene stravolta, cambiata, nascosta, anche da inserimenti Industrial, che rendono il tutto potenzialmente interessante tanto per i progsters di vecchia data senza i paraocchi, quanto per un pubblico che passa con disinvoltura dai Pink Floyd al Balletto di Bronzo, per poi magari finire la giornata con l'ascolto di qualcosa degli ultimi Ulver, tanto per fare un esempio.

La caratteristica principale di Destruktive-Action-Affect-Living è il suo essere liquido, sospeso, sempre a metà tra sogno e (possibile) realtà, mediante l'uso accorto degli effetti elettronici e le dissonanze che parlano alla psiche, ma più ancora di quelli percussivi, sapientemente inseriti all'interno di un tessuto musicale le cui maglie sembrano sempre larghissime, ondeggianti, poco solide, ma in realtà costruito per guidare attraverso un percorso difficile da seguire (specialmente in un'ottica esclusivamente metal), che porta non fuori, ma dentro se stessi. Ed è proprio con il gioco di dissonanze intitolato Redroom che si apre l'album, il cui primo pezzo canonicamente identificabile come tale è la strutturata Anarchrist, dal titolo che vale da solo il prezzo del biglietto, per così dire. Dopo un altro passaggio come Notes From An Interlude, utile a stabilire pathos interiore nell'ascoltatore, è la volta di Level 6666, suite introdotta da un sitar indiano, che poi lascia spazio ad un oscuro pezzo tra il tribale e l'inquietante, che trovo molto riuscito. Chissà, forse se i Goblin fossero nati oggi, suonerebbero così. In The Dance of the Drastic Navels, Pt. 2 (la parte 1 era contenuta nel precedente Disorganicorigami), troviamo l'unica presenza della voce umana all'interno di un lavoro altrimenti completamente strumentale. Il canto onirico lascia poi spazio ad un'altro pezzo dai forti accenti electro-prog. Destabilizzante il pianto dalla deviante evoluzione di Cry-Hologenic. Inquietante è il Jazz/Prog di Aglatarium, che parte in maniera quasi rilassata, per poi accelerare ed evolvere in qualcosa di ancora una volta vagamente nero, e comunque non certo rilassante. Della title tack si può dire tutto, tranne che non costringa a prestargli attenzione: i primi due minuti circa sono relativamente normali, e comunque all'interno del solco di intellegibilità tracciato dalla parte più canonica (si fa per dire) dell'album, ma il resto della suite è una interminabile provocazione sonora, che credo miri più a suscitare emozioni inconsce che a stabilire una vera e propria linea melodica riconoscibile. Memories of Old Pictures chiude il lavoro dedicando un brano ad un amico scomparso (cui Alfio dedica anche un lungo epitaffio all'interno del booklet), offrendogli un omaggio che spazia da atmosfere struggenti a passaggi più tipicamente prog; forse un omaggio ai gusti di chi non c'è più.

Destruktive-Action-Affect-Living è un disco un cui nuotare, in cui muoversi con la libertà senza peso che l'acqua può offrire, lasciando libera la mente di interpretare le sensazioni sonore ed emozionali che le costruzioni musicali dei Daal sono in grado di offrire. Disco da approcciare quindi senza aspettarsi qualcosa di rigidamente inquadrato in uno schema ed all'interno di un genere preciso, ed al giorno d'oggi questa è probabilmente una qualità in sé.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
27 su 20 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2011
Agla Records
Prog Rock
Tracklist
1. Redroom
2. Anarchrist
3. Notes From An Interlude
4. Level 6666
5. The Dance of the Drastic Navels, Pt. 2
6. Cry-Hologenic
7. Aglatarium
8. Destructive-Action-Affect-Living
9. Memories of Old Pictures
Line Up
Alfio Costa (Hammond M100, Leslie 125, Leslie Simse "Space Master", Minimoog, Mellotron M400SM, Fender-Rhodes Mark II, Piano Kurzweil SP76, Furstein Farfisa, Aanalog Sinth Korg MS10, Hammond Suzuki XB2, Harmonium and VST Iinstruments, Moog Modular, SynthOscar, Arp2600, Pro5, Minimonsta, Ivory Piano)

Davide Guidoni (Tama Hyperdrive Plus Drums Roland V-Drums TD6, Roland V-Drums TD12, Synhestesia Mandala Drum Pad, Roland Handsonic,Korg Wavedrums, Rotoloops, Cymbals & Gongs, Metal Octobans, Percussions, Samplers)

Guests:
Guglielmo Mariotti (Basso e voce)
Pensiero Nomade (Chitarre e oud)
Ettore Salati (Sitar)
Riccardo Paltanin (Violino)
Bobo Aiolfi (Basso)
Alessandro Papotto (Sax)

 
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