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In Legend - Ballads’n’Bullets
( 2728 letture )
Un esperimento fuori dal comune -una mano d'acciaio coperta da un guanto di seta. Con un po' di poeticità si può così definire l'album di debutto degli In Legend, la band tirata su da Bastian Emig (per chi non lo sapesse, batterista dei Van Canto). Vogliate perdonarmi l'attacco verseggiante, ma parlando di un ibrido così altamente raffinato era necessario. L'album si pone infatti come un esperimento di "piano metal", ovvero una contaminazione tra le sonorità power e epic, normalmente armate di chitarre dure e di batteria impetuosa, con il suono incantevole del pianoforte. Non si tratta certo della prima esperienza in cui questi strumenti si incontrano, ma si può dire che in Ballads'n' Bullets le due dimensioni musicali trovano una vera e propria sincronia puntuale: bilanciando gli strumenti e mantenendo solo basso e batteria affianco al piano si arriva a poter creare brani tanto duri e trascinanti quanto dolci ed avvolgenti e si crea un crocevia tra evoluzione e tradizione che lo rende un pezzo raro.

Come ci ha raccontato lo stesso Bastian Emig, si tratta di un progetto ambizioso che affonda le sue radici già da lungo tempo nella mente vulcanica del musicista: pare che l'idea abbia addirittura avuto una svolta reale tra le fumose atmosfere di un viaggio in Cina dieci anni fa. Il risultato sono quattordici brani, diversi l'uno dall'altro, in cui le possibilità virtuosistiche degli strumenti vengono esaltate tanto dal già citato "equilibrio" che si viene a creare, quanto dalle prodezze canore. E ce n'è per tutti i gusti: si comincia da Heaven Inside, in cui il piano prende immediatamente possesso con toni duri ma armonici; il pezzo ha una sorta di movimento ascendente e la musica si amalgama bene con la voce carismatica di Bastian e con un ottimo lavoro di basso, riuscendo ad essere avvolgente ed ispirante -qualità adatte ad un brano di apertura. Superato questo si aprono le porte alla devastazione con Pandemonium, dove i tasti sono implacabili e creano una specie di ballo senza controllo, definita "pura follia". Un lato speciale di questo album è il fatto che l'uso di uno strumento (anzi, dello strumento dominante) in un modo fuorvia l'ascoltatore per poi catapultarlo in una realtà completamente opposta. E' l'esempio di Elekbö, in cui per pochi secondi sembra di ritovarsi ad ascoltare Debussy, per poi arrivare ad un brano estremamente ritmato e duro, dotato tuttavia di un ritornello che di nuovo guarda in alto, per tonalità e per il messaggio. Si scende nella delicatezza di un brano quasi romantico con At Her Side -dove la voce di Emig diventa velluto- per passare a Vortex, brano che non sfigurerebbe in una classifica di rock attuale (anche se ovviamente si avverte sempre la raffinatezza del piano sotto la voce). Con un velo di tristezza Life Is Up To You riapre alla bellezza di una armonia creata tra il piano e la batteria (che sembra condurre) e tra due voci che cantano il coinvolgente ritornello in due toni. L'inizio più particolare è quello di The Healer (brano passionale e veloce in possesso di una melodia inconfondibile), dotato di note sintetizzate che arrivano all'orecchio come gocce di suono puro. In Yue, l'unico pezzo strumentale di solo pianforte, il ritmo si ferma per cinque minuti esatti e si assapora la bravura di un gioco alla Ludovico Einaudi. Gioca anche con il rock Soul Apart, che però concede attimi di respiro accompagnati da acuti vocali, batteria e, naturalmente, il piano. Infine, non poteva mancare un omaggio dai Van Canto con la presenza della voce "di cristallo" di Inga Scharf che duetta con Bastian nella gotica Stardust.

Sia con il suo titolo (il gioco di parole "ballate e proiettili in inglese riesce meglio) sia con il suo buon lavoro di artwork, di cui la band si dice alquanto fiera, Ballads'n'Bullets si presenta come un album a metà ma tecnicamente elevato, un percorso musicale in cui si toccano praticamente tutti i momenti della musica, restando sempre ancorati al metal che funge da perno. La capacità di un album di riuscire a creare la simultaneità, tanto nei risultati artistici che sensoriali, è merce rara; per questo il progetto del piano-metal risulta come insolito e magnifico, dedicato a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso e emotivamente coinvolgente. Cercando di carpire anche il bel significato che gli In Legend hanno voluto inserire: "Non chiamarlo il tuo sogno, ma rendilo la tua vita."



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
37.92 su 27 voti [ VOTA]
fabio II
Lunedì 1 Agosto 2011, 13.38.34
2
Ho comprato il cd a fine sett. e li trovo molto ispirati; creano un'effettistica metal senza usare lo stumento perno ( un pò come i Quatermass per il rock nei '70 ) ed hanno ottime melodie che potranno piacere sia ai fans del power che del class. Se vi capita concedetegli almeno un ascolto
Disimaco
Venerdì 24 Giugno 2011, 0.34.00
1
L'intero album è ascoltabile in streaming sul sito ufficiale della band. Da ascoltare con le cuffie in ufficio cercando di non fare headbanging per non farsi sgamare. O in metro. O in casa a volume proibitivo. Eccezionale.
INFORMAZIONI
2011
SPV/Steamhammer
Power
Tracklist
1. Heaven Inside
2. Pandemonium
3. Elekbö
4. At Her Side
5. Vortex
6. Life Is Up To You
7. The Healer (inkl. Remedy)
8. Yue
9. Soul Apart
10. Stardust (feat. Inga of Van Canto)
11. A Hanging Matter
12. Prestinate
13. Heya
14. Universe
Line Up
Bastian Emig (Piano, Vocals)
Daniel Wicke (Bass Guitar)
Dennis Otto (Drums)
 
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