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Kamelot - The Black Halo
( 10718 letture )
Avevamo lasciato i Kamelot alle prese con l'opera più famosa di Goethe, il Faust, e da li la band ha ripreso il suo iter musicale, continuando e concludendo la narrazione della storia del celebre scienziato e dei vari personaggi partoriti dalla mente dello scrittore tedesco. "Epica" aveva mostrato una band in cerca di una propria forma, fatta di orchestrazioni curate con precisione maniacale e passaggi power dal sapore progressive. Con questo "The Black Halo" la band americana compie un netto passo in avanti; se il disco precedente era risultato un po' troppo scontato in fase di songwriting, la stessa cosa non si può dire di questo nuovo lavoro di Youngblood e soci. Grazie infatti all'illustre schiera di ospiti presenti sul disco (Shagrath - Dimmu Borgir, Johansson - Stratovarius, Simons - Epica, Mari - Masqueraid, Langhans - 7th Avenue, Amanda Somerville - Aina, Miro, Gerit Gobel, Thomas Rettke - Heaven’s Gate ed Elisabeth Kjaernes) il suono elegante e regale dei Kamelot raggiunge livelli altissimi, forse mai toccati dal gruppo in precedenza.
Le canzoni che possiamo trovare su questo disco non sono facili da assimilare (come d'altronde l'opera di Goethe) e solo dopo numerosi ascolti ci rendiamo conto del grande lavoro svolto dalla band americana. Le atmosfere di "The Black Halo" riprendono naturalmente quelle del suo predecessore: malinconia e tristezza sono i padroni incontrastati della scena, ma possiamo notare una maggiore cura e precisione nella "ricerca sonora" grazie all'eccellente lavoro di Miro alle tastiere e dell'ormai insostituibile Sasha Paeth alla produzione. Da applausi la prova di Roy Khan al microfono, uno dei migliori cantanti in circolazione, capace di illuminare ogni singolo pezzo con la sua immensa voce. Anche Youngblood (chitarra) d'altro canto sforna una delle sue migliori prove su disco, impreziosendo le tracce con riff e assoli ricercati ed emozionanti. Il tutto viene condito da una sezione ritmica (Barry - basso, Grillo - batteria) sempre meno "power" ma più precisa e vagamente progressive.
"The Black Halo" inizia con il duetto Khan-Shagrath in "March Of Mephisto", una vera e propria marcia che dimostra come la band americana sia comunque sempre capace di scrivere canzoni heavy mantenendo una certa originalità. "When The Lights Are Down" è la classica cavalcata dei Kamelot come ci avevano abituato nel periodo di "Karma" (2001), impreziosita da inserimenti elettronici di pregievole fattura. La seguente "The Haunting" a mio avviso è la canzone più bella dell'intero lavoro: melodie davvero coinvolgenti che sfociano in un ritornello incredibilmente bello. "Soul Society" assieme a "Memento Mori" esaltano la voce di Khan che ci regala grandissimi passaggi melodici grazie a una produzione pressoché perfetta. Le dolci note di piano ci accompagnano durante la ballad "Abandoned" prima di arrivare alle due canzoni più progressive del lotto: "This Pain" e "Moonlight" mettono in risalto l'ottimo lavoro di Grillo alla batteria e di Youngblood alla chitarra. Dopo l'intermezzo cantanto in italiano da Cinzia Rizzo troviamo la title-track, un pezzo che racchiude sia l'anima più heavy e diretta dei Kamelot grazie a un riff pesante ed oscuro sia la componente più operistica grazie a un ritornello di grande impatto. "Nothing Ever Dies" risulta più classica e più vicina a quanto fatto dalla band in "The Fourth Legacy". Il disco si chiude con la potenza e le affascinanti melodie di "Serenande". "The Black Halo" cresce ascolto dopo ascolto ed è consigliato anche a chi non ama particolarmente i Kamelot.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
67.06 su 83 voti [ VOTA]
Andrew Lloyd
Giovedì 12 Gennaio 2023, 23.43.47
12
79? No dai... questo è un capolavoro come i precedenti 3.
Antonio Metal
Domenica 9 Dicembre 2012, 21.03.53
11
Io darei a entrambi i due capitoli del concept "faustiano",ossia "Epica"&"The Black Halo"almeno 90. Per me questi 2 albums sono il meglio espresso in termini artistici e tecnici dai Kamelot.
Sambalzalzal
Sabato 14 Luglio 2012, 16.54.21
10
Cazzo però obbiettivamente in tutte le recensioni dei Kamelot le mani le avete tenute attaccate ai gomiti! So che è questione di gusti ma tantissime volte vedo dare a bands che fanno veramente cagare 85 e 90 e qui non avete neanche arrotondato a 80!? Boh.
Master of Reality
Sabato 30 Luglio 2011, 16.06.45
9
March of Mephisto = 5.5; When the Lights Are Down = 7; The Haunting (Somewhere in Time) = 6.5; Soul Society = 6.5; Interlude I-Dei Gratia = 5; Abandoned = 6.5; This Pain = 5.5; Moonlight = 6.5; Interlude II-Un Assassinio Molto Silenzioso = 5; The Black Halo = 6.5; Nothing Ever Dies = 6.5; Memento Mori = 7; Interlude III-Twelve Tolls for a New Day = 5; Serenade = 5.5; Voto album = 6.5
laSerpe
Venerdì 29 Ottobre 2010, 8.22.41
8
credo che il recensore sia stato un po' di manica stretta, l'album è veramente bello (IMHO il loro migliore fin qui). Il voto dei lettori mi sembra più appropriato..
Doom
Martedì 28 Settembre 2010, 17.33.05
7
un vero capolavoro .il picco.
metal4ever
Lunedì 6 Settembre 2010, 23.20.40
6
Bel lavoro anche se trovo qualche pezzo noiosetto, ma nel complesso mi piace molto e lo dice uno non molto efferato sul genere, The Hauntig e Moonlight le mie preferite
Simone
Giovedì 10 Dicembre 2009, 10.19.31
5
Album fantastico in ogni sua parte, ne raccomando l'ascolto!
Magic Star
Lunedì 5 Maggio 2008, 23.42.28
4
A mio parere i Kamelot hanno dato tutta l'anima e la potenza che potevano dare in questo The black Halo che può essere definito un vero e proprio capolavoro,grandiosamente bello,privo di difetti, potentissimo e melodico in ogni sua parte. Fidatevi è una pietra miliare
Marcus
Venerdì 8 Febbraio 2008, 17.12.28
3
Hai ragione cresce ad ogni ascolto...la prima volta che l'ho ascoltato ho temuto di aver sbagliato acquisto ma ad ogni ulteriore ascolto mi pento sempre meno di averlo comprato, anzi conoscendolo meglio in tutte lo sue parti lo apprezzo sempre di più
Kalyth
Giovedì 27 Aprile 2006, 15.10.02
2
Spettacolare, più incisivo di Epica e meno epic di Karma (splendido album), parte benissimo e finisce ancora meglio... Mi fa molto piacere!
dave
Sabato 3 Dicembre 2005, 13.55.34
1
Concordo pienamente, Kamelot rappresenta il futuro del Metal Americano. Grande albun, grande band. MERITEREBBE MAGGIORE ATTENZIONE da parte del pubblico europeo.
INFORMAZIONI
2005
SPV/Audioglobe
Power
Tracklist
01.March of Mephisto
02.When the lights are Down
03.The Haunting (Somewere in time)
04.Soul Society
05.Interlude 1: The Gratia
06.Abandoned
07.This Pain
08.Moonlight
09.Interlude 2: Un assassinio molto silenzioso
10.The Black Halo
11.Nothing Ever Dies
12.Memento Mori
13.Interlude 3: Midnight
14.Serenade
Line Up
Roy Khan: vocals
Thomas Youngblood: guitars
Glenn Barry: bass
Casey Grillo: drums
 
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