|
19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
|
|
Rhapsody - Power of the Dragonflame
|
( 9273 letture )
|
Power of the Dragonflame, in breve: l’album più maturo e completo dei Rhapsody fino a quel momento. Siamo nel 2002, e il quarto album della band arriva in un clima di leggera diffidenza, dopo un debutto da favola (Legendary Tales), un altrettanto meritevole sequel (Symphony of Enchanted Lands), e un terzo album leggermente inferiore ma che si assestò comunque su buoni livelli (Dawn of Victory). La paura di pubblico e critica risiedeva nel fatto che la band potesse adagiarsi sugli allori e iniziare a sfornare dischi per accontentare casa discografica e fan, ma senza ragionarci troppo su (basti pensare che in soli cinque anni, dal 1997 al 2002, i nostri hanno pubblicato ben quattro album). Si temeva, insomma, che i friulani iniziassero ad essere coinvolti nel music biz a pieno titolo, date le vendite ben oltre la media per un gruppo metal, soddisfazione doppia poi se il gruppo è italiano. Niente di tutto questo invece si verificò. Nell’ormai consueta cornice dei dieci pezzi, i Rhapsody confermarono quanto di buono fatto con i tre album precedenti, e furono capaci anche d’inserire diversi elementi di novità. Ci fu un modesto impiego delle orchestrazioni nell’album, e un maggiore uso dei cori, che donarono al prodotto un epicità ancora maggiore rispetto agli standard della band, il solito lavoro di pregevole fattura di Turilli, mentre da segnalare una maggior partecipazione di Staropoli alle tastiere, sia in fase di accompagnamento che in fase di assolo. Prestazione da brividi per Fabio Lione, autore di una prova straordinaria e al contempo innovativa (il growl di When Demons Awake lasciò spiazzati tutti; l’interpretazione commovente di Lamento Eroico è da applausi a scena aperta, e poco importa se nei vocalizzi la sua voce ricorda quella di Al Bano). L’album è l’ultimo che vedrà in line up il bassista Alessandro Lotta, nemmeno incluso nella foto presente sul retro del cd.
Dopo la consueta intro (In Tenebris), l’album parte che meglio non si potrebbe, con un pezzo divenuto ormai un classico: Knightrider of Doom. Partenza molto serrata che raggiunge il suo acme con l’ormai leggendario ritornello, cantato da un coro possente, sostituito in sede live dal pubblico, che normalmente canta a squarciagola ogni pezzo della band. Quattro minuti scarsi che però hanno fatto capire sicuramente all’ascoltatore l’aria che tira sul disco. Nemmeno il tempo di rifiatare, che il caldo vento del potere della fiamma del drago ci riporta di nuovo in sella al destriero a folle velocità. La title track parte con un riff nervoso e serrato, per sciogliersi -ancora una volta- in un ritornello che definire epico è troppo, davvero troppo riduttivo. Cala il ritmo con la traccia successiva, ma non la qualità, perché si tratta -probabilmente- del pezzo più conosciuto di questo album, sto ovviamente parlando di The March of the Swordmaster, un mezzo tempo che davvero scatenerà in voi, vili marrani, la voglia di brandire la spada e andare ad infilzare orchetti in giro per le terre incantate. Partenza con violino, e flauto sui quali s’innesta -magistralmente- il resto della band. Il sigillo lo mette Lione con la solita potenza. Sono i pezzi come questo che mi rendono fiero di ascoltare power. Ancora il violino ad aprire When Demons Awake, ma l’atmosfera è radicalmente mutata rispetto al pezzo precedente, si respira un’aria stantia, un lezzo mortifero, un’atmosfera angosciosa espressa divinamente dal riffing di Turilli e dal growling di Lione. La band si presenta in una veste insolita in questo pezzo, e dire che non si sia comportata in maniera egregia anche in questo ambito decisamente più aggressivo rispetto ai suoi standard sarebbe un delitto. L’atmosfera angosciosa continua con Agony Is my Name, altro pezzo costruito sulla velocità, e al solito molto riuscito. Si spengono le luci sul palcoscenico, solo un pianoforte e la sagoma -e la criniera- di una persona: è il momento di Lamento Eroico. C’è davvero poco da dire, se non che dovete ascoltare assolutamente un pezzo del genere. Dal vivo si respira un’atmosfera magica durante questa canzone, provare per credere. Steelgods of the Last Apocalypse è un altro pezzo di pregevole fattura (adoro Turilli su questa canzone), e insieme all’altrettanto valida The Pride of the Tyrant formano una doppietta di alto livello. Siamo arrivati all’ultima traccia, e già a voler valutare il prodotto fino a questo punto, dovremmo attenerci su una valutazione alta, ma come si dice...the best is yet to come...per cui ecco la proteiforme Gargoyles, Angels of Darkness a deliziare anche i palati più fini. Questa è classe signori, classe cristallina. Venti minuti di cambi d’atmosfera e di soluzioni, il tutto dominato dal gusto per la buona musica.
Power of the Dragonflame, come detto in apertura, è per me il disco più maturo della band fino a quel punto. Un gruppo che finalmente, nel 2002, prende realmente coscienza delle sue capacità, e le sfrutta appieno su questo album vario e raffinato. Un prodotto da avere, senza dubbio.
|
|
|
|
|
VOTO LETTORI
|
82.99 su 160 voti [
VOTA]
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
19
|
stiamo parlando di epicità allo stato puro |
|
|
|
|
|
|
18
|
Dopo aver letto questa recensione, mi sono precipitato, sulle ali dell’entusiasmo, ad acquistare questo disco: devo dire che sono rimasto alquanto deluso. Stiamo parlando di un album complessivamente discreto, ma che rimane pur sempre per centinaia di metri al di sotto delle inaccessibili vette di Legendary Tales e di Symphony of Enchanted Lands … |
|
|
|
|
|
|
17
|
Ormai non stupiscono più, ma restano bravissimi. Più che altro questo è il cd di Lamento eroico (bellissima). Ma le novità non finiscono qua. In Agony is my name si inseriscono cori femminili e in When demons awake la voce di Fabio si incattivisce. |
|
|
|
|
|
|
16
|
album assolutamente fantastico!!! 99 secco! |
|
|
|
|
|
|
15
|
bellissimo come tutti i lavori dei Rhapsody. I Rhapsody sono semplicemente de geni, dei bardi antichi, capaci di mettere in musica storie fantasy spettacolari e di suscitare grandi emozioni ... Bellissimo album... voto :95 |
|
|
|
|
|
|
14
|
Semplicemente spettacolare; non c'è neanche un pezzo debole, è un fluire continuo di emozioni, ma ho un dubbio: da chi ha imparato l'inglese Fabio Lione?? No, perché "swordmaster" diventa "shamashe"! XD |
|
|
|
|
|
|
13
|
Il migliore della loro discografia. Legendary Tales fu un calcio nei denti, colpì il panorama metal con un "emerald Fist" e tutti rimasero basiti di fronte alla grazia e bellezza del gruppo nostrano. Stupendo anche Symphony, anche se la componente barocca e orchestrale era un pò TROPPO presente. Con DoV pensai fosse l'inizio della fine. Carbonera lasciò il posto a Holzwart (secondo me inferiore, ma non come bravura, Holzwarth è bravissimo, ma chi ha sentito i rhapsody sia con Carbonera che Holzwarth forse può capirmi), disco buono ma esclusa la title track un minestrone di trombe tastiere tamarre e cori da stadio. PotD è fantastico. Cè la "grezzuria" di DoV e l'orchestrazione raffinata di SoEL, un perfetto connubbio di paradiso e inferno con una spruzzata di prog qua e là per rendere il tutto meno monotono e banale. 92 |
|
|
|
|
|
|
12
|
Probabilmente il disco che più mi ha cambiato. Magnifico. 90 |
|
|
|
|
|
|
11
|
85... 95 con un'altra produzione. Peccato |
|
|
|
|
|
|
10
|
Raptus conosci il detto "Nemo propheta in patria"? |
|
|
|
|
|
|
9
|
Invidio la vostra cultura musicale in campo power metal, io quando ho ascoltato questo e quello prima (dawn of victory) nel 2000 questo genere non lo conoscevo... Che dire... io i Rhapsody li ho sempre visti con un po' di tristezza, sono bravissimi e malvisti in Italia, tanti metallari li snobbano e i media se ne fregano (abbiamo uno dei gruppi metal più famosi del mondo dello scorso decennio e non lo sappiamo). Per dire quando sono andato in Austria una volta in un negozio di musica ho chiesto un consiglio, quando il tizio ha capito che ero italiano mi ha chiesto subito "so..you like Rhapsody!" ridendo come se stesse parlando di Vasco Rossi... |
|
|
|
|
|
|
8
|
quando l'ascoltai la prima volta mi ricordo che dissi: abbiamo anche in italia gli helloween... bell'album e il migliore della loro carriera.. |
|
|
|
|
|
|
7
|
secondo me la registrazione è un pò troppo grezza e non valorizza a dovere i vari strumenti e le orchestrazioni. però il disco è davvero epico , e prende subito senza perdere mai di fascino . 80 |
|
|
|
|
|
|
6
|
quanti cazzo di ricordi! l'ho sempre adorato... |
|
|
|
|
|
|
5
|
Gran disco anche se io continuo a preferirgli i primi 3, con apice Dawn Of Victory, questo fu il primo in cui la loro formula inizio' un po' a stancarmi trovandola ripetitiva. Inoltre non ho mai apprezzato Lione in screaming. In ogni caso grandiose Knightrider, Power, March e la suite finale forse la loro piu' riuscita e quindi ripeto, ottimo lavoro e band che fino al disco successivo rappresento' uno degli apici del power mondiale...poi il declino ma qui ne siamo ancora distanti. 75 per me |
|
|
|
|
|
|
4
|
album davvero molto bello e tutt'ora l'unico che digerisco completamente...ottimo lavoro : 87 |
|
|
|
|
|
|
3
|
Questo gruppo mi piaciucchiava 5/6 anni fa, ma oggi non riuscirei neppure a terminare una traccia senza guardare l'orologio una ventina di volte. Sarà che nel frattempo ho conosciuto mille altri gruppi meritevoli, sarà che, dopo una certa età, sentir parlare di dragoni e cavalieri ed "epiche" battaglie fantasy sgonfia un pò le balle; ma da anni i rapsòdi sono finiti nel mio dimenticatoio, e non ho nessuna intenzione di rispolverarli. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Bellissimo album, inizia a sentirsi la parte incazzosa della band (When demons awake è magnifica). Tutto il disco si sviluppa su altissimi livelli, #2,3,5,6 e 7 da brividi! Lione superlativo ma questa non è certo una novità! Il disco nella sua grande varietà rimane uno dei migliori in assoliuto della band (a mio parere inferiore solo a SOEL pt. I) Voto 93 |
|
|
|
|
|
|
1
|
Sempre amati. Questo è uno dei dischi originali più vecchio che ho...avevo appena iniziato ad ascoltare questo genere di musica e mi ero comprato questo disco attratto dalla copertina (al tempo ero un assiduo giocatore di magic, nonchè un 14enne ancora un po' rincoglionito...). Vabbè, ho comunque comprato i disco giusto, perchè resta tutt'ora un grandissimo album, suonato da dio e con non una canzone sbagliata...la mia preferita è sempre stata the pride of the Tyrant...quello è IL ritornello signori... |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. In tenebris 2. Knightrider Of Doom 3. Power Of The Dragonflame 4. The March Of The Swordmaster 5. When Demons Awake 6. Agony Is My Name 7. Lamento Eroico 8. Steelgods Of The Last Apocalypse 9. The Pride Of The Tyrant 10. Gargoyles, Angels Of Darkness - 19:03 Angeli Di Pietra Mistica Warlords' last Challenge ...And The Legend ends...
|
|
Line Up
|
Fabio Lione - voce Luca Turilli - chitarra Alessandro Staropoli - tastiera Alex Holzwarth - batteria Alessandro Lotta - basso
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|