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The Black Dahlia Murder - Ritual
( 4555 letture )
Sembrano una banconota originale, poi li guardi in controluce e leggi la scritta fac-simile.

Rieccoli gli svedesi di Detroit.
La band che, per ragioni a me oscure e forse inconsistenti, prende il nome da un romanzo di James Ellroy, torna a reclamare attenzione a scadenza fissa, un po’ come la dichiarazione dei redditi, le bollette della luce o la ricrescita della barba. Dopo un precedente album -Deflorate di nome e di fatto- i nostri simaticissimi imitatori continuano con le repliche dello swedish death. Sarà che la Corrida ha chiuso i battenti o che negli USA imitare è meglio che innovare, fatto sta che i cinque scandinavi con cappellino da baseball sono ancora tra noi.
Premesso ciò, bisogna verificare se i The Black Dahlia Murder, scopiazzatori di professione, abbiano almeno svolto una decente opera di riproduzione. Sia chiaro, molti di noi ed in particolar modo, nessuno alla Metal Blade chiede loro di andare al di là del prevedibile; la formula funziona -leggasi vende- e quindi non si cambia. Sarebbe però auspicabile, quantomeno, un degno ‘copia e incolla’, un remake in linea con gli originali, uno spaccio di moneta falsa all’altezza dei controlli di un bancario medio. Ci saranno riusciti o meno, vi chiederete.

Cominciamo dai lati positivi.
Tecnicamente i nostri sono assolutamente validi, anche più di prima. Chi li seguiva in passato ha avuto ed ha tuttora ampie motivazioni per trovare un accordo su tale punto. Ognuno di loro realizza il proprio lavoro con perizia strumentale, e ci mette del suo in misura maggiore rispetto a quanto avveniva in Deflorate. Si segnala un bagaglio eccelso tra le fonti ispiratrici, e la cosa risulta evidente a causa dei continui richiami con alcune tra le band che questo genere hanno pompato negli anni. Tanto lo scream quanto il growl sono all’altezza di un gruppo che operi in maniera professionale. La produzione, poi, è scintillante anche se con mamma Metal Blade alle spalle non ci vuole molto ad avere professionisti alla consolle. Metaforicamente parlando, la banconota che abbiamo tra le mani sembra un gran bel pezzo da cento dollari, pronto ad essere speso.

Continuiamo, ma coi lati negativi.
Il problema è che non tutto è ciò che sembra, e -soprattutto- il discrimine vero è che, per i falsari in musica, l’Europa mostra controlli più severi. Il Vecchio Continente, determinate sonorità, le ha create, ha formato il proprio sound, modellandolo col passato recente e modernizzandolo nel corso degli anni. E’ vero, al primo ascolto, i The Black Dahlia Murder danno quelle classiche sensazioni che il fruitore tipo vorrebbe percepire: impatto, velocità e potenza. Non di rado il gruppo si spinge anche in refrain che esaltano la melodia, cullandosi tra i fraseggi heavy delle chitarre e donando quel quid in più che alterna la proposta. Però è tutto già sentito, da ‘appena’ quindici anni. Come se non bastasse i nostri amati curatori fallimentari di un sound oramai rilevabile in Europa in cambio di un tozzo di pane, non mostrano particolare dovizia nel songwriting. I cinque preferiscono spingersi di continuo in accelerazioni e mosh presunto (l’hardcore è altro, e non è in svendita), facendo percepire una gran voglia di spaccare, ma nessun desiderio di lasciare qualcosa ai posteri. Ben presto il ripetersi degli stessi giri, delle medesime urla, dei soliti tempi, se non sorretto da una scrittura originale, stanca e quindi si fa fatica a distinguere le tracce tra loro. Del resto anche la miglior giostra al terzo giro annoia, figuriamoci se i giri aumentano a dodici.

Conclusioni.
Cosa rimane dopo l’ascolto di questo nuovo Ritual? Le solite cose: il rimpianto per i primi Dark Tranquillity, per gli In Flames antecedenti la mutazione genetica, per l’odio genuino dei Naglfar e per la capacità rivoluzionarie degli At The Gates. Fatti i dovuti bilanci tra aspetti positivi e negativi, i nostri cari americani di Svezia -o americhesi- colgono la sufficienza risicata almeno questa volta, anche se per scolpire nel tempo un ricordo di se stessi ci vuole di più.
Ecco, se c’è una conseguenza ineludibile di questo album è il farmi maturare la rassegnazione tanto per un tempo che ormai è andato quanto per alcuni cloni, che essendo tali, hanno nella copia il proprio destino.



VOTO RECENSORE
60
VOTO LETTORI
54.56 su 32 voti [ VOTA]
Steelminded
Martedì 23 Febbraio 2016, 21.07.28
15
Questo è un album buono direi. Voto severo. Per me siamo sul 75 abbondante. E' un pochino simile a se stesso e a quanto fatto dalla band in altri album, piuttosto derivativo e sperimentazione più o meno pari a zero. Questi sono i limiti evidenti della band. Però all'interno di questo recinto, è davvero ben suonato, le chitarre spingono di brutto, le parti solistiche melodiche sono buone e la voce tira bene... Secondo me un buon lavoro.
Lew
Lunedì 23 Giugno 2014, 22.23.53
14
Mal comprensione del gruppo, il sound e i testi di quest'album sono ottimi a mio parere e se qualcuno rimpiange il cambiamento di alcuni gruppi da cui questi hanno preso spunto possono facilmente avvicinarsi ai black dahlia murder che sembra padroneggino ormai per bene la materia. A mio parere, continuo, la band è ottima nel suo genere
The Void
Domenica 20 Gennaio 2013, 19.46.22
13
A me questo disco piace, e a distanza di (quasi) due anni, e anche se non lo sento più spesso, qualche brano lo canticchio a volte! 73 dai!
Alex Ve
Mercoledì 29 Giugno 2011, 19.58.18
12
asswmvlad: mal etichettamento? In che senso, l'adesivo sulla bottiglia di birra è storto? Mah!
assemvlad
Martedì 28 Giugno 2011, 16.33.50
11
ops...domenticavo il voto 75/100
assemvlad
Martedì 28 Giugno 2011, 16.31.51
10
Recensione affrettata, e mal etichettamento del gruppo... male male !!!
ROSSMETAL65
Giovedì 23 Giugno 2011, 13.47.08
9
Caro FLAG OF HATE,dai arriva a 65,come il mio anno di nascita!Pensa poi che, a me ,anche l'ultimo dei Pestilence,dai piu' letteralmente massacrato,e' sembrato un valido lavoro e restando in tema di auto,l'album degli olandesi puo' essere un ARNA,guidabile,ma sempre un'ARNA!Ti invito a trovare una similitudine in auto anche per il nuovo dei Sepultura,ma......pensaci proprio bene e vediamo se e' uguale alla mia.Un saluto metal.
Flag Of Hate
Giovedì 23 Giugno 2011, 0.18.38
8
@ROSSMETAL65: beh, non ci vuole molto! Anche una Fiat Duna è più veloce di un carretto trainato da un somaro, ma rimane pur sempre una Fiat Duna Forse sono stato un tantino severo, prima, un 60 stiracchiato potrei pure darglielo...
ROSSMETAL65
Mercoledì 22 Giugno 2011, 22.21.05
7
A me questo gruppo non e' mai dispiaciuto,e poi,scusate,meglio'sto Ritual del nuovo In Flames,o no?
NeuRath
Martedì 21 Giugno 2011, 23.48.28
6
@Flag: ah, 20km... è per quello che io sapevo una versione diversa del detto... invece di prestinèe sapevo ofelèe...
Flag Of Hate
Martedì 21 Giugno 2011, 23.14.12
5
@NeuRath: esatto! Inoltre ho notato, curiosando sul tuo profilo, che abito nel raggio di 20 Km dal tuo paese (anche se non sono del Meratese). Non aggiungerò più nulla, per creare suspense
NeuRath
Martedì 21 Giugno 2011, 21.46.35
4
@Flag Of Hate: sei brianzolo?
Flag Of Hate
Martedì 21 Giugno 2011, 19.08.48
3
Prestinèe, sorry
Flag Of Hate
Martedì 21 Giugno 2011, 19.07.34
2
I casi della vita... gli In Flames scimmiottano il Metalcore americano, questi qua tentano di imitare il Death melodico svedese.... entrambi con pessimi risultati. Come si dice dalle mie parti, "Perastinèe, fa el tò mestèe!" 50/100
Dave Insane
Martedì 21 Giugno 2011, 18.58.26
1
lo swedish death a casa mia è quello degli Entombed, Dismember, Unleashed e Grave. quello a la DT o IF si dice Melodic Death oppure Gothenburg Death. tutto questo come sempre per la precisione, Massimo Alfredo Giuseppe Maria
INFORMAZIONI
2011
Metal Blade Records
Death
Tracklist
01 A Shrine To Madness
02 Moonlight Equilibrium
03 On Stirring Seas Of Salted Blood
04 Conspiring With The Damned
05 The Window
06 Carbonized In Cruciform
07 Den Of The Picquerist
08 Malenchanments Of The Necrosphere
09 The Grave Robber’s Work
10 The Raven
11 Great Burning Nullifier
12 Blood In The Ink
Line Up
Trevor Strnad : Vocals
Ryan "Bart" Williams : Bass
Shannon Lucas : Drums
Brian Eschbach : Guitar
Ryan Knight : Guitar
 
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