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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Running Wild - Port Royal
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( 10812 letture )
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Degli anni Ottanta abbiamo ereditato la leggenda, rimasta viva attraverso il fuoco di dischi irripetibili e band-monumento. E' rimasta l'attitudine, è rimasto lo stile -ripescato da centinaia di giovani e fieri cultori revivalisti- e sono rimaste le reliquie di tantissime formazioni cosidette 'minori', come i tedeschi Running Wild, che a fronte di una discografia comunque ricchissima non hanno conosciuto la fama e la gloria riconosciuta nelle enciclopedie da certi colossi d'acciaio, ma hanno pur sempre saputo far sentire la propria voce attraverso album di buon livello, che contribuiscono alla creazione di un patrimonio ricco di suoni, ritmi, ricordi e stili nel cuore e nella mente dei metallari old school. Formatisi ad Amburgo nel lontano 1976 e giunti al debutto soltanto otto anni dopo, nel 1984, con Gates to Purgatory, questi metallers teutonici si erano distinti attraverso una nutrita serie di demo, EP, compilations e split album -come quello registrato nel 1984 assieme ai Dark Avenger e ai giovanissimi Helloween, peraltro anacronisticamente intitolato Death Metal- prima di farsi una propria nomea in seguito a releases valide quali Branded and Exiled (1985) e Under Jolly Roger. Pionieri del pirate-metal per quanto concerne liriche e copertine, nel 1988 i Running Wild pubblicano sotto Noise Records il loro quarto album, Port Royal, che ora andremo ad esplorare.
Tra storie di corsari e racconti di filibustieri, tuonando potente in una locanda di Port Royal, il full length sviscera un heavy metal-hardrock tradizionale nella forma più classicheggiante, irrorato da una voce grintosa, ruvida e tipicamente hard'n'heavy: il sound del combo teutonico si basa su linee vocali di bella melodia e vigore celebrativo, non discostandosi affatto dal seminato di un heavy canonico, per lo più strutturato in mid-tempos ordinati, dal riffery roccioso di discreto livello e da una sezione solista calda e musicale. Le strutture di base sono lineari e semplici, molto schiette e prive di trame intricate o virtuosismi anche abbozzati; i ritmi che movimentano Port Royal sono più che piacevoli, l'album si lascia ascoltare senza troppe pretese e senza apparire troppo datato, nonostante il flavour settant-ottantiano sia tangibilissmo ed evidente. Non mancano pezzi più vivaci, quasi speed, anche se il full length resta un ottimo prodotto di una scena che, rispetto ai titani internazionali, potremmo definire secondaria. Con palesi rimandi ai decani Judas Priest, le chitarre quadrate della band di Amburgo intessono una performance buonissima sia per quanto concerne riffing e ritmica che dal punto di vista solista; anche la prova personale del singer & chitarrista 'Rock'n'Rolf' Kasparek si dimostra di spessore, coinvolgente e carismatica quanto basta. A completare l'opera c'è il drumwork puntuale, anche se quando c'è da sfoderare grinta e tecnica -rapidi martellamenti col doppio pedale in qualche brano più veloce- Stefan Schwarzmann non si tira certo indietro! Ritornando al discorso-voce, le linee vocali sono decisamente ariose ed emotive, non potremmo definirle 'allegre' ma certamente 'positive' e coinvolgenti; la scaletta mantiene una valida omogeneità di base, senza pezzi di spicco e con pochissimi episodi meno riusciti: un pugno di brani piacevoli, che non vanno certo ad incidere sulla storia globale dell'heavy metal né si candidano al ruolo di classici inarrivabili, ma che riescono bene nel compito di regalarci tre quarti d'ora di buona musica.
Si parte con il primo valido guitar solo e il bel chourus melodico della titletrack, per proseguire con un pezzo trascinante come Raging Fire , energico e dinamico (e con un refrain da gridare in coro), ed uno tiratissimo, Into the Arena, dalla ritmica thrashy e aperto da un riff efficacissimo: uno degli episodi migliori del lotto. Uaschitschun è un roccioso mid-tempo dall'emozionante ritornello vocale, da ascoltare in auto a volume elevato, su un'arroventata e deserta autostrada agostana, tra ricordi nostalgici e sfrenata voglia di vita. Un vero inno, dunque, seguito dalla strumentale Final Gates -nella quale rivestono un ruolo importante basso e sezione solista- e dall'incalzante Conquistadores, dinamica nella musica e nelle linee vocali, ancora una volta molto ariose e raddoppiate da cori orecchiabilissimi, oltre che da un drumwork potente e da un fiammante assolo di chitarra. Dopo un piccolo passaggio secondario (Blown to Kingdom Come, dotato di un chorus-cantilena che non sembra nulla di speciale) si torna a scapocciare in Warchild, col doppio pedale a scandire uno speed metal assai gratificante. L'anthemica Mutiny antecede la scossa di heaviness conclusiva, Calico Jack. Nella grande tradizione dell'heavy metal europeo, come possiamo constatare da dischi come questo, non ci sono soltanto i titani pluricelebrati, ma anche, e a pieno diritto, band apparentemente 'minori', come questi Running Wild. Undici tracce e quarantaquattro minuti nei quali condensare gli elementi essenziali di un metal ancora puro e scevro da influenze, tecnicismi, sottocategorizzazioni: only metal, null'altro per definire un prodotto non imponente, non certo 'devastante' ma di impatto eccellente, curato di gradevoli melodie, rocciosi comparti batteristici e scoppiettanti old school riffs che hanno fatto felici gli headbangers di lungo corso.
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VOTO LETTORI
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87.87 su 139 voti [
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30
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La penso come Alessandro: tutti i pezzi che mi viene da canticchiare sono di questo album. Mi ha sempre preso, dal primo all\'ultimo pezzo |
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29
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solito voto dell\'ultimo disco di Blaze. C\'è da ridere forte ahahhahaha |
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28
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che dire, quando penso ai running wild le canzoni i pezzi che mi vengono in mente e canticchio sono tutti di questo album, ci sarà un motivo. grandissimo album per me il loro migliore |
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27
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I Running Wild sono una delle mie band preferite. Sicuramente sono sul podio. Sono una di quelle band che a mio gusto non hanno sbagliato un disco. Il mio preferito resta probabilmente Black Hand Inn che con Death or Glory e Masquerade forma un trittico eccezionale e che personalmente ho ascoltato di rado nel panorama rock e metal. Port Royal non è però per me uno dei loro dischi meglio riusciti, sia perché non trovo in esso un vero anthem, sia perché trovo la sua registrazione e produzione un po\' fiacca. Nonostante ciò il disco ha un artwork fantastico ed una delle prove vocali più difficoltose da parte di Rolf. Sugli scudi Uaschitschun, la migliore del lotto, ariosa e liberatoria ma anche aggressiva: onnipresente in ogni disco dei RW un brano così. A seguire la title track.
Voto 75 mi sembra più che giusto. |
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Per me, senza ombra di dubbio il miglior LP dei Running Wild e un album di riferimento per il genere powet metal! Voto 95. |
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25
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Gran disco da 90 minimo |
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Recensione e voto ridicolo |
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Gran bell album..un 80 lo merita tutto.l'unico difetto e' essere uscito in mezzo wd una concorrenza agguerrita, che e' superiore alle capacita' tecnico esecutivo della band e la fa sembrare un po' datata |
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Salvatore la Germania? Scorpions e Accept. i Grave Digger? con i R.W.? ahahah! il hanno copiati quando hanno cominciato a fare albums in questo stile.
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21
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Bellissimo! Con canzoni come Conquistadores, Raging Fire, Calico Jack o la title-track la band determina in modo significativo il proprio classico stile (soprattutto a livello di riff), facendo un passo avanti rispetto a quello un po' più grezzo dei primi tre album (già ottimi, ci mancherebbe). Con il successivo Death or Glory raggiungeranno il top, ma questo per me è già un mezzo capolavoro. Voto 90 |
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20
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Recensione un po così per uno dei 2/3 dischi simbolo di questa band.. 75? Ah già non è un disco death/black... |
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19
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La Germania e' storicamente legata a una tradizione metallica e i R.Wild,dopo i Accept e Grave Digger rappresentano l ortodossia metal più pura e icontaminata,questo album e ' certamente più raffinato rispetto a quelli precedenti, ma forse è uno dei migliori album Dell Combo teutonico: Metallo virile! A tratti epico e anatemico, ben registrato,Rock'Rolf possiede una voce non eccezionale ma molto incisiva e aggressiva che da ai brani quella marcia in più! Un signor 'Defender true/Metal' album alla Running Wild ; alziamo i voti!....io dico 90! E 'il minimo!........ |
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sì 75, come no. una strumentale magica come Final Gates da sola vale 85, in più c'è tutto il resto. questa è storia del metallo. 95 |
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17
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Grandissimo album, che ho apprezzato ancora di più perchè non me l' aspettavo proprio. Pensavo di avere a che fare con un bel disco, e invece... Port Royal e Conquistadores hanno un tiro pazzesco, Uaschitschun è la canzone che, se fossi un motociclista, canterei a squarciagola nelle scorribande metropolitane. Munity e Calico Jack con quei rallentamenti simildoom sono irresistibili, e lo stesso del ritornello di Blow To Kingdom Come. Nessun riempitivo, produzione nel complesso buona, e certi riff sono davvero elaborati e azzeccatissimi, come anche l' alone di epicità presente in quasi tutti i brani. 86 |
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75? AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH Dai, gente, non scherziamo. Qua siamo davanti ad un disco epocale. 95 e non se ne parli più. |
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15
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...riascoltato dopo un secolo oggi in macchina.....mi scuso con il signor Rock'nRolf per essermi scordato di loro per cosi tanti anni!....Gran bell'album...! |
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Concordo con @Peter Parker! |
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Album sottovalutato a mio avviso, un po criticato in generale, mi ricordo anche discussioni accese con i miei amici,io invece l' ho sempre trovato un album di power di alta qualita', ben suonato e cantato, anche la costruziono dei brani e' ben fatta a mio parere, e poi, ma quanto sono belle la titletrack, Raging Fire, Into the Arena, Conquistadores e Calico Jacks.Ma anche le linee vocali negli altri brani sono ben congegnate e molto buon accette al mio udito.90. |
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12
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Riascoltato in macchina in viaggio 2 volte oggi...buon disco, 75 basta e avanza pure |
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11
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Cosa?solo 75? Sono pienamente d'accordo con il voto |
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10
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Coooooooooooosaaaah ? Solo 75?????? Questo è un pezzo da 90!!!!!! |
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9
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Non esiste,penso che sia uno dei più bei dischi metal di sempre,e non solo degli anni'80,poi per me questo è il loro capolavoro assoluto!90 senza nemmeno parlarne! |
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8
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Sono arrivato solo ora a leggere questa recensione però obbiettivamente 75 è un mezzo calcio alle palle per un album simile. Capisco che gioca molto il parere personale però, porca puttana, mi pare un po' riduttivo trattare un album simile così. 90 senza cazzi. |
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7
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Vedo solo ora...aaaarrrrgggghhhh 75?!? Questo e Death or Glory sono da annoverare tra i classici dell'heavy metal...forse il secondo ha qualcosina in più, ma non mi allontanerei dal 90!! |
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6
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effettivamente 75 è poco , contando sul fatto che port royal è con pile of skulls e black hand inn il punto più alto della carriera dei running (carino anche gates of purgatory). chiaramente a scanso di equivoci stiamo parlando dei running wild non degli helloween o che so degli accept 85 basta e avanza. |
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4
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Uno dei loro migliori dischi insieme a Death or Glory e Black hand inn...quando ho letto il voto del recensore sono rimasto basito! Caro Rino prova a risascoltarlo con un pò di birra in corpo! XD ovviamente non è uno critica ognuno ha le sue opinioni..si fà per scherzare! |
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3
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Questo disco è un capolavoro nn da 75 ma da almeno 92 |
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2
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grandissimo album anche sottovalutato, la maturità artistica definitiva arriverà con il successivo death or glory (il loro migliore), ma per me questo si piazza al secondo posto di diritto |
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1
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Ottimo power con tre pezzi notevoli come la title track ,Conquistadores e Calico Jack. Il loro top arriva con il successivo Death or Glory. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Port Royal 3. Raging Fire 4. Into the Arena 5. Uaschitschun 6. Final gates 7. Conquistadores 8. Blow to Kingdom Come 9. Warchild 10. Munity 11. Calico Jack
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Line Up
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Rock'n'Rolf (Voce, Chitarra) Majk Moti (Chitarra) Jens Becker (Basso) Stefan Schwarzmann (Batteria)
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