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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Beyond Creation - The Aura
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( 7950 letture )
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“Le idee si assomigliano in modo incredibile, quando si conoscono.” (Samuel Beckett)
A volte il tempismo è una qualità tanto essenziale quanto la tecnica, la fantasia, l’ispirazione e le capacità compositive. The Aura, dei canadesi Beyond Creation, fosse uscito solo qualche mese prima avrebbe sicuramente goduto di un’analisi meno tiepida e soprattutto meno inficiata dall’ascolto di quel capolavoro a nome Obscura dal titolo Omnivium. Non che reputi me stesso così superficiale da non sapermi estraniare correttamente ai fini di valutare un tale prodotto ma i parallelismi sono inevitabili. Ci sono affinità stilistiche indiscutibili, è indubbio, ma è anche doveroso premettere che i geni canadesi del quartetto in questione si fanno sentire, eccome! Quando la quotidianità musicale si trova a fare i conti con passato e presente della scena canadese, quando lo spirito compositivo prende forma nella terra che ha dato i natali a band come i Quo Vadis, i Cryptopsy, gli Augury, Atheretic, i giovani e talentuosi Divinity, l’approccio e gli stimoli creativi portano a cercare costantemente di fissare i limiti sempre più in là, forse non sempre riuscendoci al meglio. La lungimiranza però dei nostri sta soprattutto nell’aver cercato di cogliere l’innovazione e la qualità nella scena techno-death metal mondiale non disdegnando mai escursioni in approcci al genere tipici della scuola floridiana e del vecchio continente.
Le variazioni sul tema sono molteplici e coese molto efficacemente dalla sezione ritmica; Dominic LaPointe con il suo fretless ripercorre il lavoro bassistico di Thesseling senza però snaturare il suo personalissimo stile fatto di taps, let rings e corpose escursioni armoniche. Begin-Benoit a sua volta è un batterista preparatissimo che, se tanto ha appreso dall’approccio allo strumento di Yanic Bercier (drummer storico dei Quo Vadis) e Flo Mounier per le partiture estreme, pecca in stile e nella cura dei pattern delle sezioni più delicate e nei frequenti break acustici/atmosferici proposti nelle songs del disco.
L’apertura di questo The Aura è affidata a No Request For The Corrupted, brano che ripercorre gran parte del background della band. L’accostamento piuttosto riuscito tra passaggi di “obscuriana” memoria e il riffing moderno, mutuato dalla new wave canadese da una parte e dalla nouvelle vague francese dall’altra, risulta essere il motore della maggior parte delle musiche ivi contenute. Nella successiva Coexistence fa capolino un riff iniziale che tanto deve ai Death (diciamo che questa traccia non è lungi dal poter essere immaginata come la personale replica dei canadesi a Incarnated dei succitati tedeschi) che lancia il notevole sviluppo chitarristico della traccia fino allo suadente – e decisamente ben congegnato” – break solistico di basso. Le coordinate del combo canadese girano costantemente in torno al connubio tra passato (Le Detenteur, Chromatic Horizon) e presente (Injustice Revealed, Social Disposability), Europa (The Deported, The Aura) e America. Nonostante l’indiscutibile preparazione tecnica – Simon Girard e Kévin Chartré sono due chitarristi istrionici e dall’indubbio valore, il primo oltretutto sfoggia un growling ben dosato tra gutturalità e chiarezza ed uno screaming tagliente – e il lavoro di coesione, permane ancora, seppur diluita con intelligenza, quella sensazione di blocchi distinti. L’arrangiamento delle transizioni è qualitativamente inferiore a quello sfoggiato per l’aspetto melodico, ritmico e armonico delle singole sezioni dei brani e questo si avverte troppo nettamente. Aspetto non secondario è l’assenza di un brano più ragionato sulle ritmiche (la meravigliosa Elevation Path è più un interludio ), che spezzi con logica e cognizione l’incontenibile cascata di note e di beats. Ancor più sensibile ai fini del giudizio è l’assenza di un vero e proprio brano trainante che spicchi e fissi uno standard; le canzoni sono tutte molto valide, qualcuna più delle altre, e mantengono un livello mediamente alto in termini qualitativi, forse c’è qualche riff incastrato a forza qua e là ma tutto sommato di fillers non se ne sentono.
The Aura è un gran bel disco, un ottimo step intermedio tra le sonorità massicce della scena techno/progressive death canadese/statunitense e la complessità sinuosa di quella europea. Probabilmente si rivelerà disco capace di mettere d’accordo sostenitori e detrattori di entrambe le parti associando a ciò il grande merito di proporre episodi veramente trascinanti e spesso collocati proprio la dove vorremmo sentirli. Ma questo è anche il limite del disco. Formalmente è appetitoso, suonato egregiamente, prodotto meglio, ma alla lunga mostra il fianco alla scontatezza intrinseca di certe soluzioni e non parlo di originalità stilistica quanto di interpretazione “nuova” di quanto già proposto. Resta comunque un debut con i fiocchi, che non può fare ancora a meno del passato, che già molto mantiene nel presente e che tanto promette per il futuro.
“La difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie.” (John Maynard Keynes)
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Questo 75 sottovaluta le potenzialità di questo gioiellino, minimo quest'album doveva avere un voto pari a 90 |
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Dare 75 a questo capolavoro solo perché è uscito nello stesso periodo di Omnivium è come dare 75 a Rust in peace perchè è usciti nello stesso periodo di Master of Puppets. Meno di 90 non si può dare. |
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Discone, merita di più. Siamo sull'85 pieno |
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Altro album di "tech-death" con virtuosismi sbrodolati lungo i suoi 50 minuti.. Non voglio polemizzare con gli "adoratori" di questo stile, ma, detto francamente, questi non sono altro che gli Obscura con un vocalist differente (però almeno questo ha delle vocals potenti).. Insomma, dopo vari ascolti e tanta pazienza consumata, il risultato è sempre lo stesso: i soliti piri-piri melodici tanto cari al "tech-death" moderno (come negli Obscura), il solito basso fretless (come negli Obscura) e una batteria buona ma non certo esaltante o che si distingue dalla marea di batteristi death (come negli Obscura).. Concordo con il recensore, il voto è più che giusto, magari anche un 70 andrebbe bene.. |
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davvero un ottimo album lo scaricato una settimana fà e devo dire che vi sono dei tecnicismi belli contorti che ti fanno girare la testa e poi il cantante con quella voce gutturale e quei scream deatheniani immedesima una cattiveria straordinaria che ti fa venire voglia di mandare tutti affanculo e spaccare tutto e anche i cambi di tempo fantastici , voto 85 |
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davvero un ottimo album lo scaricato una settimana fà e devo dire che vi sono dei tecnicismi belli contorti che ti fanno girare la testa e poi il cantante con quella voce gutturale e quei scream deatheniani immedesima una cattiveria straordinaria che ti fa venire voglia di mandare tutti affanculo e spaccare tutto e anche i cambi di tempo fantastici , voto 85 |
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Ma come si fa a dare voti così bassi ad album del genere??? |
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Questo secondo me è un disco strepitoso,la sola song"The Deported"è un capolavoro e solo lei vale unbel 85!Grandi! |
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19
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Trattasi di un fottutissimo capolavoro. Vorrei evitare il paragone, ma visto che anche il recensore più volte sottolinea alcune similitudini tra i Beyond Creation e gli Obscura (indiscutibili, certo) dirò la mia a proposito, e dirò che sono d'accordo con @Fede: questo album caga in testa ad Omnivium. E' semplicemente perfetto. Voto 99, la qualità va premiata sempre. |
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18
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dopo quasi un anno di ascolti posso solamente confermare la bellezza e la longevità di questo gioiello! |
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17
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Voto secondo me molto basso! Sarà che suono il fretless e lo prediligo a qualsiasi altro suono, ma tutte le volte che metto il cd nello stereo provo emozioni da tempo assopite...emozioni che mi facevano vivere il grande DiGiorgio nei Death o band come Cynic e poche altre...un godimento dalla prima all'ultima nota! |
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16
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Semplicemente il disco dell'anno, e uno dei pochi dischi recenti a strapparmi il massimo dei voti. Grazie mille a NagasH per avermeli fatti scoprire (e, con loro, LaPointe, mia ispirazione nel campo del basso) |
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15
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Dopo più ascolti posso affermare che secondo me eguaglia, per non dire surclassa, Omnivium degli Obscura. |
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14
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Bellissimo non mi aspettavo un lavoro di tale bellezza :O |
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Un ottimo album, più tech che brutal mi sembra. Da avere se siete amanti di di sonorità potenti ed "eleganti" allo stesso tempo. Ah, da sottolineare la prestazione eccellente di Dominic "Forest" LaPointe, davvero un ottimo bassista che riesce a rendere uniche le ritmiche di quest'album. |
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12
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Ho ascoltato il disco per la prima volta un mesetto fa, ed ancora oggi non mi ha stancato, anzi, ad ogni ascolto affascina sempre di più! A mio avviso, uno dei migliori dischi del 2011. Da bassista, ammiro soprtattutto lo spazio che un fretless riesce a ritagliarsi senza sacrificare gli altri strumenti, e senza bisognio di essere sparato a mille per essere apprezzato. Inoltre, gli ampi spazio di respiro e "viaggio" come amo definirli io, rendono il disco una vera perla! Non sono un amante del brutal, né del death classico, ma questo album trascende i canoni e avvicina ascoltatori lontani dal genere come me. Un plauso ai Beyond Creation, e speriamo di vederli presto dal vivo! |
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11
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Disco stupendo. Sinceramente lo infilo nel meglio del 2011. |
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10
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NagasH ha scritto una gran bella recensione, ottima per invogliare all'ascolto. Comunque sto ascoltando artisti brutal death tecnico (o progressive come si dice da qualche parte) come Beyond Creation e Obscura e devo dire che mi piacciono proprio per il loro essere ibridi... in questo modo risvegliano l'interesse anche di chi, come me, è magari un amante del death metal ma non del brutal e gradirebbe qualcosa "di mezzo"... non so se mi sono espresso bene XD. |
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9
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Dopo aver letto la recensione, ho una gran voglia di ascoltare il disco... |
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Il commento di Fede è esattamente ciò che intendevo comunicare nella conclusione. |
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E' molto gradito anche a me che non sono un gran patito del brutal. Bravi. |
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Ringrazio Rami per aver portato alla mia attenzione quetsa band grandiosa...che disco mostruoso. 80 |
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5
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Lo sto ascoltando e mi sembra davvero un buon prodotto. Manca qualcosa però, forse quello che si diceva in recensione, ovvero che esce dopo altri disconi del genere e uno ci ha fatto quasi l'abitudine. Molto buono comunque. Mio voto: 70/100 |
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4
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@Enrico, già custodito nella mia collezione di cd! DD |
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3
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Compratevi questo gioiello... menomale che escono dischi di questa levatura. Fidatevi, è davvero un gran bel disco, meritano sostegno. |
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2
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Ce ne fossero di band come questa! Li seguirò attentamente in futuro! |
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1
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Questo si che è un grande album!! Merita molta attenzione da parte di tutti noi brutallari. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. No Request For The Corrupted 02. Coexistence 03. Chromatic Horizon 04. Omnipresent Perception 05. Injustice Revealed 06. Le Détenteur 07. The Aura 08. Social Disability 09. Elevation Path
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Line Up
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Simon Girard – Vocals/Guitars Kévin Chartré - Guitars Dominic “Forest” LaPointe - Fretless Bass Guyot Begin-Benoit - Drums
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RECENSIONI |
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