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Raven - The Pack Is Back
( 5087 letture )
Nella biografia di quasi tutte le band del passato possiamo identificare un periodo di “commercializzazione” del sound, è successo davvero a tutti: qualcuno ha ottenuto i risultati sperati, altri no. E se grandi gruppi sono riusciti a creare album che hanno trovato un ottimo riscontro in termine di vendite senza per questo andare ad intaccare la qualità generale del lavoro, questo discorso non vale per The Pack Is Back dei Raven.

Correva l’anno 1986, la formazione di Newcastle arrivava dal successo del precedente Stay Hard e dall’ancora più grande All For One, e come tutti voi ricorderete era l’anno dei synth, i Judas Priest tentavano il colpaccio con il mezzo flop che fu Turbo mentre gli Iron Maiden ci deliziavano con le futuristiche cavalcate di Somewhere In Time, e nemmeno i Raven furono immuni al fascino dell’innovazione. Tuttavia, se dovessi accostare il risultato ad uno dei dischi sopraccitati sicuramente sceglierei quello dei Judas: L’apporto del synth è davvero fuori luogo, quando compare, e spesso sembra forzato, mentre dal punto di vista del songwriting i nostri tentano un approccio più immediato e, come anticipato, di stampo commerciale, con tutte le conseguenze negative che questo può comportare nell’ambiente HM. Indipendentemente da qualsiasi scelta di marketing, la qualità dei pezzi non è nemmeno sufficiente e sebbene la title track, forse una delle poche canzoni da salvare di tutto il disco, sia piacevole e si lasci ascoltare bene, le delusioni non tardano ad arrivare: Gimme Some Lovin’ (cover di una famosa canzone anni ’60) era davvero evitabile, Screamin’ Down the House è anonima e scorre senza lasciare nessun tipo di emozione residua mentre Young Blood, se non altro, ha il merito di alzare un po’ il ritmo, ma questa volta interviene la produzione (oltre ai soliti sporadici synth in sottofondo) a depotenziare sia le chitarre che la base ritmica e a renderla inoffensiva. La seguente Hyperactive è una presa in giro (se ci si mettono anche le trombette da disco dance è davvero troppo) e Rock Dog sembra un pezzo scartato dagli AC/DC e riciclato. Il resto del platter scivola lentamente senza nulla aggiungere né di buono né di malvagio, ma navigando in livelli qualitativi davvero bassi senza riuscire a salvare l’album dall’oblio più totale.

In conclusione, un grande passo falso da parte dei Raven (che non otterranno nemmeno il successo commerciale sperato, a dimostrazione che è proprio la qualità a mancare), di cui si può salvare davvero pochissimo se non niente: i ritornelli-coretto, le chitarre in modalità ronzio e la noia fanno da padroni per una mezzora abbondante e si ha sempre l’impressione di ascoltare un disco di hard rock da classifica. Ma non tutte le colpe sono imputabili alla produzione: il songwriting è davvero povero di ispirazione, più di metà album è letteralmente di troppo, mentre l’altra metà scivola via in maniera anonima e si ha davvero l’impressione che i Raven abbiano tentato un approccio in sede di composizione superficiale e commerciale, senza riuscire comunque nell’intento. Tutta la band appare davvero sottotono e fuori forma, meglio allora tornare ad ascoltare Athletic Rock e rimpiangere i bei tempi andati, che sembrano lontanissimi se paragoniamo dischi come Wiped Out e All For One a questo The Pack Is Back.



VOTO RECENSORE
40
VOTO LETTORI
43.46 su 26 voti [ VOTA]
Voivod
Venerdì 29 Marzo 2024, 15.16.11
8
A me la title-track e \"Screaming Down The House\" mi gasano un casino...il resto, in effetti., è trascurabile.
Legalisedrugsandmurder
Martedì 26 Marzo 2024, 15.20.59
7
@area non mi riferivo a te, comunque non era polemico il mio intervento. Qualcosa in questi due album si può salvare, ma il livello medio mi sembra basso
Area
Domenica 24 Marzo 2024, 15.28.13
6
@Lagalise: Non so se ti riferissi a me direttamente ma nel dubbio... i paragoni con Turbo li fece a suo tempo il recensore... Ozzy e Whitesnake li ho tirati in ballo io per citare due dischi di successo ma a cui i vecchi fan del gruppo storsero il naso... Sai che me lo sono riascoltato pure io comunque? In realtà non lo facevo da tanti anni... beh continuo a pensare che il precedente tutto sommato lo si può salvare, invece questo soffre di tante scelte sbagliate in ambito compositivo, per esempio i fiati... che per carità avrebbero pure potuto rendere il disco unico almeno nelle intenzioni, ma così non fu...
Legalisedrugsandmurder
Domenica 24 Marzo 2024, 14.42.56
5
Album scialbo e noioso, anche peggio del precedente (e non era facile). E non per il cambio di stile, manca proprio l\'ispirazione e anche la produzione mi sembra sgonfia. Poi evitiamo paragoni imbarazzanti con Turbo, Somewhere e The Ultimate Sin, che la differenza di vendite rispecchia esattamente la differenza di qualità. Secondo me il recensore è stato anche troppo buono.
Area
Sabato 23 Marzo 2024, 22.45.05
4
Beh se questo disco fosse stato un \" fallimento \" come Turbo avrebbe fatto il disco di platino negli Stati Uniti cosa che non accade.... Se questo disco fosse stato anche soltanto simile a Turbo ad Ultimate Sin o addirittura a un Somewhere in time... beh oggi tanti ne parlerebbero in maniera molto diversa e tutto sarebbe andato in maniera differente forse... Condivido il giudizio di chi ha commentato prima di me, ovvero che questo album nonostante sia diverso dai loro primi album non fa così schifo ed é in coninuità con quello appena precedente, solo che il tutto qui é più estremizzato.
Mic
Sabato 4 Maggio 2019, 17.15.23
3
Recuperato da poco insieme al successivo Life's a Bitch. Non fa poi così schifo dai. Passo falso d'accordo, ma gli si può dare un 55.
Iron ozzy
Mercoledì 5 Giugno 2013, 14.20.49
2
commerciale al massimo e a tratti sperimentale. Hanno puntato tutto sulla prima... ed hanno fatto cilecca, secondo me, se avessero puntato di più sul lato sperimentale, aggiungendoci magari un tocco di speed e pesantezza, proseguendo e pompando il lavoro fatto in stay hard, questo sarebbe un discreto album marchiato RAVEN
blackie
Sabato 1 Ottobre 2011, 14.57.04
1
questa e la dimostrazione che il commercializzarsi per vendere di piu non sempre paga.non ce niente dei raven solo 3 rincoglioniti che sognano di conquistare facilmente le classifiche.e il fatto che il disco abbia fatto schifo in termini di vendite e la prova che anche i fans piu accaniti li abbiano abbandonati in quel periodo.
INFORMAZIONI
1986
Atlantic Records
Hard Rock
Tracklist
1. The Pack Is Back
2. Gimme Some Lovin'
3. Screaming Down the House
4. Young Blood
5. Hyperactive
6. Rock Dogs
7. Don't Let it Die
8. Get Into Your Car and Drive
9. All I Need
10. Nightmare Ride
Line Up
John Gallagher (Basso, Voce)
Mark Gallagher (Chitarra)
Rob "Wacko" Hunter (Batteria)
 
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