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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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The Phantom Carriage - New Thing
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( 1484 letture )
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Il Carretto Fantasma (Körkarlen) è anche un meraviglioso film del ‘21 del registra svedese Victor Sjöström il cui explicit ripercorre, idealmente, il giudizio globale sul debutto discografico dei The Phantom Carriage.
“Signore, lascia che la mia anima maturi prima che venga raccolta.” (Victor Sjöström as David Holm)
Tanto vale per la richiesta del protagonista della pellicola in questione quanto per il quintetto di Poitiers (Francia). Acerbi, eccessivi e, spesso, privi di un reale percorso sonoro, i nostri mettono tanta di quella carne al fuoco da rischiare di bruciarla se non addirittura di servire inavvertitamente (o volontariamente) i tagli meno appetibili. Black Metal, Jazz, Math-core, Screamo, accordèon, divagazioni pianistiche, fiati e chi più ne ha più ne metta. Il calderone ribollisce denso e straripante di suggestioni stilistiche ben calibrate a volte, totalmente insipide in altre. Le coordinate, anche a detta del promoter, vorrebbero toccare il post-black tinto di jazz dei Deathspell Omega (forse la versione addomesticata), la math music dei conterranei Comity (e per chi conosce la band parigina l’accostamento potrebbe apparire più di inquadramento che non di vera associazione) e a queste andrebbero aggiunte indirettamente tutte le esperienze e sperimentazioni (seppur su generi diversi) di band quali i Farmakon e gli Ephel Duath della “tavolozza del pittore” (non vorrei però incitare al paragone perché in tal caso i transalpini ne uscirebbero a pezzi).
Il brano d’apertura, The Horses Feed Their Birds, parte alla carica con il più classico dei riff black metal che più classico non si può e ci accompagna fino al break punkish e successivo ritornello screamo (leggisi emo stonato). Il brano prosegue tra stop’n’go, alternanza stilistica e risulta, ad attenta analisi, un riuscitissimo e casuale collage di sonorità e arrangiamenti discutibili. La successiva The Wreck Of My Mental Ship porta in primo piano le componenti hardcore (nell’accezione moderna del termine) con l’ennesimo utilizzo delle transizioni già abusate nel brano iniziale. Va però segnalata l’ottima architettura chitarristica della prima strofa. Un brano ben concepito, ma troppo in linea con quanto propone oggi la scena americana in questo ambito (fino a prova contraria questo si presentava come un disco sperimentale). Con The Monument On Hendrick’s Hill gli echi Comity-iani si fanno largo anche se in maniera fin troppo diluita all’interno del mare magnum post-black. Brano che ad ogni modo si rivela essere tra i più riusciti del platter anche in virtù della buona amalgama stilistica proposta. Climax di questo New Thing è senza dubbio Black Rain Falls In Drops. L’intro e la strofa jazzy (con tanto di sax) risultano molto godibili e divertenti, il ritornello ben incastrato nell’impalcatura globale. Come però già è capitato in precedenza gli sviluppi della sezione centrale sono confusionari, singolarmente caratterizzati da ottime intuizioni ma prive di un percorso musicologico che ne giustifichi l’utilizzo se non per fini dimostrativi. Il finale del brano dimostra infatti quanto le soluzioni più ragionate donino maggiore spessore alla proposta del quintetto francese. Les Fantômes Se Cachent Pour Pleurer è un breve e riuscito momento di svago musicale nel quale si susseguono pattern ritmici (blast beats, doppia cassa) sotto una polka in pieno stile chanson d’accordèon. Altrettanto breve è la successiva Our Roses più inquadrata nello stile fin qui proposto dal combo. La chiusura è affidata a 16-04-10 brano a suo modo riassuntivo, riesplora (senza soluzione di continuità) quanto proposto, dai furenti passaggi black ai break punkish, dagli intermezzi math-core fino alla breve e trasportante chiusura affidata al pianoforte.
I The Phantom Carriage sono una buona band composta da musicisti tecnicamente molto preparati, hanno spunti e idee singolarmente convincenti ma mancano ancora, a mio modo di vedere, di maturità e amalgama nella proposta già di suo molto eterogenea. L’utilizzo di uno stile rispetto ad un altro, di una sfumatura rispetto ad un’altra, è spesso pura estetica (e come già detto a tratti anti-estetica) e scevra di alcuna funzionalità rispetto agli umori e alle sensazioni che si vorrebbero trasmettere. Personalmente poi ho trovato totalmente fuori contesto le clean vocals “americane” che, inevitabilmente concorrono a far risultare il prodotto finale eccessivamente “tamarro” quando, in realtà, questo vorrebbe essere raffinato.
Un buon inizio sicuramente che se da un lato è da premiare, dall’altro trasmette la sgradevole sensazione di strada senza uscita. Niente di irrecuperabile, a patto che ci sia non solo la maturità musicale utile a far evolvere la propria proposta, secondo i proprio intenti, ma anche la maturità artistica necessaria a fare, se doveroso, un passo indietro.
“Ciascuno chiama idee chiare quelle che hanno lo stesso grado di confusione delle sue” (Marcel Proust)
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1
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si però 100 all'artwork |
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INFORMAZIONI |
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Throatruiner Records/Swarm Of Nails
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Tracklist
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01. The Horses Feed Their Birds 02. The Wreck Of My Mental Ship 03. The Monument On Hendrick's Hill 04. Black Rain Falls In Drops 05. Les Fantômes Se Cachent Pour Pleurer 06. Our Roses 07. 16-04-10
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Line Up
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Thieu - Vocals Max - Guitars Antoine - Guitars Yann - Bass Simon – Drums/Backing Vocals
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RECENSIONI |
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